L’Arena di Verona sarà davvero accessibile e fruibile da un più ampio pubblico?
Si spenderanno 20 milioni di euro per renderla accessibile a tutti in occasione
della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi (22 febbraio 2026) e di apertura
delle Paralimpiadi (6 marzo), eppure solo una minima parte degli interventi in
programma verrà realizzata, mentre sorgono già le prime polemiche e i dubbi sul
fatto che le opere corrispondano alle esigenze di accessibilità non solo per
atleti paralimpici, ma anche per i cittadini con disabilità.
Ad accendere la miccia ci ha pensato un’interrogazione presentata al sindaco
Damiano Tommasi da Jessica Cugini, del gruppo In Comune per Verona – Sinistra
italiana. La consigliera comunale lamenta innanzitutto il mancato coinvolgimento
nella fase progettuale delle 35 associazioni riunite nella Consulta che
rappresenta le persone con disabilità. Chiede, inoltre, se siano state
rispettate le linee guida del Comitato Paralimpico Internazionale e quanto è
prescritto dal Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba). Il
documento mette il dito sulla piaga di un progetto, ambizioso nelle intenzioni,
ma incompiuto nella realtà, di cui si sono fatti carico il governo Meloni,
Fondazione Milano Cortina 2026 e Simico, il braccio operativo per le
infrastrutture olimpiche. Fabio Saldini, commissario straordinario di Simico, ha
dichiarato: “Verona diventerà un simbolo di accessibilità universale per merito
dei Giochi”. Ma è davvero così?
ASCENSORE E RIFACIMENTI FINIRANNO NEL 2027
Rendere un anfiteatro romano a misura di tutti comporta una spesa di 20 milioni,
di cui un milione per riqualificare i servizi igienici e 19 milioni per
l’accessibilità. Di questa seconda parte sarà realizzato (non completamente) il
percorso che dovrebbe essere senza barriere, dislivelli e ostacoli dalla
Stazione di Porta Nuova a Piazza Bra, con una spese di 1,7 milioni di euro. In
Arena 524 mila euro saranno spesi per passerelle di accesso e movimento interno.
Sono invece rimandati a dopo Olimpiadi e Paralimpiadi i lavori più importanti,
che finiranno solo nel luglio 2027: un ascensore, il rifacimento della platea e
delle sedute, la sostituzione di parapetti e la creazione di un’area ad elevata
accessibilità.
COLLEGAMENTI INCOMPLETI
L’interrogazione al sindaco nasce dalla preoccupazione delle associazioni,
documentate anche da alcuni video. Innanzitutto il collegamento dalla stazione
all’Arena sarà incompleto, visto che nell’area ferroviaria insistono per ora
solo lavori di pavimentazione di Rfi e non è neppure abbozzato il tratto fino al
corso Porta Nuova. Anche Piazza Bra rimane un grande punto interrogativo. “Gli
interventi per l’accessibilità si faranno dopo Natale” dicono in Municipio,
visto che l’area antistante l’Arena è occupata dai mercatini. Non se ne parla
fin dopo l’Epifania e a quel punto ci sarà solo poco più di un mese di tempo per
rispettare le scadenze.
“QUESTO È UN PERCORSO AD OSTACOLI”
I lavori sono in corso lungo Corso Porta Nuova, da una parte e dall’altra della
strada alberata e molto larga. Antonino Russo, ex presidente veneto della
Federazione Italiana per il superamento dell’handicap (Fish), ci ha accompagnati
in carrozzina in un percorso pieno di criticità. “I marciapiedi di progetto
Simico vorrebbero essere attrezzati per persone con disabilità sensoriale,
motoria o intellettiva, ma vengono collocati in strutture dedicate che sono
diverse dai marciapiedi originari, tradendo così i principi di inclusività e non
discriminazione a cui si riferisce l’Universal Design”. In questo caso si è
costruita una piattaforma che corre tra la sede stradale e una pista ciclabile.
Un budello tra i flussi delle auto e delle biciclette, marcato dai loges sulla
pavimentazione, per aiutare non vedenti o ipovedenti. La piattaforma rialzata è
suddivisa in molte “isole”, 17 sul lato destro, una quindicina su quello
sinistro, che iniziano e terminano con un gradino. Si interrompono molto spesso
per consentire gli accessi carrabili o gli incroci con strade laterali, mentre
la distanza rende problematico raggiungere i negozi che si trovano sui
marciapiedi originari, dove non si contano buche e lastre sconnesse. I loges
corrono anche di fronte alle soste degli autobus, spesso intasate da utenti del
trasporto pubblico. Un ingorgo. È tutto uno scendere e salire, un percorso ad
ostacoli.
“DOV’È L’UNIVERSAL DESIGN?”
L’Universal Design è un progetto-guida per interventi di questo tipo. Riassume
Russo: “Si basa su alcuni principi come l’equità nell’utilizzo da parte di tutti
o la flessibilità nell’adattarsi alle diverse necessità. Servono anche un uso
semplice e intuitivo, una immediata percettibilità, la minimizzazione di rischi
e fatica. Qui non c’è”. Concretamente, servirebbero fasce di rispetto da piste
ciclabili e auto, non dovrebbero esservi gradini, dovrebbero essere eliminati
cordoli, disconnessioni o dislivelli. “L’uso dei loges dev’essere semplice. Se
una persona con disabilità deve percorrere tratti più lunghi, ad esempio facendo
zig zag, il disegno risulta discriminatorio. Il porfido e l’acciottolato
diventano ulteriori criticità”. Conclude Antonino Russo: “Abbiamo letto e
ascoltato tante belle parole: un viale più accessibile e sicuro… eliminazione di
barriere architettoniche… piena accessibilità anche a chi ha disabilità motorie
e sensoriali… percorsi tattili e sensoriali. Stanno spendendo tanti soldi, ma la
distanza tra retorica istituzionale e risultato reale emergente dai cantieri,
ormai documentabile fotograficamente, è abissale”.
L'articolo Olimpiadi a Verona, 20 milioni per rendere l’Arena accessibile ai
disabili: ma è già polemica, lavori in ritardo e incompleti proviene da Il Fatto
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