Gojko Božović è nato nel 1972 a Pljevlja, in Montenegro, e vive a Belgrado, dove
si è laureato alla Facoltà di Filologia. Poeta, saggista, critico letterario,
editore e fondatore della casa editrice Arhipelag, possiede una rara proprietà
della parola che ha sperimentato il senso dell’esperienza nelle sue pieghe più
nascoste, in cui ogni cosa vissuta è potenziale parola poetica. Il contenuto è
collegato al titolo stesso delle poesie e chiarisce il concetto della
originalità stilistica del verso. Poeta minimalista malinconico, Gojko Božović,
con temi che sembrano ovvi, ha creato una riflessione profonda sulle cose e sul
nostro sguardo su di esse, per mezzo di una lingua metaforica moderna, sia nella
forma che nel contenuto.
Ha pubblicato diverse raccolte di poesia tra cui: Cinema sotterraneo (1991),
Poesie sulle cose (1996), Arcipelago (2002), Gli dei vicini (2012), Mentre
scompariamo nel buio (2021). Tra i saggi pubblicati molti riguardano la storia
della poesia serba: I luoghi che amiamo. Saggi sulla letteratura serba (2009), I
regni senza confini. Saggi sulla poesia serba del XX e XXI secolo (2019),
Nascita della poesia (2023). Tradotto in diverse lingue, ha ricevuto premi
nazionali e internazionali tra cui il premio italiano “Europa Giovani
International Poetry Prize”. È ideatore e organizzatore del Beogradski festival
evropske književnosti (Festival belgradese di letteratura europea).
S.Š
Odisseo
Una volta che me ne sono andato,
E non tornerò più.
Non tornerò più.
Verrà qualcun altro,
Con il mio nome e con il mio volto.
Parlerà con la mia lingua
E avrà la cicatrice
Sulla gamba destra.
Nessuno mi riconoscerà per questo.
Non tornerò più.
Musica per le tue orecchie
Le cose importanti sono trascorse.
Tutto ciò che doveva è già accaduto.
I re sono caduti, i miti raccontati,
La Repubblica distrutta con l’indifferenza nelle botti.
Il vino, instabile, matura nelle botti
I fiumi sono incanalati nei tubi
E i tubi buttati nella spazzatura.
Sono ancora lì, perché la spazzatura
Non butta niente, non si
Rimette in una posizione di alternativa.
Quello che non è accaduto
È la vita in cui non siamo entrati,
Sono alcune vite
Che non sono né nostre, né altrui,
Né dei nati, né dei non nati,
Né la vita, né la morte.
Bisogna rinnovare il racconto,
Alla foce soddisfare la sete
Sentire la voce del vento
Tra i corpi dei palazzi.
I giovani, uomini chiassosi
Distruggeranno le lettere del canone
Nel loro fischio sarà composto
Il concerto soltanto per le tue orecchie.
Quando tutto sarà passato
Una volta, quando tutto sarà passato,
E tutto passerà,
Tutto quello che dura per giorni
E per mille giorni,
E anni
E per mille anni,
Finirà in un giorno,
Quando tutti alzano la testa
Chinata dalla paura,
Di menzogne a poco prezzo
E di costosi prestiti,
In un primo momento,
Non ci sarà nessuno vicino,
Ci sarà lo spazio vuoto,
Libero spazio dove sarai solo,
E tutto ciò che saprai sarà: che sei solo,
Ognuno s’incontrerà
Solo con se stesso,
Un giorno, quando tutto finirà.
Il taglio
Quando sono nato
Avevo
Più anni di adesso
Prima di questo
La mia memoria
Era migliore
Solo che dopo
Perdevo tempo
Tra due parole
Tra due parole
Tra due secoli
Giaceva la poesia
La parola è troppo carnale
Per essere poesia
La poesia è bella
Quanto lo permettono
Le circostanze
Come in cielo
Così in terra
Teoria della discarica
Alla discarica incantata
Nella patria delle rose
È seduta bellezza la bestia
La discarica è
Tra sogno e realtà
Nel vecchio posto
Mia cara bellezza
Mia amata bestia
Parla
In una delle sue
Lingue mute
Parla
Mentre da tutte
Le parti del mondo
Ti saluta
Graziosa bruttezza
Il cimitero di casamatta
Dalla casamatta
Arriva l’umanesimo
Là è il posto
Di lavoro della Bibbia
Da lì arrivano
Divinità e i giusti
con l’agnello
Tra i denti
Dal cimitero di casamatta
Si va soltanto
In paradiso
Perché altre strade non ci sono
E neppure le casematte.
