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Michaela Biancofiore come Robbie Williams: “Prendo il Mounjaro, ho perso 17 chili. La vista si è abbassata moltissimo, il colesterolo si è triplicato e i valori del pancreas sono sballati mi sento molto meglio”
“La vista si è abbassata moltissimo, perdo molti capelli, il colesterolo è triplicato e gli enzimi del pancreas sono fuori norma. Eppure, mi sento meglio”. È il bilancio, quasi un bollettino medico, quello che Michaela Biancofiore ha deciso di rendere pubblico. La senatrice e presidente del gruppo “Civici d’Italia – Noi moderati”, in un’intervista al Corriere della Sera, ha deciso di parlare senza filtri del prezzo fisico pagato per la sua trasformazione: 17 chili persi in poco più di un anno grazie all’uso di farmaci di nuova generazione, ma con effetti collaterali che iniziano a preoccuparla. La sua, spiega, è una scelta pragmatica, quasi una scommessa: di fronte al malessere precedente, alla fatica di respirare e al disagio psicologico, ha deciso di “non badare” ai rischi e alle incognite future, preferendo la sensazione immediata di leggerezza e la rinascita fisica che sta vivendo oggi. Mentre il fenomeno dei farmaci per il dimagrimento (come Ozempic e simili) registra un boom di vendite del +78,7% in Italia, alimentato dall’esempio di star globali come Elon Musk, la politica italiana resta un tabù. Biancofiore, unica a esporsi insieme a Clemente Mastella, rompe il silenzio denunciando l’ipocrisia del palazzo: “Non capisco perché incuriosisca così tanto il fatto che io abbia usato il Mounjaro, considerando che potrei fare altri 500 nomi: lo usano tutti”. Tuttavia, la senatrice tiene a precisare che nel suo caso non si tratta di un vezzo estetico, ma di una necessità medica: “Per usarlo devi essere insulinoresistente, altrimenti te ne vai al creatore. Io sono seguita da un medico serio”. Il percorso non è stato privo di ostacoli. Dopo aver tentato con Ozempic e Saxenda (“con cui stavo malissimo”), Biancofiore è passata al Mounjaro. Se il risultato sulla bilancia è evidente, le incognite sulla salute non mancano: “La vista si è abbassata molto anche a me”, ammette al Corriere. “Spero non sia dovuto a questo, ma è un dato di fatto: ora porto gli occhiali e non ne ho mai avuto bisogno. Peccato, dietro alle lenti i miei occhi azzurri spariscono”. Oltre al calo della vista — un sintomo segnalato anche dalla popstar Robbie Williams — la senatrice elenca altri segnali d’allarme: “Ho notato che perdo molti capelli“. Ma è sugli organi interni che si concentrano i timori maggiori: “Il pancreas è uno degli organi più delicati e le analisi evidenziano già che gli enzimi pancreatici sono leggermente fuori norma”. Paradossalmente, anche il colesterolo ne ha risentito negativamente (“ce l’ho tre volte tanto”), nonostante la drastica riduzione dei grassi nella dieta. “Sono preoccupata? Un po’ sì, sinceramente”, ammette, sottolineando come la molecola sia troppo recente per conoscerne le conseguenze a lungo termine. Il ritorno alla vita (e alla pasta) Nonostante i rischi, il bilancio personale resta positivo. Quei 20 chili accumulati per l’età e problemi ormonali le avevano tolto il respiro e il buonumore: “Mi sento molto meglio, più leggera, faccio meno fatica anche solo a respirare. Fa bene alla psiche”. Ora che ha ridotto il dosaggio, per prudenza, Biancofiore racconta di aver ritrovato anche un vecchio piacere, seppur attenuato: l’appetito. “L’altro giorno ho mangiato un bel piatto di pasta al sugo. Il problema è che la molecola mangia i grassi e svuota la muscolatura, quindi dovresti mangiare solo proteine, ma a me non piacciono”. La sua testimonianza si chiude con un avvertimento a chi cerca scorciatoie facili: “Se vede una persona che era grassottella e di punto in bianco è magra, ha usato sicuramente uno di questi prodotti”. Ma attenzione: “Non è una moda, non si scherza con la medicina. Deve essercene la reale necessità”. L'articolo Michaela Biancofiore come Robbie Williams: “Prendo il Mounjaro, ho perso 17 chili. La vista si è abbassata moltissimo, il colesterolo si è triplicato e i valori del pancreas sono sballati mi sento molto meglio” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Si inietta l’Ozempic comprato online, ma il farmaco è contraffatto: donna finisce in coma ipoglicemico
