Tutti i numeri possibili dicono che l’Italia del calcio, benché decadente,
dovrebbe superare la Cayenna dei playoff e approdare al mondiale di
Usa-Canada-Messico, evitando l’umiliazione della terza bocciatura di fila.
Nell’ordine: il ranking Fifa (12esimo posto), il valore della rosa (846 milioni
di euro), il monte stipendi annuale dei giocatori (102). Un abisso separa queste
cifre dall’Irlanda del Nord, avversario della semifinale del 26 marzo 2026
(Bergamo) e dall’eventuale oppositore in finale cinque giorni dopo, uno tra
Galles e Bosnia, a Cardiff o Zenica. L’Irlanda del Nord è 69esima nel ranking,
il parco giocatori vale 82 milioni e i guadagni stagionali si fermano a quota
10,6 milioni: Retegui (16 mln) e Donnarumma (12) incassano da soli più di tutta
la Green and White Army al completo. La Bosnia è 71esima nel ranking, la rosa
vale 77 milioni e gli stipendi complessivi sono di 12 milioni. Il Galles è
32esimo nel ranking, il valore dei calciatori è di 180 milioni e il monte salari
è di 23,6 milioni.
Il calcio però anche nell’era degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale
non è solo questione di numeri. Componenti come carattere, esperienza, senso di
appartenenza, orgoglio e ambizioni possono ridurre le differenze e ribaltare, in
novanta minuti, i valori espressi dalle cifre. L’allenatore dell’Irlanda del
Nord, Michael O’Neill, lo stesso che condusse la Green and White Army
all’europeo 2016 – l’avventura finì agli ottavi nel derby britannico contro il
Galles -, ha già iniziato la sua campagna di “mind games”, come si dice dalle
sue parti: “Le aspettative e la pressione sono molto forti sugli italiani,
quindi dovremo sfruttare questa situazione a nostro favore. L’Italia resta un
peso massimo del calcio internazionale, ma noi abbiamo l’opportunità di andare a
un mondiale e dobbiamo fare tutto il possibile per cercare di coglierla. Quello
che dirò ai miei giocatori è di non sprecare l’occasione”.
Rino Gattuso conosce bene le atmosfere del calcio britannico con i suoi
trascorsi in Scozia – giocò con i Rangers di Glasgow nella stagione 1997-98 – e
non sottovaluta i nordirlandesi. In questi quattro mesi intensificherà i
rapporti con i “nazionali”. Non si limiterà alla visione delle partite e alle
visite nei club di appartenenza: si vocifera anche di cene individuali, per
parlare a tu per tu con i calciatori e smuovere le coscienze di tutti. Gattuso
vuole però giustamente di più e ha invocato, subito dopo il sorteggio dei
playoff, lo spostamento del campionato per preparare al meglio gli spareggi: non
gli basta, infatti lo stage di 48 ore che dovrebbe essere concesso a febbraio (9
e 10). La risposta immediata del presidente della Lega, Ezio Simonelli, non è
stata di chiusura (“faremo il possibile”) e anche il presidente dell’Inter,
Giuseppe Marotta, ha mostrato disponibilità (“dobbiamo aiutare la nazionale ad
andare al mondiale e remare tutti dalla stessa parte, club compresi. Faremo del
nostro meglio per aiutare Gattuso”), ma il problema-calendario è di difficile
soluzione.
L’intasamento campionato-coppe europee-coppa Italia è impressionante. Febbraio e
marzo sono i mesi peggiori in assoluto. L’idea di anticipare le gare del 22
marzo a venerdì 20 e sabato 21 si scontra con gli ottavi di Champions (17 e 18)
e con quelli di Europa League e Conference (19). Il calendario non è però
l’unico problema sul tavolo: bisogna anche confrontarsi con le televisioni.
Nello specifico: con Dazn e Sky per quanto riguarda il campionato, Mediaset per
eventuali interferenze con la Coppa Italia. Lega e squadre non possono decidere
da soli: si violerebbero accordi milionari firmati con le emittenti.
