Organizzazione, identità e passione. Per un’isola che ha fondato la sua cultura
sul mito e su influenze greco-turche, c’è un piccolo paesino di 37mila abitanti
della costa meridionale che ha risvegliato a Cipro la passione per il calcio.
Luogo turistico per l’iconica Roccia di Afrodite (leggenda narra che la dea sia
nata proprio in quel punto emegendo dalla spuma del mare), oggi tutto ruota
attorno al Pafos FC, la vera sorpresa di questa Champions League, che oggi
affronta la Juventus a Torino. La squadra cipriota si trova a pari punti con i
bianconeri dopo 5 giornate: non male per la prima storica volta in League Phase
di un club che fino a 11 anni fa praticamente non esisteva. Merito di una
proprietà solida e di un italiano: Cristiano Giaretta, direttore sportivo del
Pafos che dal 2023 ha portato metodologia e vittorie, raggiungendo risultati
impronosticabili fino a qualche anno prima. Tra le antiche rovine romane e la
città vecchia, la cenerentola d’Europa non è rinata per caso. Perché oltre le
idee c’è anche una rosa che può contare su un’icona del calcio internazionale
come David Luiz e sul nazionale croato Mislav Orsic.
LA CHAMPIONS MONOPOLIZZA LA COSTA MERIDIONALE
Per una tratta senza sosta di circa un’ora e mezza che unisce l’aeroporto di
Larnaca a Pafos (rispettando la segnaletica britannica) c’è il fascino della
Champions League che ha monopolizzato l’intera costa meridionale. Negli ultimi
mesi le abitudini sono cambiate: lo stadio in Europa è costantemente sold-out e
il giorno della partita casalinga lo store ufficiale deve chiudere almeno 4 ore
prima del calcio d’inizio. Il messaggio è chiaro: in Champions League nessuno
può perdersi il Pafos. Che sia vittoria o sconfitta, andare all’Alphamega
Stadium è un’esperienza da vivere. I bambini cantano e riempiono la curva, dagli
spalti i mugugni e fischi non esistono. Così 90 minuti si trasformano in una
festa composta e rispettosa. Quando c’è la coppa, tutti si fermano per il Pafos.
L’ALPHAMEGA STADIUM COME WEMBLEY
E se vi dicessimo che lo stadio si trova in un’altra città e a poco più di
un’ora di distanza? O meglio, quello riservato per le competizioni europee si
trova a Limassol (sempre sulla costa meridionale) e non è di proprietà del
Pafos. Il più vicino, e anche meno moderno, si trova proprio nel centro del
paese: lo Stelios Kyriakides, obsoleto e non a norma per l’UEFA, è aperto solo
per il campionato. La squadra è obbligata a utilizzare l’Alphamega Stadium per
giocare contro le più forti d’Europa. Considerato a tutti gli effetti lo stadio
nazionale di Cipro (come lo è Wembley per l’Inghilterra), trovare qualcosa che
sia minimamente brandizzato “Pafos FC” è praticamente impossibile. Ci pensano i
tifosi a renderlo facilmente riconoscibile e dipinto d’azzurro.
LA FUNZIONALITÀ DEL CENTRO SPORTIVO
C’è poi il centro sportivo, esempio lampante di come il progetto di rinnovamento
stia proseguendo nella direzione giusta. Alla periferia di Pafos il quartier
generale del club, oltre ai tre campi per la prima squadra, offre un grande
spazio per lo sviluppo dell’Academy e per gli allenamenti della squadra
femminile di beach soccer del paese. Per chiudere in bellezza, lo spazio più
laterale è dedicato al padel, sempre più in voga anche a Cipro. Gli uffici, a
pochi passi dalle strutture, accolgono i visitatori con una parete che mostra
con orgoglio tutti i gagliardetti di questa stagione europea iniziata nel mese
di luglio dai preliminari.
Dai 900 tifosi ai 10mila di media grazie all’effetto “Europa”. Pafos sta
cambiando la prospettiva e gli interessi di un’isola ancorata al passato e alla
mitologia. Dopo i primi tentativi dei primi anni ‘10 dell’APOEL Nicosia, la
squadra di Giaretta ha tutto per potersi riconfermare nei prossimi anni. Perché
la prima storica qualificazione in Champions è solo il primo passo di un
progetto a lungo termine. Ora, anche a Cipro, il calcio sta diventando un
business riconoscibile e una passione vera.
L'articolo Pafos, il sogno che incanta Cipro: dove la Champions ha cambiato
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