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Mondiali 2026, la Fifa introduce l’hydration break: cosa è la novità e cosa comporta
La FIFA ha ufficializzato l’introduzione di una novità importante che riguarda lo svolgimento delle partite dei Mondiali 2026 che si giocheranno tra Usa, Canada e Messico a partire da giugno. Ci sarà infatti l’hydratation break, ovvero una pausa di 3 minuti prevista al 22esimo minuto sia del primo che del secondo tempo, utile ai giocatori per reidratarsi. Una novità voluta per consentire ai calciatori di giocare nelle condizioni migliori possibili, visti i vari calendari molto fitti e le temperature alte. La conferma è arrivata da Manolo Zubiria, Chief Tournament Officer per gli Stati Uniti per il Mondiale: “Per ogni partita, indipendentemente da dove si giochi, dalla presenza di un tetto o dalla temperatura, ci sarà una pausa di tre minuti per idratarsi. Saranno tre minuti dal fischio dell’inizio in entrambi i tempi. Ovviamente, se si verifica un infortunio (interruzione) al 20° o 21° minuto e la situazione persiste, la questione verrà affrontata sul posto con l’arbitro”. Probabile dunque che ci sia elasticità sulla questione, con lo stop che potrà quindi arrivare anche qualche minuto prima. Non è altro che un cooling break, ma reso obbligatorio in tutte le partite e con una durata più lunga. Il cooling break infatti veniva fatto solo in caso di temperature oltre i trenta gradi e durava circa un minuto. Adesso invece a “tutela della salute dei calciatori”, sarà uno stop obbligatorio. L'articolo Mondiali 2026, la Fifa introduce l’hydration break: cosa è la novità e cosa comporta proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Mondiali, il sorteggio diventa l’omaggio di Infantino a Trump. L’Italia per ora è una X: i play-off sono più tosti del futuro girone
Mister X 1 giocherà nel girone B del Mondiale 2026, composto da Canada, Svizzera e Qatar: chiunque sia, non gli è andata male. Mister X 1 uscirà dalla vincitrice dei playoff di qualificazione che opporranno Italia-Irlanda del Nord (semifinale 1 il 26 marzo a Bergamo) e Galles-Bosnia (semifinale 2), il 31 marzo la finalissima. Si può tranquillamente affermare che gli spareggi europei saranno più complicati della prima fase del mondiale, con tutto il rispetto nei confronti di Canada e Qatar. Ha fatto un certo effetto ritrovare gli azzurri nel ruolo di comparsa nel sorteggio andato in scena al Kennedy Centre di Washington per comporre i dodici gironi eliminatori del torneo in programma la prossima estate in Usa, Canada e Messico, il primo in assoluto a 48 squadre: questi siamo dopo due eliminazioni di fila e questo ci meritiamo. La regia, perfida, ha calcato la mano: quando è stata presentata la Norvegia, è stato riproposto un gol di Erling Haaland agli azzurri, nell’1-4 di Milano. Se l’Italia riuscirà ad evitare la vergogna della terza bocciatura consecutiva, debutterà a Toronto il 12 giugno, contro il Canada. A Toronto, hanno subito fatto festa nel Cafè Diplomatico, punto d’incontro della Little Italy della città. Sognavano una sfida contro gli azzurri e potrebbero essere accontentati, ma l’America, come cantava Lucio Dalla, è ancora lontana. È dall’altra faccia della luna e agli azzurri servono due partite per staccare il biglietto. Il sorteggio, con uno show di due ore in mondovisione, è stato l’ennesimo spot del presidente statunitense Donald Trump, omaggiato dall’omologo della Fifa Gianni Infantino con la consegna del Premio per la Pace. Trump aspira al Nobel, ma deve accontentarsi, per ora, del riconoscimento della Fifa. Nell’esercito dei suoi adoratori c’è infatti, dai tempi del primo mandato di Donald alla Casa Bianca, Infantino. I due presidenti governano in modo autoritario la nazione più potente del mondo e l’istituzione sportiva più forte. Trump e Infantino si piacciono, si stimano, hanno le cosiddette affinità elettive. Con il democratico Joe Biden, le relazioni del grande capo della Fifa