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Natale 2025, 10 idee moda da regalare o regalarsi: dal cappellino con frase ad effetto alla perfetta camicia bianca e i calzini amati dalla Gen Z
Con l’arrivo delle Feste, la domanda che mette in crisi anche gli shopper più esperti è sempre la stessa: cosa acquistare per accontentare fashion addicted e non, e assicurarsi un regalo (quasi) infallibile? Trovare un’idea che metta d’accordo gusti diversi, che segua le tendenze senza risultare eccessiva e che abbia una reale utilità non è affatto scontato. Il rischio di cadere nei grandi classici poco amati – dal pigiama “di rito” al maglione improbabile scelto all’ultimo minuto – è sempre in agguato. Proprio per evitare scelte affrettate, la redazione di FQMagazine ha selezionato le 10 migliori idee regalo da regalare o regalarsi: capi e accessori che intercettano le tendenze delle Feste 2025 ma restano abbastanza versatili da piacere anche a chi non segue la moda con rigore. Si va dall’ironia del quote-cap — perfetto per chi ama giocare con i dettagli — allo zaino multitasking che convince anche i più pragmatici. Dalla maglieria bon ton, sempre più presente nei look invernali, alla maxi sciarpa che è diventata un nuovo essenziale della moda urban. Senza dimenticare la camicia bianca, la voglia di puffer per affrontare il freddo con stile, i calzini statement amati dalla Gen Z e i gioielli minimal che resistono alle mode stagionali. Dieci scelte precise, utili e aggiornate secondo le ultime tendenze (ma non solo): ecco i capi e accessori che vale davvero la pena prendere in considerazione. L'articolo Natale 2025, 10 idee moda da regalare o regalarsi: dal cappellino con frase ad effetto alla perfetta camicia bianca e i calzini amati dalla Gen Z proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Moda e Stile
Le luci delle città nascondono, complici, le tenebre del mondo
“Le luci della città” è il titolo di uno dei film più belli e noti di Charlie Chaplin. Film muto del 1931, scritto, prodotto, diretto e interpretato da Chaplin. Le luci della città raccontano con struggente dolcezza la storia di una giovane fioraia cieca che, grazie all’aiuto finanziario del protagonista, ritrova la vista. Il film termina con l’episodio della fioraia che riconosce il suo benefattore tramite una stretta di mano. La mano che, da cieca, aveva avuto modo di sentire e apprezzare come strumento di bontà nei suoi confronti. A causa del pretesto commerciale del Natale prossimo le nostre città sono inondate di luci. Luci artificiali che si vorrebbero festive, gioiose e spensierate. Si propongono di compensare così le innumerevoli tenebre che sembrano invece prosperare poco lontano. Le luci delle nostre città appaiono false e poco credibili perché, invece di illuminare, accecano gli occhi, le parole e financo una festa così innocente come quella natalizia. Si tratta di luminarie che, in realtà, tradiscono la luce. Fanno parte dello spettacolo che, come su un palcoscenico, accendono e attirano l’attenzione su ciò che si vuole sottolineare. Le cose vere e autentiche occorrono però altrove, all’ombra, al buio, nelle trincee che da troppe parti si stanno scavando tra un cimitero e l’altro. Sono, invece di assordanti luci, silenzi gravidi di sofferenze, umiliazioni, paure e file interminabili di sfollati che, protetti dalle tenebre, tentano di scavalcare i fili spinati delle frontiere. Le luci delle città nascondono, complici, le tenebre. Chi, come chi scrive, ha avuto il privilegio di vivere per alcuni anni in Africa Occidentale, ricorderà i tagli all’elettricità o i black out improvvisi specie nella stagione calda dell’anno. Nel buio delle capitali e delle città si sentiva con nitidezza la musica prodotta dai generatori di corrente. Di varie dimensioni e per tutte le borse creavano un’atmosfera quasi magica e fatalmente interrotta dal grido di gioia dei