Gojko Božović, poeta minimalista (Traduzione di Stevka Šmitran)

Il Fatto Quotidiano - Friday, November 28, 2025

Gojko Božović è nato nel 1972 a Pljevlja, in Montenegro, e vive a Belgrado, dove si è laureato alla Facoltà di Filologia. Poeta, saggista, critico letterario, editore e fondatore della casa editrice Arhipelag, possiede una rara proprietà della parola che ha sperimentato il senso dell’esperienza nelle sue pieghe più nascoste, in cui ogni cosa vissuta è potenziale parola poetica. Il contenuto è collegato al titolo stesso delle poesie e chiarisce il concetto della originalità stilistica del verso. Poeta minimalista malinconico, Gojko Božović, con temi che sembrano ovvi, ha creato una riflessione profonda sulle cose e sul nostro sguardo su di esse, per mezzo di una lingua metaforica moderna, sia nella forma che nel contenuto.

Ha pubblicato diverse raccolte di poesia tra cui: Cinema sotterraneo (1991), Poesie sulle cose (1996), Arcipelago (2002), Gli dei vicini (2012), Mentre scompariamo nel buio (2021). Tra i saggi pubblicati molti riguardano la storia della poesia serba: I luoghi che amiamo. Saggi sulla letteratura serba (2009), I regni senza confini. Saggi sulla poesia serba del XX e XXI secolo (2019), Nascita della poesia (2023). Tradotto in diverse lingue, ha ricevuto premi nazionali e internazionali tra cui il premio italiano “Europa Giovani International Poetry Prize”. È ideatore e organizzatore del Beogradski festival evropske književnosti (Festival belgradese di letteratura europea).

S.Š

Odisseo

Una volta che me ne sono andato,
E non tornerò più.
Non tornerò più.
Verrà qualcun altro,
Con il mio nome e con il mio volto.
Parlerà con la mia lingua
E avrà la cicatrice
Sulla gamba destra.
Nessuno mi riconoscerà per questo.
Non tornerò più.

Musica per le tue orecchie

Le cose importanti sono trascorse.
Tutto ciò che doveva è già accaduto.
I re sono caduti, i miti raccontati,
La Repubblica distrutta con l’indifferenza nelle botti.
Il vino, instabile, matura nelle botti
I fiumi sono incanalati nei tubi
E i tubi buttati nella spazzatura.
Sono ancora lì, perché la spazzatura
Non butta niente, non si
Rimette in una posizione di alternativa.
Quello che non è accaduto
È la vita in cui non siamo entrati,
Sono alcune vite
Che non sono né nostre, né altrui,
Né dei nati, né dei non nati,
Né la vita, né la morte.
Bisogna rinnovare il racconto,
Alla foce soddisfare la sete
Sentire la voce del vento
Tra i corpi dei palazzi.
I giovani, uomini chiassosi
Distruggeranno le lettere del canone
Nel loro fischio sarà composto
Il concerto soltanto per le tue orecchie.

Quando tutto sarà passato

Una volta, quando tutto sarà passato,
E tutto passerà,
Tutto quello che dura per giorni
E per mille giorni,
E anni
E per mille anni,
Finirà in un giorno,
Quando tutti alzano la testa
Chinata dalla paura,
Di menzogne a poco prezzo
E di costosi prestiti,
In un primo momento,
Non ci sarà nessuno vicino,
Ci sarà lo spazio vuoto,
Libero spazio dove sarai solo,
E tutto ciò che saprai sarà: che sei solo,
Ognuno s’incontrerà
Solo con se stesso,
Un giorno, quando tutto finirà.

Il taglio

Quando sono nato
Avevo
Più anni di adesso
Prima di questo
La mia memoria
Era migliore
Solo che dopo
Perdevo tempo

Tra due parole

Tra due parole
Tra due secoli
Giaceva la poesia
La parola è troppo carnale
Per essere poesia

La poesia è bella
Quanto lo permettono
Le circostanze
Come in cielo
Così in terra

Teoria della discarica

Alla discarica incantata
Nella patria delle rose
È seduta bellezza la bestia

La discarica è
Tra sogno e realtà

Nel vecchio posto

Mia cara bellezza
Mia amata bestia
Parla
In una delle sue
Lingue mute

Parla
Mentre da tutte
Le parti del mondo
Ti saluta
Graziosa bruttezza

Il cimitero di casamatta

Dalla casamatta
Arriva l’umanesimo
Là è il posto
Di lavoro della Bibbia

Da lì arrivano
Divinità e i giusti
con l’agnello
Tra i denti

Dal cimitero di casamatta
Si va soltanto
In paradiso
Perché altre strade non ci sono
E neppure le casematte.

Il diluvio

Nel baule di Noè
È entrato tutto il mondo
Tempo e spazio

Uno di ciascuno
C’era

Tutto c’era
Perché
Le forme si ripetono

Il diluvio ha coperto tutto
Tranne le anime che sono
Nel mondo alluvionato.

La scelta

Noi non abbiamo scelta,
E la nostra scelta è facile.
All’alba raccogliere la rugiada.
A mezzogiorno entrare nell’ombra.
Al crepuscolo sapere che
Il mattino è più saggio della sera.
E riflettere
Mentre aspetti le notizie.
Mentre aspetti amici e nemici,
Mentre niente dici e ancor di più
Mentre parli,
Mentre gli altri parlano
E soprattutto mentre stanno zitti,
E mentre la città in cui vivi
È la stella solitaria
All’orizzonte lontano.

Dietro lo specchio dell’automobile

Conosco molto bene le immagini che passano
Da ambedue le parti della strada
Nella notte buia
Dietro lo specchio dell’automobile.
Il buio nasconde le immagini
Che chiare vedo nel ricordo.
Tante volte sono passato da quella parte
Che so esattamente dove sono le cose.
Sono io quel movimento
Tra le immagini nel buio
E le immagini nel ricordo.

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