Un bel ginepraio. Impresa complicatissima trovare una soluzione, ma bisogna
assolutamente provarci. “La richiesta di Gattuso mi pare corretta e sensata –
dice Fabio Capello -. La partecipazione al mondiale deve essere un interesse
comune, soprattutto dopo due bocciature di fila. Bisogna fare il possibile per
sostenere il ct. Due-tre giorni di lavoro in più possono sicuramente aiutare
Gattuso. La preparazione dei playoff va tutelata nel migliore dei modi”. Anche
l’ex ct Luciano Spalletti sostiene Gattuso: “L’Italia va aiutata, come il suo
allenatore. Da tecnico della Juventus dico che se ci fosse qualcosa di cui ha
bisogno, faremo il possibile per accontentarlo”.
Nel 2022, le richieste di Roberto Mancini prima della sfida contro la Macedonia
del Nord non furono accolte. Sappiamo come andò a finire: forse stavolta sarebbe
il caso di accontentare Gattuso. Il quale, per la cronaca, è uscito allo
scoperto e ha messo la faccia nell’inoltrare la sua richiesta. Il lavoro vero
spetta però alla federazione. Il presidente Gabriele Gravina caldeggia l’idea
dello spostamento del campionato sin da ottobre, ma per ora non si hanno notizie
di quanto stia producendo la diplomazia di Via Allegri. Anche in questa vicenda,
cruciale, si misurerà la forza della nostra federazione.
L'articolo Interesse Nazionale: Gattuso chiede di spostare la Serie A per i
playoff Mondiali. Capello: “Bisogna fare il possibile per sostenere il ct”
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Gennaro Gattuso
“L’Irlanda del Nord è una squadra fisica, con mentalità, che non molla mai, però
dobbiamo giocarcela. È alla nostra portata, servirà una grande partita ma ce la
possiamo giocare”. Così a Sky Sport il commissario tecnico della nazionale
italiana Gennaro Gattuso. Il ct ha commentato il sorteggio dei playoff Mondiali
2026 che vedrà gli azzurri in semifinale in casa contro l’Irlanda del Nord e in
finale in trasferta contro la vincente di Galles-Bosnia Erzegovina.
Ma Gattuso frena a RaiSport: “Dobbiamo commentare solo la gara contro l’Irlanda
del Nord, dove ci giochiamo tutto. Poi Galles e Bosnia hanno due ambienti
diversi, tipologie di gioco differenti, ma la testa è all’Irlanda del Nord e poi
speriamo di poter parlare di una delle altre due”. Perché l’Italia ha due
precedenti infelici con la selezione irlandese: uno nel lontano 1958, con
l’Italia che perse 2-1 e non si qualificò per la prima volta nella sua storia ai
Mondiali. Il secondo nel 2021: gli azzurri pareggiarono 0-0 all’ultima giornata
contro l’Irlanda del Nord e non riuscirono ad arrivare primi nel loro
raggruppamento, giocando (e perdendo) poi i playoff con la Svezia.
L’Irlanda del Nord è però un avversario sulla carta agevole. Una formazione con
una sola “stella” (Bradley, difensore del Liverpool), poi solo calciatori locali
o nelle serie inferiori inglesi. “Il problema non è tattico, tutti i moduli
hanno i pro e i contro ma il problema non è quello – ha aggiunto Gattuso -. In
questo momento dobbiamo lavorare sulla nostra fragilità perché abbiamo
dimostrato che quando facciamo le cose fatte bene siamo competitivi. Adesso
studieremo gli avversari e come affrontarla e dopo vediamo di fare meno danni
possibili”.
Uno dei temi che tiene banco nelle ultime settimane è quello relativo agli stage
in periodo playoff. Un modo per stare insieme, amalgamare il gruppo e
concentrarsi in vista di due appuntamenti decisivi per il calcio italiano.
L’Italia ha infatti saltato le ultime due edizioni dei Mondiali, perdendo ai
playoff contro Svezia prima e Macedonia del Nord poi.
“Gli stage? Non sta a me decidere, io faccio l’allenatore, abbiamo chi si occupa
di queste cose. Normale che più giorni disponibili abbiamo per stare insieme e
meglio è perché siamo all’11esima giornata e ci rivedremo alla 30esima con i
giochi già quasi fatti. Però io devo pensare a come stare a contatto con i
giocatori, guardarli negli occhi e parlarci, non solo di calcio. E speriamo di
riuscire a fare le cose nel verso giusto”, ha concluso Gattuso.