bambini quando la corrente era ripristinata. Da quelle parti le luci della città erano povere e vere. Luci di città beffarde, ingannatrici, eccessive, arroganti e fuorvianti rispetto al mondo e alla verità dell’avvenimento che le luci vorrebbero mistificare. In città sarebbe meglio instaurare l’oscurità, la penombra, il coprifuoco non appena tramonta il sole e fino all’aurora del primo giorno della settimana. Affinché si possa meglio udire il grido …’sentinella quanto resta della notte’, perché poi ‘arriva il mattino e poi ancora la notte’, risponderebbe la sentinella. Il buio sarebbe più sincero. Con che diritto e come osare mettere le illuminazioni più sfrontate nelle città quando si fa la propaganda delle guerre e muoiono, lontano dalle luci, i migliori tra loro. Cercatori di utopie, fabbricatori di sogni, disegnatori di nuovi sentieri, funamboli di frontiere inventate, minatori di parole libere e poeti dalle nude mani fioriscono solo nella notte. Bisognerà spegnere le luci superflue e lasciar brillare le stelle per quanti nasceranno quella notte. Tutti sentiranno allora il canto del mattino. Casarza, 7 dicembre 2025 L'articolo Le luci delle città nascondono, complici, le tenebre del mondo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Dal biscotto di una mamma tedesca ai calendari dell’Avvento di lusso: ecco perché aprire una finestrella al giorno ci rende felici
Verso la fine dell’Ottocento, in un villaggio remoto della Foresta Nera, una mamma preparò 24 biscotti, uno per ogni giorno di dicembre. Il suo bambino poteva mangiarne uno ogni mattina. Quando finivano, era Natale. Diventato grande, il piccolo Gerhard Lang creò il suo calendario dell’Avvento stampato, prima con disegni e poi con le finestrelle. Inizialmente conteneva immagini da ritagliare, e nel 1920, arrivarono i dolcetti. Nello stesso anno, secondo la leggenda, un sacerdote inglese creò le porticine apribili. Da allora, infinite variazioni sul tema. Interi edifici diventavano calendari: le finestre venivano addobbate prima di Natale, numerate e illuminate giorno dopo giorno. Persino i nazisti hanno dato la loro interpretazione: la corona d’Avvento divenne una “corona di sole” e Gesù Bambino il “Bambino di Luce”. Il calendario, strumento di propaganda, conteneva foto di carri armati. Ci voleva il dopoguerra per scatenare la creatività. Il resto è storia. E adesso abbiamo calendari dell’Avvento di ogni genere: beauty, salamini, caramelle, liquirizia, bijoux, grappe, liquori, bitter, amari e persino un set completo di cacciaviti e brugole Bosch. È una semplice idea regalo o c’è qualcosa di più? La spiegazione, come direbbe Maurizio Crozza, di “psicobanalisi”: è bello, e fa bene all’umore, scartare un piccolo regalo tutti i giorni. Ma forse la questione è antropologica. Oggi abbiamo tutto di tutto, sempre. Le fragole a Natale, il panettone già a settembre, le chiacchiere di Carnevale a dicembre insieme alla pastiera di Pasqua. Viviamo in una dimensione orizzontale, in un eterno presente. Il calendario ci ricorda che non è così, e ogni mattina ci riserva una sorpresa. Ma siamo andati oltre, con mille piccole furbizie che vanno dal controllo delle dosi (una caramella quotidiana, non di più, o sono guai per la dieta) al “vorrei ma non posso”. Non ti puoi permettere una cena stellata da Antonino Cannavacciuolo? Di sicuro, ti puoi concedere il cartonato di Villa Crespi con le finestrelle che nascondono praline e cremini firmati. Anche nei calendari, come in politica c’è una sorta di bipolarismo, per fortuna non conflittuale: il partito della gola e quello del benessere. Il calendario dell’Avvento di Villa Crespi IL PARTITO DELLA GOLA Praline e decorazioni natalizia della storica pasticceria Piccinelli di Brescia, la preferita di D’Annunzio (anno di fondazione 1862) rendono questo calendario quasi “storico”. Ma è in buona compagnia. Frau Knam è sinonimo di