Quando David Rossi è precipitato “qualcuno lo teneva per il polso sinistro
appeso al balcone”. È un “dato certo”, secondo il tenente colonnello del Ris
Adolfo Gregori, consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla
morte dell’allora responsabile della comunicazione del Mps, deceduto cadendo dal
balcone del suo ufficio a Rocca Salimbeni, sede della banca a Siena, il 6 marzo
2013. Ascoltato insieme al consulente e medico legale Robbi Manghi davanti
all’organismo parlamentare, il carabiniere ha illustrato la perizia svolta sulla
caduta dalla finestra e sulle prove di tenuta del cinturino dell’orologio che
portava al polso per capire in che modo possa essersi staccato dalla cassa prima
dell’impatto al suolo e per chiarire le origini delle lesioni sul polso
sinistro.
L’UOMO DEL RIS: “QUALCUNO LO SORREGGEVA”
Le conclusioni del colonnello del Ris sono abbastanza chiare: “Era appeso al
balcone con qualcuno che lo sorreggeva, almeno nell’ultimo istante, e lo teneva
per il polso sinistro provocando le lesioni e il distacco dell’orologio”, ha
affermato Gregori davanti alla Commissione di inchiesta. Il membro del Reparto
investigazione scientifiche dei carabinieri ha sottolineato che sono stati
svolti “23 test” tesi ad accertare in che modo possa essere stata provocata la
rottura di entrambe le anse e quindi del cinturino dell’orologio di Rossi: “Se
si afferra bene la cassa dell’orologio nell’azione di trattenere il corpo ecco
che, in determinati modi di afferramento, si stacca la cassa da entrambe le
parti dal cinturino”.
LA PERIZIA SULL’OROLOGIO DI DAVID ROSSI
Ben “quattro volte su 23” è stata riprodotta negli esperimenti questa dinamica:
“Per noi è un risultato sicuramente eccezionale. Abbiamo capito come è possibile
staccare la cassa dell’orologio da entrambe le anse”. Nel corso dell’esperimento
è stata anche osservata la stessa traiettoria relativa alla caduta “della cassa
e del cinturino” che si osserva nella precipitazione di Rossi. Durante l’analisi
si è anche cercato di capire se invece il cinturino si sia potuto sganciare
perché impigliato in un perno centrale presente sul davanzale della finestra di
Rocca Salimbeni dalla quale l’ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi
di Siena precipitò: un’ipotesi tuttavia risultata “remota”.
LA COMMISSIONE: “LA PISTA È L’OMICIDIO”
Le risultanze del Ris arrivano all’indomani di un’altra novità sul caso,
anticipata dalla trasmissione Le Iene, riferita a un’analisi realizzata con un
manichino antropomorfo virtuale dall’ingegnere forense Giuseppe Monfreda secondo
la quale l’ex manager non si è suicidato. “La pista adesso è quella
dell’omicidio o dell’omicidio come conseguenza di altro reato”, ha detto il
presidente dell’organo parlamentare, il leghista Gianluca Vinci. “Dopo
l’audizione di oggi e il deposito della perizia si apre uno scenario totalmente
differente da quello che c’è stato negli ultimi 12 anni”, ha aggiunto.
“Sicuramente verrà commissionato un approfondimento su come è avvenuta l’uscita
dalla finestra per capire aspetti legati alla dinamica di quella sera – ha detto
ancora – Poi stiamo svolgendo una serie di altri approfondimenti sugli impianti
tecnologici, cellulare e iPad, per vedere cosa ha fatto Rossi prima di cadere
nel vuoto”.
LA MOGLIE DEL MANAGER: “RIAPRIRE L’INCHIESTA”
Alla luce delle novità emerse dalla consulenza del Ris di Roma, il legale di
Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, ha annunciato: “Presenteremo la
nostra istanza di riapertura delle indagini. Oggi è una giornata importante. Noi
eravamo arrivati con i nostri consulenti a delle conclusioni secondo cui David
doveva essere stato picchiato, trattenuto fuori dalla finestra e poi lanciato.
Tutto quello che noi sostenevamo trova ora più conferme”. La stessa vedova di
Rossi ha detto: “Io spero che, con una verità così urlata, eclatante, oggettiva,
ci sia un seguito e che la procura in qualche modo si attivi e riapra le
indagini per omicidio”.
L'articolo “David Rossi fu tenuto per il polso”: la perizia del Ris. Commissione
d’inchiesta: “Ora la pista è quella dell’omicidio” proviene da Il Fatto
Quotidiano.