Grossi problemi per la pornostar Bonnie Blue che sarà espulsa dall’Indonesia
dopo essere stata assolta dall’accusa di aver violato le severe leggi
anti-pornografia del Paese. È stata dichiarata colpevole di un reato minore al
codice della strada, ma è stata espulsa per violazione delle norme
sull’immigrazione, in quanto lavorava con un visto turistico.
Bali fa parte dell’Indonesia a maggioranza musulmana, che proibisce severamente
la produzione di materiale pornografico. Chiunque venga ritenuto colpevole di
violazione di queste leggi rischia fino a 12 anni di carcere e una multa di
circa 360mila dollari.
Bonnie Blue è stata condannata a pagare una multa e lascerà l’Indonesia con un
volo. Ma cosa è accaduto esattamente?La polizia di Badung ha riferito che 16
testimoni stranieri e 14 indonesiani hanno dichiarato di essere stati in uno
studio nella zona di Pererenan, Mengwi, per partecipare alla produzione di un
“reality show a tema intrattenimento“.
Poi hanno affermato che “non è stato prodotto alcun materiale indecente”. La
pornostar era tra le altre quattro persone identificate come aventi “ruoli
dominanti” nella produzione.
Bonnie Blue ha guidato a bordo del suo furgoncino per Bali durante la “settimana
degli studenti”, una tradizione australiana in cui i diplomati delle scuole
superiori vanno in vacanza dopo gli esami.
La polizia di Badung ha anche affermato che gli investigatori hanno indagato
sull’acquisto di un pick-up con i marchi “Bonnie Blue” e “Bang Bus”. Gli
investigatori hanno anche esaminato i video registrati in un hotel nella zona di
Berawa, ma “non hanno trovato elementi di pornografia o alcuna distribuzione
illegale”.
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pornostar cercava neo diplomati per girare video porno e ha violato le leggi
anti-pornografia proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Storie dal Mondo
Mentre stava lavando i vestiti vecchi, un uomo ha scoperto un tagliando che gli
ha svoltato la giornata. Era il biglietto della vincita di una scommessa
realizzata 16 anni fa. Il fortunato scommettitore si è recato a riscuotere 60
sterline (circa 70 euro), con grande stupore da parte degli addetti allo
sportello, come ha riportato il tabloid The Sun.
Lo scommettitore si era dimenticato di incassare la vincita finché non si è
ritrovato, mentre stava lavando i vestiti, la ricevuta vincente. La scommessa
era stata piazzata sulla vittoria di Denman all’Hennessy Gold Cup Chase a 5/1
otto giorni prima della gara, il 28 novembre 2009. E il cavallo, montato dal
fantino Ruby Walsh e allenato da Paul Nicholls, ha vinto.
Il personale è rimasto stupito quando il cliente si è recato nella sua agenzia
di scommesse locale per riscuotere la vincita lo scorso fine settimana. Alex
Apati, di Ladbrokes, ha dichiarato: “Questa schedina vincente era così vecchia
che mancavano solo due anni alla fine dei termini per il suo ritiro in una delle
nostre agenzie“.
L’Hennessy Gold Cup Chase, ora nota come Coral Gold Cup, ha visto la
partecipazione di 19 concorrenti nel 2009. E Denman, vincendo la gara per la
seconda volta, tagliò il traguardo dopo sei minuti e 39,5 secondi. Fu descritta
come “una delle grandi prestazioni nelle corse di salto ostacoli moderne”. Ma si
rivelò il 14esimo e ultimo trionfo in carriera del castrone allenato da Paul
Nicholls, prima del ritiro nel 2011 dopo il quinto posto all’Aintree Bowl.
Denman partecipò a 26 corse, ottenendo cinque secondi posti e un terzo posto.
E il trionfo a Newbury nel novembre 2009 riempì di gioia gli scommettitori,
sebbene l’incasso della vincita avvenne solo dopo più di un decennio. Denman,
soprannominato “The Tank”, conquistò la Cheltenham Gold Cup nel 2008 e si spense
all’età di 18 anni nel giugno 2018.
L'articolo Lava i vestiti vecchi e trova il biglietto vincente della scommessa
dopo 16 anni. L’uomo corre in agenzia per riscuotere il premio di 70 euro
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Sembra la scena di un film d’azione, invece è tutto vero. L’automobile guidata
da una donna trentottenne, che viaggiava insieme alla figlia di 5 anni, è finita
dritta nella vasca di una piscina comunale. È accaduto giovedì a La Ciotat, un
comune francese di oltre 35mila abitanti situato nel dipartimento delle Bocche
del Rodano, nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, e la foto dell’auto
inabissata nella vasca è ovviamente diventata virale sui social.