cioccolato e di dolcezza, ma non scherza neanche Charlotte Dusart con le sue golose costruzioni e gusti di cioccolato talmente complessi nelle sue praline che davvero, uno al giorno basta. Api Melissa ha 24 scatoline in per scoprire day by day una diversa tipologia di miele. Babbi, specializzato in wafer, ne ha uno di sapore diverso ogni giorno. Chupa Chups tira fuori quindici gusti. Noberasco ha una scatola di delizie, la Christmas Collection: frutta secca, datteri al di cioccolato, mandorle, nocciole. Si rischia di mangiare tutto in una volta, e addio calendario. Solo dolci? Ma no. Garofalo ha pensato a formati di pasta limited edition, sughi e gadget. Per chi non ha pazienza, nella Mistery Box trovate un codice per il concorso gourmet: in palio una cena nel tre stelle Michelin Casadonna di Niko Romito (a qualcuno vincerà, come nella fabbrica del cioccolato di Willy Wonka). E un salamino in ogni finestrella? Beretta ha avuto l’idea. Illy ha il suo calendario artistico di caffè e Nespresso (what else?) una selezione di capsule Original Line. Kusmi Tea offre nell’attesa tè neri, verdi, bianchi e tisane biologiche senza caffeina, ogni giorno una tazza da provare…Non pervenuto un calendario con digestivi assortiti (si mangia sempre troppo) ma qualcuno prima o poi ci penserà. La lista potrebbe essere ancora lunghissima, però basta così. Sul piano psicologico abbiamo tutte le leve possibili: regressione all’infanzia, che sia un lecca-lecca o un biscotto, autogratificazione, processi di compensazione, dirsi “io me lo merito”. Stando ai primi dati di vendita, tra tutte le proposte vincono gli zuccheri, tanto si sa che con la dolcezza si ottiene tutto e, come cantava Mary Poppins “con un poco di zucchero la pillola (che poi sarebbe lo stress, il lavoro, la crisi) va giù”. Provarlo con Trump? Il calendario dell’Avvento di Charlotte Dusart IL PARTITO DEL BENESSERE Gli ultimi dati ci dicono che il mondo wellness in termini di palestre, trattamenti estetici, massaggi e coccole varie è per ora al primo posto nella lista dei desideri (24 miliardi di euro spesi nel 2024). Perciò, anche se esistono i bipartisan (gola + benessere) per il momento chi crede fortemente nella cura di sé non si lascia incantare dai dolci (“Caramelle non ne voglio più”, cantava Mina: era profetica?) e usa l’Avvento per fare skincare, maschere alle vitamine e tutto quanto possa portare al Natale con una pelle luminosa e l’illusione di qualche anno in meno. Perciò nelle finestrelle ci può essere la tessera per l’hairstylist più chic, piega, taglio e acconciatura, extension, laminatura e prodottini per capelli, compreso lo spray glitterato per la cena di Natale. Oppure uno dei protocolli di Miamo (un nome un programma: come rifiutare di amarsi?) per skincare e occhi senza occhiaie. ‹ › 1 / 3 SEPHORA Il calendario dell'Avvento di Sephora ‹ › 2 / 3 CALENDARIO AVVENTO BOTTEGA VERDE Il calendario dell'Avvento di Bottega Verde ‹ › 3 / 3 UNNAMED (2) Il calendario dell'Avvento di Lancôme Qui siamo dalle parti dei romanzi di Roberto Emanuelli, con il suo mantra: “E ora amati”. Il benessere come self-love in tutte le forme. Regressione all’adolescenza o all’infanzia anche qui? Calendario Disney con Minnie, molto kidult. Festosi prodotti assortiti? Mille scelte, effetto tiramisù da Sephora. Un maxi cofanetto beauty con 24 buste sigillate a sorpresa? Bottega Verde. Lusso sfrenato (“perchè io valgo”)? Ecco Douglas con il suo calendario luxury, che è anche un raffinato portagioie con specchio integrato. E, idea geniale, sempre Douglas, anche il calendario After Christmas, una settimana in più, se chi vuole continuare ad aprire finestrelle anche quando l’Avvento c’è stato. E poi si torna all’eterno presente. L'articolo Dal biscotto di una mamma tedesca ai calendari dell’Avvento di lusso: ecco perché aprire una finestrella al giorno ci rende felici proviene da Il Fatto Quotidiano.
