Vedo un certo sentimento antiscientifico in chi difende stili di vita naturalisti: niente di più sbagliato

Il Fatto Quotidiano - Saturday, November 29, 2025

Sono stata abbastanza impressionata, questi giorni, dal numero enorme di commenti e post sul caso dei “bambini nel bosco”. Caso strumentalizzato dal centro-destra, con un effetto anche paradossale, visto che gli ideali e le pratiche di questa famiglia – dai pannelli solari all’home schooling – è lontanissimo da quanto la nostra destra propone.

Avevo scritto qui prima che scoppiasse il caso che questa famiglia viveva secondo i principi della decrescita felice. E che quindi quello che verso di loro mi sembrava, in quel momento un accanimento dei servizi sociali rispecchiava esattamente il nostro terrore verso la decrescita e uno stile di vita ecologico. Ciò che è successo dopo, tuttavia – e da questo punto di vista faccio un mea culpa: pur avendo specificato che non conoscevo bene il caso e che quando ci sono di mezzo assistenti sociali e magistrati bisogna aspettare di capire bene le loro ragioni sarei dovuta essere più cauta – ha mostrato un quadro molto diverso. Un quadro in cui l’amore per la natura e una vita totalmente ecologica faceva trapelare – parlo sempre della famiglia del bosco – una visione radicale ed estrema e con forti tratti ideologici. Una visione in cui l’adesione a pratiche ecologiche sconfina anche in un rifiuto della scienza.

Purtroppo, un certo sentimento antiscientifico è molto diffuso in alcuni movimenti – ma anche gruppi Facebook – che si definiscono naturalisti e seguaci di pratiche ecologiche, ma anche terapeutiche, naturali. La medicina ufficiale, ad esempio, è spesso vista come nemica, e quando ci sono dei bambini questo può tradursi, tragicamente, in terapie non basate sui fatti e quindi inutili oppure dannose, con tutte le drammatiche conseguenze del caso.

Il punto è questo: essere ambientalisti non vuol dire essere contro la scienza. Al contrario. Tutto ciò che chi difende la natura sostiene è basato sulla scienza. La critica alla crisi ecologica nasce dai dati, dalle misurazioni, dagli articoli e dai libri di climatologi, geologi, oceanografi, esperti di foreste, di suolo e di tutti gli aspetti del mondo naturale che l’aumento delle temperature sta mettendo a dura prova. Anche la terapia e il contrasto alla crisi climatica si basa sulla scienza, sia sul fronte dell’adattamento, come della mitigazione. Pensiamo solo al tema energetico: gli esperti di rinnovabili sono scienziati, ingegneri, persone insomma che si basano su una visione tecnico-scientifica.

Ma anche se ci spostiamo sul fronte delle soluzioni “nature based”, cioè strettamente basate sulla natura, ad esempio sul fronte dell’agricoltura, le migliori pratiche sono sempre quelle che si basano sui dati, sull’osservazione e studio dei processi naturali. Dunque anche chi vive in abitazioni ecologiche, in campagna, in montagna, chi ha un orto biologico etc adotta di fatto una mentalità “scientifica”. Scienza e natura, ripeto, vanno di pari passo.

Scienza e ideologia della natura, invece no. E questo purtroppo spesso accade. Perché non dare un antibiotico a un figlio, oppure non farlo vaccinare, non ha nulla a che vedere con l’amore per la natura. È un errore e una pratica antiscientifica, anche se spesso è legata a una visione romantica-utopistica della natura e del vivere naturale come vivere incontaminato, felice, che sicuramente è una visione affascinante e accattivante. Ma che esclude il conflitto, il contrasto, le ombre.

Il mondo naturale, ad esempio, può anche uccidere, e non è un caso che, ritornando alla famiglia nel bosco, che l’intero nucleo sia finito in ospedale per un probabile avvelenamento da funghi. Ma soprattutto, se si hanno figli, l’isolamento felice è destinato a spezzarsi. Perché i figli crescono e ti contestano, perché i figli se ne vanno, perché i figli potrebbero scegliere una visione diversa dalla tua. Tenere presente questo, accettare che accada credo sia l’atto di amore più grande che un genitore – che pure vorrebbe che i propri figli vivessero secondo i suoi valori, come vorrebbe vivere sempre in una simbiosi idilliaca con loro – possa fare.

Ma al di là di questo, ripeto: amare e vivere in natura, difendere l’ambiente non può essere in contrasto con la scienza. E per questo il triste cappello messo dalla destra su questa vicenda racconta anche di questo: di un governo e di una destra troppo vicina ai no vax, troppo avversa alla scienza, troppo ignorante proprio sul fronte scientifico. E se una famiglia può fare danni “solo” ai suoi figli, pensiamo che danni possono fare persone di potere che non ascoltano gli scienziati. E che strizzano l’occhio maldestramente a chi vive in un bosco, senza rendersi conto che continuando a difendere il mondo fossile, gas, benzina e petrolio, vivere in case di pietra nel bosco diventerà impossibile. Per le piogge troppo forti, per le estati troppo calde, per gli incendi, per lo stravolgimento drammatico ed estremo del mondo naturale.

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