Tag - Milan

Cade il Napoli, frena il Milan: così l’Inter è in testa alla Serie A con “soli” 33 punti, come dieci anni fa
Ogni tanto date e numeri giocano a intrecciare presente e passato. Quest’anno in vetta alla Serie A si procede a rilento: nessuna delle pretendenti allo scudetto finora ha mostrato la solidità necessaria per tenere un passo costante. Tutte inciampino, a fasi alterne: questa domenica è toccato al Milan, frenato in casa dal Sassuolo, e al Napoli, caduto a Udine. Ne ha approfittato l’Inter, tornata alla vittoria a Marassi con un 2 a 1 sofferto contro il Genoa. Oggi i nerazzurri si godono così la vetta della Serie A: ci erano già arrivati all’undicesima giornata, ma in coabitazione con la Roma. Ora invece la squadra di Chivu è in testa da sola con 33 punti. Dopo 15 giornate, nell’ultimo decennio mai erano bastati così “pochi” punti per essere in cima alla classifica della Serie A. Un anno fa in realtà la situazione non era molto diversa: in testa c’era l’Atalanta a 34 punti, virtualmente insieme alla Fiorentina (i viola avevano una partita in meno, avrebbero poi vinto a gennaio il recupero contro l’Inter). Un dato che meriterebbe una riflessione a parte, se si pensa alla situazione attuale dei bergamaschi ma soprattutto della Fiorentina, desolatamente ultima in classifica, con di fatto 28 punti in meno rispetto alla passata stagione. L’Inter invece rispetto a un anno fa ha due punti in più, mentre il Napoli nonostante la campagna acquisti ma con l’impegno Champions sta praticamente replicando lo stesso campionato finora: adesso ha 31 punti, nel 2024 ne aveva 32. Certo per Antonio Conte pesa la sconfitta in trasferta contro l’Udinese, la settima complessiva stagionale. Il Milan invece ha esattamente 10 punti in più rispetto a un anno fa: è una parziale consolazione dopo il 2 a 2 in casa contro il Sassuolo. Ogni squadra ha le sue giustificazioni per i vari passi falsi. La realtà è che, come appunto accaduto anche l’anno scorso, finora non sta emergendo una dominatrice del campionato. Nella stagioni precedenti, dopo 15 partite, la squadra in vetta aveva già preso un ritmo importante (vedi elenco in basso). Si va dal massimo dei 43 punti della Juventus nel 2018/19 fino ai 36 del Napoli nel 2021/22, quando poi vinse il Milan lo scudetto al fotofinish contro l’Inter. Per ritrovare una squadra da sola in vetta alla classifica con 33 punti dopo 15 giornate bisogna tornare indietro di esattamente dieci anni, alla stagione 2015/16. In vetta allora c’era sempre l’Inter, ma guidata da Roberto Mancini. Subito dietro Fiorentina e Napoli. I nerazzurri non erano una squadra costruita per vincere, venivano da stagioni drammatiche e infatti crollarono a metà campionato, chiudendo al quarto posto (fuori dalla zona Champions) con appena 67 punti. Quel campionato lo vinse la Juventus di Allegri, che aveva cominciato malissimo la stagione e dopo 15 giornate aveva appena 27 punti. I bianconeri furono protagonisti di una rimonta-record suggellata da 24 vittorie in 25 partite. L’attuale Juve di Spalletti è a quota 26 punti dopo la vittoria con il Bologna, ma non sembra sinceramente in grado di ripetere un’impresa di quella portata. La Juve vinse quello scudetto di un decennio fa con 91 punti, mentre un anno fa al Napoli ne bastarono 82. Cosa accadrà quest’anno dipenderà dalle squadre adesso in vetta. Da oggi tocca all’Inter provare a prendere il largo. LA CAPOLISTA DELLA SERIE A DOPO 15 GIORNATE 2025/2026: Inter 33 2024/2025: Atalanta (e Fiorentina) 34 2023/2024: Inter 38 2022/2023: Napoli 41 2021/2022: Napoli 36 2020/2021: Milan 37 2019/2020: Inter 38 2018/2019: Juventus 43 2017/2018: Inter 39 2016/2017: Juventus 36 2015/2016: Inter 33 LA NUOVA CLASSIFICA DELLA SERIE A 1. Inter 33 2. Milan 32 3. Napoli 31 4. Roma 27 (una partita in meno) 5. Juventus 26 6. Bologna 25 7. Como 24 (una partita in meno) 8. Lazio 22 9. Sassuolo 21 10. Udinese 21 11. Cremonese 20 12. Atalanta 19 13. Torino 17 14. Lecce 16 15. Cagliari 14 16. Genoa 14 17. Parma 14 18. Verona 12 19. Pisa 10 20. Fiorentina 6 L'articolo Cade il Napoli, frena il Milan: così l’Inter è in testa alla Serie A con “soli” 33 punti, come dieci anni fa proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio
Serie A
Napoli Calcio
Inter
Il Milan ha un problema con le neopromosse: 3 partite, zero vittorie. Il dato dei gol subiti è preoccupante
Tre partite contro le neopromosse, zero vittorie. Il Milan vince gli scontri diretti (o comunque non li perde), ma fa una fatica incredibile con le piccole. Il bilancio contro Cremonese, Pisa e Sassuolo (tre neopromosse) è di due punti totali su nove disponibili: sconfitta 1-2 contro la Cremonese all’esordio, poi 2-2 con il Pisa e stesso risultato con il Sassuolo nel lunch match di domenica 15 dicembre, nonostante la doppietta di Bartesaghi. IL MILAN SPESSO “BUCATO” DALLE PICCOLE Il dato preoccupante – a maggior ragione se parliamo di una squadra di Massimiliano Allegri – è quello relativo ai gol subiti: sei a San Siro contro tre squadre che lottano per la salvezza. Troppi per una squadra che si trova in alto e vuole lottare per vincere lo scudetto. “Dobbiamo iniziare a prendere meno gol perché ne abbiamo presi due a Parma, due oggi, due a Torino, due col Pisa, due con la Cremonese“. Una statistica che infastidisce e non poco Massimiliano Allegri, che da sempre ha avuto la fase difensiva (e quindi i gol subiti) come suo principale punto di forza. Invece questo Milan adesso segna, ma subisce anche tanto, soprattutto contro le piccole. IL “PROBLEMA” PICCOLE “Sui gol potevamo essere più svegli, dovevamo difendere meglio soprattutto sul secondo. Eravamo a difesa schierata. È troppo facile così, così non possono entrare“. È il vero problema del Milan contro le piccole, come spiega Massimiliano Allegri nel post gara. Perché i rossoneri giocano, affondano, ma sono fragili nelle ripartenze contro squadre che si chiudono a riccio e che quindi costringono Pulisic e compagni ad attaccare con più uomini. Il vero problema del Milan contro le piccole è questo: la squadra non è velocissima nelle transizioni negative e quando le avversarie ripartono, rischiano spesso di far male. E sul 2-2 il Sassuolo ha anche sfiorato in più occasioni il gol del ribaltone. Dei 13 gol subiti in stagione solo 2 sono infatti arrivati contro le grandi (Napoli e Atalanta), poi 11 contro le squadre considerate “piccole“: due contro il Sassuolo, due contro Torino, Pisa, Cremonese e Parma, uno con la Fiorentina. E la maggior parte a San Siro (solo Torino e Parma fuori). INVECE NEGLI SCONTRI DIRETTI… Questo perché contro le big non è il Milan a fare la partita, ma l’esatto opposto. Come per esempio nel caso del derby contro l’Inter, con i nerazzurri a dominare il possesso e il Milan a colpire in contropiede. E se il trend negli scontri diretti è senza dubbio positivo (vittoria contro Lazio, Napoli, Inter e Roma, pareggio contro la Juventus), di sicuro va invertito contro le piccole e in particolare contro le neopromosse, contro cui i rossoneri hanno ottenuto solo due punti a fronte dei nove disponibili. L'articolo Il Milan ha un problema con le neopromosse: 3 partite, zero vittorie. Il dato dei gol subiti è preoccupante proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio
Serie A
Chi è Davide Bartesaghi, il “gigante” del Milan che ha conquistato Allegri e strizza l’occhio alla nazionale
Ben 193 cm, ma grande corsa e buona tecnica di base. Marco Bartesaghi continua a stupire il Milan, i milanisti e strizza l’occhio anche a Gennaro Gattuso in ottica nazionale italiana, dove è già un punto fermo dell’under 21 di Baldini. 20 anni da compiere il 29 dicembre, nel Milan ci è praticamente cresciuto. Ha iniziato da giovanissimo nell’Atalanta, ma già all’età di 7 anni è arrivato nel settore giovanile dei rossoneri e da lì non è più andato via. A suggellare il rapporto tra il Milan e il giovane esterno, la doppietta contro il Sassuolo, che coincide anche con i primi gol in Serie A, anche se non sono serviti per i tre punti. Allegri lo ha messo dentro dopo l’infortunio di Estupinan e lui ha risposto con grande voglia e determinazione, ma soprattutto qualità. Con il tempo si è fatto apprezzare anche da alcuni scettici tifosi rossoneri, diventando ormai un punto