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Sigilli sulla casa di Campi Bisenzio dove è stato trovato un cadavere nel baule. La famiglia viveva senza luce e gas
Non è ancora chiarito il giallo di Campi Bisenzio (Firenze), dove sabato mattina è stato trovato il cadavere di un uomo di 32 anni, Lorenzo Parolieri, nascosto in un baule nella casa dove risiedeva con la madre e i fratelli. Intanto i due fratelli sono stati presi in carico dai servizi sanitari e trasferiti in una struttura residenziale protetta. La madre, anziana e in gravi condizioni di salute, resta invece ricoverata all’ospedale fiorentino di Careggi, dove è stata trasportata dopo essere stata trovata in stato di denutrizione. La decisione di collocare il fratello di 38 anni e la sorella di 46 anni in una struttura di emergenza è maturata al termine degli accertamenti condotti dalla polizia locale e dai servizi sociali comunali, intervenuti dopo alcune segnalazioni. I due, apparsi disorientati e con evidenti fragilità psichiche, sono stati ascoltati dagli investigatori e successivamente affidati a un percorso di assistenza sanitaria e sociale. Il corpo di Lorenzo Paolieri era stato occultato in una cassapanca di legno – descritta come un grande baule – collocata in una stanza sul retro dell’abitazione, in un’area di servizio. Il cadavere, avvolto nelle coperte, era in avanzato stato di decomposizione. Sopra il coperchio erano state appoggiate alcune pigne, mentre la porta della stanza risultava chiusa dall’esterno con del nastro adesivo. Particolari che, secondo quanto emerso, restituiscono l’immagine di una sorta di sepoltura domestica improvvisata, come se all’interno della casa fosse stato creato uno spazio separato e nascosto, destinato a custodire il corpo lontano da tutto e da tutti. Nel frattempo proseguono le indagini della Procura di Firenze, coordinate dal sostituto procuratore Lorenzo Boscagli, per chiarire le cause della morte di Lorenzo Paolieri, che sarebbe avvenuta mesi o forse addirittura due anni fa. Dai primi accertamenti medico-legali non emergerebbero segni riconducibili a una morte violenta; ulteriori risposte sono attese dall’autopsia. L’abitazione di via Ippolito Nievo è stata posta sotto sequestro. “La scoperta di questa tragedia parla di una solitudine estrema, silenziosa e invisibile“, si è giustificato il sindaco di Campi Bisenzio, Riccardo Tagliaferri, secondo il quale “il sistema si è mosso in modo tempestivo: in meno di 24 ore siamo riusciti a intervenire e a mettere in sicurezza altre tre persone con gravi difficoltà. È una ferita che interroga tutta la comunità e richiama una responsabilità collettiva: rafforzare i legami, sostenere chi è più fragile, accrescere ascolto e presenza”. Secondo quanto ricostruito, la famiglia Paolieri viveva da anni in una condizione di totale isolamento, sostenendosi esclusivamente con la pensione della madre. Il padre era morto da tempo e il nucleo non risultava seguito dai servizi sociali. I vicini parlano di una famiglia chiusa in se stessa, con contatti sociali pressoché inesistenti. Sembra che in casa non ci fossero né luce né gas. “È una vicenda che ci lascia senza parole”, ha sottolineato l’assessore comunale alle politiche sociali Lorenzo Ballerini. L'articolo Sigilli sulla casa di Campi Bisenzio dove è stato trovato un cadavere nel baule. La famiglia viveva senza luce e gas proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca Nera
Firenze
Disagio Sociale
La Polizia Municipale trova un cadavere in un baule dentro un appartamento a Campi Bisenzio
