La scelta de La Gazzetta dello Sport di assegnare il “premio sportivo dell’anno
2025” a Lorenzo Musetti è un caso. Più che in Italia, in Spagna. E il motivo è
semplice: in tanti si chiedono perché sia stato votato Musetti e non Jannik
Sinner, che quest’anno ha rivinto le Atp Finals e ha ottenuto il primo storico
successo sull’erba di Wimbledon. Sia il quotidiano As che la versione spagnola
di Eurosport hanno infatti commentato la decisione con grande stupore. “Sinner,
disprezzato in patria: Musetti nominato sportivo italiano dell’anno”, titola As
in un suo recente articolo. “L’Italia dimentica Jannik Sinner: Lorenzo Musetti
nominato miglior sportivo dell’anno da La Gazzetta dello Sport“, scrive invece
Eurosport.
Una scelta che stona se si considerano le vittorie di uno e dell’altro nel 2025.
Musetti – che è stato autore di una stagione straordinaria, senza dubbio –
quest’anno non è riuscito a vincere alcun titolo e i suoi punti più alti sono
stati tre finali perse: Atene, Chengdu e Monte Carlo, oltre alla qualificazione
in extremis per le Atp Finals, dove non è però riuscito a superare la fase a
gironi.
Al contrario, Sinner ha lottato per il numero uno nel ranking Atp fino alla fine
(dopo esserlo stato per larghi tratti) e ha vinto sei tornei – tra cui
l’Australian Open, Wimbledon e le già citate Atp Finals – nonostante i tre mesi
di sospensione per il caso Clostebol. L’altoatesino ha anche raggiunto la finale
agli Australian Open e agli US Open, dove è stato sconfitto da Carlos Alcaraz.
Una differenza notevole, che però non è bastata a Sinner per replicare la
vittoria del trofeo “sportivo dell’anno” per La Gazzetta dello Sport, già vinto
l’anno scorso. E in Spagna provano a darsi delle spiegazioni: tra le possibili
cause – secondo Eurosport – ci sarebbe la rinuncia alla Coppa Davis da parte di
Sinner. Rinuncia che il quotidiano italiano aveva già rimarcato più volte sia
quest’anno che nel 2023, con un emblematico: “Non si fa così”.
Ma la tesi non regge: in primis perché è una scelta legittima, soprattutto dopo
le due vittorie – grazie anche e soprattutto all’altoatesino – del 2023 e del
2024. In secondo luogo perché anche Musetti ha comprensibilmente rinunciato dopo
esser arrivato stanco alla fine dell’anno (e visto il figlio in arrivo in quel
periodo). Sempre secondo i quotidiani spagnoli, un’altra motivazione potrebbe
essere la sospensione di tre mesi per il caso Clostebol, dove Sinner però – ed è
già stato accertato – non ha responsabilità.
Il quotidiano italiano ha motivato così la decisione: “Lorenzo Musetti, entrato
quest’anno nella top ten mondiale, è l’ultimo poeta ancora con una racchetta in
mano. È la prova vivente di ciò che si può ottenere con una combinazione di
classe e perseveranza. È stato definito un talento incompiuto, come se entrare
nella top 20 della classifica – cosa che ha ottenuto nel 2023, a meno di 21 anni
– fosse un gioco da ragazzi”. E se in Italia il dibattito è arrivato timidamente
sui social (in particolare su X), in Spagna non riescono ancora a darsi una
spiegazione. Intanto Sinner è stato eletto dall’Atp come “atleta più amato
dell’anno dai tifosi“. Riconoscimento che il tennista ha condiviso sui social,
scrivendo “Grazie“, con un cuore.
L'articolo In Spagna sono allibiti: “Sinner disprezzato nel suo paese, l’atleta
dell’anno è Musetti. Ma perché?” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Jannik Sinner
Probabilmente ha sempre sognato di essere famoso quanto Jannik Sinner.