Nel tentativo di dimagrire con l’Ozempic, una donna ha rischiato di morire. È successo a Padova, dove subito dopo l’iniezione del farmaco la 31enne ha perso i sensi, finendo in coma ipoglicemico. A salvarle la vita sono stati i familiari, che l’hanno trovata priva di sensi e hanno subito chiamato il 118. La donna ora è in buone condizioni, ma ha rischiato grosso, secondo quanto riportano i medici, proprio perché nella ‘pennetta’ non vi era soluzione di Ozempic, bensì insulina. Per chi non è diabetico, una fiala di insulina può portare rapidamente ad un grave coma glicemico ed è esattamente quello che è successo alla ragazza di Padova. Le motivazioni del grave errore di somministrazione vanno ricercate alle modalità con le quali la donna ha acquistato la medicina. Si è rivolta al mercato illegale, come appurato dai test fatti sulla sostanza, che l’hanno identificata come contraffatta. Anche la scatola era falsa, date le assenze di scritte in Braille ed evidenti errori tipografici. La donna, non essendo nè diabetica, né obesa, voleva perdere velocemente qualche chilo e l’unico modo per procurarsi il farmaco era comprarlo su internet, dal momento che non le sarebbe stato comunque prescritto con ricetta medica. Inoltre, c’è anche l’aspetto economico che gioca un ruolo fondamentale nel favorire il mercato illegale. Un mese di punture comprate regolarmente in farmacia costa circa 400 euro. Sono ora in corso le indagini per individuare i responsabili del circuito di vendita illegale. Chi vende medicinali contraffatti, rischia fino ai 4 anni di carcere per il reato Commercio di medicinali guasti o imperfetti (art. 443 c.p.) e di Contraffazione di marchi e confezioni (art. 473–474 c.p.). Inoltre, se chi utilizza questi farmaci ha delle ripercussioni sulla propria salute, la pena aumenta di molto. Nel caso del coma o danni permanenti, considerate lesioni gravissime, si può configurare il reato di lesioni personali gravissime, punito fino a 7 anni di reclusione, con un eventuale aumento di pena nel caso in cui venga provata la consapevolezza del rischio. Il medicinale da un paio d’anni a questa parte spopola sui social per i suoi notevoli, a tratti miracolosi, effetti sulla lancetta della bilancia. L’Ozempic, asseribile al principio attivo semaglutide, è un farmaco sintomatico. Ciò vuol dire che il suo utilizzo non cura la patologia, ma tratta il sintomo fino a quando questo viene somministrato. Ha degli effetti ben evidenti: può portare in pochissimo tempo alla riduzione del 20% del peso, ma quando la terapia viene sospesa c’è un effetto di rimbalzo. Si recuperano in poco tempo i due terzi del peso perso, proprio perché chi non è diabetico o obeso non ha problemi legati alle incretine. Questo tipo di farmaci si chiamano infatti incretinomimetici perché mimano l’azione delle incretine, ormoni che aiutano l’insulina a ridurre la glicemia. Questa azione permette l’assorbimento e il metabolismo del glucosio e facilitano la mobilitazione delle riserve dei grassi. Le incretine quindi migliorano il metabolismo e fanno perdere peso. Non inducono il nostro corpo a risparmiare energie nel momento in cui non assumiamo grassi, ci fanno solo passare la fame dandoci l’idea di essere sazi quando invece lo stomaco non è pieno. L'articolo Si inietta l’Ozempic comprato online, ma il farmaco è contraffatto: donna finisce in coma ipoglicemico proviene da Il Fatto Quotidiano.
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