McDonald’s al centro delle polemiche in Olanda. La famosissima catena di fast
food ha dovuto ritirare il proprio spot natalizio per la pioggia di critiche
ricevute. Il motivo? Una pubblicità di 45 secondi girata con l’intelligenza
artificiale e giudicata dagli utenti poco reale. Il video si basa su una
provocazione: “Il Natale è il periodo peggiore dell’anno“. Tra le tante scene si
vedono persone a cui volano via i regali e Babbo Natale sulla sua slitta
arrabbiato a causa del traffico. L’idea? Ribaltare il Natale in tutto e per
tutto. La provocazione non è stata presa bene e la scarsa veridicità delle
immagini non ha convinto – comprensibilmente – gli spettatori.
LA RISPOSTA DI THE SWEETSHOP
Dopo la pioggia di critiche è arrivata la risposta della casa di produzione che
ha realizzato le immagini dello spot: The Sweetshop. “Per sette settimane non
abbiamo dormito quasi mai”, ha dichiarato l’azienda. La casa di produzione ha
aggiunto che “fino a 10 dei nostri specialisti interni di intelligenza
artificiale e post-produzione presso The Gardening Club lavoravano a stretto
contatto con i registi”. L’idea di The Sweetshop era quella di cogliere momenti
della quotidianità e unirli, in un video generato dall’IA. “Abbiamo generato
quelle che sembravano riprese giornaliere poi le abbiamo elaborate in fase di
montaggio. Non si è trattato di un trucco dell’intelligenza artificiale. Era un
film”, ha concluso l’azienda, il cui lavoro è stato criticato sui social e
cestinato da McDonald’s.
> McDonald’s is getting cooked after it released an AI-generated commercial in
> the Netherlands
>
> The US-based firm that created the ad has since released a statement, saying,
> “AI didn’t create this film — we did.” pic.twitter.com/RIUI29Rpt5
>
> — Morning Brew ☕️ (@MorningBrew) December 9, 2025
L'articolo Lo spot natalizio di McDonald’s viene distrutto dalle critiche dei
clienti e l’azienda lo ritira proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Fast Food
“Adesso siamo nella fase delle super proteine, ho persino visto l’acqua proteica
in vendita”. Per non parlare della demonizzazione di carboidrati, grassi, del
glutine e del lattosio. Questa ossessione per ciò che mangiamo si chiama
“ortoressia nervosa” e, in molti casi, si sta sostituendo all’anoressia generata
dal mito della perfezione del corpo e dalle bufale rese virali dalla
penetrazione dei messaggi in rete. Dal palco allestito nella sede
dell’ambasciata italiana a Londra, un panel di esperti ha sfatato i tanti,
troppi, falsi miti legati all’alimentazione e il prof. Luca Piretta,
gastroenterologo e a lungo consulente Rai sul tema, non ha lasciato spazio a
dubbi: “I macronutrienti non sono intercambiabili”. Il nuovo trend generato
dall’ossessione per le proteine, stando all’analisi fornita dal professore,
sarebbe il risultato di anni nei quali si è parlato male di zuccheri e grassi.
“Ora ci sono rimaste solo le proteine – ha concluso – ma le letture molto
commerciali, portate avanti da chi non conosce la scienza, non ci fanno bene”.
PIÙ PROTEINE DEL NECESSARIO
Per stare all’interno dei termini scientifici bisogna partire dal ruolo che
ciascun macronutriente ha per il nostro organismo ed il mantenimento della
nostra salute.
“Per effetto di cortocircuiti mentali ed informativi – ha chiarito Piretta – si
sono fatti diventare zuccheri e grassi dei nutrienti pericolosi, ma il risultato
più grave è che si danno più proteine del necessario”. La totale demonizzazione
dei primi, insomma, rappresenterebbe un errore oltre che una risposta
semplificata e drastica al necessario bisogno di diminuirne il consumo dopo anni
di euforica abbondanza, altrettanto errata. “Le proteine hanno una funzione
plastica – prosegue il ragionamento il professor Piretta – servono a costruire
le strutture cellulari degli organi e sono funzionali a far funzionare i
tessuti, lo scopo energetico è marginale”. Questo ruolo compete agli zuccheri,
dei quali, dunque, non si può né si deve fare a meno. Stesso dicasi per i grassi
“che hanno una funzione enorme perché le membrane delle cellule sono fatte di
grassi, così come molti ormoni e le guaine delle fibre nervose”. Ridurre questi
macronutrienti in maniera drastica o aumentarli “non è necessariamente
positivo”.
LE PAROLE DI ROBERTA RE
Un esempio pratico: per un adulto di 70 kg, in media sono sufficienti 70 g di
proteine al giorno, mentre oggi se ne danno molte di più. La corretta quantità
dipende dallo stile di vita che si conduce, dall’attività che si svolge, “una
dieta iper proteica obbliga il nostro organismo ad uno sforzo per smaltire le
molecole tossiche delle proteine, cioè l’azoto”, quindi non esistono
scorciatoie. “È necessario fare una netta distinzione tra ingredienti, cibo e
dieta”, chiarisce Roberta Re, direttore Scientifico Cambridge Food Science.
“Spesso si parla di zucchero o di grasso, ma quello che noi mangiamo sono
alimenti come parte di una dieta: non è la torta di per sé, ma cos’altro mangio?
Quante volte mangio questa torta?”. Insomma lo squilibrio nascerebbe se
mangiassimo una torta ogni giorno senza stare attenti al bisogno di fibra e
verdura. “Noi italiani, poi, abbiamo un dolce per ogni giorno del calendario”
sorride. Ci sono molti, troppi miti in circolazione, c’è molta teoria, ma è la
pratica quella che va tenuta in considerazione: “serve definire le nostre
necessità per lo stile di vita che facciamo, perchè si può trovare un pezzettino
di scienza o di ricerca che supporta ogni teoria, ma se lo estrapoli e dici
tutti hanno le stesse necessità non è vero. Un influencer popolare su Tiktok può
illuderti e farti credere che la tua convinzione sia supportata dalla ricerca,
ma quell’assunto non è sempre valido per tutti”.
“QUANDO MANGIAMO SIAMO FELICI”
“Il problema è la disinformazione – aggiunge Piretta – e con i social la
possibilità di dare informazioni e dati sfugge al controllo e chiunque può dire
cavolate, nessuno lo impedisce, così girano tante stupidaggini che se sono di
successo diventano vere”. Ciò che è vero è che la salute non è solo quella
fisica, ma anche psicologica: “quando mangiamo siamo felici – sottolinea il
professore con aria bonaria – questo fa bene alle emozioni”. La dieta
mediterranea, celebrata anche dall’Agenzia ICE nell’ambito degli eventi
organizzati per la decima edizione della Settimana della Cucina Italiana nel
mondo, non è solo mangiare le cose giuste, ma è soprattutto “convivialità”.
L’ossessione per le diete crea distorsioni, danni e falsi miti le cui vittime
più fragili sono i giovani e gli incauti frequentatori dei social.
L'articolo “Le diete iperproteiche non fanno bene, basta demonizzare carboidrati
e zuccheri”: l’esperto mette in guardia sull’“ortoressia nervosa” e sui rischi
dei trend alimentari proviene da Il Fatto Quotidiano.