Altrettanto probabilmente non aveva mai immaginato che sarebbe stato un tennista
a rendere ancora più celebre il suo amato Südtirol. Luis Durnwalder, l’ex
potentissimo presidente della Provincia autonoma di Bolzano, è stato per anni
uno dei politici più ricchi d’Europa: guadagnava più di Angela Merkel. Grande
stratega della Südtiroler Volkspartei e dell’autonomia altoatesina, nel 2021 è
stato condannato in via definitiva a due anni e sei mesi di reclusione per
peculato. Oggi ha 84 anni, non frequenta più la politica e in una lunga
intervista al Corriere della Sera ha parlato anche di colui che oggi è appunto
il suo corregionale più famoso, ovviamente Sinner.
Il primo tema sono ovviamente le polemiche per la sua rinuncia alla Coppa Davis:
“L’italianità non c’entra nulla. Lui fa quello che gli dicono, chi fa sport ai
suoi livelli pensa solo a vincere, non all’Italia”. Peraltro Sinner è stato
criticato anche dagli Schützen, l’associazione patriottica che rievoca le
milizie popolari asburgiche: “Povero ragazzo, quando c’è di mezzo la questione
dell’Italia non può dire e fare nulla senza che qualcuno abbia qualcosa da
ridire. Gli Schützen hanno esagerato e lui ha cercato solo di spegnere un
incendio“. Durnwalder poi aggiunge: “E finiamola anche con la storia che vince
perché è tedesco. Vince perché è forte, vince perché è un ragazzo che ha un
grande talento ed è abituato a fare grandi sacrifici. Vince perché se nasci fra
queste montagne e parli tedesco devi rimboccarti le maniche più degli altri ed
essere agile e veloce come le trote se vuoi farcela”.
“Io sono nato e ho vissuto in un maso di Falzes, in val Pusteria, la sua valle”,
sottolinea Durnwalder, “Jannik è rimasto legato alla sua terra e alla sua
famiglia. A Sesto l’ho visto spalare letame sui prati con un amico e devo dire
che la cosa mi è piaciuta”. L’ex governatore ha quindi rivelato alcuni dettagli
sul carattere di Sinner: “Anche le critiche ai genitori che parlerebbero troppo
poco e solo in tedesco non hanno senso. A parte che non è vero, bisogna anche
capire che la maggior parte delle persone di queste valli non si sente a proprio
agio con l’italiano. Temono di non capire bene e di venire fraintesi. E poi loro
hanno la riservatezza tipica dei pusteresi e un loro dialetto. Criticandoli li
spingete sempre più nel loro angolo“.
L'articolo “A Sesto ho visto Sinner spalare letame sui prati con un amico. Ha la
riservatezza tipica dei pusteresi, criticandoli li spingete sempre più nel loro
angolo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz saranno i protagonisti più attesi della Opening
Week in vista degli Australian Open, una settimana di incontri esibizione tra
alcuni dei principali protagonisti del circuito, in contemporanea alla settimana
di qualificazioni. Niente di simile al Six Kings Slam, ma una serie di
“amichevoli” propedeutiche a riprendere il feeling con il gioco dopo la pausa
invernale e a testare il campo australiano. A comunicare il programma sono stati
gli organizzatori degli Australian Open sui canali social. Sinner sfiderà il
canadese Felix Auger-Aliassime, mentre lo spagnolo Alcaraz se la vedrà con
l’idolo di casa Alex de Minaur. In campo anche l’altro azzurro Lorenzo Musetti
contro il tedesco Alexander Zverev.
Il match tra Jannik Sinner e Felix Auger-Aliassime si giocherà venerdì 16
gennaio alle 7:30 italiane, mentre 24 ore prima si sfideranno Carlos Alcaraz e
Alex De Minaur. Il primo dei tre match di esibizione è quello di martedì 13 tra
Alexander Zverev e Lorenzo Musetti, previsto per le 7 in Italia. In più per
venerdì 16 gennaio è previsto uno show musicale con diverse star del tennis e
“ospiti a sorpresa”, si vede sui social del primo slam annuale.