L'articolo Gattuso avverte: “Dobbiamo commentare solo la gara contro l’Irlanda
del Nord. Il problema non è tattico” proviene da Il Fatto Quotidiano.
È il giorno dei sorteggi dei playoff per i Mondiali 2026: l’Italia di Gennaro
Gattuso scopre il proprio percorso
L'articolo Diretta sorteggio playoff Mondiali 2026: a breve l’Italia scopre le
sue avversarie | Possibile rivincita con Svezia e Macedonia del Nord proviene da
Il Fatto Quotidiano.
L’ennesima figuraccia della nazionale contro la Norvegia almeno ha un merito:
spazzare via la narrazione spinta ultimamente dalla FederCalcio, dal ct Gattuso
al disperato presidente Gravina, e sposata da troppi commentatori
accondiscendenti, che non andiamo ai Mondiali per colpa del regolamento. Che è
assurdo rimanere fuori per una sola sconfitta (intanto sono diventate due). Che
il girone in Sudamerica è più semplice e che ci sono troppe africane. Una
retorica insopportabile, piagnona e anche vagamente suprematista quando sostiene
una presunta superiorità del pallone europeo rispetto agli altri continenti,
smentita ancora una volta dal campo.
Nelle ultime settimane sono stati tirati in ballo troppi argomenti, tutti
sbagliati, per giustificare il fallimento azzurro. Il regolamento è quello,
uguale per tutti. Questa è la terza edizione di fila che non vinciamo il girone
di qualificazione, pur partendo per due volte su tre dalla prima fascia: non
potrà essere sempre un caso. Chi rivendica le 6 vittorie in 8 partite, dimentica
volutamente di ricordare che proprio per come è concepito il format europeo,
tutte le altre avversarie a parte la Norvegia erano ridicole. E poi non risulta
che Turchia e Slovacchia, nazionali che hanno fatto un percorso simile
all’Italia e con tutta probabilità pure dovranno passare dagli spareggi, stiano
frignando come noi.
Ancora più sgradevole l’attacco alle altre confederazioni (che infatti non è
passato inosservato nel resto del mondo: un’altra brutta figura per il calcio
italiano). La prossima edizione a 48 squadre è di certo un’incognita e
probabilmente un’esagerazione, ma il calcio ormai è un fenomeno globalizzato e
non si può tornare indietro. Ricordare come ha fatto Gattuso gli anni Novanta,
in cui all’Europa spettavano 14 posti su 24, più del 50%, significa rimpiangere
tempi passati di diritti acquisiti, che non hanno più senso di esistere. Di
sicuro si qualificheranno tante cenerentole con un livello tecnico inferiore al
nostro, ma il senso della Coppa del Mondo è proprio quello. Parlare di ranking e
posti riservati non è troppo dissimile dal ricreare la tanto avversata Superlega
anche per le nazionali. Poi che le sudamericane abbiano un vantaggio competitivo
appartenendo ad una confederazione con solo 10 Stati è nei numeri, ma bisogna
guardare la composizione complessiva. La Uefa rimane quella con più posti (16 su
48) e comunque la seconda (alle spalle solo della Conmebol, appunto) per
percentuale di partecipanti sul totale delle federazioni membro (29,1%).
Lamentarsi non ha senso. Tanto più che alle ultime due partecipazioni, nel 2010
e nel 2014, siamo usciti rimediando figuracce contro Nuova Zelanda e Costa Rica,
proprio quei Paesi che secondo Gattuso avrebbero meno diritto di noi a
qualificarsi.