Natale
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Antonino Cannavacciuolo
Libri sonori di Natale per bambini: ecco 5 titoli con le canzoni natalizie per giocare e avvicinare i più piccoli alla musica
Natale è magia, luci, regali e anche canzoni. Tante sono le canzoni di Natale, nate in diverse parti del mondo che accompagnano questi giorni di festa, per rendere ogni istante ancora più magico. Molte delle quali tradotte in tutte le lingue, affinché possano rimanere e che rimangono nella memoria sin dalla tenera età. D’altra parte, la musica è sempre stata una forma comunicativa che ha unito e questi brani natalizi ancor di più, entrano nelle case, radunano persone attorno a cori che animano le strade di grandi città, accompagnano durante I momenti di relax o di svago. Basti pensare ai grandi classici del natale come: Happy Xmas, White Christmas Jingle Bell, We wish you a Merry Christmas, Feliz Navidad e molte altre ancora. Un regalo originale è proprio tramandare queste canzoni racchiuse in questi libri sonori: ottimi strumenti per avvicinare i più piccoli ad amare la musica e anche i libri. Ecco 5 libri sonori sul Natale con le melodie più belle da imparare e ascoltare. Natale. Piccoli libri sonori di Sam Taplin illustrazioni di Jo Rooks traduzione di Francesca Logi Editore Usborn, Età di lettura: da 1 anno Per avvicinare i bambini più piccoli alle melodie del Natale, questo è un ottimo libro. Un regalo perfetto per ascoltare allegri motivi natalizi che animano le pagine colorate a tema. Basta semplicemente cliccare un pulsante e giocare con la musica. Auguri di buon Natale Editore Doremì, Età di lettura: da 2 anni Un libro al cui interno sono presenti i testi delle canzoni, accompagnate con la melodia. Racchiude le più belle canzoni del Natale, realizzato dalla casa editrice Doremì che si occupa di insegnare la musica sin dalla tenera età. Natale è di Giulia Pesavento illustrazioni di Irene Bommaci Editore Paoline, Età di lettura: da 3 anni Un libro sonoro realizzato da Giulia Pesavento che racchiude le dieci famose melodie natalizie. Sfogliando le pagine di questo libro edito da Paoline è possible immergersi in un viaggio musicale vero e proprio che accompagna i giorni di questa magica ricorrenza. Le mie prime arie classiche di Natale di Emilie Collet illustrazioni di Séverine Cordier Editore Gallucci, Età di lettura: da 3 anni Gallucci ha racchiuso in un libro sonoro, grazie a Emilie Collet, i brani dei più iconici musicisti di musica classica di tutto il mondo, come: Ciaikovskij e Bizet che hanno composto le più celebri melodie del Natale tra marce, valzer e inni. Un libro dagli angoli rotondi adatto ai bambini più piccoli che sono attratti dalla conoscenza dei suoni e della musica. Il primo libro di musica è da regalare per queste festività natalizie. Il libro pianoforte di Natale. Con 8 famose canzoncine da leggere, cantare e suonare! di Anna Casalis illustrazioni di Maurizia Rubino Editore Dami, Età di lettura: da 5 anni Un meraviglioso libro interattivo edito da Dami, in cui l’autrice Anna Casalis ha racchiuso testi e spartiti musicali delle arie natalizie più famose. Un libro per approcciarsi alla conoscenza musicale, in quanto ha oltre al testo, dei veri e propri tasti neri e bianchi che formano un pianoforte. Chiunque può esercitarsi a diventare un abile pianista: un doppio regalo in parole e musica. L'articolo Libri sonori di Natale per bambini: ecco 5 titoli con le canzoni natalizie per giocare e avvicinare i più piccoli alla musica proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Regali di Natale, 24 gioielli da regalare o regalarsi: dalla collana di Kate Middleton al bracciale “saldato”, i modelli su cui puntare (a partire da 29 euro)
