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“Restituisco il trofeo che ho vinto a Eurovision Song Contest 2024”: il cantante Nemo prende posizione contro la conferma di Israele in gara
A poche ore dall’annuncio dell’Islanda di non partecipare al prossimo Eurovision Song Contest, 2026, che si terrà si terrà a Vienna dal 12 al 16 maggio 2026, anche il vincitore dell’edizione 2024, Nemo, ha preso una decisione netta contro la partecipazione di Israele. L’artista svizzero vincitore dell’edizione 2024 dell’Esc a Malmo, in Svezia, ha deciso di restituire il trofeo della vittoria alla sede dell’Ebu (European Broadcasting Union) a Ginevra. “Se i valori che celebriamo sul palco non vengono vissuti fuori scena, allora anche le canzoni più belle perdono di significato”, ha dichiarato Nemo sui social. + E ancora: “Ho vinto l’Eurovision e con esso mi è stato assegnato il trofeo. E anche se sono immensamente grato alla comunità che ruota attorno a questo concorso, oggi non sento più che questo trofeo debba stare sul mio scaffale“. “L’Eurovision afferma di sostenere l’unità, l’inclusione e la dignità per tutti. – ha continuato – Questi valori hanno reso questo concorso significativo per me. Ma la continua partecipazione di Israele, durante quello che la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite ha definito un genocidio, mostra un chiaro conflitto tra questi ideali e le decisioni prese dall’Ebu”. Poi l’accusa più grave: “Il concorso è stato ripetutamente utilizzato per ammorbidire l’immagine di uno Stato accusato di gravi illeciti, mentre l’Ebu insisteva sul fatto che l’Eurovision è ‘apolitico’. Quando interi Paesi si ritirano a causa di questa contraddizione, dovrebbe essere chiaro che c’è qualcosa di profondamente sbagliato. Così ho deciso di restituire il mio trofeo alla sede dell’Ebu a Ginevra. Con gratitudine e con un messaggio chiaro: vivete secondo ciò che affermate. Aspetto il momento in cui le parole e le azioni saranno in linea. Fino ad allora, questo trofeo è vostro”. Dopo Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia, anche l’Islanda ha annunciato il ritiro dal prossimo Eurovision a causa della partecipazione di Israele. L’emittente nazionale Rùv del Paese nord-europeo ha comunicato la sua decisione oggi dopo la riunione del relativo consiglio di amministrazione. L'articolo “Restituisco il trofeo che ho vinto a Eurovision Song Contest 2024”: il cantante Nemo prende posizione contro la conferma di Israele in gara proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Eurovision Song Contest, l’Islanda annuncia ritiro per la partecipazione di Israele: “Non prevarranno né la gioia né la pace”
Altra tegola sull’organizzazione di Eurovision Song Contest 2026, che si terrà si terrà in Austria, a Vienna, dal 12 al 16 maggio 2026, con le semifinali martedì 12 e giovedì 14 maggio e la finale sabato 16 maggio, presso la Wiener Stadthalle. Dopo Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia, anche l’Islanda ha annunciato il ritiro dal prossimo Eurovision a causa della partecipazione di Israele. L’emittente nazionale Rùv del Paese nord-europeo ha comunicato la sua decisione oggi dopo la riunione del relativo consiglio di amministrazione. “Considerato il dibattito nel Paese – ha spiegato Rùv in una nota – è chiaro che con la partecipazione di Rùv all’Eurovision non prevarranno né la gioia né la pace. Pertanto Rùv ha deciso di comunicare all’Ebu l’intenzione di non partecipare all’Eurovision del prossimo anno”. La mossa dell’emittente islandese arriva a pochi giorni dalla decisione dell’Ebu che ha confermato la presenza di Israele alla prossima kermesse canora europea, in programma a maggio a Vienna. L'articolo Eurovision Song Contest, l’Islanda annuncia ritiro per la partecipazione di Israele: “Non prevarranno né la gioia né la pace” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Eurovision, ok alla partecipazione di Israele. Spagna, Irlanda, Olanda e Slovenia annunciano il boicottaggio per protesta del contest musicale
La Spagna, l’Irlanda, l’Olanda e la Slovenia hanno annunciato che boicotteranno l’Eurovision Song Contest per protesta contro la partecipazione di Israele. L’annuncio è arrivato immediatamente dopo la decisione degli organizzatori di dare l’ok a Tel Aviv. L’assemblea generale dell’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu) era stata convocata perché alcuni paesi hanno chiesto l’esclusione di Israele per la sua condotta nel genocidio nella Striscia di Gaza e per presunte interferenze nelle votazioni del concorso e soprattutto . I membri dell’Ebu, che organizza l’Eurovision, hanno votato per adottare regole di voto più severe in risposta alle accuse secondo cui Israele avrebbe manipolato il voto a favore del loro concorrente. Di fatto consentendo all’artista israeliano di essere presente. Il concorso, la cui 70a edizione è prevista a Vienna a maggio, mette in competizione artisti provenienti da decine di nazioni per la corona musicale del continente. Si propone di anteporre il pop alla politica, ma è stato ripetutamente coinvolto in eventi mondiali. Basta ricordare che la Russia è stata espulsa nel 2022 dopo la sua invasione su vasta scala dell’Ucraina. Per questo il premier spagnolo Pedro Sanchez, a maggio, aveva criticato i “doppi standard”. Il ritiro della Spagna è stato annunciato dal Consiglio di amministrazione di Rtve, che oltre a non inviare un suo rappresentante a Vienna non trasmetterà la finale dell’evento sugli schermi spagnoli. “Vorremmo esprimere i nostri seri dubbi sulla partecipazione dell’emittente israeliana Kan all’Eurovision 2026. La situazione a Gaza, nonostante il cessate il fuoco e l’approvazione del processo di pace, e l’uso