Condanna a una pena di 11 anni e 6 mesi per il ragazzino, all’epoca dei fatti
minorenne, che era accusato dell’omicidio di Fallou Sall (nella foto), il 16enne
ucciso a coltellate il 4 settembre del 2024, in via Piave, dopo che era
intervenuto in difesa di un amico. È la sentenza emessa dal collegio di giudici,
presieduto dalla presidente del Tribunale per i minori di Bologna, Gabriella
Tomai. La vittima voleva aiutare un amico, un 17enne bengalese che aveva avuto
alcuni screzi con l’imputato.
Il minore rispondeva anche del tentato omicidio dell’amico di Fallou, reato
derubricato in lesioni gravi e del porto abusivo di un coltello. La Procura
aveva chiesto una pena totale di 21 anni. Il processo, che era cominciato il 21
maggio, si è svolto con rito ordinario. I giudici hanno emesso il verdetto dopo
tre ore di camera di consiglio. Il legale del minore imputato, avvocato Pietro
Gabriele, aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato,
invocando la legittima difesa. All’uscita dall’udienza ha detto che valuterà
l’appello dopo le motivazioni, che saranno disponibili entro 90 giorni.
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condannato a 11 anni e 6 mesi a Bologna proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Ora si indaga per omicidio. L’ipotesi di reato è stata formulata dopo la
conclusione dell’autopsia del corpo di Diana Canevarolo, la donna di 49 anni che
era stata ritrovata gravemente ferita nel cortile della sua abitazione a Torri
di Quartesolo, in provincia di Vicenza. L’autopsia è stata effettuata
all’ospedale di Vicenza ed è durata oltre sei ore. Secondo le prime
indiscrezioni, è stata scartata l’ipotesi di caduta accidentale come hanno
confermato il figlio della vittima e il legale del marito.
La donna è stata trovata senza vita la settimana scorsa e la Procura di Vicenza
aveva disposto l’autopsia del cadavere. Sul corpo alcune ferite, di cui una
ampia sulla parte sinistra del cranio. Non si esclude nessuna pista, ma l’esito
dell’autopsia ha indirizzato gli inquirenti verso l’ipotesi di un delitto
causato dalla violenta aggressione.
Gli investigatori hanno raccolte le testimonianze di familiari e amici. Al
vaglio anche le tracce di sangue che sarebbero state trovate vicino a una
panchina a circa un metro e mezzo dal corpo. La casa, come riportano i media
locali, è stata sequestrata e sarà probabilmente oggetto di un nuovo sopralluogo
degli esperti della Scientifica. Verranno passate al setaccio anche le immagini
dei filmati delle telecamere di sorveglianza distribuite nella zona, per
verificare la presenza di estranei o sospetti nella zona in cui poi è stata
trovata la 49enne in una pozza di sangue.
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l’autopsia scartata l’ipotesi di un incidente proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un finale tragico per il cantante lirico statunitense Jubilant Sykes,
protagonista sui palchi più prestigiosi del mondo, che vantava anche una
nomination ai Grammy. Il baritono è stato ucciso a coltellate nella serata di
lunedì 8 dicembre nella sua abitazione di Santa Monica, in California. Aveva 71
anni. In custodia si trova il figlio, Micah Sykes, 31 anni, individuato sul
posto dagli agenti della polizia e arrestato come principale sospettato.
Secondo quanto comunicato dal Dipartimento di Polizia di Santa Monica, come
riportano i media Usa, gli agenti sono intervenuti intorno alle ore 21:20, dopo
una chiamata al 911 che segnalava un’aggressione in corso all’interno
dell’abitazione. “Gli agenti sono arrivati rapidamente e sono stati condotti dal
segnalante all’interno della casa”, recita la nota ufficiale.
“All’interno hanno trovato un uomo di 71 anni, identificato come Jubilant Sykes,
con ferite gravi compatibili con un accoltellamento”. Il figlio della vittima si
trovava ancora nell’abitazione ed è stato arrestato senza incidenti. Sykes è
stato dichiarato morto sul posto dal personale dei vigili del fuoco. Il figlio
sarà formalmente incriminato per omicidio, in attesa delle valutazioni della
Procura della Contea di Los Angeles.
Nato e cresciuto a Los Angeles, Jubilant Sykes aveva iniziato la carriera lirica
distinguendosi per una voce duttile che lo aveva portato in luoghi simbolo della
musica mondiale: il Metropolitan Opera, il Carnegie Hall, il Kennedy Center,
l’Apollo Theater e l’Hollywood Bowl. Nel corso della sua lunga carriera, il
tenore aveva collaborato con artisti di primo piano come Julie Andrews, Renée
Fleming, Josh Groban, Carlos Santana, Brian Wilson, Patrice Rushen e Terence
Blanchard, costruendo un repertorio che spaziava dalla musica classica al
gospel, dal jazz al contemporaneo.
