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Sciopero all’Ikea, lavoratori in corteo tra gli scaffali: “Un’ora di lavoro non raggiunge il costo di un tavolino che dentro è di cartone”
“Una nostra ora di lavoro fatica a raggiungere il costo di un tavolino che dentro è fatto di cartone. Vorremmo avere una dignità salariale che ci permetta di vivere”. A parlare è uno dei lavoratori dell’Ikea di Carugate che oggi ha aderito allo sciopero nazionale indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Il motivo? “Il contratto integrativo non viene rinnovato dal 2019 nel quale le nostre professionalità vengono schiacciate – racconta un’altra lavoratrice arrivata da Ancona – ci sono grosse disparità tra vecchi e nuovi assunti che devono aspettare 24 mesi per avere le maggiorazioni, e in questo momento molti negozi non hanno potuto avere il premio che era una boccata di ossigeno per molti di noi”. E così le lavoratrici e i lavoratori si sono dati appuntamento di fronte allo stabilimento di Carugate improvvisando un corteo tra gli scaffali. “Ikea occupa oltre 7500 dipendenti in tutta Italia con un uso molto forte di figure part time molto spinto spesso e volentieri indipendente” racconta Roberto Brambilla, Filcams Cgil nazionale. Quanto prendono? “Con un part time da 30 ore prendo 1100 euro al mese” racconta una lavoratrice. Per questo il contratto integrativo così come il sistema premiale rappresenta “una boccata di ossigeno” per i dipendenti. “Nel corso dell’ultimo incontro, l’Azienda ha respinto ogni proposta delle organizzazioni sindacali, rifiutando perfino di definire gli elementi economici già condivisi – come maggiorazioni domenicali e trattamento della malattia – rimandando tutto a un confronto senza contenuti reali” scrivono in una nota le organizzazioni sindacali confederali. E la multinazionale del mobile risponde così: “Ikea ha costantemente ricercato un confronto con le sigle sindacali e conferma la propria disponibilità a sottoscrivere il contratto in qualsiasi momento, anche con una durata ridotta rispetto alla normale vigenza, sulla base della proposta aziendale, la quale si presenta evidentemente migliorativa. Ikea Italia intende inoltre ribadire che la propria strategia di business rimane saldamente allineata all’obiettivo di rendere il brand accessibile alla maggioranza delle persone, anche in un contesto storico in cui tutti i consumi sono significativamente influenzati”. L'articolo Sciopero all’Ikea, lavoratori in corteo tra gli scaffali: “Un’ora di lavoro non raggiunge il costo di un tavolino che dentro è di cartone” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Ikea, i sindacati proclamano lo sciopero nazionale per il 5 dicembre: “Condizioni di lavoro peggiorano”
Muro contro muro sul contratto integrativo e sciopero in arrivo. Dopo l’ennesimo tentativo fallito di riaprire il tavolo per il rinnovo del contratto integrativo aziendale, scaduto dal 2019 – e a fronte di un sistema premiante giudicato inaccettabile – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proclamano per il 5 dicembre uno sciopero nazionale di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori Ikea, con manifestazione e presidio davanti alla sede di Carugate, alle porte di Milano. “Ikea continua ad agire unilateralmente, peggiorando le condizioni di lavoro e ignorando gli impegni storici assunti con i dipendenti. Emblematico il recente divieto di accesso alla mensa per i part-time con pause ridotte, in contrasto con accordi e prassi consolidate da decenni – dicono i sindacati – Le relazioni sindacali anche livello territoriale e di punto vendita registrano da tempo criticità al punto tale che ormai l’azienda decide e solo successivamente comunica alle parti sindacale senza attivare confronti finalizzati ad esaminare e a definire eventuali intese anche di materie decentrate, così come previste dal Contratto integrativo aziendale (importanti modifiche all’organizzazione del lavoro, turni e mansioni, ecc)”. L’azienda inoltre “non intende retrocedere dalla deroga relativa ai passaggi al 3 livello nonché dal mancato riconoscimento degli specialisti che svolgono attività da progettisti”, denunciano ancora le sigle sindacali. “La posizione dell’azienda ormai è chiara: schiacciare in basso la classificazione delle lavoratrici e dei lavoratori: per