Sabato 13 dicembre i vigili urbani di Campi Bisenzio, a Firenze, hanno trovato il corpo di un uomo senza vita all’interno di un baule, in un’abitazione della frazione di Sant’Angelo a Lecore dove il morto viveva insieme all’anziana madre trovata in stato di denutrizione e ai due fratelli di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Il controllo nell’appartamento è scattato a seguito di una segnalazione. Secondo le prime informazioni, l’uomo sarebbe deceduto da diverso tempo. Sul posto è intervenuto il pubblico ministero di turno della Procura di Firenze, che ascolterà i familiari: Dai primi accertamenti sul cadavere non sarebbero emersi elementi riconducibili a una morte violenta, ma le condizioni del cadavere farebbero risalire la morte a molto tempo prima del ritrovamento. Gli stessi vigili urbani avevano fatto un primo intervento la sera del 12 dicembre in base a una segnalazione che hanno ricevuto, non è chiaro al momento se dai vicini o dal 118 per un intervento di soccorso proprio all’anziana donna. In quella prima ispezione di venerdì non era però emerso nulla, poi sabato mattina sono tornati e in una delle camere hanno individuato il baule con il cadavere. La donna era in gravi condizioni di salute ed è stata ricoverata in ospedale. I figli sono stati accompagnati presso gli uffici della polizia locale di Campi e sono stati sentiti. Da quanto emerge la famiglia non risulta fra quelle seguite dagli assistenti sociali. L'articolo La Polizia Municipale trova un cadavere in un baule dentro un appartamento a Campi Bisenzio proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca Nera
Firenze
Luigi Dagostino a processo: l’ex socio di Tiziano Renzi rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta
Bancarotta fraudolenta perché ha provocato il dissesto della società Mall Re Invest, dissipando oltre 3 milioni di euro. È questa l’accusa con cui il tribunale di Firenze ha rinviato a giudizio l’imprenditore pugliese Luigi Dagostino, il ‘re degli outlet’, che a suo tempo fu anche ex socio in affari di Tiziano Renzi. Il processo si aprirà l’11 marzo 2026. Secondo l’accusa, dal 2014 in veste di amministratore unico e dal 2017 nel ruolo di liquidatore, Dagostino avrebbe provocato il dissesto della Mall Re Invest, dissipando, con una serie di operazioni, oltre 3 milioni di euro. La società fu dichiarata fallita dal tribunale di Firenze nell’ottobre 2022. L’imprenditore, sempre a sentire gli inquirenti, ha spogliato la medesima società con la vendita del complesso immobiliare in località Il Leccio, vicino al casello A1 di Reggello, per 34 milioni di euro grazie a cui Dagostino ha realizzato una plusvalenza di oltre 24 milioni di euro; e con la cessione del ramo di azienda relativo alla gestione degli affitti nell’outlet. La Mall Re Invest nel settembre 2017 – cinque anni prima della dichiarazione di fallimento – era stata posta in liquidazione volontaria. Inoltre, nella cessione del complesso immobiliare a Leccio, in conflitto di interessi, essendo anche amministratore della società Dil Invest, Dagostino avrebbe deliberato atti di disposizione di beni sociali della Mall Re Invest distraendo quasi 2 milioni di euro. “Dagostino non solo non ha percepito alcuna somma in maniera indebita ma nessun dissesto alle casse della società è stato prodotto: nessun creditore, fornitore o consulente è stato disatteso nel pagamento – ha detto alla fine dell’udienza preliminare il difensore, avvocato Lorenzo Pellegrini – Le somme rivendicate nell’imputazione, che dovrà essere discussa al processo, si riferiscono ad agevolazioni di natura tributaria, legittimamente richieste e contabilizzate in virtù della normativa applicabile nel momento storico in cui sono state invocate: un diritto del cittadino che certo non può trasformarsi in accusa. Daremo prova certa della correttezza e trasparenza dell’operato di Dagostino“. Tra le operazioni contestate dalla procura – operazioni che avrebbero portato al dissesto della Mall Re Invest – c’è la fuoriuscita di 41mila euro dalle casse sociali registrate “in contabilità al 31 dicembre 2015” come “fatture da ricevere come pagamento a fornitore non identificato“. Inoltre emerge il versamento di 226mila euro “a fronte della fattura per operazioni inesistenti emessa” da un’impresa edile per “lavori di manutenzioni straordinarie di tutti i pluviali, guaine, pavimenti spazi comuni per il cantiere di Reggello ‘The Mall’ Viale Europa”. La Mall Re Invest, secondo