C’è qualcosa di profondamente simbolico nel regalare un gioiello. È un gesto antico, quasi rituale, che nelle settimane che precedono il Natale torna al centro dei desideri. Ma il contesto è cambiato: oggi il gioiello non è più soltanto un pegno d’amore o il classico regalo da ricevere. È un oggetto identitario, scelto sempre più spesso per sé, un atto di autoaffermazione che le nuove generazioni hanno trasformato in tendenza. Sui social, in particolare su TikTok, si moltiplicano i video di ragazze che acquistano anelli o pendenti per celebrare un traguardo personale, svincolandosi dall’idea che un gioiello debba essere “donato” da un uomo. È il l’auto-regalo nella sua forma più contemporanea: un gioiello come dichiarazione di autonomia, come simbolo di autostima, come investimento emotivo – ma anche economico. Perché un anello, a differenza di una borsa, non perde valore al mutare delle stagioni: attraversa gli anni, può essere tramandato, conserva una storia. Il linguaggio del lusso sta cambiando, e con esso i suoi numeri. Secondo Statista, il mercato globale della gioielleria raggiungerà nel 2025 un valore di 370 miliardi di dollari, dieci miliardi in più rispetto all’anno precedente, con una crescita costante prevista fino al 2029 (+4,5% annuo). A guidare l’espansione è soprattutto la fascia mid level – quella entro i mille euro – che rappresenterà oltre il 76% del fatturato mondiale. È la fascia preferita dalla Gen Z: accessibile, versatile, sensibile a qualità e design più che al logo. Il quadro economico rende il fenomeno ancora più significativo. Nel 2024-2025 il prezzo dell’oro ha raggiunto livelli record, superando i 2.300 dollari l’oncia (dati World Gold Council), mentre anche l’argento ha registrato aumenti consistenti. L’effetto è duplice: da un lato il gioiello si conferma bene rifugio, dall’altro rafforza la percezione di valore e durata del prodotto. Nonostante gli aumenti delle materie prime, l’export orafo dell’Italia – uno dei poli produttivi più importanti al mondo – continua a crescere, trainato da Stati Uniti, Emirati Arabi e Asia (fonte Federorafi). La gioielleria, insomma, corre più della moda. Mentre l’abbigliamento vive cicli brevi e tendenze fugaci, l’oro e l’argento resistono al tempo e alle oscillazioni del gusto. In un momento in cui il consumatore, soprattutto giovane, cerca meno effimerità e più significato, il gioiello si impone come oggetto “per sempre”, capace di sintetizzare estetica, emozione e – non da ultimo – investimento. E così, nel Natale dei mille desideri, il dono più classico torna sorprendentemente moderno. Un anello o una collana oggi non sono soltanto un regalo prezioso: sono un linguaggio, una scelta di stile e di posizione. E raccontano, forse meglio di qualunque altro oggetto, il modo in cui una nuova generazione sta reimmaginando il lusso, la relazione con sé stessa e il piacere – liberatorio – di scegliersi. Ecco allora la nostra selezione con i consigli selezionati in piena autonomia editoriale dalla redazione di FqMagazine: i link indicati sono solo “di servizio”, non percepiamo alcun compenso dai brand, vogliamo solo agevolare al lettore la ricerca. 