Ma cos’è accaduto? Secondo le prime ricostruzioni, stando ai filmati delle
telecamere di sicurezza sarebbe stata tutta colpa di una manovra temeraria. Il
veicolo ha prima divelto la recinzione esterna e, a causa della velocità, si è
schiantata contro la vetrata della piscina, “tuffandosi” poi in acqua.
Il dramma per fortuna è stato evitato grazie all’intervento immediato di due
bagnini e di una persona presente nella piscina: i tre uomini si sono subito
tuffati per estrarre la mamma e la figlia prima che l’acqua invadesse
completamente l’abitacolo e le hanno tratte in salvo.
Tanto spavento per loro e per tutti i frequentatori della piscina che in quel
momento si trovavano nella struttura. Le due donne sono poi state portate
all’ospedale di La Ciotat per essere curate, così come un uomo che si trovava
nella struttura pubblica, rimasto leggermente ferito dopo essere stato colpito
dai frammenti delle vetrate andante in frantumi. Per fortuna le loro condizioni
sono buone e sono stati tutti dimessi. Il peggio è stato evitato.
> ???????? | Une #voiture a fini dans la #piscine municipale de La #Ciotat après
> une mauvaise manœuvre d’une conductrice de 38 ans, avec sa fille de 5 ans à
> bord. Une personne a été légèrement blessée pic.twitter.com/0CPQS7ZYQE
>
> — Instant Actu (@Inst_Actu) December 11, 2025
L'articolo Un’auto entra nella piscina comunale e affonda: rocambolesca manovra
di una mamma con la figlia – VIDEO proviene da Il Fatto Quotidiano.
Negli Stati Uniti la guida automatica di una Tesla si è rivelata decisiva per le
sorti di un uomo. Come raccontato dal signore su X (il cui profilo è Wenlll), si
è sentito male mentre si trovava al volante della sua supercar. Impossibilitato
a proseguire, l’uomo ha attivato il sistema FSD (Supervised), ossia il
meccanismo di guida automatica della Tesla, chiedendo alla macchina di portarlo
all’ospedale più vicino. Pochi minuti dopo l’arrivo nella struttura, l’uomo ha
avuto un arresto cardiaco ed è stato rianimato. In questo caso, l’intervento
della tecnologia avanzata della Tesla si è rivelato essenziale per le sorti del
suo proprietario.
UNA MACCHINA GENIALE
L’uomo è in convalescenza dopo l’operazione a cuore aperto subita il 14
novembre. Il cittadino del Nevada deve ringraziare la sua auto – e sé stesso per
i soldi spesi – per aver accelerato i tempi. L’attesa di un’ambulanza, infatti,
si sarebbe potuta rivelare fatale. Il proprietario della macchina ha dichiarato:
“Il FSD di Tesla mi ha letteralmente salvato la vita e potenzialmente anche
quella di altri sulla strada”. Il veicolo può contattare i servizi di emergenza
e fornire assistenza grazie all’intelligenza artificiale integrata, capace di
offrire indicazioni utili in caso di necessità.
L'articolo “La macchina mi ha salvato la vita, se sono vivo é grazie a lei”: a
un infarto mentre guida, la sua Tesla se ne accorge e guida da sola verso il
pronto soccorso proviene da Il Fatto Quotidiano.
Courtney Stocks, una ragazza di 22 anni, ha raccontato a The Mirror di essere
morta per sette minuti a causa di un arresto cardiaco provocato dallo stress. Lo
scorso 16 novembre, la giovane ha trascorso del tempo con i genitori che le
hanno fatto visita a casa sua. Mentre si trovavano in giardino, Courtney è
collassata a terra.
Il padre della giovane, Chris Watchorn, ha prontamente soccorso la figlia
eseguendo il massaggio cardiaco. Il cuore della Stocks ha smesso di battere per
7 minuti. Sul posto sono arrivati i sanitari che hanno poi trasportato d’urgenza
la ragazza al Royal Derby Hospital. Dopo 4 giorni di terapia intensiva, Courtney
e la sua famiglia hanno scoperto che la giovane è nata con una malattia cardiaca
nota come “disgiunzione dell’anello mitralico”, un ‘anomalia al cuore che può
causare un infarto improvviso. La 22enne ha dichiarato di aver sofferto di
palpitazioni e vertigini nella settimana precedente l’incidente, attribuendo i
sintomi a uno stato d’ansia.
