Si è aperta una nuova pista nelle indagini sul triplice omicidio
dell’ambasciatore italiano in Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio,
del carabiniere di scorta, Vittorio Iacovacci, e dell’autista del programma
Alimentare Mondiale (Pam), Mustapha Milambo. Pista che porta dritta a una delle
ipotesi circolate, senza mai trovare conferma, nei primi mesi dopo l’agguato
lungo la strada tra Goma e Rutshuru, il 22 febbraio 2021: quella della guerra
per i minerali di cui è ricco il sottosuolo del Nord Kivu.
A indirizzare le indagini della Procura di Roma, che ha ancora aperto il secondo
filone per omicidio a carico di ignoti, è la testimonianza diretta di uno degli
operatori presenti sulla scena dell’agguato depositata in procura nell’ambito
delle indagini difensive condotte dal legale dei genitori di Attanasio,
coadiuvato da esperti di livello internazionale. Nel suo racconto, la persona
sentita dagli inquirenti, la cui identità è stata secretata da Piazzale Clodio,
ha sostenuto che la destinazione finale del convoglio non fosse il villaggio di
Rutshuru, dove il gruppo avrebbe dovuto visitare uno dei progetti del Pam, come
sostenuto fino a oggi, bensì una imprecisata area tra Rutshuru e Lueshe che
ospita una miniera di pirocloro-niobio storicamente legata a interessi russi
Il racconto è supportato da mappe, fotografie e informazioni che, sostiene la
fonte, indicano inequivocabilmente che l’ambasciatore fosse diretto verso
Ruthshuru-Lueshe, “dove c’è la miniera di niobio, una faccenda molto sensibile”.
”State indagando su un dossier sensibile perché finora la verità resta un
incubo, dato che nessuno sa la missione che aveva l’ambasciatore”, ha continuato
il testimone. Il niobio, non a caso, è un materiale raro e fondamentale per lo
sviluppo di mezzi ipersonici come quelli in dotazione a Mosca perché le sue
leghe resistono a temperature estreme e all’ossidazione. Caratteristiche che lo
rendono ricercatissimo dall’industria militare.
Se la nuova versione dei fatti trovasse conferma, si tratterebbe di una svolta
decisiva nell’inchiesta sul triplice omicidio di quasi cinque anni fa. Per
diversi motivi. Innanzitutto solleverebbe nuove incognite sul ruolo svolto dai
due funzionari del Pam indagati, ma mai processati per il riconoscimento
dell’immunità, Rocco Leone e Mansour Rwagaza, responsabili della compilazione
dei moduli di viaggio dai quali sono stati esclusi i nomi dell’ambasciatore
Attanasio e di Iacovacci. Nel piano ufficiale risulta infatti che la
destinazione finale del trasferimento da Goma fosse proprio il villaggio di
Rutshuru.
Questa nuova pista richiama alla mente anche un altro particolare della vicenda
fino a oggi rimasto in secondo piano. La sera prima dell’agguato, Attanasio
aveva incontrato la comunità italiana per una cena al ristorante Mediterraneo di
Goma. Tra i partecipanti era presente, oltre agli italiani residenti, anche la
delegazione russa che era partita in forze da Kinshasa pochi giorni prima. Si
trattava dell’ambasciatore russo di allora, Alexey Sentebov, che ufficialmente
si trovava a Goma per incontrare il governatore militare della provincia del
Nord Kivu, il generale Constant Ndima Kongba, e anche per visitare i Caschi Blu
russi della Monusco. Una presenza di cui negli anni Ilfattoquotidiano.it ha più
volte chiesto conto a chi era presente all’evento, ma che non ha mai trovato una
vera giustificazione.
“Il testimone avrebbe raccolto dati sulla scena dell’agguato – ha commentato
Salvatore Attanasio, padre del diplomatico, a Ilfattoquotidiano.it – Queste
informazioni sono confluite in una relazione che è al centro di una nuova
indagine rilevante perché collegata a un piano di attacco ben organizzato e
orchestrato. Siamo fiduciosi in quello che la Procura di Roma potrà accertare e
che, se confermato, cancella definitivamente la fantasiosa ricostruzione che si
sia trattato di un incidente. Inoltre sposta il tutto su un piano politico e
quindi la politica deve impegnarsi seriamente nella ricerca della verità”.
L'articolo Nuova pista sull’omicidio Attanasio: “L’ambasciatore doveva visitare
una miniera strategica per la Russia” proviene da Il Fatto Quotidiano.