1. Capsule collection limited edition “50th” di Angela Caputi Giuggiù Per chi vuole celebrare le feste assieme a un altro traguardo importante, il brand fiorentino Angela Caputi Giuggiù brinda ai cinquant’anni di storia con la collezione “50th”: una limited edition di bijoux nei colori tipici della maison, rosso e nero, assieme al numero 50 e alle iniziali della stilista “AC”. 2. Bracciale con cuori personalizzabile di Merci Maman: € 39 A proposito di date, spegne diciotto candeline anche Merci Maman, marchio fondato nel 2007 a Londra dalla francese Beatrice de Montille: il brand è legato alla Royal Family britannica da quando Kate Middelton, in occasione della nascita del Principe George nel 2014 ha avuto in dono dalla sorella Pippa una collana del marchio. Legato all’amore e alla famiglia dunque, segnaliamo il braccialetto con cuori personalizzabile con le iniziali dei nostri cari. 3. Gemelli per camicia di Buccellati: $ 370 Buccellati, tra i nomi più longevi in Italia e che festeggia proprio nel periodo natalizio una retrospettiva della sua storia a Shanghai, propone per queste feste non solo gioielli per lui o per lei, ma anche per la casa: centrotavola, vassoi, posate e piatti realizzati in argento, corno di cervo o vetro di murano per rendere i pasti ancora più speciali. Tra le sue proposte saltano all’occhio i gemelli per camicia in argento con logo, un dettaglio elegante per le grandi occasioni. 4. Anello Serpenti Viper di Bulgari: € 2730 Sempre parlando di più di un secolo di storia anche Bulgari dedica una sezione specifica alle feste, tra cui spiccano in particolare gli anelli a forma di vipera – uno dei simboli del brand – in metalli e pietre preziose. 5. Le creazioni da sogno di Garatti Tra le esclusive anche Garatti propone qualcosa di davvero speciale, con la loro alta gioielleria anche su misura: il loro sito web indica solo le diverse collezioni, tra cui la linea di accessori con diamanti verdi o quella ispirata ai lampadari veneziani. 6. Bracciale L’Essenziale di Atelier VM: € 250 Atelier VM, brand italiano nato alla fine degli anni Novanta con l’idea di creare qualcosa che duri nel tempo per design e materiali, propone il bracciale in oro saldato per chi pensa a qualcosa di davvero eterno. Segnaliamo anche il ciondolo con la propria impronta digitale, l’anello con iniziale, o il bracciale Lucy in cotone con diamante. 7. Anello Iconica di Pomellato: € 6300 Il marchio milanese Pomellato, unisce i suoi materiali preziosi a pietre sgargianti, come nell’anello Iconica in oro rosa con piccole pietre colorate, che danno un effetto giocoso. 8. Orecchini gommati di Sunnei: € 230 Per Sunnei invece, brand di moda meneghino, i gioielli adatti come regalo potrebbero essere i loro orecchini in oro o argento “glassati” a mano con gomma colorata. 9. Birthstone Charm di Mejuri: € 108 Sempre rimanendo in tema colori, il brand canadese Mejuri propone il Birthstone Charm, una pietra diversa a seconda del proprio mese di nascita, incastonata in un ciondolo in oro giallo da dieci o quattordici carati. 10. Anello con fiocco di Pandora: € 59 Rimaniamo fuori dall’Italia per parlare del brand di origini danesi Pandora, ricco di offerte specifiche per il Natale e tutte le altre occasioni. Tra le loro proposte, si può rimanere in tema con i charms per bracciali a forma di elfo, albero di Natale o ghirlanda, oppure optare per il loro anello con fiocco in zirconi rosa. 11. Collana Rodeo di Pdpaola: € 149 Dalla Spagna invece, Pdpaola nella sua sezione regali di Natale propone la collana regolabile Rodeo sia in oro che argento: simile a una cravatta texana, può essere all’occorrenza sia gioiello che ad esempio accessorio per una camicia. 