fermo. LA CARRIERA DI BARTESAGHI Nato il 29 dicembre 2005 a Erba, è cresciuto nelle giovanili del Milan, club con cui ha firmato il suo primo contratto da professionista nel 2023, valido fino al 2026. La sua è una carriera importante già da giovanissimo, visto che ha debuttato a 17 anni in Serie A, il 23 settembre 2023 entrando nel secondo tempo di Milan–Verona. Due mesi dopo ha esordito anche in Champions League nel dicembre 2023 contro il Newcastle. Nella stagione successiva è stato impiegato sia con la prima squadra che con la formazione under 23, il Milan Futuro, che oggi milita in Serie D ma fino allo scorso anno partecipava al campionato di Serie C. Proprio in Serie C ha messo in mostra tutto il suo talento: fisicamente forte, tecnico e con buone capacità difensive e offensive, tanto da attirare l’attenzione dell’allenatore della prima squadra e dei media già dalla passata stagione. LE CARATTERISTICHE Davide Bartesaghi è un terzino sinistro moderno, capace di unire solidità difensiva e buona spinta offensiva. Dal punto di vista fisico è strutturato, forte nei contrasti e affidabile nei duelli uno contro uno. In fase difensiva ha grande concentrazione, senso della posizione e intelligenza tattica, qualità importanti che lo hanno reso prezioso per Allegri. In fase offensiva Bartesaghi è ordinato e intelligente: accompagna l’azione sulla fascia, sa sovrapporsi e mettere cross precisi, senza peròscoprirsi eccessivamente. Tecnicamente è pulito nel controllo di palla e nel passaggio, mentre tatticamente dimostra maturità, adattandosi bene ai ritmi della prima squadra. In più, contro il Sassuolo ha mostrato anche buona propensione al gol. L'articolo Chi è Davide Bartesaghi, il “gigante” del Milan che ha conquistato Allegri e strizza l’occhio alla nazionale proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio
Serie A
Russia inches toward Olympic readmittance with new IOC youth even recommendation
The International Olympic Committee said Thursday that youth athletes with Russian or Belarusian passports should be allowed to compete under their national flag and anthem, easing restrictions on Russian athletes that have been in place since the country’s 2022 invasion of Ukraine. The updated position applies to the 2026 Youth Olympic Games in Dakar, Senegal, but it did not mention the Milan Cortina Winter Games next year, where Russian athletes are expected to compete as neutral competitors under stringent regulations. “With its considerations today, the Olympic Summit recognised that athletes, and in particular youth athletes, should not be held accountable for the actions of their governments — sport is their access to hope, and a way to show that all athletes can respect the same rules and each another,” the IOC said in a statement. Still, the IOC maintained its guidance that Russia should not be allowed to host international sports events, although it said events could be hosted in Belarus. It also reiterated that restrictions on government officials from Russia and Belarus should stay in place for both youth and adult sports events. Russia has long faced scrutiny from the IOC over allegations of doping, with a number of Russian athletes who competed in the 2014 Sochi Olympics being stripped of their medals. IOC President Kirsty Coventry, who took the helm of the organization in June, has signaled that she would be open to seeing Russia compete in the 2026 Olympic Games, sparking a fierce backlash from Ukraine. The decision came out of this week’s Olympic Summit in Switzerland, at which key stakeholders decided to take up a recommendation from the committee’s Executive Board to change its guidance for Russian youth athletes. In its statement, the IOC said, “The Summit also reaffirmed that athletes have a fundamental right to access sport across the world, and to compete free from political interference or pressure from governmental organisations.” European soccer governing body UEFA attempted to allow Russian youth to participate in its competitions in 2023 but ultimately scuttled the effort following opposition from countries including Ukraine.