Non c’è nessuna ingiustizia. Al massimo po’ di sfiga, nell’aver pescato in
seconda fascia una nazionale con un attacco stellare, che proprio quest’anno è
sbocciata in tutto il suo potenziale dopo che invece aveva steccato altre
qualificazioni: a Euro 2024 la Norvegia è rimasta fuori arrivando terza alle
spalle persino della Scozia, e anche allora c’erano Haaland, Sorloth &C.;
stavolta le ha vinte tutte con una media di quasi 5 gol a partita, decisiva per
tagliarci le gambe nella differenza reti. Aggiungiamo che qualcosa nelle
qualificazioni si può migliorare. Non tanto nella distribuzione dei posti fra i
continenti, quanto nel format europeo. Lo ha ammesso anche lo stesso presidente
della Uefa, Aleksandr Ceferin. I gironi a 4-5 squadre sono effettivamente troppo
bloccati, si rischia di rimanere imprigionati in un gruppo di ferro o viceversa
percorsi scontati. Adottare anche per le nazionali la formula che tanto successo
sta avendo con la nuova Champions, ovvero una classifica unica con 8 partite da
giocare tutte con avversari diversi, poterebbe probabilmente più meritocrazia e
anche un pizzico di imprevedibilità (certo bisognerà trovare una quadra sul
calendario perché le partecipanti Uefa sono addirittura 54).
Queste però sono tutte riflessioni di contorno. Non andiamo ai Mondiali, almeno
per il momento, non per colpa di qualche cavillo ma perché abbiamo perso due
volte sue due contro la Norvegia (non la Francia, o la Spagna), con un aggregato
di 1-7. Perché abbiamo vinto al 90’ in Moldova, al 95’ contro Israele, sempre
faticando e di misura, mentre i nostri rivali segnavano a raffica. Perché
abbiamo una rosa modesta, due ct (Spalletti e Gattuso) uno peggio dell’altro,
una dirigenza federale completamente inadeguata. Ci meritiamo i playoff, come
Congo e Curacao (che anzi magari si qualificherà direttamente). Questa è la
nostra dimensione. Continuare ad accampare scuse significa solo non guardare in
faccia la realtà.
X: @lVendemiale
L'articolo Basta piangere sul regolamento: l’Italia non merita di andare ai
Mondiali più di Congo o Curacao proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il 9-0 utile a qualificarsi di cui si è tanto parlato negli ultimi giorni era
chiaramente “impensabile” e “impossibile”, come ha ribadito Gennaro Gattuso. Ma
tra non farne nove e subirne quattro in casa, davanti a 70mila persone, c’è una
grossa differenza. L’Italia perde l’ultima partita delle qualificazioni alla
prossima Coppa del Mondo e lo fa malissimo.
1-4 il finale per la Norvegia, che nel secondo tempo dimostra agli azzurri
perché andrà ai Mondiali e perché il 3-0 dell’andata non è stato solo una
conseguenza di “una giornata storta” degli azzurri. Più di qualcuno stasera si
era illuso al gol di Pio Esposito, all’11esimo, che ha sbloccato la gara. Una
rete che aveva fatto esultare i comunque numerosissimi tifosi dell’Italia.
È stato un match in cui gli azzurri hanno giocato un buon primo tempo, poi sono
spariti. Nel secondo è salita in cattedra la Norvegia, che ha iniziato a
palleggiare, ha messo in mezzo Locatelli e compagni e lo ha fatto con qualità,
giocate nello stretto, rapidità e uno contro uno. Quasi a voler mostrare con
orgoglio la differenza con l’Italia. E presto gli italiani sono tornati alla
realtà: Prima Nusa al 63esimo ha pareggiato i conti, poi Haaland – invisibile
fino a quel momento – ne ha segnati due nel giro di 60 secondi tra il 78esimo e
il 79esimo. A rendere il passivo più pesante ci ha pensato Strand Larsen, che al
90esimo fa 1-4.
“Dobbiamo innanzitutto chiedere scusa ai nostri tifosi, 4-1 è un risultato
pesante. Peccato dopo un primo tempo molto buono, da squadra vera. La delusione
più grande è il secondo tempo, ci lecchiamo le ferita e complimenti agli
avversari”, così Gennaro Gattuso pochi minuti dopo la sconfitta contro la
Norvegia ai microfoni della Rai. Una partita che riporta l’Italia con i piedi
per terra e alla realtà: è una nazionale che ha grossissimi limiti.