LO SLAM PER NON PROFESSIONISTI DA 1 MILIONE DI DOLLARI
In mezzo alla varie esibizioni anche il torneo con tennisti non professionisti
in cui si può vincere un milione, battendo l’avversario con un solo punto.
Sempre Alcaraz, insieme a Nick Kyrgios, sarà infatti protagonista dell’attesa
esibizione 1 Point Slam, in cui sfideranno dei giocatori non professionisti che
vincendo un solo punto supererebbero il turno e avrebbero la possibilità di
vincere fino a 1 milione di dollari. A comunicare il programma della settimana
che precede il primo slam dell’anno è stata proprio l’organizzazione degli
Australian Open sui propri canali social.
Intanto i tennisti dopo alcune settimane di vacanza stanno ricominciando
gradualmente la preparazione invernale. Sinner si trova a Dubai, dove inizierà
ad allenarsi. Carlos Alcaraz si allenerà invece con Flavio Cobolli in Spagna,
nell’accademia di Juan Carlos Ferrero.
IL PROGRAMMA DELLE ESIBIZIONI AGLI AUSTRALIAN OPEN
Martedì 13 gennaio (orari italiani)
Ore 07.00 Alexander Zverev vs Lorenzo Musetti alla Rod Laver di Melbourne
(Australia)
Mercoledì 14 gennaio (orari italiani) – AO 1 Point Slam
Ore 09.30 Carlos Alcaraz / Nick Kyrgios alla Rod Laver di Melbourne (Australia)
Giovedì 15 gennaio (orari italiani)
Ore 07.00 Carlos Alcaraz vs Alex de Minaur alla Rod Laver di Melbourne
(Australia)
Venerdì 16 gennaio (orari italiani)
Ore 07.30 Jannik Sinner vd Felix Auger-Aliassime alla Rod Laver di Melbourne
(Australia)
L'articolo Sinner e Musetti giocheranno dei match d’esibizione prima degli
Australian Open: ci sono anche Kyrgios e Alcaraz proviene da Il Fatto
Quotidiano.
La scomparsa di Nicola Pietrangeli ha scatenato nel vostro blogger ottuagenario
un’ondata di antichi ricordi; riportandolo ai tempi lontani del tennis presunto
“romantico”, prima dell’avvento del professionismo. Anche se sulla purezza
disinteressata dei nostri eroi di allora è meglio stendere un velo pietoso (voci
ricorrenti dell’epoca raccontavano sottovoce come la Federazione Italiana Tennis
FIT erogasse paghette per il campione defunto nei giorni scorsi per consentirgli
di resistere alle sirene della Troupe Kramer, il team di campioni che aveva
aggirato per primo il divieto di giocare a scopo di lucro).
Resta il fatto che prima dell’avvento dei Sinner boys Pietrangeli è stato di
gran lunga il migliore tennista italiano. Non certo per atletismo, semmai un
giocatore dal braccio d’oro e con un rovescio che incantava. Inguaribilmente
“terraiolo” – come i suoi colleghi dell’epoca Beppe Merlo e Fausto Gardini –
riuscì perfino nell’impresa – in coppia con Orlando Sirola – di battere gli
“erbivori” statunitensi in un’epica semifinale giocata sul green australiano nel
1960. Per poi soccombere in finale contro l’Australia. Ma a quell’epoca i
“canguri” erano i veri marziani della racchetta, con una nidiata di talenti
inarrivabili: Ken Rosewall, Neale Frazer, Roy Emerson e, schiena permettendo,
l’apollineo Lew Hoad; con il plus del più grande talento tennistico mondiale
prima di Roger Federer. Rod Laver, il mancino rosso di capelli (come un certo
Jannik) che batté nella finale di quella Davis il nostro Pietrangeli.
Ho ancora negli occhi il ricordo del singolare copricapo in tela a forma di
campanula con cui si difendeva dal sole cocente della stagione australe
quell’immenso campione (unico vincitore di due grandi Slam, uno nel 1962 prima
di passare al professionismo, l’altro sette anni dopo quando i tornei divennero
open).