la procura di Firenze, ha versato oltre 750mila euro alla Dil Invest, amministrata da Luigi Dagostino a fronte dell’emissione “di una fattura falsa o parzialmente falsa in quanto indicava una cifra per eccesso” per un’attività di intermediazione e di una “due diligence” (indagine approfondita prima di una transazione per valutare rischi e valore reale dell’operazione) in merito alla cessione del complesso immobiliare situato a Leccio, nel viale Europa angolo via Aretina. “La due diligence non veniva trovata né prodotta” ritiene la procura, “e anche laddove fosse stata effettuata si trattava di una cifra enorme rispetto ad un normale compenso per tale lavoro”. Inoltre “si trattava secondo quanto riferito dall’amministratore Luigi Dagostino di una due diligence effettuata da sua figlia e da una donna con la quale aveva una relazione, nessuna delle due qualificate per effettuarla”. “Nessuna dissipazione patrimoniale si può ravvisare nella esecuzione dei lavori edili – è invece il commento dell’avvocato difensore Pellegrini – Il noto centro commerciale rappresenta un fiore all’occhiello (sotto gli occhi di tutti) della migliore imprenditoria italiana”. Il rinvio a giudizio è solo l’ultimo provvedimento giudiziario a carico dell’imprenditore pugliese, che a luglio scorso è stato condannato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false. Nella stessa vicenda sono stati assolti i genitori di Matteo Renzi. L'articolo Luigi Dagostino a processo: l’ex socio di Tiziano Renzi rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta proviene da Il Fatto Quotidiano.
Giustizia
Firenze
The Mall
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Truffa milionaria all’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze: 9 fermati. “Giro d’affari che ha fruttato 30 milioni in 6 mesi”
Fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. Sono le accuse a vario titolo nei confronti di 9 persone di varie nazionalità (italiani, albanesi, cinesi, nigeriani) nei confronti delle quali la polizia ha eseguito altrettanti fermi in diverse province, da Brescia a Rieti. Una decima persona risulta irreperibile L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Brescia che ha iniziato le indagini a marzo dopo una truffa milionaria consumata ai danni dell’Opera di Santa Maria del Fiore, onlus che a Firenze si occupa della gestione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, del Campanile di Giotto e del Battistero di San Giovanni. La polizia sta eseguendo perquisizioni in numerose società. La squadra mobile della questura bresciana ha scoperto un giro d’affari che in 6 mesi ha fruttato all’incirca 30 milioni di euro. L'articolo Truffa milionaria all’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze: 9 fermati. “Giro d’affari che ha fruttato 30 milioni in 6 mesi” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Brescia
Firenze
Truffa milionaria all’Opera di Santa Maria del Fiore, il video degli indagati che si scambiano il denaro
Emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. La polizia di Stato ha eseguito nelle province di Brescia, Milano, Bergamo, Lodi, Prato, Rieti e Vicenza nove fermi di indiziato di delitto emessi dalla procura di Brescia nei confronti di italiani, albanesi, cinesi e nigeriani. Perquisizioni anche nei confronti di numerose società coinvolte nel circuito delle false fatturazioni e del riciclaggio. Un decimo soggetto destinatario del provvedimento risulta irreperibile. Le indagini della squadra mobile di Brescia – avviate nel mese di marzo 2025 a seguito di una truffa milionaria perpetrata ai danni dell’Opera di Santa Maria del Fiore, onlus che si occupa della gestione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, del Campanile di Giotto e del Battistero di San Giovanni di Firenze – avrebbero scoperto un giro d’affari illegale. L'articolo Truffa milionaria all’Opera di Santa Maria del Fiore, il video degli indagati che si scambiano il denaro proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Firenze