Ikea tutti devono fare tutto, a prescindere dall’inquadramento e dalla specifica professionalità – denunciano – A tutto questo si aggiunge un’organizzazione del lavoro, da parte dell’azienda, che peggiora le condizioni dei propri dipendenti sia rispetto al Ccnl che alla normativa vigente continuando a sfruttare ogni condizione ai fini del profitto a tutti i costi”. Nel corso dell’ultimo incontro – spiegano ancora i sindacati – l’azienda ha respinto ogni proposta delle organizzazioni sindacali, rifiutando perfino di definire gli elementi economici già condivisi – come maggiorazioni domenicali e trattamento della malattia – rimandando tutto a un confronto senza contenuti reali. Una chiusura giustificata da presunte difficoltà economiche e dal mancato raggiungimento degli obiettivi di budget, a cui si aggiunge il “paradossale considerare il rinnovo del Contratto nazionale della Distribuzione moderna organizzata come un ‘aggravio di costi”. La situazione è stata “ulteriormente aggravata dalla comunicazione dei risultati del premio di partecipazione 2025: oltre metà dei punti vendita non riceverà alcun premio e gli altri otterranno importi irrisori, a fronte di spiegazioni aziendali vaghe e contraddittorie”.. L'articolo Ikea, i sindacati proclamano lo sciopero nazionale per il 5 dicembre: “Condizioni di lavoro peggiorano” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Lavoratori Ikea in sciopero il 5 dicembre contro il premio aziendale: “Un bluff”
Autunno caldo anche per Ikea. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato uno sciopero per il 5 dicembre nei grandi magazzini del colosso svedese. Al centro della protesta il premio di partecipazione, che i sindacati definiscono una “inutile presa in giro” visto che “oltre il 50% dei negozi non percepirà alcun premio e la restante parte riceverà importi del tutto irrisori”. Non è il primo sciopero di quest’anno, segno di una tensione crescente tra le parti dell’azienda. Il premio, correlato al raggiungimento di specifici obiettivi prefissati precedentemente, coinvolgerà meno della metà dei dipendenti. I sindacati ritengono offensive le giustificazioni aziendali – si parla del “mancato conseguimento di obiettivi” – anche alla luce di “notizie di premi economici erogati alle figure apicali”. Le motivazioni dell’azienda sono “la distanza dei punti vendita dai centri urbani, il ridotto afflusso di clienti o la concorrenza più agguerrita”. Proprio due anni fa, infatti, la multinazionale aveva deciso di aprire i “Plan and order point” per ridurre la distanza tra il territorio e le sedi. Scelta che ora la Filcams chiede di giustificare, alla luce dei risultati ottenuti, per capire se il il calo della clientela dipende dal marketing, dai prezzi o dai rifornimenti. Durante l’incontro del 6 novembre la richiesta delle organizzazioni sindacali di rivedere il premio è stata respinta: Ikea ha risposto che ogni modifica potrà avvenire solo modificando il Contratto integrativo aziendale. Il tavolo per questo rinnovo è però saltato ed i sindacati hanno ricordato che “in passato il sistema è stato modificato anche al di fuori del rinnovo contrattuale”. Infine – concludono i sindacati di categoria – di fronte alla proposta di riconoscere almeno un importo simbolico a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, “l’azienda ha risposto con un secco ‘no: non abbiamo risorse accantonate’. È un atteggiamento che offende chi ogni giorno contribuisce al successo del marchio”. Per tutte queste ragioni, e in considerazione anche della rottura del tavolo di rinnovo del Contratto integrativo, è confermato lo stato di agitazione e proclamato uno sciopero nazionale. L’azienda dal canto suo ribadisce che “la propria strategia di business rimane saldamente allineata all’obiettivo di rendere il marchio accessibile alla maggioranza delle persone”. Sempre secondo il colosso svedese un accordo sul contratto integrativo “avrebbe consentito” di “fruire un premio di gran lunga migliorativo rispetto all’attuale sistema premiante” e si dice “disponibile” a sottoscriverlo “in qualsiasi momento sulla base della proposta aziendale”. L'articolo Lavoratori Ikea in sciopero il 5 dicembre contro il premio aziendale: “Un bluff” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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