Lo stesso Gattuso a Sky ha dichiarato: “Sono venuti fuori tutti i nostri
difetti”. Difetti che – con tutto il rispetto per Moldavia, Israele ed Estonia –
era difficile che emergessero con avversari di quel calibro. E adesso testa ai
playoff, che si disputeranno a marzo. Quattro mesi in cui si cercherà di limare
i tanti limiti: “Il tempo è poco, dobbiamo lavorare sulle nostre fragilità”.
Questa volta ha ragione Gattuso.
L'articolo Italia, che figuraccia: la Norvegia ne fa quattro in un tempo a San
Siro. Gattuso: “Dobbiamo chiedere scusa ai tifosi” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
“Dopo la gara con la Norvegia, se Gattuso vorrà, lo inviterò a pranzo in Senato,
magari insieme a Walter Zenga, tirato in ballo (non dal ct) senza motivo”. Così
Ignazio La Russa – presidente del Senato – è tornato su Facebook sullo scambio
di battute a distanza con Gennaro Gattuso. Uno scambio che va avanti da diversi
giorni, dall’immediato post Moldavia-Italia.
GATTUSO-LA RUSSA, LE TAPPE DEL BOTTA E RISPOSTA
Tutto è cominciato dopo la vittoria dell’Italia per 0-2 in casa della Moldavia
con le reti di Gianluca Mancini e Pio Esposito. Nel post gara Gattuso aveva
dichiarato: “Ho visto un’Italia che ha giocato, siamo stati là e loro non hanno
mai tirato in porta. Sono molto soddisfatto, abbiamo fatto quello che dovevamo e
dato minutaggio a dei ragazzi. Mi dispiace per i cori che ho sentito, è una
vergogna“, aveva sbottato il ct della nazionale, che già in precedenza aveva
risposto infastidito a una giornalista Rai: “Ma che vuol dire che non è stata la
miglior Italia?”.
Il giorno dopo è arrivata la risposta di La Russa: “Pur invitando uno spettatore
a stringersi attorno alla squadra, non si può dire ‘vergogna’ a uno spettatore
che fischia. Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di
andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale. Ma anche i fischi
degli spettatori possono essere uno stimolo finché non sono violenti”.
Frasi a cui ieri – sabato 15 novembre – Gattuso ha voluto replicare dopo una
domanda specifica durante la conferenza stampa prima della sfida tra Italia e
Norvegia, in programma questa sera alle 20:45 a San Siro. “Rispetto quello che
dice La Russa ma non so dove fosse quella sera, sicuramente non era allo stadio
e non l’ha vista nemmeno in tv. C’era gente che augurava la morte, c’era gente
che diceva che veniva a Coverciano, che dovevamo andare a lavorare”.
Adesso ancora la replica di La Russa, questa volta su Facebook, che prova a
distendere i toni: “Se vuole lo invito a pranzo in Senato. Stasera sarò allo
stadio San Siro per tifare l’Italia confermando che ha ragione Gattuso ad
invitare tutti a sostenere gli Azzurri. Ribadisco però che, quando ritengono, i
tifosi hanno il diritto anche di fischiare, purché senza violenza. E intendo né
fisica né verbale”, ha scritto La Russa.
Poi il presidente del Senato ha risposto alla frase di Gattuso “non ha manco
visto la partita”: “Io l’incontro l’ho visto all’aeroporto di Napoli su un
tablet e non è emerso (nemmeno dalle dichiarazioni post partita) quello che solo
ora il ct denuncia e cioè i gravissimi e inaccettabili attacchi personali che
vanno non solo condannati ma, a querela, perseguiti penalmente“. Infine ha
concluso: “Sono comunque contento se questa piccola polemica ha aiutato a
parlare meno della modestissima partita”.
L’ITALIA SFIDA LA NORVEGIA: POI I PLAYOFF
Intanto la nazionale italiana si prepara a giocare l’ultima partita delle
qualificazioni ai Mondiali 2026: quella contro la Norvegia in programma stasera,
alle 20:45 a San Siro. Una sfida inutile ai fini della classifica, visto che
l’Italia per andare ai Mondiali senza passare dai playoff dovrebbe vincere 9-0.
Impresa quasi impossibile e “impensabile”, come ha ribadito Gattuso nella
conferenza stampa.
