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“La lieve forma di schizofrenia? Da due anni prendo medicinali con costanza. Ragazze Facili l’ho scritta grazie a Giorgia Cardinaletti”: così Cesare Cremonini
Cesare Cremonini ha lanciato il nuovo singolo “Ragazze Facili”, nella sua versione live contenuta nell’album “Cremonini LIVE25”, che si è attestato al secondo posto della classifica album della Fimi. Poi ci saranno 4 eventi live la prossima estate con il Cremonini LIVE26. “Ragazze facili è una canzone scritta grazie a Giorgia Cardinaletti, perché mi ha chiesto una cosa che può cambiare la vita di un uomo: il coraggio di amare”, ha affermato Cremonini. In occasione della presentazione di questi progetti, il cantautore si è raccontato alle pagine de Il Corriere della Sera: “La mia è una storia articolata e complessa, con un sottotesto di manipolazione, di costrizione a una realtà che non esisteva”. E ancora: “È stata costruita dal mio ex manager Walter Mameli. È stato il mio scopritore, ma mi ha anche imprigionato: vivevo in un castello dorato, però mi era negata la possibilità di avere a che fare con qualunque essere umano che facesse parte del mio ambiente. Compreso Lucio Dalla. Quando me ne sono liberato cinque anni fa è stata una rottura difficile. Sto riprendendo possesso di me, con calma ma con grandi risultati. Questa nuova apertura verso il mondo mi fa sentire un esordiente. Le collaborazioni con Luca Carboni, Elisa, Lorenzo Jovanotti derivano da un enorme fallo di reazione a una costrizione gigantesca”. Non mancano i racconti intimi e famigliari come la separazione dei genitori. “Mia madre si lamentava di un marito che le diceva che persino il cinema era di troppo per lei perché aveva dei figli da seguire. – ha ricordato – Avevo 12 anni o poco più quando una notte, vedendola piangere, andai in camera e le dissi: mamma, non è difficile, bisogna che lo lasci. Lei mi prese sul serio, il giorno dopo mio padre era in campagna insieme al cane. Mio fratello e io restammo con lei a Bologna. Credo si sia salvata da sola. In casa eravamo tre maschi, famiglia del ceto medio bolognese, padre medico con tre specializzazioni che aveva sposato una sua paziente di 22 anni quando lui ne aveva già 52. Mia madre aveva bisogno di un alleato. Io sicuramente lo sono stato e lo sono ancora oggi, per sensibilità e passione verso l’arte, la comunicazione, la libertà”. Poi ha aggiunto: “L’ho vista soffrire tanto non solo per mio padre. In casa ha aleggiato una forma depressiva, una palla infuocata che ci siamo passati a vicenda. Ho visto una persona molto imprigionata e molto sacrificata. Lei mi ricorda il diritto alla libertà, alla creatività, all’espressione di sé”. A Cremonini è stata diagnosticata una lieve forma di schizofrenia? “È un percorso che continua. Sono due anni che prendo medicinali con costanza e questo mi permette di accettarmi come una persona che deve essere curata, mi dà anche una forma di pacatezza. Sono felice la mattina quando vado in cucina, mi preparo il caffè e vedo quelle pillole, rappresentano l’accettazione di me stesso”. L'articolo “La lieve forma di schizofrenia? Da due anni prendo medicinali con costanza. Ragazze Facili l’ho scritta grazie a Giorgia Cardinaletti”: così Cesare Cremonini proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Cesare Cremonini
“La musica non è libera perché è sempre più business. Come sto? Non sono sereno, ma i sogni e i progetti mi aiutano molto”: così Cesare Cremonini
È uscito stanotte “CremoniniLIVE25”, il triplo album dal vivo testimonianza dell’ultimo tour di Cesare Cremonini in 13 stadi italiani, lanciato dal singolo “Ragazze Facili“, dove nei cori c’è l’amica Elisa. In tracklist non mancano le collaborazioni come quella con Elisa in “Aurore Boreali”, Luca Carboni con “San Luca” e “Mare Mare”, Jovanotti, per la prima volta in duetto con “Mondo” e in “L’Ombelico del mondo”. Abbiamo incontrato il cantautore nel backstage prima dell’incontro alla Milano Music Week, moderato da Andrea Scanzi, al Piccolo Teatro di Milano. “Al di là di quanti dischi vendi, al netto che con il disco live, non è che fai la storia della musica, – ha affermato poi parlando del progetto discografico dal vivo – però è una testimonianza che poi nel tempo ti rimane. Questa è una cosa fatta bene e quindi abbiamo curato tanto il progetto. È un live che offre riflessioni soprattutto nel contesto musicale italiano che abbiamo. Ci sono tante collaborazioni, ci sono parallelismi tra i brani che suono live e quelli incisi in studio” Parlando del nuovo disco di Jovanotti hai scritto: “Non me ne importa niente dell’orecchiabilità e di quelli che ti dicono è questione di gusti”. Cosa intendevi? A me la parola gusti non piace, mi ricorda il gelato… Quando ero piccolo prendevo il gusto puffo, ma non mi sembra che la musica possa essere veramente del tutto decifrata attraverso l’idea del ‘de gustibus’. Poi, per cairtà, il de gustibus è legittimo, ma anche ciò che non è di tuo gusto perché magari ha un linguaggio che tu non stai apprezzando culturalmente anche magari per ragioni anagrafiche. Però è una affermazione forte questa, non credi? È incompleto scrivere la musica soltanto per il gusto, è un fattore importante, ma non è completo perché la musica ha un linguaggio. Non possiamo dire che la lingua tedesca non sia degna solo perché a noi non piace. Quello che volevo dire è che ciò che ho scritto è un omaggio alla libertà perché la musica è molto di più. La musica non è libera. Perché? Perché è sempre più business. La fruizione della musica ha imposto moltissimi modelli e la mia generazione è quella di Lorenzo (Jovanotti, ndr), artisti che hanno la fortuna di avere uno status. È venuto il momento nel quale chi ha avuto le fortune che abbiamo avuto noi, offra soprattutto la libertà di fare dischi seguendo il piacere personale… Facendo scoperte, lanciare sfide anche personali come ad esempio suonare il sax sul palco con Luca Carboni per “Mare Mare”. Lo stato di salute della musica è positivo? Il cerchio si è chiuso. La parola business e musica sono uniti in una maniera secondo me esageratamente connessa. È una slot machine che premia la discografia del punto di vista sicuramente economico, ma che va, secondo me, nelle responsabilità delle scelte personali che noi dobbiamo fare ogni giorno. Siamo liberi di poterle fare, ma va ricordato esiste anche il percorso umano oltre che artistico. Qual è il tuo stato d’animo attuale? Di base non sono sereno. Ho una perenne insoddisfazione verso me stesso, ma il sogno e la musica riescono a farmi ricucire qualcosa dentro ed è per questo che mi piace pensare sempre a nuovi progetti. Anche i nuovi concerti che farò nel 2026 mi stimolano molto con la sfida di fare delle cose che non ho mai fatto, proprio com’è accuduta nell’ultimo concerto live. I prossimi impegni live sono i 4 grandi eventi: il Circo Massimo di Roma (6 giugno), l’Ippodromo SNAI La Maura di Milano (10 giugno), l’Autodromo di Imola Enzo e Dino Ferrari – Music Park Arena (13 giugno), la Visarno Arena di Firenze (17 giugno). L'articolo “La musica non è libera perché è sempre più business. Come sto? Non sono sereno, ma i sogni e i progetti mi aiutano molto”: così Cesare Cremonini proviene da Il Fatto Quotidiano.
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