Courtney Stocks ha dichiarato che il suo stile di vita è sano: “Ogni mattina
cammino 20 minuti per andare al lavoro. Faccio quasi 10.000 passi al giorno,
tutti i giorni”. La ragazza ha aggiunto: “Faccio toelettature per cani, quindi
ho un lavoro piuttosto fisico e pratico. In passato non ho mai avuto alcun
problema di salute. Non andavo dal medico dall’età di otto anni”. Nonostante
ciò, il 16 novembre il suo cuore ha smesso di battere per 7 minuti. Courtney ha
trascorso 4 giorni in terapia intensiva e, successivamente, le è stato
impiantato un defibrillatore per evitare ulteriori arresti cardiaci. “Dato che
sono nata con questa patologia, prima o poi sarebbe successo” ha detto la
Stocks, consapevole della sua situazione.
La ragazza ha individuato una delle cause che ha peggiorato la sua situazione:
lo stress per il lavoro. “Torno a casa molto stressata. Credo che questo abbia
avuto un impatto negativo”. E ancora: “Attribuivo le palpitazioni all’ansia,
mentre erano un sintomo. Avevo spesso capogiri e vertigini”. La ragazza è grata
al padre: “Se non fosse stato per lui non sarei qui”.
L'articolo “Sono morta per sette minuti. Mio padre mi ha rianimato, lo stress mi
ha quasi ucciso”: l’incredibile storia di Courtney Stocks proviene da Il Fatto
Quotidiano.
La rubrica del Daily Star “Just Jane“, curata da Jane O’Gorman, ha trattato la
storia di una donna che ha a che fare con un ex tanto assillante quanto “finto
tonto”. Come raccontato dalla scrittrice, i due si sono lasciati in estate dopo
che l’uomo ha tradito – per l’ennesima volta – la fidanzata. Quest’ultima ha
colto in flagrante il compagno mentre palpava il seno a una vicina di casa
nell’idromassaggio.
La scena ha sconvolto la ragazza che ha richiesto un consulto a “Just Jane”,
tanto da lasciare immediatamente il fidanzato. Lui, però, si comporta come se
stessero ancora insieme e sta già organizzando Natale e capodanno con lei.
La donna ha compreso subito la situazione: “Mi ha mandato una lista dei regali
che vorrebbe e del cibo e delle birre che devo comprare. Pensa che se si
intromette di nuovo nella mia vita, lo riprenderò con me per sempre”.
L’emittente del messaggio ha specificato che i due non hanno figli né animali
insieme, “quindi non ho alcun motivo per rivederlo. Eppure lui non si arrende“.
Jane O’Gormann si è pronunciata sulla questione. La donna è stata diretta: “Deve
capire che non si può tornare indietro“. L’opinionista ha aggiunto: “È disposto
a ritirarsi con dignità o devi usare le maniere forti? E per “difficile” si
intende anche contattare un avvocato o persino coinvolgere la polizia”. Jane si
è raccomandata con la ragazza che ha condiviso la sua storia: “Assicurati che
amici e familiari sappiano che stai attraversando un momento difficile e chiedi
loro aiuto e protezione. Sii forte e conosci i tuoi limiti”.
L'articolo “Ho sorpreso il mio fidanzato con la vicina nuda nell’idromassaggio.
Ci siamo lasciati, ma lui vuole passare le feste con me. Che fare?”: il dilemma
di una donna proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Si prega di usare il letto solo per dormire, vietate tutte le altre attività”.
È la frase, secca e inequivocabile, che un viaggiatore ha trovato affissa alla
testiera del letto dell’alloggio che aveva affittato su Airbnb per le vacanze a
Istanbul. Neanche a dirlo, l’ha subito fotografato e condiviso su Reddit nel
forum r/mildlyinfuriating, e in poche ore ha fatto il giro del web raccogliendo
oltre 87 mila upvote e migliaia di commenti. A raccontare la vicenda è lo stesso
autore del post, un uomo svedese in viaggio con la moglie, che ha spiegato a
Newsweek di essere rimasto “sorpreso” nel leggere l’avviso, pur confermando che
lui e la consorte avrebbero rispettato la richiesta. “Siamo arrivati qui
insieme, io e mia moglie. Oh, va bene così”, ha scritto con ironia nella
didascalia che accompagna l’immagine del cartello.