furono molto più blande. Trump è stato la figura dominante di questo sorteggio: ai rappresentanti degli altri due paesi organizzatori, la presidentessa messicana Claudia Sheinbaum e il premier canadese Mark Carney, è toccato il ruolo di “spalla”. Con Canada e Messico, il secondo mandato di Trump ha vissuto momenti critici, soprattutto subito dopo l’insediamento di King Donald. Trump ha benedetto il sorteggio lanciandosi in un autospot: “Il mondo ora è un posto più sicuro. Gli Stati Uniti non se la passavano bene un anno fa. Ora siamo il paese più caldo. Con Infantino abbiamo parlato di come salvare tanta gente dalle guerre. Conosco Gianni da tanto tempo. Ha stabilito un record sulla vendita dei biglietti, un bell’omaggio al gioco del calcio, che per noi resta il soccer. Sarà un evento mai visto, c’è un entusiasmo fantastico”. Con tante X sparse nei dodici gironi, non è facile avventurarsi in giudizi e previsioni. Nei gruppi già al completo, è andata sicuramente bene alla Germania di Julian Nagelsmann che affronterà Ecuador, Costa d’Avorio e Curaçao. Sorteggio morbido per la Spagna: Uruguay, Arabia Saudita e Capo Verde gli avversari. Anche i campioni in carica dell’Argentina non possono lamentarsi: Austria – al ritorno dopo 28 anni -, Algeria e Giordania. L’Inghilterra di Tuchel, punteggio pieno e zero gol subiti nelle eliminazioni, è capitata con Croazia, Ghana e Panama: un cammino meno agevole rispetto ad altre “big”. La Francia ritrova il Senegal dopo il ko nella gara del 2002 e sfiderà la Norvegia, mina vagante del torneo. Il Brasile farà i conti con Marocco, Scozia e Haiti: con i giovani talenti che si ritrova in attacco, Carlo Ancelotti non dovrebbe avere problemi. Anche il Portogallo di Cristiano Ronaldo, avversari Colombia, Uzbekistan e una X, può sorridere alla vita. La gara inaugurale, l’11 giugno 2026, sarà Messico-Sudafrica: le due squadre si ritrovarono di fronte all’esordio del mondiale 2010, ma a parti invertite. C’era Nelson Mandela a fare gli onori di casa. Oggi c’è Donald Trump: sarà lui, il 19 luglio 2026, a consegnare la coppa al vincitore. È davvero un altro mondo e sarà un altro mondiale, con la polizia a caccia degli immigrati clandestini negli stadi. L'articolo Mondiali, il sorteggio diventa l’omaggio di Infantino a Trump. L’Italia per ora è una X: i play-off sono più tosti del futuro girone proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Mondiali 2026, è il giorno dei sorteggi dei gironi: orario, regolamento ed eventuali avversarie dell’Italia
Meno di 200 giorni (188 per essere precisi) e poi cominceranno i Mondiali di calcio 2026 in programma dall’11 giugno al 19 luglio tra Usa, Canada e Messico. Competizione alla quale l’Italia non è ancora certa di partecipare: gli azzurri infatti sfideranno prima l’Irlanda del Nord in semifinale a Bergamo, poi Galles o Bosnia nell’eventuale finale playoff per qualificarsi. Le qualificate dai playoff sono state inserite in quarta fascia. Intanto oggi, 5 dicembre, sono in programma i sorteggi dei gironi a Washington Dc, in un evento in cui saranno presenti anche star della musica internazionale (tra cui anche Andrea Bocelli) e Donald Trump. Al momento sono 42 le squadre già certe di partecipare alla competizione in programma l’estate prossima. MONDIALI 2026, IL REGOLAMENTO DEI GIRONI Il sorteggio comincia con tutte le squadre del Pot 1 che saranno distribuite dal Gruppo A al Gruppo L. Vengono poi estratti i Pot 2, 3 e 4, in quest’ordine. Nel Pot 1, Canada, Messico e Stati Uniti, come paesi ospitanti, saranno identificati con palline di colori diversi. Visto il calendario delle partite pubblicato il 4 febbraio 2024, al Messico è assegnata la posizione A1 (palla verde), al Canada posizione B1 (palla rossa) e ali Usa la posizione D1 (palla blu). Le altre nove squadre del Pot 1 sono identificate da nove palline dello stesso colore e sono automaticamente assegnate alla posizione 1 nel gruppo in cui sono posizionate. Per garantire