Rights
Sport
Competition/antitrust
Youth
Milan
Milan-Como in Australia, Scaroni: “Comincio a essere preoccupato. Ma non c’è nessun affare economico”
Manca ancora l’ufficialità, ma Milan-Como non si giocherà a Perth, in Australia. Dopo l’indiscrezione nella giornata di martedì 9 dicembre, arriva conferma anche dalle parole di Paolo Scaroni, presidente del Milan, nel corso di una lunga intervista a Class CNBC. “Non ho ancora abbassato le braccia su questo tema, ma ci sono così tante autorizzazioni da ottenere che comincio ad essere preoccupato. Se saltasse sarebbe un’occasione persa per la Serie A perché noi abbiamo l’obiettivo di rendere la Serie A attrattiva nel mondo”. Le autorizzazioni di cui parla Scaroni sarebbero in realtà delle condizioni molto stringenti poste da Asian Football Confederation e Football Australia: la sfida non sarebbe pubblicizzata come un match di Serie A e a dirigere l’incontro ci sarebbe un team di arbitri dell’Afc e non della Can, federazione italiana degli arbitri. Queste due condizioni hanno portato a uno stop – dopo quello di Miami per il match tra Barcellona e Villarreal – del processo che avrebbe portato a giocare il primo match di A fuori dall’Italia. Il match vale 12 milioni sonanti, 4 per l’organizzazione dell’evento, gli altri 8 per le casse dei club coinvolti (e della Lega), ma Scaroni smentisce tutto: “Noi dobbiamo andare via da San Siro perché c’è l’inaugurazione dei Giochi olimpici. Una delle idee che abbiamo perseguito era di andare in Australia per promuovere il calcio italiano, non per fare un affare economico che non c’è”. Adesso, a meno di un nuovo colpo di scena nelle prossime ore o nei prossimi giorni – con l’intervento della Fifa, l’unica istituzione in questo momento in grado di sbloccare la situazione – il match salterà e così il Milan dovrà trovare una sede libera in quel week end per giocare la propria partita di campionato. L'articolo Milan-Como in Australia, Scaroni: “Comincio a essere preoccupato. Ma non c’è nessun affare economico” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio
Serie A
Australia
Como
Milan, si ferma anche Leao: nessuna lesione, ma il calciatore sente dolore. Come sta e quando può tornare in campo
“La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto oggi Rafael Leao a seguito del risentimento muscolare all’adduttore destro avuto durante la partita Torino-Milan ha escluso la presenza di lesioni muscolari”. Così il Milan in una nota ufficiale per comunicare l’esito degli esami a cui si è sottoposto Leao in mattinata, dopo l’infortunio nel match di lunedì sera vinto contro il Torino. Il portoghese ha avuto un fastidio alla coscia al 27esimo e tre minuti dopo – in seguito a uno scatto per raggiungere un pallone su lancio di Rabiot – si è fermato di colpo toccandosi ripetutamente la zona interna della coscia destra. Problema all’adduttore per Leao, che però non ha nessuna lesione. Si tratta di un’infiammazione che causa ovviamente dolore al giocatore. Se dovesse continuare a giocarci sopra, la situazione potrebbe diventare più seria. Se invece Leao rimarrà a riposo e comincerà i trattamenti dovuti, l’infiammazione passerà prima. Ed essendo l’adduttore una zona delicata, il Milan non vuole rischiare: ecco perché il portoghese salterà con molta probabilità Milan-Sassuolo di domenica alle 12:30 e tornerà per la Supercoppa in Arabia Saudita in programma dal 18 al 22 dicembre, con la prima gara contro il Napoli prevista per il 18. Si tratta del nono infortunio muscolare in carriera per Rafael Leao, che quest’anno ne aveva già avuto uno più serio al polpaccio, ad agosto, durante la gara di Coppa Italia con il Bari. In quella circostanza rimase fuori circa un mese e mezzo, saltando cinque partite di campionato e rientrando poi in campo soltanto a fine settembre contro il Napoli. Leao si unisce alla lista degli indisponibili composta da Gimenez, Fofana e Athekame. Tutti però recuperabili per domenica. E a questo punto il recupero di Gimenez diventa importantissimo, visto che in avanti la coperta è cortissima. L'articolo Milan, si ferma anche Leao: nessuna lesione, ma il calciatore sente dolore. Come sta e quando può tornare in campo proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio
Serie A
Milan-Como in Australia rischia di saltare: “Condizioni troppo stringenti”
Dopo annunci trionfali, pubblicità e promozione dell’evento, la sfida tra Milan e Como di febbraio non si giocherà con molta probabilità a Perth, in Australia. Manca ancora l’ufficialità ma – come riportato da La Gazzetta dello Sport – la direzione è quella. Nonostante il via libera, molto poco entusiasta per usare un eufemismo, da parte della Uefa, in Lega Calcio non era ancora arrivata l’autorizzazione della Federcalcio australiana e soprattutto della Confederazione asiatica. Ora sarebbe arrivata, ma alle loro condizioni. Per il match – che vale 12 milioni sonanti, 4 per l’organizzazione dell’evento, gli altri 8 per le casse dei club coinvolti (e della Lega) – l‘Asian Football Confederation e Football Australia hanno infatti posto delle condizioni molto stringenti: la sfida non sarebbe pubblicizzata come un match di Serie A e a dirigere l’incontro ci sarebbe un team di arbitri dell’Afc e non della Can, federazione italiana degli arbitri. Queste due condizioni hanno portato a uno stop – dopo quello di Miami per il match tra Barcellona e Villarreal – del processo che avrebbe portato a giocare il primo match di A fuori dall’Italia. A meno di un nuovo colpo di scena nelle prossime ore o nei prossimi giorni – con l’intervento della Fifa, l’unica istituzione in questo momento in grado di sbloccare la situazione – il match salterà e così il Milan dovrà trovare una sede libera in quel week end per giocare la propria partita di campionato, visto che San Siro sarà impegnato con la cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. Nonostante la Serie A – di fronte a queste cifre e alla possibilità di promuovere il nostro calcio nel mondo – non ci abbia pensato due volte a portare una partita di campionato dall’altra parte del pianeta, adesso dopo le condizioni poste dalle federazioni asiatiche e australiane, le possibilità di vedere Milan e Como in Australia si sono così ridotte quasi allo zero. E sarà felice qualche giocatore – come per esempio Adrien Rabiot (zittito subito dall’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo) – che aveva definito una “follia” l’evento australiano. L'articolo Milan-Como in Australia rischia di saltare: “Condizioni troppo stringenti” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio
Serie A
Como
Uefa
“Due giorni fa ero morto a letto”: non doveva nemmeno giocare, Pulisic entra e riporta il Milan al primo posto
“Due giorni fa ero morto a letto, oggi sono stato meglio e sono venuto qui per aiutare la squadra”. Così Christian Pulisic a Sky Sport nell’immediato post Torino-Milan, match vinto in rimonta dai rossoneri per 2-3 grazie al gol di Rabiot prima e alla doppietta dello statunitense poi. Pulisic non doveva nemmeno scendere in campo: l’improvvisa febbre a 39 di sabato aveva messo in dubbio anche la sua convocazione per il match del lunedì sera. Poi domenica i primi miglioramenti e la decisione – presa lunedì mattina – di raggiungere la squadra a Torino. Lo statunitense è partito dalla panchina, ma sul 2-1 è entrato in campo al 66esimo per provare a dare una mano ai suoi. Ed ecco che dopo un minuto è arrivato il gol del 2-2 e dopo dieci la rete decisiva del 2-3. “Voglio trovare più ritmo, la squadra sta facendo molto bene quest’anno. Pensiamo partita per partita, se continuiamo così a fine stagione ci toglieremo delle soddisfazioni. Ieri non sapevo se potevo giocare, stamattina sono stato molto meglio e sono felice per i gol, ma soprattutto perché abbiamo vinto”, ha concluso Pulisic nel post partita. Una vittoria in rimonta e di carattere quella del Milan, che dopo un inizio choc (2-0 al 17esimo con le reti di Vlasic su calcio di rigore e Duvan Zapata con un destro incrociato) ha avuto la forza e la capacità di reagire e rimanere in partita grazie anche alle individualità. Prima una botta da fuori di Rabiot, poi la