Secondo quanto riferito dal viaggiatore, il foglio non sarebbe però un caso
isolato. Nell’appartamento sarebbero presenti altre istruzioni analoghe: in
particolare, sul telecomando della televisione compare un adesivo che recita
“Usare solo per accendere e spegnere la tv”, limitandone formalmente l’utilizzo
alle funzioni essenziali. L’ospite ha provato a darsi una spiegazione. Sempre a
Newsweek ha raccontato di aver notato un secondo messaggio lasciato dal
proprietario, nel quale si specifica che i vicini sono “molto sensibili al
rumore”. “Forse c’entra qualcosa con questo”, ha detto. “È la mia ipotesi
migliore”. Insomma, l’idea è che il cartello sul letto sia un modo, diretto e
poco elegante, per prevenire lamentele e problemi di convivenza condominiale a
causa di ospiti diciamo così troppo focosi.
Nonostante l’episodio, il viaggiatore ha voluto chiarire un punto importante:
l’esperienza non intacca il suo giudizio sulla città. “Se ho un messaggio da
dare, è che la storia degli adesivi non dovrebbe influenzare la percezione di
Istanbul”, ha spiegato. “È una città meravigliosa, con persone fantastiche, e ci
siamo sentiti davvero accolti. È più probabile che si tratti di una situazione
legata ai vicini, che può capitare ovunque”. Sulla vicenda è intervenuta anche
Airbnb. In una dichiarazione rilasciata a People, un portavoce della piattaforma
ha precisato che non ci sono elementi sufficienti per confermare che la foto
provenga da un alloggio pubblicato sul sito. Ha però ricordato che “le nostre
regole richiedono agli host di comunicare chiaramente tutte le norme della casa
prima della prenotazione, così che gli ospiti possano prendere una decisione
informata”. La società ha inoltre sottolineato che il servizio di assistenza
alla community è attivo 24 ore su 24 “per aiutare in caso di problemi durante il
soggiorno”.
Nel frattempo, i commenti su Reddit hanno trasformato il caso in una gag
collettiva. C’è chi ha scherzato scrivendo: “Io steso sul letto, sveglio…
beccato”, e chi ha ironizzato sul divieto di “bed rotting”, la pratica di
passare ore a letto senza fare nulla. Altri hanno ipotizzato spiegazioni più
pratiche: secondo alcuni utenti, il cartello potrebbe indicare che le lenzuola
non vengono cambiate spesso; secondo altri, che la struttura del letto non sia
abbastanza robusta per “altre attività”.
L'articolo “Si prega di usare il letto solo per dormire, vietate tutte le altre
attività”: il cartello surreale affisso nella casa affittata su Airbnb proviene
da Il Fatto Quotidiano.
Un matrimonio da favola, una location esclusiva affacciata sul lago di Como, un
rito civile curato in ogni dettaglio. Amici, parenti, genitori dello sposo
emozionati. Tutto perfetto, almeno in apparenza. Perché quella celebrazione,
come racconta Il Messaggero, era in realtà una messinscena: la sposa era già
sposata e il compagno non ne sapeva nulla. A far crollare l’inganno è stato uno
dei testimoni, l’unico tra gli invitati a notare che nella cerimonia c’era
qualcosa che non tornava. Nei giorni successivi alle “nozze”, deciso a
verificare che tutto fosse stato registrato regolarmente, si è rivolto
all’ufficio anagrafe competente. Ed è lì che ha scoperto la verità: “Non
risultano pubblicazioni, né atti di matrimonio”, gli hanno risposto gli
impiegati. Una circostanza impossibile per una celebrazione civile legittima.
A quel punto l’ufficio comunale ha allertato i carabinieri, che hanno
identificato la coppia e li hanno convocati per chiarire la situazione. È stato
allora che lo sposo – residente come la compagna in provincia di Varese,
professionista qualificato e ignaro di tutto – ha appreso ciò che nessuno
avrebbe immaginato: la donna era già unita in matrimonio con un altro uomo. Non
si trattava di un equivoco burocratico, ma di una vera e propria doppia vita.
Secondo la ricostruzione riportata da Il Messaggero, la donna non aveva mai
rivelato al compagno la sua situazione matrimoniale, riuscendo a nasconderla
fino al momento in cui la richiesta di sposarsi non le ha più permesso di
sottrarsi. Da qui l’organizzazione di una finta cerimonia civile: celebrante non
ufficiale, nessuna pubblicazione, nessun atto registrato. Solo un rito scenico,
con tanto di invitati, location prestigiosa e simbolismi nuziali, per non
confessare la verità. Ora la vicenda è nelle mani dei carabinieri, che stanno
verificando i possibili reati legati alla simulazione di un matrimonio e
all’inganno compiuto. Un’informativa verrà trasmessa alla Procura per stabilire
eventuali responsabilità penali.
