Attacchi alla sinistra e anche all’ex premier Romano Prodi. Giorgia Meloni dal
palco del comizio a Padova a sostegno del leghista Alberto Stefani, candidato
del centrodestra come presidente del Veneto, ne ha per tutti. “La sinistra non
vince le elezioni perché ha voltato le spalle all’Italia”, lo ha detto “Prodi, e
se lo dice lui che sul voltare le spalle all’Italia ha una cattedra
all’università chi siamo noi per smentirlo?”, ha detto Meloni. “Anche qui
L'articolo Meloni: “Per Prodi la sinistra non vince perché ha voltato le spalle
all’Italia? Lui ha una cattedra all’università su questo” proviene da Il Fatto
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Tag - Romano Prodi
di Pietro Francesco Maria de Sarlo
Volete sapere come andranno le prossime elezioni politiche in Italia? Non c’è
bisogno di aspettare il 2027, basta vedere i movimenti dei centristi del Pd per
capire che il campo largo sarà guardato con enorme diffidenza dagli elettori di
sinistra e del M5S che non votano più e senza un loro coinvolgimento la
sconfitta è certa.
A Milano si sono visti Guerini, Picierno, Gori e Quartapelle. A Montepulciano
complotteranno Franceschini, Speranza e Orlando. Tutti nomi da far scomparire la
residua voglia di andare a votare. A metterci il carico sulle aspettative di un
nuovo centrismo egemone nella Ditta è Prodi. Nella puntata del 25 ottobre di
Otto e mezzo Gruber e Palmerini gli hanno chiesto cosa ne pensasse della manovra
finanziaria di Giorgetti-Meloni. Tra un borbottio e un altro si capisce
chiaramente che la manovra piace all’ex leader dell’Ulivo. È nel solco di
Draghi, e delle politiche fatte nel corso della seconda Repubblica sotto la
supremazia politica e culturale dei centristi Pd con l’unica soluzione di
continuità del Conte I e II.
C’è visibile la nostalgia di quando il Pd spiegava ai militanti che per
prosperare occorreva sposare le politiche liberiste fatte di tagli alla sanità,
alle pensioni, alla spesa pubblica liberando lo Stato da società partecipate,
immobili e persino dalla gestione dei beni comuni come l’acqua. Qualcuno ci è
diventato ricco. Colannino comprava Tim a debito lasciati sul groppone della
società derivante dalla fusione tra acquirente e acquisito, i Benetton hanno
goduto della rendita garantita da autostrade e nella sanità è fiorita quella
privata.
Qualche rinuncia al parlamentarismo andava fatta perché la grandezza dei piani
della Bce di Draghi, da fare per decreto legge, e poi attuati da Monti non
potevano essere discussi. Come se l’economia fosse una scienza esatta e non una
scienza sociale e quindi discutibile. E come se le finanziarie non spostassero
ricchezza o sacrifici tra le classi sociali del Paese. Per tutta la Seconda
Repubblica il prezzo è stato sempre pagato dai soliti noti.
Una fede cieca nelle teorie neoliberiste tanto da auspicare l’intervento del Mes
anche in Italia, dopo il massacro della Troika in Grecia e come se il Mes non
fosse uno strumento politicamente tossico. Il Mes voluto solo dai tedeschi per
esercitare il protettorato sul resto dell’Europa tanto auspicato da Prodi e in
specie sull’Italia. La famosa Europa a trazione tedesca nella convinzione che
invece che fare i propri interessi la Germania facesse quelli italiani. Chissà
in base a quali farneticazioni.
Sempre per favorire la democrazia in Europa il Pd propone l’abolizione
dell’unanimità. Come se non ci fosse stata la Grecia e come se la Ue fosse piena
di decisioni sagge e profittevoli per la pace e lo sviluppo. E come se la
Germania non si stesse pericolosamente riarmando e come se grazie ai paesi
dell’Est, suoi vassalli, non domini e senza alcun contrasto la politica europee
già ora. Persino Meloni appare più dignitosa dell’asservimento totale di Prodi e
del Pd a Francia e Germania, anche con le penose leadership di Macron e Merz.
Insomma in politica economica e politica estera, Ucraina e Palestina, il governo
Meloni pare persino meno a destra del Pd. E nella ipotesi improbabile di
vittoria il Pd inizierebbe a chiedere il Mes sin dal primo giorno. E così a Otto
e mezzo Palmerini e Gruber hanno chiesto stupite a Prodi: come mai se Meloni fa
le stesse politiche del Pd non perde voti e il Pd sì?
Veramente stupefacente! La domanda giusta è: perché mai gli elettori di
sinistra, che ormai si astengono in massa, dovrebbero votare il Pd che fa
politiche di destra? Se la scelta è tra destra e destra perché votare?
Scordatevi che il campo largo possa vincere con i centristi che invece di far
dimenticare la propria esistenza faranno tenere gli elettori alla larga dal
campo largo.
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