Notte di paura nell’Avellinese. A Montefredane, nella provincia irpina, è stata
registrata appena un minuto dopo la mezzanotte di oggi una scossa di magnitudo
3.0. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), nella sua sede di
Roma, ha stimato l‘ipocentro – cioè il punto di origine di rottura della crosta
terrestre – a una profondità di 11 km. Già il 25 ottobre, sempre in provincia di
Avellino, c’erano stati eventi sismici con apici vicini al 4.0.
Le scosse sono state percepite in numerosi centri della provincia, tra le
cittadine entro 10 km è presente anche il capoluogo. Il comune più vicino
all’epicentro rimane però Montefredane, il cui sindaco Ciro Aquino assicura: “Al
momento non si registrano danni a persone o cose. Mi sono subito messo in
contatto con la Prefettura di Avellino e ho emanato un’ordinanza di chiusura
della scuola, in via precauzionale, per la giornata di oggi. A quanti mi hanno
scritto, desidero rassicurare che la situazione sembra sotto controllo.”
Nell’ordinanza di chiusura degli edifici scolastici del piccolo comune – poco
più di 2000 abitanti – si legge che le scuole rimarranno chiuse al fine di
“effettuare le verifiche tecniche di integrità strutturale degli edifici”.
Immagine da Open Street Map
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Il sindaco: “Al momento nessun danno” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Terremoto Irpinia
Una fotografia fuori posto, un errore che si trasforma in caso politico e
mediatico. È bastato un post commemorativo sui social del ministro per la
Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, per scatenare dure
reazioni e costringere la società di comunicazione a porgere pubblicamente le
proprie scuse.
La ricorrenza era solenne: il 23 novembre 1980, il terremoto dell’Irpinia
devastò Campania e Basilicata, causando quasi 3.000 morti. Nel suo messaggio,
Musumeci ha ricordato quei tragici momenti sottolineando come proprio da quella
emergenza nacque l’attuale sistema di Protezione civile, definito “simbolo di
solidarietà e organizzazione”. Il ministro ha poi collegato la ricorrenza alle
recenti scosse avvertite nell’area di Avellino, rimarcando l’importanza della
prevenzione strutturale e rivendicando l’impegno del governo Meloni dopo “anni
di inerzia”. Tutto nella norma, se non fosse per la foto scelta ad accompagnare
il messaggio: non l’Irpinia del 1980, ma Amatrice dopo il terremoto del 2016. Un
errore che non è passato inosservato.
A denunciarlo è stato, tra gli altri, il senatore del Partito Democratico
Filippo Sensi, che sui social ha scritto parole durissime: “No, ministro,
Amatrice non è l’Irpinia. Ricordare significa rispettare i morti, i luoghi, le
storie, le famiglie. Rappresentare gli italiani comporta attenzione, cura,
fatica”. Un richiamo che ha rapidamente alimentato il dibattito pubblico,
trasformando quella svista in una gaffe istituzionale. Di fronte al dilagare
delle polemiche, la società di comunicazione del ministro, SocialCom Italia, è
intervenuta con una nota ufficiale assumendosi “pienamente la responsabilità
dell’accaduto”. Nell’ammissione pubblicata sui social, l’agenzia ha parlato di
“errore materiale” e ha rivolto “le più sincere e profonde scuse agli abitanti
dell’Irpinia, alla comunità di Amatrice, al ministro Musumeci e a tutte le
persone che si sono sentite offese”.
A rafforzare il mea culpa è stato il presidente di SocialCom Italia, Luca
Ferlaino, che ha aggiunto una motivazione personale al rammarico: “Da napoletano
ho vissuto personalmente il dramma del terremoto negli anni ’80 e conosco bene
quanta morte e quanto dolore abbia portato alla comunità campana. Questa
circostanza mi mortifica ancora di più: sono profondamente addolorato per
l’errore”.
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