Firenze, salta la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese. “Non ci sono le condizioni”. Si va verso un altro tipo di riconoscimento
“Non ci sono le condizioni“. A Firenze salta la concessione della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese. La Commissione Pace di Palazzo Vecchio, presieduta da Stefania Collesei (Pd), ha scelto di rinviare il voto sulla risoluzione proposta da Dmitrij Palagi (Sinistra Pc) dal titolo ‘Solidarietà e cittadinanza onoraria a Francesca Albanesè, relatrice speciale dell’Onu. A sentire Collesei, “in questo momento non ci sono le condizioni per la cittadinanza onoraria, non ci sono i numeri in Consiglio comunale – ha spiegato – C’è una presa di posizione forte della sindaca Funaro. Quello che io cerco di riaffermare è il contenuto principale dell’atto, vogliamo che vengano riconosciuti i contenuti del report che Albanese ha fatto per l’Onu”. La relatrice speciale delle Nazioni Unite, quindi, non avrà la cittadinanza onoraria del capoluogo toscano, anche perché la stessa Collesei ha anticipato alcuni emendamenti (che saranno discussi nella seduta successiva) e si pensa ad un riconoscimento per il lavoro fatto da Albanese. “Che tipo di riconoscimento? È ancora da verificare – ha risposto l’esponente del Pd – Se si intende un riconoscimento ufficiale come un Leone d’oro, nell’emendamento questo non c’è. Ma c’è il riconoscimento del proprio lavoro: fare ad esempio un convegno in Palazzo Vecchio sui report è il riconoscimento del proprio lavoro”. “Si deve lavorare per trovare una concretezza del riconoscimento – ha spiegato Caterina Arciprete di Avs-Ecolò – Il riconoscimento anche a Francesca Albanese e non solo al suo rapporto è quello su cui ci dobbiamo lavorare. Ben venga un convegno ma non è sufficiente, bisogna lavorare nella maggioranza per fare un passo in più”. Secondo Palagi “c’è una responsabilità politica della sindaca che ha scelto, lunedì, di anticipare la discussione senza permettere di spiegare le nostre argomentazioni. Per noi è imprescindibile che ci sia una riconoscimento a Albanese che faccia capire che lei è la benvenuta in questa città. Do per scontato che la prossima settimana ci sarà una aggiornamento della discussione”, ha concluso Palagi. L'articolo Firenze, salta la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese. “Non ci sono le condizioni”. Si va verso un altro tipo di riconoscimento proviene da Il Fatto Quotidiano.
Politica
Francesca Albanese
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Cittadinanza Onoraria
Fratellini che vivevano in un bosco dell’Aretino allontanati dalla famiglia, “nessuna procedura di istruzione”
Arriva dalla provincia di Arezzo un caso di allontanamento di minori avvenuto un mese e mezzo fa e che emerge dopo il clamore della vicenda dei bimbi nei bosco di Palmoli (Chieti) che potrebbe ormai essere in via di risoluzione. Nella piccola comunità toscana, tra le colline di Caprese Michelangelo, due bambini di 4 e 8 anni sono stati affidati a una comunità protetta. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Verità, i genitori, Harald, perito elettronico di Bolzano, e Nadia, originaria della Bielorussia, avrebbero scelto uno stile di vita isolato, vivendo in un bosco e optando per la scuola parentale a domicilio. Tuttavia, non avrebbero seguito le procedure previste dalla normativa per l’istruzione parentale né eseguito tutti gli obblighi vaccinali dei figli. Il caso è stato documentato anche dalla trasmissione Fuori dal Corò di Rete 4, che ha mostrato immagini delle telecamere di sorveglianza della casa: i due bambini, il 16 ottobre scorso, vengono portati via dagli assistenti sociali e dalle forze dell’ordine, urlanti e spaventati. Secondo quanto stabilito dal Tribunale dei Minori di Firenze, presieduto dalla giudice Nadia Todeschini, i genitori non avrebbero rispettato le procedure previste per l’istruzione domiciliare e avrebbero ostacolato i controlli sanitari sui bambini. “Ci hanno