Carlo Nordio accusa Giuseppe Conte di diffondere fake news: “L’abuso d’ufficio è
stato stralciato dalla direttiva europea anticorruzione“. Dal Movimento 5 stelle
gli rispondono l’opposto: “Dimostra confusione giuridica, l’Italia è rimasta
isolata”. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino sull’accordo raggiunto martedì
dal trilogo – il tavolo informale tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue –
che ora dovrà essere ratificato da un voto dell’Eurocamera. La proposta di
direttiva, elaborata dopo lo scandalo Qatargate, era rimasta bloccata a lungo
per le resistenze dell’Italia, che voleva evitare a tutti i costi la
reintroduzione del reato di abuso d’ufficio cancellato dalla legge Nordio. Alla
fine si è arrivati a un compromesso: la fattispecie è stata inserita ma con un
altro nome (“Esercizio illecito di funzioni pubbliche”) e lasciando agli Stati
ampia libertà su quali condotte dei pubblici ufficiali incriminare. In questo
modo il governo di Roma potrà provare a sostenere che la previsione della
direttiva sia già “coperta” da altri reati. Di fatto però il testo approvato
sancisce l’obbligo per il nostro Paese di criminalizzare almeno una parte del
“vecchio” abuso d’ufficio. E così martedì sera, subito dopo il via libera, Conte
ha parlato di “brutta figura per l’Italia“: “In un’Europa travolta da un nuovo
scandalo corruzione, dobbiamo anche fare la figura degli ultimi della classe sul
tema della legalità”.
Dopo due giorni di silenzio, giovedì Nordio ha risposto al leader 5 stelle dando
una versione del tutto opposta: “La direttiva sull’anticorruzione è stata
approvata il 2 dicembre accogliendo le istanze dell’Italia, sostenute dalla
maggioranza degli altri Stati membri. Alla fine, il reato di abuso d’ufficio,
originariamente previsto, è stato completamente stralciato. Hanno evidentemente
convinto le nostre argomentazioni: l’Italia ha altri e molti reati (più di 17
fattispecie) che combattono i comportamenti illeciti dei pubblici funzionari”,
afferma il ministro della Giustizia. “Sorprende che un esponente
dell’opposizione, che è anche un giurista, possa storpiare la narrazione dei
lavori della Commissione”, attacca. A rispondergli in brevissimo tempo è
Giuseppe Antoci, eurodeputato pentastellato e relatore della direttiva:
“Stupiscono le dichiarazioni del Ministro della giustizia per la confusione
giuridica e l’assenza di una rigorosa analisi del testo. L’articolo 11 del testo
prevede l’obbligo di recepire il reato di “esercizio illecito di funzione
pubblica”, proprio il nostro ex abuso d’ufficio, nell’ordinamento giuridico
italiano. Una valutazione confermata dai servizi giuridici del Parlamento
europeo. La verità è che in Consiglio su questo testo l’Italia è rimasta
isolata”, sostiene. “Il ministro Nordio inizi a lavorare sulla proposta da
portare al Parlamento italiano per recepire questa direttiva una volta
approvata. Sulla lotta alla corruzione e sulla legalità non si possono ammettere
pressapochismi”, conclude.
D’altra parte, che il governo non sia entusiasta del testo lo dimostra la
bocciatura di un ordine del giorno presentato alla Camera della deputata
Valentina D’Orso, capogruppo M5s in Commissione Giustizia, che impegnava
l’esecutivo a “intraprendere tutte le necessarie iniziative, nelle opportune
sedi istituzionali nazionali ed europee, volte a una rapida approvazione della
proposta di direttiva”. “Con il parere contrario all’odg il governo ci
preannuncia che non intende recepire la direttiva anticorruzione”, accusa
D’Orso. “Il Paese che era avanguardia nel mondo con la legge Spazzacorrotti si
sta riducendo ad essere fanalino di coda e uno Stato canaglia su questo tema
fondamentale per la legalità, per colpa di un governo scellerato. Noi non
vogliamo lasciare soli e indifesi i cittadini esposti a abusi di potere,
clientelismi e soprusi come i favoritismi nei concorsi e nelle liste d’attesa
nella sanità. Noi difendiamo i cittadini onesti e combattiamo il cuffarismo”,
conclude.
L'articolo Nordio: “In Ue ha vinto l’Italia, l’abuso d’ufficio non sarà
obbligatorio”. Antoci (M5s): “Falso, il reato va reintrodotto” proviene da Il
Fatto Quotidiano.