Il diluvio
Nel baule di Noè
È entrato tutto il mondo
Tempo e spazio
Uno di ciascuno
C’era
Tutto c’era
Perché
Le forme si ripetono
Il diluvio ha coperto tutto
Tranne le anime che sono
Nel mondo alluvionato.
La scelta
Noi non abbiamo scelta,
E la nostra scelta è facile.
All’alba raccogliere la rugiada.
A mezzogiorno entrare nell’ombra.
Al crepuscolo sapere che
Il mattino è più saggio della sera.
E riflettere
Mentre aspetti le notizie.
Mentre aspetti amici e nemici,
Mentre niente dici e ancor di più
Mentre parli,
Mentre gli altri parlano
E soprattutto mentre stanno zitti,
E mentre la città in cui vivi
È la stella solitaria
All’orizzonte lontano.
Dietro lo specchio dell’automobile
Conosco molto bene le immagini che passano
Da ambedue le parti della strada
Nella notte buia
Dietro lo specchio dell’automobile.
Il buio nasconde le immagini
Che chiare vedo nel ricordo.
Tante volte sono passato da quella parte
Che so esattamente dove sono le cose.
Sono io quel movimento
Tra le immagini nel buio
E le immagini nel ricordo.
L'articolo Gojko Božović, poeta minimalista (Traduzione di Stevka Šmitran)
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Serbia
L’ex sindaca di Sarajevo è pronta a collaborare alle indagini della procura di
Milano sui cosiddetti “turisti cecchini” : secondo le ipotesi, alcuni europei
pagavano per andare a uccidere civili inermi nei Balcani, durante la guerra.
L’ufficio inquirente guidato da Marcello Viola ha infatti aperto un fascicolo,
dopo l’esposto presentato dallo scrittore Ezio Gavazzeni. “Durante l’assedio di
Sarajevo furono attivi centinaia di cecchini serbi che, dalle colline intorno a
Sarajevo, sparavano sui malcapitati civili. I bersagli preferiti erano i
bambini. Lo scopo: infliggere più dolore possibile agli abitanti della città.
Ricchi stranieri hanno pagato per visitare i cecchini dell’esercito serbo
bosniaco e sparare alle persone inermi nella capitale Sarajevo durante la guerra
del 1992-96, quando la città era sotto assedio. In una testimonianza è riportato
che tra questi ci fossero degli italiani: un uomo di Torino, uno Milano e
l’ultimo di Trieste”, si sostiene nel documento, visionato dal
ilfattoquotidiano.it.
Gavazzeni cita anche la ex sindaca di Sarajevo Benjamina Karic. “Nell’agosto di
quest’anno sono stata contattata dal giornalista italiano Ezio Gavazzeni, che ha
condotto le sue ricerche e si è dedicato al tema del Safari a Sarajevo. Mi ha
chiesto di presentare una denuncia penale alla Procura di Milano. Ho fatto tutto
tramite l’Ambasciata italiana a Sarajevo”, racconta l’ex prima cittadina,
attualmente a capo di una delle circoscrizioni municipali di Sarajevo. Karic ha
confermato di voler testimoniare per la Procura di Milano. Sulla vicenda già nel
2022 era stata aperta un’indagine nella capitale bosniaca, che però dopo tre
anni non ha compiuto grandi passi avanti. Secondo Karic, però, alcune delle
persone che hanno sparato ai cittadini di Sarajevo dalle postazioni serbe
intorno alla città sono state identificate. “Non si tratta più di persone non
identificate che hanno ucciso i cittadini di Sarajevo, ma di persone alcune
delle quali sono state identificate. Ci sono testimoni viventi, ma ci sono
sicuramente ulteriori informazioni che la Procura di Milano ha ottenuto”, ha
detto l’ex sindaca ai media bosniaci.
Secondo Karic che le indagini a Sarajevo dovrebbero essere più approfondite, ma
l’esponente politica è anche soddisfatta dell’interesse dell’opinione pubblica
in Italia. “Come ex sindaco di Sarajevo, mi metto a disposizione della Procura
di Milano per testimoniare. Ci sono altri testimoni che hanno già testimoniato
in altri casi davanti al Tribunale dell’Aja e le loro dichiarazioni possono
essere utilizzate in questo caso”, ha affermato ancora Karic, spiegando che, che
si aspetta anche la collaborazione della vicina Serbia in questo caso.
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Milano: “Alcuni dei cecchini sono stati identificati” proviene da Il Fatto
Quotidiano.