Tanto tuonò che piovve. Dopo mesi di indiscrezioni e lettere di messa in mora,
la Commissione europea si è risolta ad aprire una procedura d’infrazione a
carico dell’Italia a causa dell’incompatibilità dei “poteri discrezionali nelle
fusioni bancarie con il diritto dell’Unione europea”. Chiaro il riferimento ai
poteri speciali di veto del governo sulle fusioni e acquisizioni di aziende
strategiche ai sensi del golden power e, in particolare, al loro utilizzo nel
caso di operazioni tra banche come il decreto di Pasqua con cui l’esecutivo ha
di fatto bloccato l’acquisizione di Bpm da parte di Unicredit.
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