l’equilibrio competitivo, si è optato per svolgere due sorteggi separati fino alle semifinali del calendario delle partite. Per ottenere una distribuzione equilibrata delle squadre, sono state applicate alcune restrizioni al sorteggio per le prime quattro squadre del ranking Mondiale: la Spagna, squadra migliore in classifica e Argentina, la seconda più alta, saranno assegnate casualmente alle squadre opposte. Lo stesso principio si applicherà alle squadre classificate terza e quarta (rispettivamente Francia e Inghilterra). Nei Pot 2, 3 e 4, la posizione delle squadre in ciascun gruppo sarà assegnata secondo uno schema predefinito. In linea di principio, nessun gruppo avrà due squadre della stessa confederazione, con l’unica eccezione della Uefa, rappresentata da 16 squadre. Ogni gruppo avrà almeno una e al massimo due squadre Uefa. LE QUATTRO FASCE Prima fascia * Canada * Messico * Stati Uniti * Spagna * Argentina * Francia * Inghilterra * Brasile * Portogallo * Olanda * Belgio * Germania Seconda fascia * Croazia * Marocco * Colombia * Uruguay * Svizzera * Giappone * Senegal * Iran * Corea del Sud * Ecuador * Austria * Australia Terza fascia * Norvegia * Panama * Egitto * Algeria * Scozia * Paraguay * Tunisia * Costa d’Avorio * Uzbekistan * Qatar * Arabia Saudita * Sudafrica Quarta fascia * Giordania * Capo Verde * Ghana * Curaçao * Haiti * Nuova Zelanda * Vincente playoff europeo percorso A (Italia/Irlanda del Nord/Galles/Bosnia ed Erzegovina) * Vincente playoff europeo percorso B (Ucraina/Svezia/Polonia/Albania) * Vincente playoff europeo percorso C (Turchia/Romania/Slovacchia/Kosovo) * Vincente playoff europeo percorso D (Danimarca/Macedonia del Nord/Repubblica Ceca/Irlanda) * Vincente Playoff Interzona 1 (Nuova Caledonia/Giamaica/Repubblica Democratica del Congo) * Vincente Playoff Interzona 2 (Bolivia/Suriname/Iraq) SORTEGGIO GIRONI MONDIALI 2026: ORARIO E DOVE VEDERLO IN TV E STREAMING Il sorteggio dei gironi dei Mondiali 2026 può essere seguito in diretta TV sui canali di Sky Sport, ma anche in live-streaming su NOW, SkyGo, FIFA+ e il sito ufficiale della FIFA. Anche Dazn trasmetterà l’evento in modalità gratuita. L'articolo Mondiali 2026, è il giorno dei sorteggi dei gironi: orario, regolamento ed eventuali avversarie dell’Italia proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Mondiali 2026, la semifinale playoff tra Italia e Irlanda del Nord si gioca a Bergamo
La semifinale dei playoff mondiali dell’Italia contro l’Irlanda del Nord si gioca a Bergamo, il 26 marzo alle ore 20:45. A comunicarlo con una nota ufficiale è stata la Figc sul proprio sito: la meta scelta era già nell’aria, ma adesso è arrivata l’ufficialità. L’eventuale finale, invece, si giocherà in trasferta contro Galles o Bosnia-Erzegovina dopo il sorteggio delle scorse settimane. Lo stadio di Bergamo tornerà così a ospitare la nazionale in occasione della semifinale dei play-off mondiali a distanza di mesi dal 5-0 degli azzurri con l’Estonia dello scorso settembre, nel giorno del debutto da commissario tecnico di Gennaro Gattuso. A Bergamo l’Italia è imbattuta: quattro i precedenti, con due vittorie per 5-0 (l’altra nel primo incontro con Malta disputato nel gennaio del 1987) e due pareggi per 1-1 (nell’amichevole con la Turchia del novembre 2006 e nel match di Nations League con l’Olanda dell’ottobre 2020). Sono undici invece i precedenti con l’Irlanda del Nord, con un bilancio di 7 vittorie per gli azzurri, 3 pareggi e una sola sconfitta, il 2-1 che il 15 gennaio 1958 a Belfast costò alla nazionale la mancata partecipazione al Mondiale svedese. Si è giocato a Belfast anche il più recente confronto tra le due nazionali, lo 0-0 nell’ultimo incontro di qualificazione al Mondiale di Qatar 2022 che costrinse gli azzurri ai play-off. Intanto nella giornata di venerdì 5 dicembre l’Italia conoscerà anche le eventuali avversarie da affrontare in estate 2026 in caso di qualificazione alla fase finale dei Mondiali che si disputeranno tra Usa, Canada e Messico. Gli azzurri – come tutte le altre nazionali che disputeranno i playoff – saranno in quarta fascia in compagnia di Giordania, Capo Verde, Ghana, Curaçao, Haiti, Nuova Zelanda, più le altre qualificate tramite i playoff, sia europee che mondiali. L'articolo Mondiali 2026, la semifinale playoff tra Italia e Irlanda del Nord si gioca a Bergamo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La fuga dei piedi buoni: i talenti dell’Italia Under17 terza ai Mondiali stanno già giocando all’estero
