“Bisogna riuscire a fare una fiction sulla polizia penitenziaria vera, non mare
dentro, mare fuori, mare di fianco con i comandanti falsi”, queste le parole
pronunciate di Pino Insegno. Un riferimento chiaro alla serie di successo del
servizio pubblico, in onda dal 2020 su RaiPlay e Rai2, ambientata in un carcere
minorile a Napoli. È il quotidiano “Domani” a raccontare la partecipazione del
conduttore di “Reazione a Catena“, amico della presidente del Consiglio Giorgia
Meloni, alla due giorni organizzata dall’università di Chieti, dal ministero
della Giustizia e dalla scuola di specializzazione Piersanti Mattarella: “Scuola
guidata da Antonio Fullone, alla sua prima uscita da quando è stato nominato a
capo della formazione, principale imputato nel maxi processo per le violenze nel
carcere di Santa Maria Capua Vetere”, ricorda il giornalista Nello Trocchia.
Insegno durante il seminario, che ha visto coinvolti 61 funzionari del Corpo in
formazione e 42 Allievi Vice Ispettori, non solo ha bocciato la serie Rai ma ha
rilanciato, appunto, l’idea di una serie tv dedicata agli agenti penitenziari:
“Raccontare la storia umana di chi c’è dietro il vostro mondo, far dire con
gioia ai vostri figli che tipo di lavoro fate, non riescono a dirlo, non lo
sanno raccontare. Bisogna far capire chi siete veramente, non siete secondini,
non aprite e chiudete le carceri come San Pietro, ma lavorate quotidianamente in
cattività, chiusi”, ha detto il presentatore nel suo intervento a sorpresa.
“Sarò sempre con voi, con grande affetto, mi incastrano volentieri, anche nei
corsi, riusciremo a incontrarci”, ha concluso poco dopo. Insegno è da tempo
legato alla polizia penitenziaria: “Nel curriculum lo evidenzia con orgoglio
‘formatore presso il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria’. Molti ne
apprezzano l’impegno, qualcuno storce il naso“, aggiunge Domani. Il quotidiano
ricorda infatti l’amicizia con il narco-ultrà Fabrizio “Diabolik” Piscitelli,
ucciso il 7 agosto 2019 nel parco degli Acquedotti a Roma. Aveva fatto discutere
la notizia secondo cui Insegno avrebbe fornito al criminale il numero
dell’attrice e regista Michela Andreozzi, finita nel mirino per una battuta
sulla Lazio che le era costata una campagna d’odio social.
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vera, non mare dentro, mare fuori, mare di fianco con i comandanti falsi”: Pino
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