“Eravamo 460 passeggeri. Siamo stati abbandonati nell’oscurità, senza luce,
senza acqua, senza cibo. I bagni straripavano di liquami, costringendo persone
disperate a scendere sui binari per espletare i propri bisogni. Gli steward,
impotenti e spaventati, non riuscivano a contenere il panico crescente”.
Un’odissea, iniziata alle 17.40 di lunedì 1 dicembre. È in quel momento che il
treno Italo AV 8920 diretto a Udine viene colpito da un cavo della linea
elettrica – un incidente non attribuibile all’azienda – tra Gallese e Orte
mentre si trova in un tunnel. Un attimo che scatena il finimondo, perché viene
danneggiato un vetro ed è costretto a fermarsi: “Da quel momento, il nostro
convoglio è rimasto intrappolato per otto interminabili ore sotto un tunnel,
isolato dal mondo. Quello che è accaduto non è stato solo un disservizio: è
stata una prova di sopravvivenza”, racconta Valentina Miele, 38enne operatrice
aeroportuale, che era a bordo del convoglio insieme alla figlia di 4 mesi e al
marito. Erano partiti da Napoli alle 15.35, direzione Treviso.
“IN TRAPPOLA CON MIA FIGLIA DI 4 MESI”
Invece quel cavo spezzato dà inizio a un’esperienza che, dice, “non avrei mai
immaginato di vivere: un viaggio trasformato in un incubo, un dramma
collettivo”. Durato otto ore, quanto è servito per trasbordare i 460 passeggeri
su un nuovo convoglio di Italo (l’azienda, oltre a scusarsi, ha rimborsato il
biglietto e ha emesso un voucher dello stesso importo): “Siamo rimasti
intrappolati per un tempo interminabile sotto un tunnel, isolato dal mondo”.
Valentina racconta di “neonati, anziani fragili, cardiopatici e una donna
incinta” che “hanno vissuto ore di paura e sofferenza”. È toccato anche a lei in
prima persona, dovendo gestire una neonata: “Stringevo la mia bambina tra le
braccia, nel buio. Era sudata, affaticata e per ore è stata costretta a
respirare il fumo di scarico del treno e dei mezzi giunti per l’emergenza”.
SOLO DUE BICCHIERI D’ACQUA: “ERAVAMO PRIGIONIERI”
Ha deciso di segnalare la vicenda a Ilfattoquotidiano.it, ci tiene a
sottolinearlo, per “denunciare pubblicamente la superficialità e l’incapacità di
chi avrebbe dovuto garantire sicurezza e assistenza”. Da viaggiatrice e
cittadina, dice, “non possiamo accettare che simili episodi vengano archiviati
come semplici inconvenienti”. E allora ecco cosa è accaduto, secondo il suo
racconto. Innanzitutto la carenza di acqua, un bene primario in queste
situazioni: “Nel nostro vagone hanno distribuito solo due bicchieri e due snack
di noccioline in otto ore. Ci sono stati passeggeri meno fortunati che non hanno
avuto neanche quel poco, poiché il treno era a corto di scorte. Ho sentito
personalmente uno steward chiedere al capotreno cosa fare perché non avevano più
provviste a bordo da distribuire. La sensazione era quella di essere prigionieri
in una galleria, dimenticati da chi avrebbe dovuto soccorrerci”.
“NOI AL BUIO IN CONDIZIONI INDEGNE”
Proprio i soccorsi, aggiunge, “sono arrivati solo a notte inoltrata, dopo
tentativi falliti di aggancio”. Nel mentre i bagni che si intasano e la tensione
che cresce: “Siamo rimasti con le porte bloccate nel buio più totale e a fiato
corto per molto tempo, perché erano convinti che da lì a poco il treno sarebbe
ripartito, ma non è stato così. L’aria era diventata irrespirabile e alcuni
passeggeri in rivolta minacciavano di sfondare i vetri”. Alla fine, la decisione
di trasferire tutti gli occupanti su un altro treno dopo la mezzanotte: “Ci
hanno trasferiti, costringendoci a tornare indietro fino a Roma Tiburtina prima
di riprendere la marcia. Ma ormai eravamo esausti, svuotati, traumatizzati”.
L’inconveniente, si sa, può capitare. Ma Valentina punta il dito su tutto quello
che ne è seguito: “Questa non è solo la cronaca di un guasto tecnico: è la
testimonianza di una gestione disumana dell’emergenza, che ha lasciato centinaia
di persone in condizioni indegne – afferma – La paura per mia figlia così
piccola è stata immane, un dolore che non dimenticherò mai”.
L'articolo “Al buio e coi bagni intasati. Un incubo”: la testimone racconta
l’odissea dell’Italo bloccato 8 ore nel tunnel proviene da Il Fatto Quotidiano.