ucciso”, racconta la madre Nadia, “sono 47 giorni che non abbiamo loro notizie. Neppure una telefonata, neppure per i compleanni del mese scorso. Siamo distrutti. Perché tutto questo? Che male abbiamo fatto?” La sindaca di Caprese Michelangelo, Marida Brogialdi, conferma che la situazione era nota agli uffici comunali: “L’operazione è stata disposta dal Tribunale dei minori di Firenze e coordinata con carabinieri e servizi sociali. Non conosco personalmente la famiglia; il padre venne una volta in Comune, ma ebbe un atteggiamento molto distaccato”. Brogialdi sottolinea che nel territorio la scuola parentale è praticata da diverse famiglie, soprattutto straniere, che vivono in casolari isolati, ma che “procedono regolarmente con gli esami annuali. In questo caso i due bambini non risultavano iscritti a nessuna procedura di istruzione parentale e non avevano mai sostenuto le verifiche previste”. . L'articolo Fratellini che vivevano in un bosco dell’Aretino allontanati dalla famiglia, “nessuna procedura di istruzione” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
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Arezzo
Tribunale dei Minori
Francesca Albanese cittadina onoraria, anzi no: il Pd e la sinistra si spaccano sull’onorificenza per la relatrice Onu
“Purché mi sia risparmiato l’esilio perpetuo….”, scrive Francesca Albanese sulla piattaforma X, in calce al posto della sindaca di Firenze Sara Funaro. Anche lei esprime forti dubbi sul riconoscimento della cittadinanza onoraria alla relatrice Onu per la questione palestinese, colpita duramente dalle sanzioni americane. Un’onorificenza “inopportuna”, ha scritto sul social la prima cittadina dem. E non è l’unica a pensarla così, dopo il commento di Albanese al raid pro-pal nella sede del quotidiano La Stampa a Torino: “un monito” ai giornalisti per “tornare a fare il proprio lavoro”, aveva dichiarato l’esperta, condannando fermamente la violenza dell’atto vandalico. Parole che hanno alimentato polemiche e rimostranze su l’onorificenza in diversi Comuni, soprattutto in casa Pd. BOLOGNA, GUERRA NEL PD SU ALBANESE: L’ONOREVOLE E L’EX SINDACO CONTRO IL PRIMO CITTADINO MATTEO LEPORE A Bologna, dopo il clamore, nessuna revoca della cittadinanza per Albanese. “Abbiamo cose più importanti di cui occuparci”, ha tagliato corto il sindaco dem Matteo Lepore. Era stato il collega di partito e deputato Andrea De Maria, ad accendere la miccia invocando il passo indietro in unaìintervista a Repubblica: “Le parole di Francesca Albanese sono inaccettabili, incompatibili con la cittadinanza onoraria conferitale a Bologna, alternative all’idea di libertà e ai valori costituzionali. Erano le squadracce fasciste a distruggere le sedi dei giornali”, ha accusato l’onorevole del Pd, già sindaco di Marzabotto. Poi è giunta la rimostranza di un altro dem, l’ex sindaco Virginio Merola. Le opposizioni hanno cavalcato la polemica presentando ordini del giorno per la revoca dell’onorificenza. Ma ieri il Consiglio comunale li ha congelati: la maggioranza ha votato l’ammissibilità, ma non l’urgenza degli ordini del giorno, scatenando la reazione leghista. Una scelta “vergognosa della sinistra che non riesce a prendere le distanze da Albanese”, ha tuonato il capogruppo del Carroccio Matteo Di Benedetto. A FIRENZE LA SINDACA E ITALIA VIVA CHIUDONO SU ALBANESE. INSORGE AVS: “PARTITO FINANZIATO DA BIN SALMAN” Firenze invece discuterà domani sulla possibile cittadinanza onoraria per Albanese, presso la commissione pace di Palazzo Vecchio. Ma la sindaca del Pd oggi ha ribadito la sua ferma contrarietà: “Non solo con le ultime dichiarazioni, ma anche con tante altre, le posizioni che porta Francesca Albanese sono più divisive che unitarie e questo non è rappresentativo della città di Firenze”. In ogni caso, sarà il Consiglio comunale a valutare riconoscimenti. La proposta dell’onorificenza è stata sollevata da Dmitrij Palagi di Sinistra progetto comune. Ma Fratelli d’Italia è scesa subito in trincea: Alessandro