Sulle pensioni il centrodestra ne ha pensata un’altra: vuole permettere, a chi
ha svolto un tirocinio formativo, di “riscattare” il periodo di stage, pagandosi
da solo i contributi e facendoli quindi valere per il calcolo della futura
pensione. La norma è contenuta in un emendamento alla Manovra presentata da una
truppa di senatori di Fratelli d’Italia, con prima firmataria l’onorevole Vita
Maria Nocco. Il riscatto sarebbe quindi oneroso per il lavoratore, come già oggi
avviene per la laurea, e anche sottoposto a stringenti requisiti: sarà possibile
attivarlo, secondo la proposta, solo a patto di aver trovato un lavoro entro sei
mesi dopo la fine dello stage.
Insomma, la norma punta – in determinate condizioni – a estendere ai tirocini
extra-curricolari lo strumento che oggi è già previsto per il periodo di studi
universitari, per l’appunto il riscatto della laurea. Questa novità si
applicherebbe solo agli stage “non soggetti a obbligo contributivo e che non
siano già coperti da contribuzione”, dice la proposta dei senatori FdI. Prevede
inoltre un periodo massimo riscattabile pari a 24 mesi, con opzione di pagamento
in unica soluzione o fino a 120 rate. L’emendamento contempla anche la
possibilità che sia il datore di lavoro a versare le rate del riscatto, ma solo
formalmente perché in realtà, anche in quel caso, sarebbe il lavoratore stesso a
pagare devolvendo i premi di produzione che gli spettano.
“In tale caso – dice infatti l’emendamento – l’onere è deducibile dal reddito di
impresa e di lavoro autonomo”. Insomma, il lavoratore ci rimette il suo premio,
il datore non ci rimette nulla e anzi ottiene un vantaggio sul piano fiscale
girando semplicemente all’Inps le somme per il riscatto di un precedente periodo
di tirocinio del dipendente. L’emendamento propone includere tra i periodi
riscattabili anche quelli trascorsi nella frequentazione di corsi di formazione
per ottenere titoli professionali. Il meccanismo sarebbe lo stesso. Lo scorso
anno, invece, il Movimento Cinque Stelle aveva presentato una proposta simile ma
di tutt’altro tenore: i pentastellati chiedevano di riconoscere i contributi
figurativi per i tirocini curricolari, senza oneri per i lavoratori, a patto che
questi poi abbiano almeno cinque anni di lavoro.
È infatti molto critico il Movimento Cinque Stelle sulla proposta: “È uno
specchietto per le allodole, per dirla con un’espressione cara alla premier
Meloni” dice il senatore Orfeo Mazzella: “La difficoltà dei giovani di entrare
nel mondo del lavoro è nota: mettere fra i requisiti l’obbligo di aver trovato
un impiego entro sei mesi dalla fine del tirocinio la rende, nella gran parte
dei casi, inapplicabile. Ma lo si capisce anche dalle coperture indicate: appena
2 milioni l’anno per tre anni. Se FdI vuole davvero fare qualcosa di concreto su
questo fronte voti il nostro ddl: aboliamo gli stage gratuiti e riconosciamo
tali periodi ai fini pensionistici”.
La norma messa sul tavolo da Fratelli d’Italia è concepita con la stessa
filosofia di altre proposte analoghe presentate a fine estate dalla Lega, e non
accolte in legge di Bilancio. Le idee del Carroccio prevedevano per esempio
l’obbligo per i giovani di devolvere il trattamento di fine rapporto ai fondi
pensione privato. Quindi, pur essendo una proposta differente, aveva lo stesso
scopo: aumentare i contributi pagati dai giovani e quindi “facilitare” l’accesso
alla futura pensione. Questo in considerazione del fatto che le regole per la
pensione contributiva penalizzano chi ha avuto un ingresso lento nel mercato del
lavoro, una carriera precaria e discontinua, oltre che bassi salari.
Il problema è che tutte queste proposte fanno comunque ricadere sui giovani
stessi gli oneri. Insomma, qualunque strumento proposto va comunque pagato di
tasca propria. L’emendamento alla legge di Bilancio suggerito da Fratelli
d’Italia, infatti, non tutela quelli con carriere frammentate e buchi
contributivi, ma favorisce chi se la passa meglio. Infatti, come specificato
prima, il requisiti è avere ottenuto un’assunzione massimo sei mesi dopo la fine
del tirocinio. Inoltre, dato che il riscatto è costoso, sarà azionabile solo da
chi se lo può permettere, anche grazie alla famiglia in cui vive.
Insomma, il problema dell’accesso alla pensione per i più fragili del mercato
del lavoro resterebbe anche se fossero approvate tutte queste novità. Sono tutti
pagliuzze che tendono a nascondere la trave: la promessa tradita, da parte del
centrodestra, di cancellare la legge Fornero, che in realtà in questi anni è
stata addirittura aggravata. La manovra uscita dal Consiglio dei ministri ha
confermato, per gennaio 2027, l’aumento dell’età pensionabile. Sarà di un mese,
per poi crescere di altri due mesi nel 2028. Dall’inasprimento saranno esclusi
solo i lavoratori usuranti e gravosi. In queste ore di trattativa interna alla
maggioranza che accompagna il passaggio parlamentare della legge di Bilancio,
prosegue il pressing per disinnescare l’aumento.
L'articolo Pensioni, altra proposta di FdI: si potranno riscattare gli stage, ma
a proprie spese proviene da Il Fatto Quotidiano.