Tutti i numeri possibili dicono che l’Italia del calcio, benché decadente,
dovrebbe superare la Cayenna dei playoff e approdare al mondiale di
Usa-Canada-Messico, evitando l’umiliazione della terza bocciatura di fila.
Nell’ordine: il ranking Fifa (12esimo posto), il valore della rosa (846 milioni
di euro), il monte stipendi annuale dei giocatori (102). Un abisso separa queste
cifre dall’Irlanda del Nord, avversario della semifinale del 26 marzo 2026
(Bergamo) e dall’eventuale oppositore in finale cinque giorni dopo, uno tra
Galles e Bosnia, a Cardiff o Zenica. L’Irlanda del Nord è 69esima nel ranking,
il parco giocatori vale 82 milioni e i guadagni stagionali si fermano a quota
10,6 milioni: Retegui (16 mln) e Donnarumma (12) incassano da soli più di tutta
la Green and White Army al completo. La Bosnia è 71esima nel ranking, la rosa
vale 77 milioni e gli stipendi complessivi sono di 12 milioni. Il Galles è
32esimo nel ranking, il valore dei calciatori è di 180 milioni e il monte salari
è di 23,6 milioni.
Il calcio però anche nell’era degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale
non è solo questione di numeri. Componenti come carattere, esperienza, senso di
appartenenza, orgoglio e ambizioni possono ridurre le differenze e ribaltare, in
novanta minuti, i valori espressi dalle cifre. L’allenatore dell’Irlanda del
Nord, Michael O’Neill, lo stesso che condusse la Green and White Army
all’europeo 2016 – l’avventura finì agli ottavi nel derby britannico contro il
Galles -, ha già iniziato la sua campagna di “mind games”, come si dice dalle
sue parti: “Le aspettative e la pressione sono molto forti sugli italiani,
quindi dovremo sfruttare questa situazione a nostro favore. L’Italia resta un
peso massimo del calcio internazionale, ma noi abbiamo l’opportunità di andare a
un mondiale e dobbiamo fare tutto il possibile per cercare di coglierla. Quello
che dirò ai miei giocatori è di non sprecare l’occasione”.
Rino Gattuso conosce bene le atmosfere del calcio britannico con i suoi
trascorsi in Scozia – giocò con i Rangers di Glasgow nella stagione 1997-98 – e
non sottovaluta i nordirlandesi. In questi quattro mesi intensificherà i
rapporti con i “nazionali”. Non si limiterà alla visione delle partite e alle
visite nei club di appartenenza: si vocifera anche di cene individuali, per
parlare a tu per tu con i calciatori e smuovere le coscienze di tutti. Gattuso
vuole però giustamente di più e ha invocato, subito dopo il sorteggio dei
playoff, lo spostamento del campionato per preparare al meglio gli spareggi: non
gli basta, infatti lo stage di 48 ore che dovrebbe essere concesso a febbraio (9
e 10). La risposta immediata del presidente della Lega, Ezio Simonelli, non è
stata di chiusura (“faremo il possibile”) e anche il presidente dell’Inter,
Giuseppe Marotta, ha mostrato disponibilità (“dobbiamo aiutare la nazionale ad
andare al mondiale e remare tutti dalla stessa parte, club compresi. Faremo del
nostro meglio per aiutare Gattuso”), ma il problema-calendario è di difficile
soluzione.
L’intasamento campionato-coppe europee-coppa Italia è impressionante. Febbraio e
marzo sono i mesi peggiori in assoluto. L’idea di anticipare le gare del 22
marzo a venerdì 20 e sabato 21 si scontra con gli ottavi di Champions (17 e 18)
e con quelli di Europa League e Conference (19). Il calendario non è però
l’unico problema sul tavolo: bisogna anche confrontarsi con le televisioni.
Nello specifico: con Dazn e Sky per quanto riguarda il campionato, Mediaset per
eventuali interferenze con la Coppa Italia. Lega e squadre non possono decidere
da soli: si violerebbero accordi milionari firmati con le emittenti.
Un bel ginepraio. Impresa complicatissima trovare una soluzione, ma bisogna
assolutamente provarci. “La richiesta di Gattuso mi pare corretta e sensata –
dice Fabio Capello -. La partecipazione al mondiale deve essere un interesse
comune, soprattutto dopo due bocciature di fila. Bisogna fare il possibile per
sostenere il ct. Due-tre giorni di lavoro in più possono sicuramente aiutare
Gattuso. La preparazione dei playoff va tutelata nel migliore dei modi”. Anche
l’ex ct Luciano Spalletti sostiene Gattuso: “L’Italia va aiutata, come il suo
allenatore. Da tecnico della Juventus dico che se ci fosse qualcosa di cui ha
bisogno, faremo il possibile per accontentarlo”.
Nel 2022, le richieste di Roberto Mancini prima della sfida contro la Macedonia
del Nord non furono accolte. Sappiamo come andò a finire: forse stavolta sarebbe
il caso di accontentare Gattuso. Il quale, per la cronaca, è uscito allo
scoperto e ha messo la faccia nell’inoltrare la sua richiesta. Il lavoro vero
spetta però alla federazione. Il presidente Gabriele Gravina caldeggia l’idea
dello spostamento del campionato sin da ottobre, ma per ora non si hanno notizie
di quanto stia producendo la diplomazia di Via Allegri. Anche in questa vicenda,
cruciale, si misurerà la forza della nostra federazione.
L'articolo Interesse Nazionale: Gattuso chiede di spostare la Serie A per i
playoff Mondiali. Capello: “Bisogna fare il possibile per sostenere il ct”
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