Draghi, vicepresidente del Consiglio comunale, domani in commissione pace presenterà una questione pregiudiziale per fermare l’iniziativa. Secondo l’esponente fiorentino del partito della premier, la proposta di cittadinanza onoraria “può essere avanzata dal sindaco o da almeno un quinto dei consiglieri comunali. Palagi non ha i numeri per presentare l’atto”. Neppure Italia Viva sostiene Francesca Albanese a Firenze, con Matteo Renzi che chiude la porta: “Non vedo un solo motivo per cui la dottoressa Albanese riceva una onorificenza così prestigiosa”. Il veto ha suscitato l’ira del gruppo consiliare di Alleanza verdi e sinistra: “I primi ad essere contraddittori siano proprio i consiglieri di Italia Viva, che ritengono normale che il leader del loro partito sia finanziato da Bin Salman, mandante dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi”. Dunque continua la guerra su Albanese, nella città del Giglio. NAPOLI, MANFREDI BLOCCA LA DELIBERA E FERMA LA CITTADINANZA A Napoli, già ad agosto il Consiglio comunale aveva approvato la mozione per la cittadinanza onoraria di Francesca Albanese. Tuttavia mancherebbe la delibera di giunta, con il sindaco riottoso a firmarla. “La proposta è stata votata dal Consiglio comunale, ma ritengo doverose una ulteriore valutazione e una riflessione condivisa”, ha dichiarato il primo cittadino Gaetano Manfredi, presidente Pd dell’Associazione nazionale dei Comuni (Anci). TORINO, LA SINISTRA SI DIVIDE: NIENTE ONORIFICENZA A Torino, con il sindaco Stefano Lorusso (area moderata del Partito democratico), il cambio di rotta su Albanese era già avvenuto. La proposta di conferire la cittadinanza onoraria era giunta dal Movimento 5 stelle il 15 settembre. In principio Dem e Sinistra ecologista hanno accettato, poi hanno dubitato, così il 31 ottobre (ben prima del commento sui vandali pro pal nella redazione de La Stampa) la mozione si è arenata. Neppure al sindaco di Torino non sono piaciute le parole di Albanese: “Grave che di fronte a un atto violento del genere qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia anche solo in parte della stampa”. REGGIO EMILIA, IL SINDACO “SGRIDATO” DA ALBANESE NON TORNA INDIETRO: “GIUSTO IL RICONOSCIMENTO PER L’ATTIVITÀ DI RELATRICE ONU SULLA PALESTINA” A Reggio Emilia invece nessun dubbio su l’onorificenza per Albanese. Il sindaco Marco Massari fu il primo a conferirle il tricolore e già alla cerimonia non mancarono le polemiche. Il primo cittadino sul palco aveva ricordato come “la fine del genocidio e la liberazione degli ostaggi sono condizioni necessarie per avviare per quanto possibile un processo di pace”. Dopo i fischi del pubblico arrivò la ramanzina du Albanese: “Il sindaco si è sbagliato ha detto una cosa non vera, la pace non ha bisogno di condizioni (…) Io il sindaco non lo giudico, lo perdono, però mi deve promettere che questa cosa non la dice più”. Malgrado le polemiche e la “ramanzina” sul palco, Massari conferma l’onorificenza del tricolore: “Le è stato dato per la sua meritoria attività di relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati e non per altre sue iniziative o prese di posizione”. L'articolo Francesca Albanese cittadina onoraria, anzi no: il Pd e la sinistra si spaccano sull’onorificenza per la relatrice Onu proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Ponte Immacolata 2025, 10 idee di viaggio da prenotare con il Travel Tuesday: dalle luci di Lione alle piste del Monterosa e la magia dei boschi del Friuli
