Un gol in rovesciata ad aprire, un altro da centrocampo a chiudere: la Scozia
batte 4-2 la Danimarca nello scontro diretto dell’ultima giornata di
qualificazione e vola ai Mondiali del 2026. Una qualificazione che arriva dopo
28 anni dall’ultima volta. Tutti piangono, ma Andrew Robertson – capitano della
nazionale scozzese e terzino del Liverpool – lo fa più degli altri.
Perché oltre all’emozione per un traguardo storico del paese, c’è anche una
componente intima e personale, rivelata a fine partita alla Bbc: “Non riuscivo a
togliermi dalla testa il mio amico Diogo Jota. Abbiamo parlato tanto della Coppa
del Mondo. L’ho nascosto bene, ma oggi sono a pezzi“.
Il Mondiale era il filo diretto che legava Robertson e Diogo Jota, calciatore
portoghese morto in un incidente stradale il 3 luglio del 2025 con il fratello
André Silva. “So l’età che ho, questa potrebbe essere la mia ultima possibilità
di andare ai Mondiali. Lui non è stato convocato l’ultima volta a causa di un
infortunio, io non ci sono stato perché la Scozia non si è qualificata e abbiamo
sempre discusso di come sarebbe stato partecipare ad un Mondiale insieme”, ha
rivelato l’esterno del Liverpool, che ha poi precisato di “voler giocare anche
per lui” nella competizione che si giocherà tra Usa, Canada e Messico
nell’estate del 2026.
“So che oggi starà sorridendo guardandomi. Sono felicissimo che sia finita così.
Questo gruppo di ragazzi, questo staff, è il miglior gruppo con cui sia mai
stato”, ha concluso il capitano della Scozia lasciandosi andare a un pianto
lunghissimo.
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L'articolo “Non riuscivo a togliermi dalla testa il mio amico, oggi sono a
pezzi”: Robertson in lacrime mentre la Scozia torna ai Mondiali dopo 28 anni
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