La Nasa lo ha già detto più volte: è solo una cometa. Ma l’oggetto interstellare
3I/ATLAS ha anomalie, perfettamente spiegabili scientificamente, che hanno
attirato l’attenzione di tutto il mondo. Tra poco raggiungerà il suo massimo
avvicinamento alla Terra. L’agenzia spaziale statunitense ha reso noto che il
passaggio ravvicinato alla Terra avverrà il 19 dicembre a una distanza di circa
170 milioni di miglia, quasi il doppio della distanza media tra la Terra e il
Sole. Secondo l’Agenzia spaziale europea (ESA), la cometa non si avvicinerà a
meno di circa 1,8 unità astronomiche dal nostro pianeta, equivalenti a circa 270
milioni di chilometri. L’evento quindi non rappresenta alcun rischio per la
Terra o per gli altri pianeti del Sistema solare.
Scoperta il 1 luglio dai telescopi ATLAS in Cile, 3I/ATLAS è il terzo oggetto
interstellare mai osservato mentre attraversa il Sistema solare, dopo
1I/‘Oumuamua nel 2017 e la cometa 2I/Borisov nel 2019. La Nasa continuerà a
monitorare il corpo celeste lungo il suo viaggio, che lo porterà a superare
l’orbita di Giove nella primavera del 2026, prima di lasciare definitivamente il
nostro sistema planetario. Il passaggio ravvicinato potrà essere seguito anche
dal pubblico: il Virtual Telescope Project trasmetterà una diretta streaming a
partire dalle 5.00 del mattino (ora italiana) del 19 dicembre, guidata
dall’astronomo Gianluca Masi.
Già alla fine di novembre, osservatori dotati di telescopi sufficientemente
potenti avevano potuto vedere 3I/ATLAS riemergere dopo il passaggio dietro il
Sole, mostrando una caratteristica colorazione verde come informa l’Infn. Il 26
novembre 2025, nell’ambito dell’iniziativa di divulgazione scientifica Shadow
the Scientists, cone informa INAF; astronomi e studenti di tutto il mondo hanno
osservato la cometa utilizzando lo spettrografo multi-oggetto GMOS del
telescopio Gemini Nord, situato a Maunakea, alle Hawaii.
Un ulteriore elemento di interesse riguarda la cosiddetta anti-coda. In un
recente articolo pubblicato sul blog Medium, il professor Avi Loeb, docente di
Astronomia all’Università di Harvard, sottolinea come questa prominente
struttura che sembra puntare verso il Sole sia insolita per una cometa. Secondo
Loeb, non si tratterebbe di un semplice effetto prospettico, comune in molte
comete, ma di un vero e proprio getto fisico. Nella maggior parte dei casi,
infatti, l’anti-coda è un’illusione ottica dovuta alla geometria della coda di
polveri e alla posizione relativa di Terra e Sole, come osservato anche in
comete celebri quali la C/2023 A3.
Nel caso di 3I/ATLAS, l’anti-coda è visibile sin dalla fine di luglio, quando
l’oggetto fu osservato dal Telescopio Spaziale Hubble mentre si avvicinava al
Sole da una distanza geocentrica di circa 2,98 unità astronomiche. La struttura
è rimasta evidente nelle centinaia di immagini raccolte durante l’avvicinamento
alla Terra ed è stata recentemente immortalata anche dall’astrofilo tailandese
Teerasak Thaluang con un telescopio da 26 centimetri. L’ultimo scatto citato da
Loeb risale alle 21.30 UTC di sabato 13 dicembre, quando la cometa si trovava a
circa 270 milioni di chilometri dalla Terra, confermando che l’anti-coda è
rimasta stabile per circa cinque mesi, durante un avvicinamento che ha coperto
mezzo miliardo di chilometri.
Credit: NASA’s Hubble Space Telescope
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dell’anti-coda stabile da 5 mesi proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Altri tre astronauti cinesi sono rimasti intrappolati nello Spazio dopo aver
salvati altri colleghi intrappolati. La notizia proveniente dai canali di stato
cinesi ha del paradossale. L’equipaggio della Shenzhou-21 è rimasta bloccata
sulla stazione spaziale cinese Tiangong dopo aver compiuto la loro missione
nell’aver salvato altri tre astronauti della navicella Shenzhou-20. Il trio
bloccato sulla Tiangong è composto da Zhang Lu, Wu Fei e Zhang Hongzhang. I tre
erano stati lanciati nello spazio da un razzo Long March 2F e la loro missione
era quella di sostituire l’equipaggio Shenzhou-20, in servizio precedentemente
nella stazione spaziale e composto da altri tre colleghi – Wang Jie, Chen
Zhougrui e Chen Dong, il cui rientro sulla Terra era previsto per il 5 novembre.
Tuttavia, dopo un passaggio di consegne riuscito, il viaggio di ritorno
dell’equipaggio della navicella numero 20 è stato annullato all’ultimo minuto
quando un frammento di presunto detrito spaziale ha colpito la capsula di
rientro. Dopo che i test hanno rivelato una crepa nell’oblò di osservazione
della navicella spaziale colpita, l’equipaggio della Shenzhou-20 è salito a
bordo della capsula di rientro destinata all’equipaggio Shenzhou-21 ed è
rientrato con successo sulla Terra il 14 novembre. Così mentre in Cina si
festeggiava il rientro dei tre precedenti naufraghi spaziali, nello spazio si è
consumato un nuovo dramma con i tre astronauti bloccati in orbita.
Secondo Live Science una capsula sostitutiva numerata con il 22 potrebbe essere
lanciata verso la base spaziale già il 24 novembre, tuttavia se nel frattempo
succedesse qualcosa ai tre naufraghi spaziali non ci sarebbe per loro la
possibilità di rientrare sulla Terra. L’inconveniente/incidente ricorda molto da
vicino ciò che accadde agli astronauti della NASA, Suni Williams e Butch Wilmore
tornati sulla Terra a marzo 2025 dopo essere rimasti bloccati nello spazio per
circa nove mesi.
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restano intrappolati nello Spazio dopo aver salvato altri colleghi già bloccati
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