Si avvicina il weekend dell’Immacolata ed è un’ottima occasione per dedicarsi ad un assaggio di vacanza invernale prima delle feste natalizie e godersi finalmente qualche giorno di relax. Ecco 10 idee tra mercatini di Natale, città d’arte, crociere al caldo e piste da sci. A LIONE A FESTEGGIARE LA LUCE Per il ponte dell’Immacolata Lione è bellissima ed è nel suo momento migliore. Torna la Festa delle Luci che si svolge ogni anno a inizio dicembre ed è l’occasione giusta per riscoprire la città sotto un punto di vista artistico, in un’atmosfera gioiosa e di festa prenatalizia. Quest’anno la manifestazione si svolgerà dal 5 all’8 dicembre, e come sempre la città si accenderà in un’esplosione di luci e colori: le vie, le piazze e le facciate dei monumenti più importanti accoglieranno le installazioni artistiche realizzate da artisti, designer e video maker. WEEKEND A FIRENZE TRA ARTE E BUON CIBO È una delle città più amate d’Italia, un posto in cui tornare e ritornare più e più volte. E per le feste si illumina di un fascino incredibile. Culla del Rinascimento, Firenze è tappa imperdibile per chi ama l’arte: dalle Gallerie degli Uffizi a Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco che presentano Beato Angelico, straordinaria mostra dedicata all’artista simbolo dell’arte del Quattrocento, (fino al 25 gennaio 2026), alle boutique di via Tornabuoni – qui in piazza Santa Trinità, Palazzo Bartolini Salimbeni ospita la collezione Roberto Casamonti con opere dagli anni ’60 agli inizi del XXI secolo (da Schifano a Boetti, da Mirò a Basquiat, da Warhol a Christo). Ogni via racconta una storia, custodisce un segreto che rende magica questa città, ma ancor più speciale se a fine giornata ci aspetta un luogo capace di accoglierci e di farci sentire a casa, come all’Hotel Brunelleschi -della Collezione Em – , rifugio esclusivo dove ritrovare il piacere del tempo lento, nel centro storico, a pochi passi dal Duomo. È un boutique hotel a conduzione familiare, sorto all’interno della Torre della Pagliazza – la più antica torre bizantina di Firenze – e di una chiesa medievale, con 96 camere, alcune con jacuzzi e vista sul Duomo. L’esperienza gastronomica è affidata allo chef stellato Rocco De Santis: il due stelle Santa Elisabetta e l’Osteria Pagliazza, reinterpretano la tradizione toscana in chiave contemporanea. In hotel un museo privato con i resti archeologici della torre. L’INCANTO DEI MERCATINI IN ALTO-ADIGE Se c’è una destinazione che più di ogni altra rappresenta la magia del Natale, quella è sicuramente il Trentino-Alto Adige. A Trento le piazze principali si colorano di bancarelle dove si possono trovare prelibatezze locali, oggetti d’artigianato, decorazioni fatte a mano e giocattoli in legno. Più a nord, Bressanone accoglie con il mercatino allestito nella splendida Piazza Duomo, in cui il barocco delle facciate si unisce alla tradizione altoatesina. Le casette propongono prodotti di artigianato artistico e specialità gastronomiche locali. La città è anche celebre per lo spettacolo di luci e musica che si svolge all’interno del cortile del palazzo vescovile. A Merano, gli espositori si snodano lungo il fiume Passirio, tra eleganti architetture liberty e profumo di mandorle tostate. E Bolzano con il suo Christkindlmarkt, il tradizionale mercatino di Natale più antico in Italia, in piazza Walther, il “salotto buono” della città. 93 i tradizionali chalet di legno con specialità gastronomiche e di artigianato artistico: dolci, vin brulé, speck e salumi, frittelle, succo di mele e strudel, ma anche ceramiche, ricami angioletti e presepi di vetro. ‹ › 1 / 7 1 LIONE @ L. DE AMICIS ‹ › 2 / 7 PLACE BELLECOUR, FAMOUS STATUE OF KING LOUIS XIV BY NIGHT ‹ › 3 / 7 2 FIRENZE CATHEDRAL ‹ › 4 / 7 2 FIRENZE HOTEL BRUNELLESCHI ‹ › 5 / 7 3 BOLZANO MERCATINO DI NATALE DI BOLZANO_IDM ALTO ADIGE_ALEX FILZ (7) ‹ › 6 / 7 3 VIPITENO MERCATINO DI NATALE DI VIPITENO_IDM ALTO ADIGE_ALEX FILZ (2) ‹ › 7 / 7 4 ROMA 1 ROMA ILLUMINATA TRA PASSEGGIATE, BUONA TAVOLA E NOTTI MAGICHE Ponte dell’Immacolata a Roma? Perché no? E’ sempre una buona scusa per visitare la città che, in questo periodo è ancora più magggica! Tante sono le iniziative in questi giorni che precedono il Natale, si va dalle feste per i bambini, ai concerti natalizi, a un cocktail esclusivo fino a un’esperienza immersiva…Dove? A La Ménagère, uno spazio storico, a pochi passi da Piazza di Spagna, che si presta a palcoscenico tra il fascino senza tempo della Roma storica e la modernità del locale iconico di Firenze La