Per una nazionale che rischia di non andare a Usa 2026 e saltare la terza edizione di fila, c’è un’altra Italia che ai Mondiali ci va, facendo pure bella figura: l’Under17 guidata da Massimiliano Favo ha conquistato uno storico terzo posto ai Mondiali di categoria in Qatar, battendo ai rigori nella finalina di consolazione il Brasile campione in carica. Non è la prima squadra giovanile azzurra che fa segnare ottimi risultati di recente. L’Under20 poche settimane fa si era fermata agli ottavi (sempre meglio che non qualificarsi proprio), ma veniva comunque da un secondo, un quarto e un terzo posto di fila. L’Under19 ha fatto due semifinali e una vittoria nelle ultime tre edizioni degli Europei. Adesso si aggiunge l’Under17 con questo storico bronzo, miglior piazzamento di sempre. È il solito discorso dei giovani che ci sono, ma che si perdono nella fase della crescita: tant’è vero che se in queste prime categorie gli azzurrini primeggiano ancora, cominciano a faticare già in Under21 (la nostra rappresentativa non si qualifica alle Olimpiadi dal 2008 e ora sta rischiando di non andare ai prossimi Europei, dove non vinciamo dal 2004), per poi sprofondare proprio a livello maggiore. Segno che evidentemente – oltre ad una serie di questioni tattiche e di sviluppo del calcio giovanile – nel sistema italiano c’è anche, e tanto, un problema di maturazione, dovuto allo scarso spazio e tempo concesso ai nostri talenti nei vari campionati, per quelle che sono le logiche stantie con cui vengono gestiti i club. Nell’exploit dell’Under17, però, c’è anche un altro elemento di novità, che merita una riflessione. Innanzitutto, l’Italia che ha così ben figurato tra i pari età in Qatar ha in rosa diversi italiani di cosiddetta “seconda generazione”, e sappiamo quanto questo possa arricchire le potenzialità di una squadra: si pensi a ciò che accade nel calcio da anni con Francia, Olanda, Inghilterra, ma più di recente in un’altra disciplina anche all’atletica italiana. Non solo: alcuni azzurrini, tra cui quasi tutti i migliori, non giocano nemmeno in Italia ma già all’estero. È il caso ad esempio di Luca Reggiani e Samuele Inacio (quest’ultimo figlio d’arte, dell’ex attaccante Inacio Pià), considerati i due prospetti più interessanti, che dalla scorsa estate si sono accasati in Germania al Borussia Dortmund, uno dei club più rinomati d’Europa per la capacità di lanciare talenti. Oppure di Jean Makumbu, che ha fatto tutta la trafila in Francia e oggi è in forza al Reims, con cui potrebbe esordire un giorno in Ligue1, il campionato che più di tutti dà spazio ai giovani. E ancora Dauda Idrissa, nato a Brescia ma trasferitosi presto con la famiglia in Inghilterra, dove ha già fatto l’esordio in prima squadra al West Bromwich Albion e firmato un contratto professionistico. In un calcio italiano vecchio, quasi morto, la fuga dei cervelli (o in questo caso bisognerebbe dire dei piedi) all’estero rischia di essere un fenomeno sempre più diffuso e anche necessario. Non dobbiamo nemmeno vergognarcene, ma quasi augurarcelo: abbiamo citato l’esempio del valore aggiunto che hanno portato gli italiani di seconda generazione all’atletica, potremmo fare qui invece quello del rugby, dove la rinascita della nazionale è coincisa anche con la rinuncia al progetto autarchico delle accademie e la constatazione che i nostri giocatori crescevano meglio all’estero. È quello che si spera potrà capitare ai vari Inacio, Reggiani &Co., in società serie, che credono nei giovani, sanno quando aspettarli e come lanciarli, per arrivare poi un giorno a dare un contributo alla nazionale. Mentre da noi facciamo tutto il contrario (basta pensare alla gestione recente di Simone Pafundi, che veniva considerato il miglior talento della nuova generazione e invece si perso tra prestiti e contratti). Se il calcio italiano è ormai incapace di produrre, crescere o forse persino riconoscere il talento, non resta che augurarci lo facciano altrove. Che ci salvino gli altri dalla nostra mediocrità. X: @lVendemiale L'articolo La fuga dei piedi buoni: i talenti dell’Italia Under17 terza ai Mondiali stanno già giocando all’estero proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Mondiali 2026, le regole del sorteggio: in caso di qualificazione l’Italia sarà nella stessa fascia di Curaçao, Haiti e Capo Verde
Dopo aver definito i quattro gruppi per i playoff, è quasi tempo di sorteggio dei gironi dei Mondiali 2026 che si giocheranno tra Usa, Canada e Messico. Intanto è stata confermata la procedura per determinare la composizione dei dodici gruppi da quattro squadre, che comporranno la prima fase del torneo. Il sorteggio si svolgerà venerdì 5 dicembre al John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington D.C. Anche l’Italia, impegnata a marzo nei playoff, osserverà il sorteggio con attenzione: nei gironi verranno infatti inserite con asterisco anche le squadre che si qualificheranno tramite i playoff di marzo. LE QUATTRO FASCE DEI SORTEGGI La procedura finale di estrazione prevede che i paesi ospitanti – Canada, Messico e Stati Uniti – saranno inserite nel primo Pot, mentre le altre 39 squadre qualificate saranno distribuite nei quattro Pot di dodici squadre ciascuno, basate sulla classifica mondiale Fifa maschile pubblicata mercoledì 19 novembre 2025. Infine, i due posti riservati alle squadre del torneo di qualificazione ai Mondiali FIFA 2026, così come i quattro posti relativi alle qualificazioni europee, saranno assegnati al quarto Pot. Tradotto: le vincitrici dei playoff – compresa l’Italia – finiranno in quarta fascia. * Pot 1: Canada, Messico, Stati Uniti, Spagna, Argentina, Francia, Inghilterra, Brasile, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio e Germania. * Pot 2: Croazia, Marocco, Colombia, Uruguay, Svizzera, Giappone, Senegal, Iran PR, Repubblica di Corea, Ecuador, Austria e Australia. * Pot 3: Norvegia, Panama, Egitto, Algeria, Scozia, Paraguay, Tunisia, Costa d’Avorio, Uzbekistan, Qatar, Arabia Saudita e Sudafrica. * Pot 4: Giordania, Capo Verde, Ghana, Curaçao, Haiti, Nuova Zelanda, Qualificazioni Europee A, B, C e D, Qualificazioni Fifa 1 e 2. COME SI SVOLGE IL SORTEGGIO DEI MONDIALI Il sorteggio inizierà con tutte le squadre del Pot 1 che saranno distribuite dal Gruppo A al Gruppo L. Verranno poi estratti i Pot 2, 3 e 4, in quest’ordine. Nel Pot 1, Canada, Messico e Stati Uniti, come paesi ospitanti, saranno identificati con palline di colori diversi. Visto il calendario delle partite pubblicato il 4 febbraio 2024, al Messico sarà assegnata la posizione A1 (palla verde), al Canada posizione B1 (palla rossa) e ali Usa la posizione D1 (palla blu). Le altre nove squadre del Pot 1 saranno identificate da nove palline dello stesso colore e saranno automaticamente assegnate alla posizione 1 nel gruppo in cui sono posizionate. Per garantire l’equilibrio competitivo, si è optato per svolgere due sorteggi separati fino alle semifinali del calendario delle partite. Per ottenere una distribuzione equilibrata delle squadre, sono state applicate le seguenti restrizioni al sorteggio per le prime quattro squadre del ranking Mondiale: la Spagna, squadra migliore in classifica e Argentina, la seconda più alta, saranno assegnate casualmente alle squadre opposte. Lo stesso principio si applicherà alle squadre classificate terza e quarta (rispettivamente Francia e Inghilterra). Nei Pot 2, 3 e 4, la posizione