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Ex eurodeputato fedelissimo di Farage condannato a 10 anni: “Pagato per dichiarazioni a vantaggio di interessi russi in Ucraina”
Condannato a 10 anni di carcere dopo aver ammesso di aver preso tangenti per fare dichiarazioni filo-russe sia al Parlamento europeo che ai media ucraini. La sentenza che inchioda Nathan Gill, 52 anni, ex leader di Reform Uk in Galles – il partito di Nigel Farage oggi in testa ai sondaggi britannici – apre uno squarcio sulle attività della propaganda di Mosca che hanno fatto breccia in Occidente. La giudice Bobbie Cheema-Grubb, pronunciando la sentenza all’Old Bailey, la Corte penale di Londra, ha rimarcato il fatto che Gill “ha abusato di una posizione di notevole autorità e fiducia” per “ottenere un guadagno finanziario e politico”. L’ex eurodeputato aveva ricevuto almeno 40.000 sterline in contanti e si era offerto di presentare ai suoi contatti filo-russi altri eurodeputati del Regno Unito, affinché venissero corrotti. Per la giudice, il danno inflitto dal comportamento di Gill è stato “profondo” e ha avuto un effetto negativo sulla fiducia del pubblico in un’istituzione importante per “decine di milioni di persone”. Non si è trattato poi di un “incidente isolato” ma di “azioni persistenti”. L’attività illecita è racchiusa in un periodo tra dicembre 2018 e luglio 2019. Gill lo scorso settembre si era dichiarato colpevole di otto capi d’imputazione per corruzione. Si tratta di un colpo non indifferente per la corrente populista inglese: Gill era uno della vecchia guardia di Farage, tanto da vestire la carica di eurodeputato con l’Ukip e con il Brexit Party per poi diventare capo di Reform Uk in Galles, fino alle dimissioni nel 2021. L’inchiesta è stata seguita dal reparto antiterrorismo e dal procuratore Mark Heywood KC, che hanno svelato i rapporti tra l’eurodeputato e l’ucraino Oleg Voloshyn: quest’ultimo è stato un funzionario di governo con il primo ministro Viktor Yanucovich e nel 2023 è stato accusato di tradimento dal governo di Kiev per “aver promosso la leadership politico-militare della Federazione russa in attività sovversive contro l’Ucraina”. Per la giudice Bobbie Cheema-Grubb, Voloshyn ha avuto un ruolo centrale nel pagare tangenti all’eurodeputato per conto di Viktor Medvedchuk, descritto dal magistrato come “amico intimo di Vladimir Putin”. “Il signor Voloshyn ha sollecitato la vostra partecipazione a dichiarazioni al Parlamento europeo e sui media, per le quali avete ricevuto un compenso. Le dichiarazioni hanno fornito narrazioni vantaggiose per gli interessi russi in Ucraina. Quello è stato un periodo di notevole agitazione in Ucraina, e un preludio all’invasione russa su vasta scala del 2022”. La giudice ha anche ricordato a Gill: “Il 12 dicembre 2018, lei ha pronunciato un discorso parlamentare, criticando le presunte pratiche antidemocratiche dell’Ucraina e la soppressione della libertà di stampa. Ironicamente, il suo discorso è stato meticolosamente scritto da Voloshyn e lei è stato ricompensato per la sua divulgazione letterale. Inoltre, lei ha condiviso un video del discorso con Voloshyn, che ha elogiato la sua oratoria e lei ha risposto: ‘V dovrebbe essere soddisfatto di questo 3 volte di più di quanto pensasse’, alludendo a Victor Medvedchuk”. Il 13 settembre 2021, Gill fu fermato dalla polizia all’aeroporto di Manchester secondo le disposizioni normative del Counter Terrorism and Borders Security Act 2019. I suoi rapporti di interesse con i filo-russi sono emersi anche da una serie di messaggi su WhatsApp. Gill quel giorno stava per imbarcarsi su un volo per la Russia dove avrebbe svolto il ruolo di osservatore durante una tornata elettorale. L'articolo Ex eurodeputato fedelissimo di Farage condannato a 10 anni: “Pagato per dichiarazioni a vantaggio di interessi russi in Ucraina” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Quando Farage (Reform Uk) da adolescente diceva: “Hitler aveva ragione”. L’inchiesta del Guardian