12. Collana con cuori di Tiffany: € 340 Impossibile parlare di gioielli senza citare anche Tiffany: da scartare sotto l’albero segnaliamo il loro iconico ciondolo a forma di cuore, disponibile anche in versione orecchino, oppure il set di tazzine in porcellana nel loro tradizionale azzurro. 13. Gioielli Garatti Anche Garatti propone qualcosa di davvero speciale, con la loro alta gioielleria composta da pezzi unici e su misura: personalizzabili interamente, dal design finale alle pietre da utilizzare, è possibile vedere anche gli orafi al lavoro su ciascuno dei pezzi unici della collezione visitando il loro quartier generale di Milano. 14. Anello Amulettes Kelly di Hermès: € 595 Celebrativo di un’icona anche l’anello Amulettes Kelly di Hermès, una semplice fede in argento con una mini Kelly, una delle borse statement del marchio appesa come ciondolo sempre in argento. 15. Bracciale Love di Cartier: € 8250 Nome da includere di diritto nella lista anche Cartier, che per il Natale pensa sia a lei che a lui. Partendo dall’intramontabile bracciale Love con la chiusura a vite fino ad arrivare al portacarte in pelle e acciaio con il logo della maison in rilievo. 16. Collana girocollo Millenia di Swarovski: € 330 Non può mancare anche Swarovski con i suoi cristalli, in taglio ottagonale ad esempio sulla collana girocollo Millenia dal look principesco. 17. Anello Contrarie Radiance di Stroili: € 29.90 Tra i brand più noti anche Stroili, che propone la sua versione della collana con il nome, oramai un grande classico, oppure l’anello contrarie radiance. 18. Anello solitario filo spinato di Nove25: € 108 Per chi cerca invece pezzi più particolari, rimanendo in Italia il marchio Nove25 specializzato in argento propone un anello a forma di filo spinato con zircone solitario, oppure diverse collaborazioni con artisti o squadre di calcio per gli appassionati. 19. Collana The Lovers’ Pact di Alighieri: € 365 Dall’altro lato dello Stretto della Manica Alighieri, brand britannico che si ispira alla letteratura e all’arte, offre una collana in bronzo placcata in oro 24 carati a forma di cuore anatomico. 20. Collana con fetta di torta alle fragole di Wanderlust + Co: € 77,95 Per un qualcosa di più pop invece, Wanderlust + Co ha tra le sue proposte per le feste un ciondolo in ottone riciclato e dipinto a mano a forma di fetta di torta alle fragole, apribile e con un piccolo scomparto all’interno per conservare qualcosa di significativo. 21. Orecchino Limitless di Lil Milan: € 200 Lil Milan offre invece qualcosa di più minimal e chic, come l’orecchino singolo Limitless sia in oro che argento. 22. Bracciale Puffed Maritime di Stone and Strand: $ 110 Sulla stessa onda di sobrietà anche il brand newyorkese Stone and Strand con il bracciale Puffed Maritime in maglia marittima, elegante ma particolare. 23. Collana Blade di Giovanni Raspini: € 390 Con un’anima più rock, la collana rigida Blade di Giovanni Raspini porta con sé una resa più grezza, grazie all’argento martellato e irregolare. 24. Bracciale Flocons De Neige di APM Monaco: € 240 Tra il calore delle feste e il gelo dell’inverno, APM Monaco propone la collezione “Hiver”, ispirata alla bellezza e luminosità di questa stagione: rappresentativo della collezione e ancora di più dell’inverno il bracciale Flocons De Neige – fiocco di neve – , in argento e pietre. L'articolo Regali di Natale, 24 gioielli da regalare o regalarsi: dalla collana di Kate Middleton al bracciale “saldato”, i modelli su cui puntare (a partire da 29 euro) proviene da Il Fatto Quotidiano.
