The Age of Disclosure è il titolo del documentario denuncia realizzato dal
regista Dan Farah presentato negli Stati Uniti e recentemente trasmesso anche
online, dove viene esplicitato in maniera decisa da alte figure governative,
istituzionali e del mondo della scienza che non siamo soli nell’universo.
Colpisce l’apertura del documentario, con l’introduzione di Marco Rubio,
Segretario di Stato Usa, che dichiara: “Abbiamo basi nucleari e segrete che
vengono visitate da oggetti con tecnologie per noi sconosciute”. Chi sono? Da
dove vengono? Cosa vogliono? Subiamo interferenze di tecnologie avanzatissime
sconosciute ed anche la presenza di Nhi, Non Human Intelligence, civiltà non
appartenenti alla nostra genia.
Il lungo documentario rivela sia il coinvolgimento di personale di altissimo
livello istituzionale, scientifico, militare e di Intelligence, sia la
preparazione meticolosa del documentario-denuncia. Il linguaggio non lascia
dubbi sulle qualifiche degli intervistati, cattedratici di università, PhD,
ammiragli, generali, biologi, fisici, analisti. Tutti concordi e atti a
testimoniare che siamo in presenza di una reale attività tecnologica e
intelligente a noi sconosciuta! “Loro” sono qui e non ne conosciamo il perché,
chi siano e cosa vogliano. Si disegnano scenari e ipotesi. L’unica certezza è
che adesso siamo passati dallo studio delle lucette nel cielo e le
classificazioni degli oggetti, al confermare la presenza dei corpi dei piloti
trovati nei luoghi degli incidenti. Si denuncia l’esistenza di strutture ad hoc
statunitensi russe e cinesi anche congiunte, per il recupero di questi oggetti
precipitati.
Un salto davvero enorme non solo per chi non ha mai accettato la realtà del
fenomeno Ufo/Uap, ma anche per chi ha osservato il fenomeno come possibile,
visto che dal 2023 la realtà del fenomeno è stata ufficializzata come reale. La
notizia del servizio mandato in onda negli Usa anche via Web avrebbe dovuto
essere la più importante notizia per la storia dell’umanità. Più di rottura
della diatriba Galileo/Mons. Bellarmino, più delle tesi copernicane e
newtoniane, più della scissione dell’atomo. Una idea intuita già dai filosofi
greci: non siamo soli nell’universo. Ma un salto qualità nella comunicazione c’è
stato ed esteso alle interferenze delle Nhi – intelligenze non appartenenti alla
nostra specie, provenienti da altri mondi e dimensioni con tecnologie elusive
delle nostre conoscenze scientifiche, usate spesso come invalicabile scudo
concettuale al fenomeno – appare adesso concreta ed evidente.
Tranne che nei media Usa, non si trova traccia del documentario nel resto del
pianeta. E il mainstream che avrebbe dovuto con titoli a nove colonne annunciare
l’evento, altro che “effetto Orson Welles – La guerra dei mondi”, con effetti
pericolosi di perdita del controllo, rimane stordito, come nulla fosse accaduto
o se avessimo assistito ad un nuovo film di Spielberg (peraltro di imminente
uscita). Qui sono presenti le impegnative dichiarazioni non fraintendibili di
altissime personalità e autorità che comunicano e illustrano uno scenario
inedito, che seppur sospettato adesso si trasforma come la realtà delle cose!
Perché adesso? Perché una costante intensificazione del fenomeno? Se non lo
faranno le massime autorità morali e politiche a preparare l’opinione pubblica e
gestire una informazione così impattante, saranno “loro” con una evidente
superiorità tecnologica che decideranno di rivelarsi al mondo? Ma essere
consapevoli così profondamente di una realtà che ci sfugge e non dichiararla più
chiaramente è davvero incoscienza se poi si vuole davvero evitare uno shock
culturale, che questa volta sarebbe davvero incontrollabile specie se accadesse
un giorno che i nostri centri strategici e aree sensibili venissero svegliati un
giorno come a Pearl Harbour? Usa Russia e Cina come molti altri paesi hanno
tutti lo stesso problema – come ha dichiarato Chris Mellon, vero regista del
Disclosure.
Al Simposio sul Lago Maggiore, organizzato magnificamente dalla SOL Foundation,
abbiamo dibattuto sui vari scenari che stanno evolvendosi rapidamente. Difronte
a questo cambio di velocità, prendiamo atto che stiamo agendo come nel
provocatorio ma illuminante film “Don’t look up!” con un mainstream complice di
un silenzio da incoscienti perché la cosa sta succedendo e accadendo adesso!
L'articolo Esce The age of Disclosure, il documentario che denuncia l’esistenza
degli Ufo. Ma in giro non se ne parla proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Si parla da mesi dell’oggetto interstellare 3I/ATLAS, noto anche come
“astronave” che ha affascinato gli scienziati di tutto il mondo, pronto a
raggiungere il punto più vicino alla Terra il mese prossimo, secondo un
professore di Harvard. Avi Loeb, professore di Harvard, ha identificato “12
anomalie” sull’astronave 3I/ATLAS che, a suo dire, evidenziano una “teoria
aliena”.
Mentre alcuni sostengono che si tratti di una cometa che sfreccia attraverso il
Sistema Solare a 210.000 km/h, il professor Avi Loeb ha sempre sostenuto che
potrebbe trattarsi di una “nave madre” aliena. Sul suo blog, Loeb ha
identificato “12 anomalie” riguardanti “l’astronave” e spiega esattamente perché
dovremmo preoccuparci dell’UFO che presumibilmente si sta dirigendo verso di
noi.
L’elenco, come sostiene Loeb, spiega i motivi per cui l’UFO forse non è una
“cometa familiare”, come la NASA ha precedentemente insistito. Loeb evidenzia la
“traiettoria retrograda” di 3I/ATLAS, “allineata entro cinque gradi con il piano
dell’eclittica dei pianeti attorno al Sole”, come riporta il Daily Star.
L’oggetto ha mostrato un getto verso il sole durante l’estate, a differenza
delle comete più conosciute. Il nucleo dell’oggetto è circa un milione di volte
più grande di 1I’Oumuamua, il primo oggetto interstellare registrato ad
attraversare lo spazio. Si muove anche molto più velocemente di lui.
Secondo Loeb, “il pennacchio di gas contiene molto più nichel che ferro” e
mostra una “polarizzazione negativa estrema”, cosa che non si riscontra in tutte
le comete conosciute. Inoltre, si è illuminato più velocemente di qualsiasi
cometa conosciuta ed era più blu del Sole.
Loeb ha anche spiegato che 3I/ATLAS “presenta getti diretti verso il Sole e
anti-solari che richiedono una superficie irragionevolmente ampia per assorbire
abbastanza luce solare necessaria a sublimare abbastanza ghiaccio da alimentare
il flusso di massa di questi. L’oggetto mostra anche accelerazione non
gravitazionale e non si frammenta come fanno le comete quando viaggiano nello
spazio. I suoi getti mantengono l’orientamento per un milione di chilometri in
più direzioni, nonostante la rotazione“.
Loeb ha concluso: “La verità è che la scienza ufficiale sbaglia
sistematicamente“.
L'articolo “Una nave madre aliena si avvicinerà alla Terra tra un mese esatto.
Non è un meteorite perché ha 12 anomalie”: lo afferma il professore di Harvard
Avi Loeb proviene da Il Fatto Quotidiano.