doppietta di Pulisic nel secondo tempo hanno consentito alla squadra di Allegri (in tribuna per squalifica) di riagganciare il Napoli al primo posto in classifica e di dare continuità alla vittoria contro la Lazio. Doppietta che porta Pulisic in vetta alla classifica marcatori di Serie A insieme a Lautaro Martinez. “Nel primo tempo loro ci aspettavano e noi siamo stati dei polli perché non abbiamo allargato il gioco – ha dichiarato a fine gara Marco Landucci, vice di Allegri -. Però siamo una squadra che non molla mai, e bisogna elogiare anche lo staff medico perché Pulisic stava malissimo, eppure è venuto e ci ha dato una grande mano. Vorrei rimarcare il grande spirito di questa squadra”. L'articolo “Due giorni fa ero morto a letto”: non doveva nemmeno giocare, Pulisic entra e riporta il Milan al primo posto proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio
Serie A
Commandos Tigre, ricompare la storica “pezza”: i capi ultras del Milan a caccia del Santo Graal del potere in Curva Sud
Si potrebbe iniziare così: la “pezza” ritrovata. E la pezza in questo caso, è lo striscione dei Commandos Tigre, primo gruppo ultras (nasce nel 1967) del tifo organizzato milanista. Lo stendardo è stato ritrovato “per caso” qualche giorno fa durante uno sgombero da uno studente universitario sconosciuto alle cronache di curva e giudiziarie. Ma il dato è oggettivo. Di più: lo striscione è originale e per il blasone che rappresenta rischia oggi di scompaginare gli equilibri della Curva sud. Tanto che i suoi pretoriani assieme ai senatori dell’Old Clan si sono messi in caccia come alla ricerca del Sacro Graal. Ultras a Milano, quindi. Sponda rossonera, secondo anello blu, Curva sud. Esistenza oggi difficile. Indagata, processata, condannata e ancora attenzionata, diffidata, sgradita. L’occhio della Procura sembra vigile, la Squadra Mobile indaga sull’ultimo tentato omicidio, mentre Luca Lucci il Toro intravede, oltre alla già emessa sentenza per l’inchiesta Doppia Curva, vent’anni per droga. Eppure chiuso nel carcere, ancora è ritenuto il capo da chi in transenna si barrica dietro l’equivoco “Sodalizio”, vietato in forma di striscione eppure ribadito durante il derby con le torce dei cellulari. Ma sono solo increspature, la Procura decide, la società un po’ storce il naso, mentre il vecchio vocalist Pacio Pacini, fedelissimo di Lucci, risulta sgradito a giorni alterni. Nel frattempo, però, a far prevedere burrasca tra i monolitici equilibri di Curva sud puntellati di recente da senatori dell’Old Clan, già a capo delle Brigate Rossonere declinate in forma di estrema destra, c’è la pezza ritrovata dei Commandos, simbolo del potere assoluto in curva. Perché i Commandos Tigre sono il gruppo ultras più antico, anche della Fossa dei Leoni, anche delle Brigate Rossonere. Per cinquant’anni è stato il sangue blu del tifo organizzato, una nobiltà supportata non di rado dagli interessi criminali della famiglie mafiose, fino a quando il blasone è stato spazzato via prima dai “guerrieri” di Giancarlo Sandokan Lombardi e poi dai “banditi” di Lucci. Sulla strada della conquista si sono osservati due tentati omicidi nei confronti di storici appartenenti dei Commandos, calci, pugni e pistolettate. Era il 2006 e per altri dieci anni il gruppo espropriato del suo luogo di origine, il primo anello blu, ha provato a resistere anche con innesti criminali di alto rango. Ma già in questo decennio lo striscione scompare custodito come il Graal da un tesoriere segreto. Poi nel 2016 la trasferta a Genova contro la Sampdoria sembra chiudere i giochi con un’aggressione programmata. I Commandos arrivano nella pancia del Marassi e si trovano davanti i pretoriani di Curva Sud. Ad attenderli anche un fedelissimo di Lucci che oggi va a braccetto con i vecchi amici dell’Old Clan. Non è una rissa, ma una spedizione punitiva. Da lì a poco alle 19:30 del 26 aprile 2016 in rete gira il comunicato con cui si annuncia lo scioglimento dei Commandos: “Ieri sera 25 aprile è successo quello che pensavamo non potesse mai succedere, abbiamo deciso di sciogliere i