La nomination ai Grammy Awards era arrivata nel 2010, grazie al suo contributo
nella registrazione di Mass di Leonard Bernstein. Sykes aveva inoltre esplorato
il mondo del cinema e della televisione, apparendo in produzioni come “Freedom”
(2014) di Peter Cousens e “The Descent” (2023) di Matt Green.
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baritono. La polizia: “È il principale sospettato. Si trovava dentro casa e non
ha opposto resistenza” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Uccide la nonna a martellate, ferisce il compagno della madre e poi tenta la
fuga a Roma. Sabato mattina, in zona Ostiense, la polizia ha fermato un uomo di
30 anni accusato dell’omicidio di sua nonna di 80 anni.
Il fatto è avvenuto in un appartamento di via Giuseppe Molteni, ad Acilia:
l’anziana signora è stata uccisa a martellate al culmine della lite in cui è
stato ferito anche il compagno della madre del trentenne, trasportato in codice
giallo all’ospedale Grassi a Ostia.
Uscito dall’appartamento, l’uomo avrebbe preso un treno per Roma. A lanciare
l’allarme sono stati i vicini di casa, che hanno chiamato la polizia. Gli agenti
lo hanno individuato grazie alla geolocalizzazione del telefono e lo hanno
arrestato sul viale Giustiniano Imperatore, in zona Ostiense.
L'articolo Uccide la nonna a martellate dopo una lite in casa: la polizia
arresta un 30enne a Roma proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un litigio in casa è finito nel peggiore dei modi possibili. Nella scorsa notte,
un uomo di 35 anni è stato ucciso al culmine di una violenta lite in un
appartamento di via Gabriele d’Annunzio, a Salerno. Stando alla prima
ricostruzione fornita dalle indagini, la vittima si trovava nell’abitazione
quando è scattato un litigio con il proprietario di casa, Luca Fedele.
Tra i due è nata una violenza colluttazione durante la quale il 35enne è stato
colpito con un pugno, è caduto ed è morto. Ancora non è chiaro se il decesso sia
avvenuto a causa del colpo oppure della caduta. I carabinieri hanno arrestato il
proprietario di casa con l’accusa di omicidio preterintenzionale, e stanno
lavorando per trovare il movente della lite che ha portato alla morte dell’uomo.
L'articolo Uomo di 35 anni ucciso in una lite a Salerno: i carabinieri arrestano
il proprietario di casa proviene da Il Fatto Quotidiano.
Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Vito Mezzalira, di 66 anni, ex
dipendente di Poste italiane, scomparso nell’estate 2019: sono suoi i resti
rinvenuti, a inizio mese, nel giardino della sua casa a Sdraussina, frazione di
Sagrado (Gorizia), dove viveva una volta andato in pensione. La corrispondenza,
come riporta Il Piccolo, è stata stabilita dalle impronte di denti e mandibola.
Sarà, però, l’autopsia, il cui incarico sarà conferito il 16 dicembre, a
ufficializzare l’identità.
Per la sua scomparsa sono indagati la ex convivente, Mariuccia Orlando, il
fratellastro di lei, Moreno Redivo, e il figlio della donna, Andrea Piscanec. I
tre indagati devono rispondere dell’ipotesi di reato di concorso in omicidio
volontario, concorso in sottrazione di cadavere e truffa aggravata e continuata,
in questo caso per il ritiro della pensione di Mezzalira anche dopo la sua
scomparsa.
L’esame autoptico sarà effettuato, su ordine della Procura, dal direttore della
Medicina legale dell’Università di Trieste, Stefano D’Errico, e da Manuel
Gianvalerio Belgrano, direttore della Struttura complessa di Radiologia
dell’Azienda sanitaria giuliano isontina di Trieste. Alla scoperta del cadavere
si era giunti analizzando le immagini satellitari di Google Earth che avevano
rivelato l’esistenza, nel 2019, di un pozzo, successivamente sigillato con il
cemento, sul retro dell’abitazione.
L'articolo Ex postino scomparso a Gorizia, le ossa trovate in giardino sono le
sue proviene da Il Fatto Quotidiano.
A un mese dal crollo della Torre dei Conti, uno dei simboli monumentali
dell’area dei Fori Imperiali, l’indagine della procura di Roma ha un primo punto
fermo. Gli inquirenti hanno iscritto quattro persone nel registro degli
indagati: tre architetti – tra cui il responsabile tecnico del progetto – e un
ingegnere. Sotto le macerie rimase l’operaio Octav Stroici, 66 anni, morto in
ospedale dopo essere stato estratto dall’incessante lavoro dei vigili del fuoco.