L’Italia ha infatti vinto sei partite consecutive in un girone di
qualificazione, ma non è bastato: la Norvegia è a punteggio pieno e con una
differenza reti impressionante (+29 contro il +12 dell’Italia). Motivo per cui
gli azzurri giocheranno i playoff per la terza volta consecutiva per andare ai
Mondiali.
L'articolo La Russa replica ancora a Gattuso: “Lo inviterò a pranzo in Senato.
La partita l’ho vista e la vedrò pure stasera” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Rispetto quello che dice La Russa ma non so dove fosse quella sera, sicuramente
non era allo stadio e non l’ha vista nemmeno in tv“. Continua il botta e
risposta tra Gennaro Gattuso e Ignazio La Russa dopo i fischi e le critiche
indirizzati agli azzurri da parte di diversi sostenitori italiani in Moldavia.
Il commissario tecnico si era lamentato degli attacchi a suo dire gratuiti dopo
la vittoria per 0-2 : circa 500 tifosi italiani hanno dedicato cori di
contestazione ai calciatori della Nazionale.
Sul tema era intervenuto anche Ignazio La Russa, che aveva dichiarato: “Pur
invitando uno spettatore a stringersi attorno alla squadra, non si può dire
‘vergogna’ a uno spettatore che fischia. Gattuso ha ragione quando dice che in
vista della speranza di andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la
nazionale. Ma anche i fischi degli spettatori possono essere uno stimolo finché
non sono violenti”.
Frasi a cui ha risposto il ct della nazionale nella conferenza stampa prima di
Italia-Norvegia, match in programma a San Siro alle 20:45 di domenica sera.
“C’era gente che augurava la morte, c’era gente che diceva che veniva a
Coverciano, che dovevamo andare a lavorare. Sono d’accordo che i fischi vanno
accettati ma non erano fischi, erano molto più gravi e non si potevamo
accettare”, ha spiegato Gattuso.
Intanto la nazionale italiana si prepara a giocare l’ultima partita delle
qualificazioni ai Mondiali 2026: quella contro la Norvegia in programma domenica
sera, alle 20:45 a San Siro. Una sfida inutile ai fini della classifica, visto
che l’Italia per andare ai Mondiali senza passare dai playoff dovrebbe vincere
9-0. Impresa quasi impossibile e “impensabile”, come ha ribadito Gattuso nella
conferenza stampa.
L’Italia ha infatti vinto sei partite consecutive in un girone di
qualificazione, ma non è bastato: la Norvegia è a punteggio pieno e con una
differenza reti impressionante (+29 contro il +12 dell’Italia). Motivo per cui
gli azzurri giocheranno i playoff per la terza volta consecutiva per andare ai
Mondiali.
L'articolo “Non so dove fosse, di sicuro non ha visto la partita. Ci auguravano
la morte”: Gattuso replica a La Russa proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Pur invitando uno spettatore a stringersi attorno alla squadra, non si può dire
‘vergogna’ a uno spettatore che fischia”. Così il presidente del Senato Ignazio
La Russa in un evento a Palazzo Lombardia a Milano, “Il fischio che unisce”,
riferendosi alle parole di Gennaro Gattuso dopo la vittoria dell’Italia contro
la Moldavia per 0-2 con i gol di Gianluca Mancini e Pio Esposito. Il commissario
tecnico della nazionale si era infatti lamentato dei cori uditi durante la
sfida, con alcuni tifosi azzurri giunti in trasferta che hanno intonato per
alcuni minuti “andate a lavorare”.
“Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di andare ai
Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale. Ma anche i fischi degli
spettatori possono essere uno stimolo finché non sono violenti”, sottolinea il
presidente del Senato. “Ho visto un’Italia che ha giocato, siamo stati là e loro
non hanno mai tirato in porta. Sono molto soddisfatto, abbiamo fatto quello che
dovevamo e dato minutaggio a dei ragazzi. Mi dispiace per i cori che ho sentito,
è una vergogna“, aveva sbottato Gattuso, che già in precedenza aveva risposto
infastidito a una giornalista Rai: “Ma che vuol dire che non è stata la miglior
Italia?”.