delle squadre in ciascun gruppo sarà assegnata secondo uno schema predefinito. In linea di principio, nessun gruppo conterrà due squadre della stessa confederazione, con l’unica eccezione della Uefa, rappresentata da 16 squadre. Ogni gruppo avrà almeno una e al massimo due squadre Uefa. L'articolo Mondiali 2026, le regole del sorteggio: in caso di qualificazione l’Italia sarà nella stessa fascia di Curaçao, Haiti e Capo Verde proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Morto Lorenzo Buffon, aveva 95 anni: calcio italiano in lutto, è stato uno dei più grandi portieri della storia
Se ne va a 95 anni uno dei più grandi portieri del calcio italiano: è morto per arresto cardiaco a Latisana, in provincia di Udine, Lorenzo Buffon. Friulano di nascita, legò gran parte della sua carriera al Milan: difese la porta rossonera per 275 volte tra il 1049 e il 1959, vincendo 4 scudetti. Fa campione d’Italia anche con l’Inter, nella stagione 1962/63, quando però divenne un caso la staffetta in porta con Ottavio Bugatti. Giocò anche con il Genoa e prima del ritiro anche con la Fiorentina. Soprattutto, indossò la maglia azzurra e per cinque volte anche la fascia da capitano della Nazionale, con cui partecipò allo sfortunato Mondiale 1962. Per la sua presa era soprannominato “Tenaglia“. Il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi lo insignì del titolo di Cavaliere del Lavoro per una partita contro l’Inghilterra che gli costò la frattura del naso e di diverse costole. Prima ancora di Dino Zoff, Lorenzo Buffon inaugurò la tradizione dei grandi portieri friuliani. Fu uno dei volti dell’epopea del Milan di Gre-No-Li negli anni 50, quando divenne iconica la sua rivalità con il portiere dell’Inter, Giorgio Ghezzi. Buffon era considerato insieme a Lev Yashin il più grande estremo difensore di quell’epoca, tanto da essere inserito nella squadra FIFA All-Star negli anni 60. Fu protagonista anche in nerazzurro, quando di fatto fu avviata la stagione della Grande Inter, prima di lasciare la porta a Sarti. E nel corso della sua carriera fece parlare molto anche il matrimonio con Edy Campagnoli, famosa per il ruolo di valletta a “Lascia o Raddoppia?” di Mike Bongiorno. Lorenzo Buffon lega ovviamente il suo cognome anche a un altro grande portiere del calcio italiano, Gianluigi Buffon. I due sono anche parenti, anche se molto alla lontana: Lorenzo era cugino di secondo grado del nonno di Gigi. IL CORDOGLIO DEI CLUB E DELLA FIGC “Le sue mani a ‘Tenaglia’ hanno reso il Milan grande protagonista di tantissime vittorie negli anni Cinquanta. Lorenzo il Magnifico, un uomo buono dal grande cuore rossonero, ci ha lasciati. È con grande commozione che salutiamo Lorenzo Buffon e ne onoriamo la memoria”, è il messaggio di cordoglio del Milan. “L’Inter e tutto il mondo nerazzurro si uniscono al cordoglio per la scomparsa di Lorenzo Buffon e, nel ricordarlo, abbracciano i suoi familiari”. Questo il messaggio della società nerazzurra nel ricordare l’ex portiere della nazionale morto oggi all’età di 95 anni. “La Figc e il presidente Gabriele Gravina si uniscono al cordoglio dei familiari di Lorenzo Buffon, leggendario portiere degli anni Cinquanta e Sessanta scomparso a Latisana (UD) all’età di 95 anni. Soprannominato ‘Tenaglia’ per la sua presa sicura e scelto insieme al fenomenale portiere russo Lev Yashin per rappresentare la squadra FIFA-All Star, Lorenzo Buffon era cugino di secondo grado del nonno dell’attuale capo delegazione della Nazionale Gianluigi Buffon”. Lo scrive la Federcalcio sul suo sito, corredando il post con una foto dei due Buffon mentre tengono la maglia da numero 1. L'articolo Morto Lorenzo Buffon, aveva 95 anni: calcio italiano in lutto, è stato uno dei più grandi portieri della storia proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Paghiamo vecchi errori, siamo stati cicale. Ma devo dire una cosa: vogliamo bene all’Italia”: lo sfogo di Buffon sulla nazionale