del concorso da parte di Israele per scopi politici, rendono sempre più difficile mantenere l’Eurovision come evento culturale neutrale “, ha detto il Segretario Generale della Rtve, Alfonso Morales. Ad annunciare la decisione dei Paesi Bassi di boicottare l’Eurovision è stata l’emittente olandese Avrotros. “Dopo aver soppesato tutte le prospettive, Avrotros ha concluso che, nelle attuali circostanze, la partecipazione non può essere conciliata con i valori pubblici che sono fondamentali per la nostra organizzazione”, ha affermato l’emittente. Sulla stessa linea la decisione dell’Irlanda spiegata dall’emittente pubblica Rte. “A seguito dell’Assemblea generale invernale dell’Ebu tenutasi oggi a Ginevra, in cui è stata confermata la partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest 2026, la posizione di Rte rimane invariata. Rte non parteciperà all’Eurovision Song Contest 2026, né trasmetterà la competizione”, si legge in una nota. “Rte ritiene che la partecipazione dell’Irlanda sia inaccettabile, data la spaventosa perdita di vite umane a Gaza e la crisi umanitaria che continua a mettere a rischio la vita di così tanti civili – prosegue il comunicato -. Rte è profondamente preoccupata per l’uccisione mirata di giornalisti a Gaza durante il conflitto e per il continuo diniego di accesso al territorio ai giornalisti internazionali”. Anche la Slovenia si unisce ai paesi che boicottano l’Eurovision, l’emittente nazionale slovena, RTV, ha pubblicato l’annuncio sul suo sito web. L'articolo Eurovision, ok alla partecipazione di Israele. Spagna, Irlanda, Olanda e Slovenia annunciano il boicottaggio per protesta del contest musicale proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Eurovision Song Contest, cambiano le regole dopo le polemiche sui voti per Israele del 2025. Il direttore Green: “Il concorso non deve essere strumentalizzato”
Nuove regole che serviranno a rafforzare “la fiducia, la trasparenza e il coinvolgimento del pubblico”. Dopo le polemiche sui voti raccolti da Israele nella kermesse del 2025, l’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) è corsa ai ripari, svelando alcuni aggiornamenti su tutto il sistema per l’Eurovision Song Contest 2026, in programma a Vienna dal 12 al 16 maggio. “Stiamo adottando misure chiare e decisive per garantire che il concorso rimanga una celebrazione della musica e dell’unità. Deve rimanere uno spazio neutrale e non essere strumentalizzato”, ha dichiarato il direttore della manifestazione Martin Green. LE NOVITÀ DEL 2026 Tra le principali novità per la competizione del prossimo anno, anche una per la promozione dei brani. Si “scoraggiano campagne promozionali sproporzionate, in particolare quando intraprese o supportate da terze parti, inclusi governi e agenzie governative”, si legge nel comunicato dell’EBU. Alle emittenti e agli artisti non sarà dunque consentito contribuire a campagne che potrebbero influenzare l’esito del voto. E proprio sulla possibilità del pubblico di televotare, il numero massimo di preferenze passa da 20 a 10. Un’altra modifica riguarda le giurie professionali con esperti di musica che, per la prima volta dal 2022, torneranno durante le semifinali, creando una suddivisione del 50% tra i voti della commissione e del pubblico. Secondo quanto spiegato dall’EBU, “questa modifica mira a favorire un equilibrio musicale ottimale e la diversità dei brani che si qualificano per la finale, garantendo che le canzoni di alta qualità con ampi meriti artistici vengano riconosciute insieme a quelle di grande appeal popolare”. Il numero di giurati passa da 5 a 7, con la possibilità di essere nominati per giornalisti e critici musicali, insegnanti di musica, coreografi e registi teatrali e personalità esperte dell’industria musicale. Per abbracciare un target di fan più ampio possibile, almeno due tra i giurati dovranno avere tra 18 e 25 anni. Infine, l’EBU ha specificato che continuerà a collaborare con lo storico partner di voto “Once” per migliorare la sicurezza del concorso, con sistemi che “rilevano e prevengono attività di voto fraudolente o coordinate e rafforzano il monitoraggio di modelli sospetti”. LE MODIFICHE DOVUTE AI VOTI PER ISRAELE Anche se non esplicitato direttamente e nonostante le parole di Green, che ha assicurato “un risultato valido e solido nel 2025”, le nuove modifiche sono state pensate per le polemiche che il secondo posto di Israele (rappresentato da Yuval Raphael con la ballatola “New day will rise”) ha scatenato lo scorso maggio a Basilea. Per le giurie, lo Stato Ebraico aveva raccolto solo 60 punti, classificandosi 15esimo su 26 Paesi. Risultato completamente ribaltato dal televoto, con cui l’artista sopravvissuta al massacro di Hamas del 7 ottobre aveva totalizzato 297 punti. Secondo il Times of Israel, i cambiamenti al regolamento in vista di Vienna sarebbero un segnale di apertura per consentire a Israele di prendere parte alla kermesse. L’ASSEMBLEA GENERALE DI DICEMBRE Tutti gli aggiornamenti al voto sono stati approvati dal Reference Group, l’organo di governo dell’Eurovision che rappresenta le emittenti dei vari Paesi. A dicembre, durante l’assemblea generale dell’EBU, ai membri sarà chiesto di valutare le nuove misure e decidere se siano sufficienti a placare le loro preoccupazioni, senza votare però sulla partecipazione. L’elenco completo di chi sarà presente in Austria il prossimo maggio sarà rivelato prima di Natale. L'articolo Eurovision Song Contest, cambiano le regole dopo le polemiche sui voti per Israele del 2025. Il direttore Green: “Il concorso non deve essere strumentalizzato” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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