Va comunque detto che l’arrogante Nic italo-tunisino era un giocatore completo,
che se non si fosse impigrito nel ponentino romano avrebbe potuto vincere molto
di più in campo internazionale di due Roland Garros. La vittoria che ha
trasformato in icona anche il suo successore sul trono di signore degli
Internazionali d’Italia al Foro Italico. Ma il simpatico Adriano Panatta
(riciclato in piacevolissimo telecronista sportivo) aveva un repertorio di colpi
più limitato del predecessore. Ad esempio il passante, che andava in crisi
quando l’avversario conquistava la rete prima di lui. Ricordo le sue sofferenze
giocando contro il John Alexander non eccelso ma abile nel serve-and-volley, che
lo batteva regolarmente. Un australiano che già allora superava la taglia – oggi
sul normale – del metro e novanta, coprendo con l’estensione del braccio gran
parte del campo di gioco.
Dunque, una narrazione dei tempi eroici che il ripristino della memoria porta a
ridimensionare. Come – francamente – andrebbe demistificata perfino l’epica
impresa della prima vittoria nella coppa Davis 1976 in Cile. A tale proposito si
tende a silenziare il fatto che l’evento di Santiago, tre anni dopo il golpe
cileno con mattanza del generale fellone Pinochet e la morte del presidente
Allende, era stato ostracizzato dalla pubblica opinione mondiale. Tanto che la
semifinale venne disertata per protesta dalla squadra dell’Urss; per cui la
nostra si trovò il sentiero d’accesso facilitato alla finale.
Un’occasione irripetibile per una squadra che non aveva mai vinto una Davis e
che ora poteva conquistarla contro la modestissima formazione dei padroni di
casa. Allora fu il capitano non giocatore – proprio Nicola Pietrangeli,
notoriamente destrorso e simpatizzante per Pinochet – a imporre la controversa
partecipazione. Da qui la vittoria di cui la grancassa nazionalistica ha
cancellato le ombre.
Semmai immacolate sono le vittorie degli ultimi tre anni, seppure in una Davis
che è l’ombra della manifestazione clou di un tempo. E due di queste portano la
firma di Jannik Sinner, il capofila dell’attuale stagione d’oro del nostro
tennis. Alla faccia degli improvvisati nazionalisti della racchetta che ne hanno
stigmatizzato l’assenza all’ultima edizione. A riprova che il metro di giudizio
di costoro non gli consente di capire lo specifico del tennis. Specie in questa
orgia di propaganda nazionalistica sul bellico, culminata negli spot TV delle
Olimpiadi della neve in cui si proclama l’essenza ferrea dello spirito nazionale
di un popolo mollaccione quale il nostro. Semmai Sinner è anti-italiano per la
determinazione assoluta nell’applicazione e nel miglioramento con cui ha
conquistato il podio sportivo mondiale.
Quel duopolio tennistico dello scugnizzo iberico e del principino italico, l’uno
di fuoco e l’altro di ghiaccio, che sta scrivendo un’epopea che non consente
demistificazioni. Una volta tanto italiana al 50%. E che meriterebbe nuovi
cantori alla Gianni Clerici e Rino Tommasi; non sciovinisti fuori registro alla
Bruno Vespa o il feticista del capello Ivan Zazzaroni, inconsapevoli che la Val
Pusteria è – nonostante loro – ancora territorio nazionale.
L'articolo Prima di Sinner il migliore fu l’ispido Nic: perché Pietrangeli
poteva vincere molto di più proviene da Il Fatto Quotidiano.
Jannik Sinner è a Dubai per iniziare la preparazione invernale in vista della
prossima stagione. Il campione azzurro ha chiuso la sua stagione con il trionfo
– il secondo consecutivo – alle Atp Finals e dopo qualche settimana di vacanza
alle Maldive, adesso è pronto a cominciare la preparazione fisica in vista di un
2026 che si preannuncia intenso ed entusiasmante come l’anno appena finito,
condizionato dal caso Clostebol.
