E’ per spingersi sempre oltre nella ricerca dell’essenziale che Dacia ha scelto
la Dakar e il Mondiale FIA di Rally-Raid come proprio laboratorio a cielo
aperto. Il progetto Sandrider, sviluppato a partire dalla concept Manifesto e
costruito insieme alle competenze sportive del Renault Group e ai tecnici di
Prodrive, entra ora in una fase ancora più ambiziosa: dal 2026 il team schiererà
quattro vetture nella categoria Ultimate T1+.
La novità è l’arrivo di Lucas Moraes e del copilota Dennis Zenz, che dal 2026
affiancheranno gli equipaggi formati da Nasser Al-Attiyah / Fabian Lurquin,
Sébastien Loeb / Édouard Boulanger e Cristina Gutiérrez / Pablo Moreno. Una
mossa che porta i Dacia Sandriders sullo stesso piano numerico dei principali
costruttori impegnati nel rally-raid e che risponde a una logica precisa,
spiegata dalla team principal Tiphanie Isnard: “in un campionato regolato dal
Balance of Performance, dove le vittorie si decidono sui secondi e non più sui
minuti, avere quattro auto in gara è diventato un requisito per poter puntare
davvero al titolo”.
Il profilo sportivo dei nuovi arrivati è in linea con le ambizioni del team. Il
trentacinquenne brasiliano Lucas Moraes è salito subito sul podio alla sua prima
Dakar nel 2023, ha chiuso la stagione successiva al terzo posto nel Mondiale
Rally-Raid e nel 2025 ha centrato la sua prima vittoria iridata al Rally-Raid
Portugal, raccogliendo altri podi ad Abu Dhabi e in Sudafrica. Il coetaneo
tedesco Dennis Zenz, dal canto suo, ha guidato Seth Quintero al secondo posto di
categoria alla Dakar 2023, ripetendosi con ulteriori piazzamenti sul podio
all’Abu Dhabi Desert Challenge 2024 e 2025.
Per Dacia, però, non si tratta solo di allargare la formazione. La Sandrider che
affronterà la Dakar 2026 porta con sé un pacchetto di evoluzioni mirato a
ridurre il peso, migliorare l’efficienza del raffreddamento e aumentare
affidabilità e comfort dell’equipaggio. I pannelli di carrozzeria sono stati
alleggeriti, la sezione posteriore ridisegnata, l’aspirazione dell’aria è stata
rivista con una presa snorkel corta dedicata alla Dakar e una nuova posizione
della scatola filtro. Il sistema di raffreddamento beneficia di una griglia del
radiatore posteriore ridisegnata, di ventole più performanti e di un’unità DC-DC
raffreddata a liquido per non dipendere solo dal flusso d’aria esterno.
Sul fronte dinamico, il telaio guadagna bracci superiori rinforzati, un nuovo
albero di trasmissione anteriore e un torquemeter aggiornato con limitatore di
coppia per evitare sovraccarichi, mentre nuove bielle omologate FIA puntano a
una maggiore robustezza del motore. L’elettronica motore è stata ricalibrata per
ottimizzare l’erogazione entro i limiti imposti dal regolamento e ridurre il
rischio di sovrapotenza. Migliorano anche visibilità e sicurezza, con fari LED
potenziati, la rimozione di alcuni elementi che ostacolavano la visuale tra
cofano e lama e l’introduzione di una bandierina di sicurezza dedicata alle
tappe sulle dune. A bordo debutta inoltre un sistema di telecamere per l’analisi
delle prestazioni e, per le condizioni più estreme, un impianto opzionale di
raffreddamento del casco.
Il calendario W2RC 2026 conferma la dimensione globale dell’impegno: dopo la
Dakar in Arabia Saudita (3-17 gennaio), il Rally-Raid Portugal (17-22 marzo), il
Desafío Ruta 40 in Argentina (24-29 maggio), il Rally del Marocco (28
settembre-3 ottobre) e l’Abu Dhabi Desert Challenge (22-27 novembre) scandiranno
un’annata in cui i Dacia Sandriders puntano a lottare non solo per la Dakar, ma
anche per i titoli Pilota, Navigatore e Costruttori.
L'articolo Dacia rilancia, quattro Sandrider al via della Dakar 2026 per sfidare
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