Il tecnico aveva poi argomentato, sottolineando che l’Italia ha vinto sei
partite consecutive in un girone di qualificazione, ma non è bastato: la
Norvegia è infatti a punteggio pieno e con una differenza reti impressionante
(+29 contro il +12 dell’Italia). Motivo per cui l’Italia giocherà i playoff per
la terza volta consecutiva per andare ai Mondiali. “Non dovete chiederlo a me,
ma a chi fa i gironi e le regole. Nel ’94 c’erano due squadre africane, adesso
otto – ha dichiarato il commissario tecnico -. Ai nostri tempi, la miglior
seconda andava direttamente ai Mondiali. Le difficoltà ci sono e lo sappiamo
bene”, ha concluso Gattuso.
L'articolo La Russa attacca Gattuso: “Non si può dire ‘vergogna’ a chi fischia.
Anche quelli possono essere uno stimolo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Fatichiamo. Molto, sempre e comunque: il 2-0 strappato a Chisinau sulla
Moldavia, con i due gol firmati al tramonto del match da due capocciate di
Mancini (88’) e Pio Esposito (92’), ribadiscono il concetto che il nostro calcio
ha un problema di fondo: si chiama mancanza di “qualità”. Rino Gattuso ha
schierato una specie di Italia B, ma è riuscito a domare un avversario al posto
numero 156 del ranking Fifa solo quando sono entrati i titolari e quando la
squadra di Lilian Popescu era stanca. La Moldavia, per dire, aveva perso 11-1
con la Norvegia. A Chisinau ha bloccato sullo 0-0 gli azzurri fino all’88’.
Fatichiamo, yes. Ieri sera abbiamo assistito a un film già visto, per esempio
negli spareggi mondiali contro Svezia (2017) e Macedonia del Nord (2022).
Sbattiamo la testa, testardi e ostinati, contro il muro, cercando di aggirare
l’avversario sulle corsie laterali e piazzando cross verso il centro. Con due
problemi di fondo: i cross vengono spesso intercettati dai difensori e se non
hai Retegui a muoversi in area, finiscono nel nulla. Scamacca a Chisinau non è
pervenuto: è stato forse il peggiore.
Nel calcio di alto cabotaggio, non si segue un unico copione: esistono i
percorsi alternativi, per citare un esempio gli inserimenti per vie centrali.
Sono le cosiddette varianti, ma per realizzarle, occorrono giocatori di qualità.
I numeri 10 creativi e gli esterni che saltano l’uomo costringono le difese ad
aprirsi, creando lo spazio per gli inserimenti dei compagni. Non parliamo di
schemi raffinati: l’ABC del calcio. I copioni di alto livello, felliniani, sono
riservati ai club dove si lavora ogni giorno e dove i direttori d’orchestra sono
i migliori allenatori in circolazione. Non è il caso delle nazionali: è finito
da un pezzo il tempo in cui una selezione svettata sui club. Oggi è il
contrario.
Non abbiamo il numero 10 illuminato e in questo momento non possiamo rinunciare
a Politano a destra e Dimarco a sinistra. In attacco, Kean e Retegui sono punti
fermi indiscutibili. Tonali a Chisinau ha sbagliato molto, ma resta il nostro
miglior centrocampista. Cristante, versione capitano, ha compiuto il suo dovere,
ma Barella, con i suoi strappi, resta il partner ideale di Tonali. Un’idea,
copiando il suggerimento di Gasperini alla Roma, potrebbe essere quella di
piazzare Cristante sulla trequarti, con Tonali e Barella alle spalle.
Una cosa non si può però rimproverare alla nazionale: la mancanza di impegno. Ha
ragione Rino Gattuso a lamentarsi per la contestazione dei 500 tifosi del gruppo
Ultras Italia al seguito degli azzurri, ma la sua critica merita un
approfondimento. Quel gruppo presente a Chisinau, oltre a urlare slogan vecchi
come Matusalemme (“andate a lavorare”, roba del Ventesimo secolo), ha cercato di
assolvere chi ha commesso l’assurdo agguato di Rieti in occasione della partita
di basket contro Pistoia. Felpe nere, bandiere tricolori con i nomi delle città
di provenienza, ideologicamente legati alla destra estrema, nel 2011 gli Ultras
Italia insultarono Mario Balotelli in occasione di un’amichevole contro la
Romania con i “buuu” razzisti. Quando Gattuso dice “vergogna”, bisogna andare
oltre i cori di Chisinau. La vera vergogna è esportare nel mondo questa gente.