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A Natale anche l’auto si “veste a festa”: così nel Barese l’automobile viene addobbata come un albero
Non più solo l’albero di Natale o l’esterno delle case. La mania per gli addobbi natalizi ha colpito anche le automobili. Un video girato a Conversano, nel Barese, sta spopolando sul web. L’immagine è eloquente: una macchina è “vestita a festa”, riempita di luci natalizie di tutti i colori. La scena, come immaginabile, ha attratto l’attenzione di chi ha visto circolare l’automobile nel centro pugliese e il video è diventato in poco tempo virale L'articolo A Natale anche l’auto si “veste a festa”: così nel Barese l’automobile viene addobbata come un albero proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Lo spot natalizio di McDonald’s viene distrutto dalle critiche dei clienti e l’azienda lo ritira
McDonald’s al centro delle polemiche in Olanda. La famosissima catena di fast food ha dovuto ritirare il proprio spot natalizio per la pioggia di critiche ricevute. Il motivo? Una pubblicità di 45 secondi girata con l’intelligenza artificiale e giudicata dagli utenti poco reale. Il video si basa su una provocazione: “Il Natale è il periodo peggiore dell’anno“. Tra le tante scene si vedono persone a cui volano via i regali e Babbo Natale sulla sua slitta arrabbiato a causa del traffico. L’idea? Ribaltare il Natale in tutto e per tutto. La provocazione non è stata presa bene e la scarsa veridicità delle immagini non ha convinto – comprensibilmente – gli spettatori. LA RISPOSTA DI THE SWEETSHOP Dopo la pioggia di critiche è arrivata la risposta della casa di produzione che ha realizzato le immagini dello spot: The Sweetshop. “Per sette settimane non abbiamo dormito quasi mai”, ha dichiarato l’azienda. La casa di produzione ha aggiunto che “fino a 10 dei nostri specialisti interni di intelligenza artificiale e post-produzione presso The Gardening Club lavoravano a stretto contatto con i registi”. L’idea di The Sweetshop era quella di cogliere momenti della quotidianità e unirli, in un video generato dall’IA. “Abbiamo generato quelle che sembravano riprese giornaliere poi le abbiamo elaborate in fase di montaggio. Non si è trattato di un trucco dell’intelligenza artificiale. Era un film”, ha concluso l’azienda, il cui lavoro è stato criticato sui social e cestinato da McDonald’s. > McDonald’s is getting cooked after it released an AI-generated commercial in > the Netherlands > > The US-based firm that created the ad has since released a statement, saying, > “AI didn’t create this film — we did.” pic.twitter.com/RIUI29Rpt5 > > — Morning Brew ☕️ (@MorningBrew) December 9, 2025 L'articolo Lo spot natalizio di McDonald’s viene distrutto dalle critiche dei clienti e l’azienda lo ritira proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Carne di uccello fermentata in pelle di foca, il “Turducken” e la “Ciorba de Burta”: i piatti tipici di Natale più assurdi (e per stomaci forti)
Un tacchino ripieno di anatra, pollo e salsiccia. Dodici piatti senza carne nella stessa cena di Natale. Carne di uccello fermentata in pelle di foca. È diventato un trend di Google l’articolo pubblicato dalla versione online del Messaggero dove si enumerano diversi piatti tipici nel mondo preparati per Natale e piuttosto bizzarri. Si inizia dallo statunitense Turducken, sorta di unione materiale e lessicale di tre tipi di carne: tacchino, anatra e pollo. All’esterno la carcassa del tacchino, all’interno un’anatra disossata che a sua volta racchiude pezzi di pollo, a loro volta farciti di salsiccia. L’insieme diventa un arrosto che poi viene tagliato a fette. Al suo opposto una sana cena vegetale di origine polacco-ucraina chiamata Le 12 portate. L’usanza prevede che alla Vigilia si portino a tavola 12 piatti diversi accomunati dall’assenza di carne. In genere la prima portata è sempre il kutia, grano bollito con semi e noci. Dalla Groenlandia invece ecco il Kiviak: carne di uccello che viene fatta fermentare per mesi all’interno della pelle delle foche. Stomaci forti fatevi capanna. I dirimpettai norvegesi non scherzano. Il Lutefisk è un merluzzo essiccato, trattato principalmente con soda caustica, con contorno di patate e burro. La Ciorba de Burta chiude la carrellata gourmand: zuppa di trippa con panna acida, aglio, radici e verdure. L'articolo Carne di uccello fermentata in pelle di foca, il “Turducken” e la “Ciorba de Burta”: i piatti tipici di Natale più assurdi (e per stomaci forti) proviene da Il Fatto Quotidiano.
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