L'articolo “La sposa era già sposata e lui non ne sapeva nulla”: la scoperta
choc del testimone, ecco come ha intuito che il matrimonio da sogno a Como era
una farsa proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Sono tagliato fuori dalla tecnologia dentro il mio corpo, ed è tutta colpa
mia“. Zi Teng Wang, prestigiatore e scienziato cinese, si è fatto impiantare un
chip RFID nella mano per alcuni trucchi di magia. La mossa a sorpresa si è
rivelata controproducente. Wang, infatti, ha scordato la password del chip. Come
raccontato su Facebook, il ragazzo aveva studiato un trucco per stupire la
platea: controllare il telefono di uno spettatore tramite l’oggetto metallico.
“È venuto fuori che premere ripetutamente il telefono di qualcun altro sulla mia
mano, cercando di capire dove si trova il lettore Rfid del loro telefono, non è
poi così misterioso, magico e sorprendente” ha dichiarato il prestigiatore sui
social che ha aggiunto: “Usare il mio telefono per la scansione non ha lo stesso
effetto per ovvie ragioni”. Oltre il danno, dunque, la beffa.
IL PIANO B (INUTILE)
Zi Teng Wang è stato costretto a reinventare il chip per dare un senso
all’operazione chirurgica. “L’ho riscritto affinché contenesse un indirizzo
bitcoin ma non ha mai funzionato” ha raccontato il ragazzo. Oltre a questo
tentativo fallimentare, Wang ha riscritto il microchip per farlo diventare il
collegamento web a un meme. “Qualche anno fa quel link al sito al sito «Imgur» è
scomparso” ha detto il cinese che ha poi svelato di aver tentato una terza
riscrittura senza successo. Wang infatti non ha potuto accedere a chip perché ha
dimenticato la password.
LA SOLUZIONE
Sempre nel suo post su Facebook, il mago-scienziato ha scritto di aver
contattato amici informatici che gli hanno fornito una soluzione: “L’unico modo
per sbloccarlo sarebbe allacciarsi addosso un lettore Rfid per giorni o
settimane, provando a forzarlo con ogni combinazione possibile“. Certo, non il
metodo più semplice al quale si possa ricorrere. Zi Teng Wang ha comunque colto
l’unico aspetto positivo di questa vicenda: “Almeno il link di Imgur ha
ricominciato a funzionare“.
L'articolo “Mi sono fatto impiantare un chip nella mano per fare trucchi di
magia ma ho dimenticato la password”: la storia del mago-scienziato Zi Teng Wang
proviene da Il Fatto Quotidiano.
All’aeroporto di Bari è stato smarrito un orsacchiotto. La notizia arriva da
Facebook, dove la pagina social dello scalo ha postato una foto alla ricerca del
proprietario del peluche. “Oggi, accanto al nostro grande albero di Natale,
abbiamo trovato un piccolo amico che sembra essersi perso” si legge. Tra gli
utenti è iniziata la ricerca del proprietario del giocattolo: “Immaginiamo una
manina che lo stringeva forte prima di un viaggio, una corsa tra gli imbarchi,
un check in all’ultimo secondo, un attimo di distrazione e lui è rimasto qui, da
solo“, queste le parole che si leggono sotto la foto dell’orsacchiotto.
L’APPELLO SOCIAL
L’aeroporto di Bari si è appellato ai viaggiatori e agli utenti sui social: “Se
riconoscete questo orsacchiotto, o pensate che possa appartenere a un piccolo
viaggiatore, vi invitiamo a contattarci. Vogliamo davvero che possa
riabbracciare presto la sua famiglia“. Il Natale è una festa da passare in
famiglia o, quantomeno, in compagnia. “Aiutateci a farlo tornare tra le braccia
giuste” ha aggiunto la pagina social dello scalo intitolato all’ex pontefice
Karol Wojtyla “perché a Natale, nessuno dovrebbe restare solo”.
La pagina ha invitato la famiglia del bimbo che ha perso l’orsacchiotto a
scrivere alla mail ufficiostampa@aeroportidipuglia.it, casella di posta
elettronica valida per chiunque sappia indicare chi ha smarrito il giocattolo.
L'articolo “Immaginiamo una manina che lo stringeva forte. Aiutateci a farlo
tornare tra le braccia giuste”: l’appello per riportare a casa l’orsacchiotto di
peluche perso in aeroporto proviene da Il Fatto Quotidiano.