Gli indagati dovranno ora garantire la loro presenza alle attività tecniche
irripetibili, un passaggio necessario alla luce dell’intenzione dei pm di
procedere verso una forma di incidente probatorio. Le ipotesi di reato al vaglio
sono disastro colposo e omicidio colposo.
LE VERIFICHE SULLE MACERIE
La Procura ha affidato ai carabinieri i rilievi tecnici, con particolare
attenzione all’analisi delle macerie e alla ricostruzione puntuale della
dinamica del crollo. L’obiettivo è verificare se vi sia stata una mancata o
insufficiente valutazione della stabilità strutturale dell’edificio, sottoposto
a lavori di restauro. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno effettuato un
nuovo sopralluogo nell’area del cantiere, rimuovendo parte dei sigilli per
consentire l’avvio della complessa messa in sicurezza. Una porzione della
struttura è stata dissequestrata così da permettere ai vigili del fuoco di
intervenire sulle zone più instabili, liberare i detriti pericolanti e
installare sensori di monitoraggio delle murature.
APPALTI, DOCUMENTI E CONSULENZE
Parallelamente, la Procura ha acquisito la documentazione relativa alla gara
d’appalto e la relazione del 30 maggio scorso elaborata da una società
incaricata della sicurezza, che aveva certificato la stabilità della Torre dei
Conti. I magistrati hanno inoltre conferito una consulenza tecnica di 90 giorni
a un team di ingegneri strutturisti per valutare se il tipo di intervento in
corso fosse adeguato alla natura storica e alle criticità dell’edificio. A
supporto dell’indagine anche le testimonianze degli operai presenti al momento
del crollo e i risultati dell’autopsia su Stroici. L’uomo, cittadino romeno, è
deceduto per trauma da schiacciamento dopo essere rimasto intrappolato per circa
undici ore sotto le macerie.
L'articolo “Mancata valutazione sulla tenuta strutturale”, l’ipotesi dei pm per
il crollo della Torre dei Conti: quattro indagati proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Luigi Mangione, imputato per l’assassinio del Ceo di United HealthCare Brain
Thompson, è tornato in tribunale a New York per la prima delle tre udienze in
cui i suoi avvocati intendono chiedere al giudice di annullare alcune prove.
Mangione è sotto processo a New York e rischia il carcere a vita. È anche
imputato a livello federale e in quel processo, che prenderà il via il 9
gennaio, rischia la pena di morte. C’è poi un terzo procedimento che lo riguarda
in Pennsylvania ma che ancora non ha una data di inizio.
Come già accaduto per il suo arresto però l’onda mediatica attorno a Mangione
non si è spenta. Il viso da bravo ragazzo e l’aurea di potenziale assassino ha
“affascinato” migliaia di donne e uomini. Il risultato? C’è gente che è rimasta
fuori dall’aula del tribunale tutto il giorno per poi urlare “Free Luigi” tutto
il tempo del dibattimento in aula, l’imputato ha anche ricevuto migliaia di
lettere di appoggio da tutto il mondo, ma non solo. In tasca a Mangione sono
finiti ben 1,34 milioni di dollari, tra le svariate raccolte fondi per poter
sostenere le parcelle degli avvocati che dovranno cercare di evitargli
quantomeno l’ergastolo.
Originario di Baltimora e laureato alla University of Pennsylvania, il 27enne
Mangione è accusato di ucciso Thompson, 50 anni e padre di due figli, il 4
dicembre 2024 all’esterno dell’hotel Hilton nel cuore di Manhattan dove il Ceo
avrebbe dovuto partecipare quella stessa mattina a una conferenza con gli
azionisti.
I legali del giovane chiedono alla corte di escludere le prove raccolte durante
il suo arresto in un McDonald’s della Pennsylvania cinque giorni dopo
l’omicidio. Le prove comprendono il materiale trovato in uno zaino —
tra cui la presunta arma del delitto, una pistola stampata in 3d, e i suoi diari
— e le dichiarazioni rilasciate alla polizia prima che gli venissero
letti i suoi diritti. Le udienze dovrebbero proseguire per diversi giorni, con
una pausa prevista per mercoledì.
Esistono tre diversi tipi di udienze per l’esclusione delle prove. Due di queste
sono attese questa settimana: la prima relativa agli oggetti trovati nello zaino
e l’altra per determinare se una confessione o altre dichiarazioni fatte alle
forze dell’ordine siano ammissibili.
L'articolo Fan adoranti fuori dal tribunale, donazioni per 1.34 milioni di
dollari, lettere di solidarietà: Luigi Mangione accolto come una star in aula.
Rischia la pena di morte proviene da Il Fatto Quotidiano.
La Corte d’assise d’appello di Sassari ha confermato la condanna all’ergastolo
per Davide Iannelli, 55 anni, riconosciuto colpevole dell’omicidio del suo
vicino di casa, Tony Cozzolino (nella foto), avvenuto tre anni fa a Olbia. Anche
in secondo grado i giudici, presieduti da Salvatore Marinaro, hanno ritenuto
sussistente l’aggravante della crudeltà, rigettando integralmente le richieste
della difesa.
