di Susanna Stacchini
In Europa, il suicidio è la causa principale di morte di giovani in età compresa
fra i 17 e 29 anni e in Italia è la seconda, dopo gli incidenti stradali. Dati
che rendono inspiegabile il tanto disinteresse da parte della politica. Se tutti
noi abbiamo l’obbligo morale di non essere impermeabili al dolore che si
trincera dietro a un gesto tanto estremo, la politica ne ha l’obbligo
istituzionale.
Ha il dovere di rispondere a quella che è una vera e propria emergenza
contemporanea, creando le condizioni perché quel dolore possa essere
intercettato per tempo e trattato di conseguenza, attraverso un’efficacie rete
di protezione, sia essa sanitaria che sociale, familiare che territoriale.
Promuovere e tutelare la salute mentale e a maggior ragione quella dei giovani,
intervenendo su quelli che sono i principali fattori di rischio, ridurrebbe il
bisogno di cura e di conseguenza la pressione sulle casse dello Stato. Da qui,
l’importanza fondamentale della prevenzione che invece, ancora una volta, si
conferma essere la grande assente di sempre.
Non va nel solco della prevenzione condannare molti giovani alla precarietà del
lavoro o a stipendi da fame, negando loro la possibilità di progettare un
futuro. Tantomeno va in quella direzione un modello di società ad impronta
sempre più individualistica, in cui prevale la legge del più forte e dove spesso
il disvalore è un valore. Ecco che in questo scenario, ognuno di noi è chiamato
a fare la sua parte. Dobbiamo imparare a parlare di suicidio con la mente
sgombra da tabù e pregiudizi, evitando il giudizio morale del suicida, compresi
i frequenti accostamenti a una sua probabile torbida esistenza.
Il suicidio non è che l’epilogo di una “malattia mentale” che, arrivata al
culmine della sua gravità, non consente al malato altra opportunità di scelta,
se non la morte. E l’idea che la persona affetta da “malattia psichiatrica”
debba mettercela tutta e reagire per stare meglio, come se non si trattasse di
una patologia ma di uno stato d’animo dal quale poter uscire grazie alla forza
di volontà, è un approccio deleterio. Il messaggio che arriva al malato è
sminuente e colpevolizzante. Nessuno oserebbe dire lo stesso a una persona
cardiopatica o diabetica.
Ora, com’è vero che anche nell’ambito della psichiatria certi quadri clinici
possono risultare letali per la loro ingravescenza, anche una mancata o
inadeguata presa in carico possono condizionarne pesantemente la prognosi. In
una sanità sempre più imbrigliata fra protocolli, regolamenti e un’ortodossa
aderenza al budget, si perde di vista il valore nevralgico della centralità
della persona, soprattutto se malata. Così, mentre la ricerca ha fatto evidenti
progressi, studiando farmaci innovativi, strumenti, metodi e strategie
d’intervento, la politica non ha fatto altrettanto. Manca un piano strutturale
serio che risponda ai bisogni di una popolazione giovanile sempre più in
difficoltà. Non è con un bonus psicologo annuo, da elargire in base al valore
Isee e fino a esaurimento fondi, che si può affrontare il dramma del disagio
giovanile.
Il benessere psichico non è un di più, non è il superfluo, è una priorità. Il
corpo non è a sé stante dalla mente e viceversa e come due inseparabili compagni
di viaggio sono da sempre dipendenti l’uno dall’altro. Ma la politica non ha
assolutamente fatto proprio questo concetto, tanto da tradire senza esitazioni
una legge che ha fatto letteralmente storia, la legge Basaglia del 1978. Quella
legge rivoluzionò l’approccio alla salute mentale. Abolì i manicomi e introdusse
il superamento del concetto di isolamento e modello custodiale, introducendo
parallelamente un nuovo modello di cura basato sulla riabilitazione,
territorialità, inclusione sociale e rispetto dei diritti della persona malata.
Una legge evidentemente troppo illuminante e precorritrice dei tempi, per
politici accecati dalla smania di potere che hanno preferito non sfruttarne le
potenzialità.
IL BLOG SOSTENITORE OSPITA I POST SCRITTI DAI LETTORI CHE HANNO DECISO DI
CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DE ILFATTOQUOTIDIANO.IT, SOTTOSCRIVENDO L’OFFERTA
SOSTENITORE E DIVENTANDO COSÌ PARTE ATTIVA DELLA NOSTRA COMMUNITY. TRA I POST
INVIATI, PETER GOMEZ E LA REDAZIONE SELEZIONERANNO E PUBBLICHERANNO QUELLI PIÙ
INTERESSANTI. QUESTO BLOG NASCE DA UN’IDEA DEI LETTORI, CONTINUATE A RENDERLO IL
VOSTRO SPAZIO. DIVENTARE SOSTENITORE SIGNIFICA ANCHE METTERCI LA FACCIA, LA
FIRMA O L’IMPEGNO: ADERISCI ALLE NOSTRE CAMPAGNE, PENSATE PERCHÉ TU ABBIA UN
RUOLO ATTIVO! SE VUOI PARTECIPARE, AL PREZZO DI “UN CAPPUCCINO ALLA SETTIMANA”
POTRAI ANCHE SEGUIRE IN DIRETTA STREAMING LA RIUNIONE DI REDAZIONE DEL GIOVEDÌ –
MANDANDOCI IN TEMPO REALE SUGGERIMENTI, NOTIZIE E IDEE – E ACCEDERE AL FORUM
RISERVATO DOVE DISCUTERE E INTERAGIRE CON LA REDAZIONE. SCOPRI TUTTI I VANTAGGI!
L'articolo La salute mentale è la priorità: richiede interventi concreti, non
bonus psicologi temporanei proviene da Il Fatto Quotidiano.