“Stiamo vivendo un periodo di transizione e non abbiamo capito quale strada prendere. Paghiamo anche gli errori del passato”. A pochi giorni dai sorteggi playoff per i Mondiali 2026 – con l’Italia che sfiderà l’Irlanda del Nord in semifinale e la vincitrice tra Galles e Bosnia-Erzegovina in finale – a parlare a La Gazzetta dello Sport è Gianluigi Buffon, ex portiere della nazionale e oggi capo della delegazione azzurra. Lo stesso Buffon – dopo i Mondiali di Sudafrica 2010 – aveva dichiarato: ‘Tra qualche anno ci ritroveremo a festeggiare la qualificazione, non un Mondiale vinto”. Parole che lette oggi sembrano profetiche: “Avevo capito quello che stava succedendo, i cambiamenti in corso erano più veloci di quanto si pensasse. Era una provocazione, ma fino a un certo punto. Volevo anche che non ci raccontassimo storie che non esistono più”. Buffon ha poi spiegato quali secondo lui sono stati gli errori del passato: “I risultati di oggi risalgono a venti anni fa, a quando ci siamo adagiati sulla nostra forza, su Buffon, Cannavaro, Totti. Pensando che sarebbe stato eterno per grazia ricevuta. Già allora dovevi ripensare a modelli tecnici e tattici, ma siamo stati cicale”. Trovare una soluzione non è sicuramente semplice, ma Buffon non ha dubbi: “Bisogna ripartire dal basso: intendo da sette a tredici anni, quando c’è il vero imprinting. Dai quindici anni puoi sempre migliorare, però il talento si forma prima, oltre all’aiuto di madre natura che non trascurerei. Con Prandelli stiamo parlando per capire come impostare questo lavoro. Ma una cosa è sicura: dobbiamo tornare ad allenare le abilità”. Intanto l’Italia giocherà i playoff a marzo: semifinale contro l’Irlanda del Nord, eventuale finale contro la vincitrice tra Galles e Bosnia-Erzegovina. A qualificarsi direttamente alla fase finale è stata la Norvegia di Haaland, che ha chiuso con un percorso netto, con sole vittorie: “Una top. Una delle tre o quattro più forti d’Europa. La Norvegia farà strada al Mondiale: ha entusiasmo perché sa di poter scrivere la storia, due o tre talenti che spaccano, e una fisicità unita al dinamismo, impressionante”. In chiusura anche un appello in vista dei playoff, con l’Italia che può tornare a giocare un mondiale dopo 12 anni: “I ragazzi vogliono anche essere apprezzati, hanno bisogno d’affetto. Di entusiasmo. Loro danno disponibilità totale. Posso fare un appello? Vogliamo bene all’Italia. Tutti”. L'articolo “Paghiamo vecchi errori, siamo stati cicale. Ma devo dire una cosa: vogliamo bene all’Italia”: lo sfogo di Buffon sulla nazionale proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Interesse Nazionale: Gattuso chiede di spostare la Serie A per i playoff Mondiali. Capello: “Bisogna fare il possibile per sostenere il ct”
Tutti i numeri possibili dicono che l’Italia del calcio, benché decadente, dovrebbe superare la Cayenna dei playoff e approdare al mondiale di Usa-Canada-Messico, evitando l’umiliazione della terza bocciatura di fila. Nell’ordine: il ranking Fifa (12esimo posto), il valore della rosa (846 milioni di euro), il monte stipendi annuale dei giocatori (102). Un abisso separa queste cifre dall’Irlanda del Nord, avversario della semifinale del 26 marzo 2026 (Bergamo) e dall’eventuale oppositore in finale cinque giorni dopo, uno tra Galles e Bosnia, a Cardiff o Zenica. L’Irlanda del Nord è 69esima nel ranking, il parco giocatori vale 82 milioni e i guadagni stagionali si fermano a quota 10,6 milioni: Retegui (16 mln) e Donnarumma (12) incassano da soli più di tutta la Green and White Army al completo. La Bosnia è 71esima nel ranking, la rosa vale 77 milioni e gli stipendi complessivi sono di 12 milioni. Il Galles è 32esimo nel ranking, il valore dei calciatori è di 180 milioni e il monte salari è di 23,6 milioni. Il calcio però anche nell’era degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale non è solo questione di numeri. Componenti come carattere, esperienza, senso di appartenenza, orgoglio e ambizioni possono ridurre