Ménagère, che dal 1896 ha saputo evolversi diventando un punto di riferimento per gli amanti del cibo, del design e della cultura italiana. Quando si entra in questo luogo, si è circondati da mille profumi avvolgenti che trasportano l’ospite in un universo sensoriale: odori delicati di fiori freschi multicolori. Qui, ogni dettaglio è studiato minuziosamente, e tutto intorno c’è bellezza. In linea con il concept della sede storica di Via de’ Ginori a Firenze, anche a Roma la cucina segue la stessa filosofia, portando con sé una creatività che si traduce in piatti ranati, preparati con ingredienti freschi e di altissima qualità. Il concept gastronomico di La Ménagère a Roma sarà una proposta versatile, che accompagnerà gli ospiti dalla colazione al dopocena. E sotto le feste natalizie “brunch speciali” dove è possibile combinare sia il dolce che il salato con piatti tradizionali e idee creative. L’indirizzo da segnarsi per notti da sogno è Portrait Roma nel cuore della capitale, un boutique hotel 5 stelle, insignito delle 5 stelle Forbes, eccellente rappresentazione di raffinatezza e continuità estetica degli alberghi Ferragamo, firmati tutti dall’architetto Michele Bönan. L'articolo Ponte Immacolata 2025, 10 idee di viaggio da prenotare con il Travel Tuesday: dalle luci di Lione alle piste del Monterosa e la magia dei boschi del Friuli proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Antiquario e sua moglie trovati morti in casa a Firenze: ipotesi omicidio suicidio, sequestrato un coltello
Un appartamento pieno di opere d’arte e libri. È il contesto in cui i carabinieri hanno trovato, domenica 30 novembre, i corpi di Franco Giorgi, 74 anni, antiquario, e della moglie Gianna Di Nardo, 68, pensionata. Il ritrovamento è avvenuto nell’abitazione di via Giampaolo Orsini, nel quartiere di Gavinana. A scoprire i due coniugi è stato il figlio, Tommaso, 35 anni, entrato in casa intorno alle 14.30 dopo che i genitori non rispondevano al telefono. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente, ma non è stato possibile intervenire. LA PRIMA IPOTESI Secondo una ricostruzione preliminare, Giorgi avrebbe colpito la moglie con un coltello da cucina per poi togliersi la vita. La Procura, con la procuratrice Rosa Volpe e il pm Alessandro Piscitelli, considera questa l’ipotesi principale, ma non definitiva. La presenza di sangue in più stanze dell’appartamento richiede ulteriori verifiche sulla dinamica. Non risultano effrazioni né mancano oggetti di valore, ma gli investigatori non escludono completamente la possibilità di un coinvolgimento esterno. Un coltello compatibile con le ferite è stato sequestrato. Le autopsie, che saranno eseguite nei prossimi giorni all’Istituto di Medicina Legale di Careggi, dovranno chiarire tempi e modalità delle lesioni. LE TESTIMONIANZE Alcuni familiari hanno riferito che Giorgi stava attraversando un periodo di fragilità psicologica. Gli inquirenti precisano che tali informazioni non sono sufficienti, da sole, a confermare la pista dell’omicidio-suicidio. I vicini descrivono i coniugi come persone conosciute nel quartiere, presenti nella vita quotidiana della zona. Il figlio è stato ascoltato dai carabinieri subito dopo il ritrovamento. Giorgi proveniva da una famiglia storica di antiquari fiorentini e aveva portato avanti l’attività di famiglia, fondata nel 1853. Nel corso della sua carriera si era occupato di valutazioni e stime di opere d’arte, collaborando anche con tribunali e istituzioni. Aveva lavorato come consulente nella vendita allo Stato dello Stemma Martelli di Donatello. LE INDAGINI I carabinieri stanno acquisendo le immagini delle telecamere presenti nell’area per verificare eventuali movimenti anomali. Sono previste ulteriori audizioni, compresa quella del medico curante della coppia. L'articolo Antiquario e sua moglie trovati morti in casa a Firenze: ipotesi omicidio suicidio, sequestrato un coltello proviene da Il Fatto Quotidiano.
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