I legali di Iannelli, Abele e Cristina Cherchi, avevano tentato di ottenere una
riduzione della pena sostenendo la tesi della legittima difesa e chiedendo la
riqualificazione del fatto da omicidio volontario a preterintenzionale. Una
linea che mirava anche all’esclusione dell’aggravante contestata. “Aspettiamo i
90 giorni per il deposito degli atti, ma certamente faremo ricorso in
Cassazione”, ha dichiarato all’Ansa l’avvocata Cristina Cherchi. “A nostro
avviso l’aggravante della crudeltà non sussiste. Il nostro assistito ha reso
dichiarazioni spontanee, ribadendo di non aver voluto uccidere Cozzolino e di
non essersi aspettato un esito così tragico”.
Secondo quanto ricostruito durante il processo, l’11 marzo 2022 Iannelli arrivò
in auto davanti al condominio di via Petta, dove entrambi vivevano e dove i
rapporti tra i due erano ormai compromessi da tempo. Scese dal veicolo, si
avvicinò a Cozzolino mentre camminava sul marciapiede e gli versò addosso della
benzina contenuta in una bottiglia, per poi appiccare il fuoco con un accendino.
Subito dopo risalì in macchina e si allontanò.
Cozzolino, avvolto dalle fiamme come una “torcia umana”, riuscì a trascinarsi
fino a un autobus fermo a poca distanza. L’autista del mezzo riuscì a
intervenire con un estintore, spegnendo il fuoco e prestando i primi soccorsi.
Le ustioni, che avevano colpito il 42% del corpo – in particolare volto, braccia
e tronco – si rivelarono però devastanti: l’uomo morì in ospedale dieci giorni
più tardi, dopo un’agonia che la Corte ha ritenuto elemento determinante per
confermare l’aggravante di crudeltà.
L'articolo Diede fuoco a vicino, ergastolo anche in appello per Davide Iannelli:
confermata l’aggravante della crudeltà proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un appartamento pieno di opere d’arte e libri. È il contesto in cui i
carabinieri hanno trovato, domenica 30 novembre, i corpi di Franco Giorgi, 74
anni, antiquario, e della moglie Gianna Di Nardo, 68, pensionata. Il
ritrovamento è avvenuto nell’abitazione di via Giampaolo Orsini, nel quartiere
di Gavinana. A scoprire i due coniugi è stato il figlio, Tommaso, 35 anni,
entrato in casa intorno alle 14.30 dopo che i genitori non rispondevano al
telefono. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente, ma non è stato
possibile intervenire.
LA PRIMA IPOTESI
Secondo una ricostruzione preliminare, Giorgi avrebbe colpito la moglie con un
coltello da cucina per poi togliersi la vita. La Procura, con la procuratrice
Rosa Volpe e il pm Alessandro Piscitelli, considera questa l’ipotesi principale,
ma non definitiva. La presenza di sangue in più stanze dell’appartamento
richiede ulteriori verifiche sulla dinamica. Non risultano effrazioni né mancano
oggetti di valore, ma gli investigatori non escludono completamente la
possibilità di un coinvolgimento esterno. Un coltello compatibile con le ferite
è stato sequestrato. Le autopsie, che saranno eseguite nei prossimi giorni
all’Istituto di Medicina Legale di Careggi, dovranno chiarire tempi e modalità
delle lesioni.
LE TESTIMONIANZE
Alcuni familiari hanno riferito che Giorgi stava attraversando un periodo di
fragilità psicologica. Gli inquirenti precisano che tali informazioni non sono
sufficienti, da sole, a confermare la pista dell’omicidio-suicidio. I vicini
descrivono i coniugi come persone conosciute nel quartiere, presenti nella vita
quotidiana della zona. Il figlio è stato ascoltato dai carabinieri subito dopo
il ritrovamento. Giorgi proveniva da una famiglia storica di antiquari
fiorentini e aveva portato avanti l’attività di famiglia, fondata nel 1853. Nel
corso della sua carriera si era occupato di valutazioni e stime di opere d’arte,
collaborando anche con tribunali e istituzioni. Aveva lavorato come consulente
nella vendita allo Stato dello Stemma Martelli di Donatello.
LE INDAGINI
I carabinieri stanno acquisendo le immagini delle telecamere presenti nell’area
per verificare eventuali movimenti anomali. Sono previste ulteriori audizioni,
compresa quella del medico curante della coppia.
L'articolo Antiquario e sua moglie trovati morti in casa a Firenze: ipotesi
omicidio suicidio, sequestrato un coltello proviene da Il Fatto Quotidiano.