le differenze e ribaltare, in novanta minuti, i valori espressi dalle cifre. L’allenatore dell’Irlanda del Nord, Michael O’Neill, lo stesso che condusse la Green and White Army all’europeo 2016 – l’avventura finì agli ottavi nel derby britannico contro il Galles -, ha già iniziato la sua campagna di “mind games”, come si dice dalle sue parti: “Le aspettative e la pressione sono molto forti sugli italiani, quindi dovremo sfruttare questa situazione a nostro favore. L’Italia resta un peso massimo del calcio internazionale, ma noi abbiamo l’opportunità di andare a un mondiale e dobbiamo fare tutto il possibile per cercare di coglierla. Quello che dirò ai miei giocatori è di non sprecare l’occasione”. Rino Gattuso conosce bene le atmosfere del calcio britannico con i suoi trascorsi in Scozia – giocò con i Rangers di Glasgow nella stagione 1997-98 – e non sottovaluta i nordirlandesi. In questi quattro mesi intensificherà i rapporti con i “nazionali”. Non si limiterà alla visione delle partite e alle visite nei club di appartenenza: si vocifera anche di cene individuali, per parlare a tu per tu con i calciatori e smuovere le coscienze di tutti. Gattuso vuole però giustamente di più e ha invocato, subito dopo il sorteggio dei playoff, lo spostamento del campionato per preparare al meglio gli spareggi: non gli basta, infatti lo stage di 48 ore che dovrebbe essere concesso a febbraio (9 e 10). La risposta immediata del presidente della Lega, Ezio Simonelli, non è stata di chiusura (“faremo il possibile”) e anche il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha mostrato disponibilità (“dobbiamo aiutare la nazionale ad andare al mondiale e remare tutti dalla stessa parte, club compresi. Faremo del nostro meglio per aiutare Gattuso”), ma il problema-calendario è di difficile soluzione. L’intasamento campionato-coppe europee-coppa Italia è impressionante. Febbraio e marzo sono i mesi peggiori in assoluto. L’idea di anticipare le gare del 22 marzo a venerdì 20 e sabato 21 si scontra con gli ottavi di Champions (17 e 18) e con quelli di Europa League e Conference (19). Il calendario non è però l’unico problema sul tavolo: bisogna anche confrontarsi con le televisioni. Nello specifico: con Dazn e Sky per quanto riguarda il campionato, Mediaset per eventuali interferenze con la Coppa Italia. Lega e squadre non possono decidere da soli: si violerebbero accordi milionari firmati con le emittenti. Un bel ginepraio. Impresa complicatissima trovare una soluzione, ma bisogna assolutamente provarci. “La richiesta di Gattuso mi pare corretta e sensata – dice Fabio Capello -. La partecipazione al mondiale deve essere un interesse comune, soprattutto dopo due bocciature di fila. Bisogna fare il possibile per sostenere il ct. Due-tre giorni di lavoro in più possono sicuramente aiutare Gattuso. La preparazione dei playoff va tutelata nel migliore dei modi”. Anche l’ex ct Luciano Spalletti sostiene Gattuso: “L’Italia va aiutata, come il suo allenatore. Da tecnico della Juventus dico che se ci fosse qualcosa di cui ha bisogno, faremo il possibile per accontentarlo”. Nel 2022, le richieste di Roberto Mancini prima della sfida contro la Macedonia del Nord non furono accolte. Sappiamo come andò a finire: forse stavolta sarebbe il caso di accontentare Gattuso. Il quale, per la cronaca, è uscito allo scoperto e ha messo la faccia nell’inoltrare la sua richiesta. Il lavoro vero spetta però alla federazione. Il presidente Gabriele Gravina caldeggia l’idea dello spostamento del campionato sin da ottobre, ma per ora non si hanno notizie di quanto stia producendo la diplomazia di Via Allegri. Anche in questa vicenda, cruciale, si misurerà la forza della nostra federazione. L'articolo Interesse Nazionale: Gattuso chiede di spostare la Serie A per i playoff Mondiali. Capello: “Bisogna fare il possibile per sostenere il ct” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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