“Si avvicinava furtivamente e ringhiava: “Htler aveva ragione”. In altre occasioni affermava “Gasateli: e imitava il sibilo delle docce a gas”. Il soggetto in questione era Nigel Farage, oggi leader di Reform Uk – in passato a capo di Ukip e artefice della Brexit – formazione populista sulla cresta dell’onda tanto da far immaginare allo stesso Farage di diventare primo ministro; a rivelare le sue affermazioni quando era un ragazzino, studente al Dulwich College, nel sud di Londra, è stato, tra gli altri, il regista Peter Ettedgui (Kinky Boots, McQueen e Super/Man: the Christopher Reeve Story). All’epoca, Ettedgui aveva 13 anni, ma l’atteggiamento di Farage gli è rimasto impresso nella mente. Il media britannico Guardian ha impostato un ampio articolo dal titolo “Profondamente scioccante: Nigel Farage affronta nuove accuse di razzismo e antisemitismo”. Sollecitando una presa di posizione su quel che il Farage adulto pensa di ciò che diceva il Farage adolescente, il Guardian ha ricevuto una negazione categorica sulle affermazioni razziste o antisemite e dubbi sulla valenza dell’interesse pubblico su aspetti della sua vita che risalgono a oltre 40 anni fa. Per il partito, il Guardian sta cercando di screditarlo e questi tentativi saranno più intensi con l’approssimarsi delle elezioni. Ettegui traccia però una riga che parte da ciò che avveniva a scuola e arriva ai giorni nostri. Raccontando che da ragazzino non si era sentito in grado di parlare del suo disagio suscitato dalle frasi di Farage – i nonni del regista erano fuggiti dalla Germania nazista – il regista dice così: “Ho messo da parte l’intera esperienza e ho continuato a vivere. Molti anni dopo, un amico mi ha mandato il link a un video di Farage che insultava i commissari dell’UE. Solo a sentire di nuovo quel tono aggressivo e autoritario, mi si è gelato il sangue”. Insomma, per Ettegui, Farage in fondo non è cambiato. Ha la stessa idea un altro studente dell’epoca del Dulwich College citato dal Guardian, si chiama Nick Gordon Brown e riferendosi alla posizione di Farage rispetto alla società multietnica nel Regno Unito dice così: “L’uomo che vedo ora in Tv dire queste cose è il diciassettenne che ricordo dai tempi della scuola”. Il tema del razzismo non è nuovo per Reform Uk. Nel giugno 2024 una inchiesta di Channel 4 News mise in imbarazzo lo stesso Farage. Un attivista identificato in Andrew Parker si riferiva all’ex premier Rishi Sunak come un “fottuto Paki”. Un altro sostenitore, George Jones, era stato registrato mentre definiva la bandiera multicolore del Pride come “fottutamente degenerata” e che il partito, una volta al governo, auspicava: “I nostri agenti di polizia saranno paramilitari”. Farage in un primo momento mise in dubbio la veridicità dell’inchiesta giornalistica, poi corse ai ripari: “Sono costernato dai commenti di alcune persone legate alla mia campagna, in particolare di coloro che sono volontari. Non ne faranno più parte”. Nel 2017 Farage fu accusato di antisemitismo dopo un’intervista alla LBC in cui aveva descritto la cosiddetta “lobby ebraica” americana come fonte di preoccupazione, citando Goldman Sachs e George Soros; lui liquidò le lamentele dei gruppi ebraici come “patetiche”. E ancor prima, nel 2014, fece discutere il suo giudizio sulle donne impegnate professionalmente: “Se una donna con una clientela ha un figlio e si prende due o tre anni di pausa dal lavoro, vale molto meno per il datore di lavoro quando torna rispetto a quando se ne va, perché la sua clientela non può essere rigidamente legata a lei”. E aveva aggiunto: “Forse è perché ho avuto tante donne incinte nel corso degli anni che ho una visione diversa”. C’è da sottolineare che di tutto questo, oggi l’elettore inglese ne tiene conto poco: un sondaggio reso noto da LBC e realizzato ai primi di novembre ascoltando poco più di 2.700 persone indica che Reform Uk si posiziona primo con il 33% delle preferenze; i Verdi al 18% sono secondi; al terzo posto i Conservatori con il 16%; solo al quarto posto c’è il Labour (15%) che governa attualmente con Keir Starmer in qualità di premier. L'articolo Quando Farage (Reform Uk) da adolescente diceva: “Hitler aveva ragione”. L’inchiesta del Guardian proviene da Il Fatto Quotidiano.
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