La partita di domenica a Milano contro la Norvegia avrà il senso di un test:
solo un fantascientifico 9-0 contro gli scandinavi potrebbe infatti consentire
agli azzurri di qualificarsi al mondiale di Usa-Canada-Messico senza passare per
la Cayenna degli spareggi. I playoff sono in programma alla fine di marzo 2026:
il 26 la semifinale, il 31 la finale. Il sorteggio di questa lotteria che dovrà
qualificare quattro nazionali europee in totale si svolgerà a Zurigo il 20
novembre. In questo momento, l’avversaria più probabile della semifinale del 26
marzo sarà una tra Galles, Romania, Irlanda del Nord e Svezia, ma è prematuro
per avventurarsi in questi discorsi. Il vero rebus è quale Italia vedremo a
marzo: riuscirà nell’impresa di evitare la terza eliminazione mondiale di fila?
Mentre l’Italia soffriva in Moldavia, la Francia si è qualificata maltrattando
l’Ucraina (4-0, doppietta di Mbappé approdato a quota 400 gol in carriera). Il
Portogallo si è complicato la vita perdendo 2-0 in Irlanda, ma un successo
contro l’Armenia consegnerà il pass ai lusitani. La sfida di domenica avrà un
illustre assente: Cristiano Ronaldo è stato espulso a Dublino per una gomitata
rifilata a un avversario e rischia due turni di squalifica. Quando hai 40 anni
suonati e intravedi l’orizzonte del sesto mondiale, comportamenti simili sono
censurabili, senza “se” e senza “ma”. A proposito di vergogna.
L'articolo Si fatica pure con la Moldavia: la Nazionale è sempre senza qualità.
Ma su una cosa ha ragione Gattuso: la vera “vergogna” sono gli Ultras
dell’Italia proviene da Il Fatto Quotidiano.
L’Italia fatica tanto contro la modesta Moldavia e vince per 2-0 solo grazie ai
gol nel finale di Gianluca Mancini e Pio Esposito. Un risultato peraltro
inutile, perché dopo la vittoria della Norvegia nel pomeriggio, è già certo che
gli azzurri si giocheranno la qualificazione ai Mondiali tramite i playoff. La
prestazione è stata forse la peggiore della “nuova” Italia, ma il ct Gennaro
Gattuso non ci sta: “Ma che vuol dire non è stata la miglior Italia?”, ha
esordito ai microfoni Rai.
“Ho visto un’Italia che ha giocato, siamo stati là e loro non hanno mai tirato
in porta. Sono molto soddisfatto, abbiamo fatto quello che dovevamo e dato
minutaggio a dei ragazzi. Mi dispiace per i cori che ho sentito, è una
vergogna“, ha sbottato Gattuso.
Durante il match infatti si sono sentiti dei cori nei confronti della nazionale
italiana, tra cui “andate a lavorare”. “È il momento di stare uniti – ha
continuato Gattuso -. La squadra sta combattendo in campo e venire in trasferta
sentire tifosi che contestano la squadra non lo accetto. Noi comunque andiamo
avanti”.
L’Italia ha vinto sei partite consecutive in un girone di qualificazione, ma non
basta: la Norvegia è a punteggio pieno e con una differenza reti impressionante
(+29 contro il +12 dell’Italia). Motivo per cui l’Italia giocherà i playoff per
la terza volta consecutiva per andare ai Mondiali.
“Non dovete chiederlo a me, ma a chi fa i gironi e le regole. Nel ’94 c’erano
due squadre africane, adesso otto – ha dichiarato il commissario tecnico -. Ai
nostri tempi, la miglior seconda andava direttamente ai Mondiali. Le difficoltà
ci sono e lo sappiamo bene”, ha concluso Gattuso.
L'articolo “Che vuol dire non è stata la miglior Italia? Quello che ho sentito è
una vergogna”: Gattuso furioso dopo la Moldavia proviene da Il Fatto Quotidiano.