Commandos Tigre”. Quattro ore dopo la smentita, il comunicato è falso, i Commandos non si sono sciolti: “Il comunicato pubblicato a nome dei Commandos Tigre 1967 non arriva da nessuno autorizzato a farlo”. Insomma i Commandos non si sono mai sciolti e ora torna lo striscione a mettere in subbuglio gli interessi che, nonostante gli arresti, si agitano dietro la Curva Sud. Il giovane universitario pochi giorni fa così ha postato le foto sui social, scrivendo: “Buongiorno a tutti, ho trovato questo striscione a seguito di un sgombero. Appena l’ho visto stentavo a crederci, ma l’emozione iniziale ha lasciato spazio ai dubbi: sarà vero? Chiedo a voi che siete più esperti. Qualcuno sa dirmi qualcosa?”. Che certamente si tratta dell’originale. La “pezza” che oggi ritorna è in fondo anche il simbolo di come è iniziata la carriera di Luca Lucci, la cui parabola lunga quasi vent’anni lo ha alla fine portato in galera accusato di associazione a delinquere. Nel mezzo della storia quattro tentati omicidi, pestaggi di ogni genere, collegamenti, penalmente giudicati non rilevanti, con la ‘ndrangheta e tantissimi affari ben oltre il tifo. Per questo la conquista dello striscione e poterlo esporre al Meazza potrebbe rappresentare la chiusura del cerchio e l’affermazione definitiva di un potere assoluto cui ambiscono anche gli amici dell’Old Clan. Anche perché in un orizzonte breve di appena sei anni ci sarà lo stadio nuovo, tutto privato. Le operazioni di avvicinamento sono già iniziate non senza ingerenze su alcuni dirigenti dell’Ac Milan. L'articolo Commandos Tigre, ricompare la storica “pezza”: i capi ultras del Milan a caccia del Santo Graal del potere in Curva Sud proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Procura di Milano
Calcio
Associazione a Delinquere
'ndrangheta al Nord
“Abbiamo iniziato a picchiarci, ho visto il sangue. Poi ho detto ‘perché l’ho fatto?'”: Boateng racconta la rissa con Livaja
“Abbiamo iniziato a picchiarci. Mi ha colpito al labbro, che si è aperto e sanguinava. Ce le siamo date davvero”. A parlare è Kevin Prince Boateng nel corso di una ospitata nel podcast UNSCRIPTED by Josh Mansour. L’ex centrocampista del Milan ha infatti raccontato un brutto litigio con Marko Livaja, ex attaccante dell’Inter e compagno di Boateng al Las Palmas, in Spagna. Tutto è cominciato da un litigio in campo poi degenerato: “Un giorno litighiamo in allenamento: io gli dico ‘Passala, smettila di essere egoista’. Lui risponde ‘Stai zitto’. Dopo l’allenamento la tensione era passata, così l’ho portato in cucina. Gli ho detto: ‘Bro, che hai? Che succede?’. Lui: ‘Scusa, ho problemi a casa’. E io: ‘Si vede, sei teso. Voglio solo aiutarti, tutto ok'”. Quando però tutto sembrava risolto, c’è stato l’episodio che ha fatto degenerare la situazione: “Mi disse ‘Però non parlarmi mai più così’. E lì è uscito il mio orgoglio: ‘Come? Non ti devo parlare così?’. Lui: ‘Lasciami stare’ – ha spiegato Boateng -. Il dialogo stava andando benissimo fino a quel punto. Poi il suo orgoglio si è acceso. Ha aperto la porta con forza e me l’ha sbattuta in fronte. Boom. Mi sono tagliato. Ho visto rosso. Sono corso verso di lui e l’ho colpito sulla testa. Abbiamo iniziato a picchiarci. Mi ha colpito al labbro, che si è aperto e sanguinava. Ce le siamo date davvero”. Due minuti di botte e violenza, con la situazione che era ormai degenerata. Poi però i due sono tornati a ragionare, spiega il centrocampista ghanese. “Dopo due minuti ci siamo fermati. Io da una parte, lui dall’altra. Seduto lì ho pensato: ‘Che sto facendo? Perché lo sto facendo?’. Ogni volta che succede è perché qualcosa più grande di te prende il sopravvento. Poi ti chiedi: ‘Perché l’ho fatto?’. Il giorno dopo l’ho abbracciato e gli ho detto: ‘Scusa, sono il più grande, non devo fare queste cose‘. Succede. Spogliatoio: tanti ego, tanta tensione, ognuno vuole essere il più forte. Normale”. L'articolo “Abbiamo iniziato a picchiarci, ho visto il sangue. Poi ho detto ‘perché l’ho fatto?'”: Boateng racconta la rissa con Livaja proviene da Il Fatto Quotidiano.
Milan
Calcio