E tra un allenamento e l’altro, Jannik Sinner non si nega anche qualche ora di
svago. Infatti Sinner è stato immortalato in una foto sui social di Flavio
Briatore in compagnia proprio dell’imprenditore e del campione di Formula 1
Fernando Alonso. “Una serata stellata ieri sera al Billionaire Dubai con i
campioni Fernando Alonso e Jannik Sinner”, si legge nel post pubblicato da
Flavio Briatore.
Inoltre il campione italiano – vista anche la sua grande passione per i motori e
per la Formula 1 – nel weekend assisterà ad Abu Dhabi all’ultimo Gran Premio di
Formula 1 della stagione, dove si assegnerà il titolo conteso da Lando Norris,
Max Verstappen e Oscar Piastri.
L’obiettivo principale di Jannik Sinner nel 2026 è sicuramente quello di tornare
al numero uno al mondo, ma soprattutto confermarsi sui livelli altissimi del
2025. Insieme a Carlos Alcaraz ha dominato la scena, vincendo due slam
(Australian Open e Wimbledon) e perdendo in finale gli altri due, sempre contro
il rivale spagnolo. L’azzurro avrà inoltre la possibilità di giocare di più e
acquisire così maggior continuità, visto che lo scorso anno è rimasto fermo da
metà febbraio a maggio.
L'articolo Sinner è a Dubai: cena con Alonso e Briatore e Gp di Formula 1 nel
weekend, in attesa della nuova stagione proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Se ha scritto un telegramma, non è ancora arrivato”. A parlare a Repubblica è
Filippo Pietrangeli, figlio di Nicola, morto nella mattinata di lunedì 1
dicembre a 92 anni. Il riferimento è a Jannik Sinner, del quale si è discusso
negli ultimi giorni. Il motivo è legato alle condoglianze o meno del campione
italiano alla famiglia Pietrangeli dopo il lutto.
Un argomento che sta tenendo banco negli ultimi giorni e che – come al solito –
divide l’opinione pubblica: c’è chi critica l’atteggiamento di Sinner, che non
ha postato nulla sui social a differenza di altri colleghi come Musetti,
Fognini, Volandri, Nadal e altri.
Ma c’è anche chi lo difende: si era infatti sparsa la voce che l’altoatesino
avesse espresso vicinanza alla famiglia Pietrangeli in forma privata, ma il
figlio non conferma: “Se ha scritto un telegramma, non è ancora arrivato. Mi
hanno chiamato in tantissimi, potrei aver perso la telefonata, non ho il suo
numero”, ha spiegato il figlio Filippo.
Concetto ribadito durante la camera ardente nello stadio dedicato proprio a papà
Nicola al Foro Italico: “Non so se sia arrivato un messaggio di Jannik… non ho
guardato”. Il riferimento è appunto alla voce sparsa dall’entourage in cui si
precisava che “Jannik ha espresso in forma privata alla famiglia le proprie
condoglianze per la scomparsa di Nicola Pietrangeli”. Intanto il campione
italiano è pronto a riprendere la sua preparazione invernale a Dubai e nel
weekend assisterà ad Abu Dhabi all’ultimo Gran Premio di Formula 1 della
stagione.
L'articolo “Se ha scritto un telegramma, non è ancora arrivato”: il mistero
delle condoglianze di Sinner alla famiglia Pietrangeli proviene da Il Fatto
Quotidiano.
“Caro Nick, se ne va un pezzo enorme della nostra storia. Questa foto a
Montecarlo per me vale tutto: il tuo esempio, la tua ironia, la tua luce”. Tra
le tantissime reazioni del mondo sportivo dopo la morte di Nicola Pietrangeli
c’è anche quella di Fabio Fognini, ex tennista italiano che si è ritirato nei
mesi scorsi a Wimbledon. “Hai insegnato a tutti cosa significa vincere davvero.
Buon viaggio, leggenda”. Così Fognini su Instagram, postando una foto insieme a
Pietrangeli a Montecarlo.
Ma sono davvero tanti gli attestati di stima e i post di cordoglio per il due
volte campione slam e non solo dall’Italia. Anche Rafael Nadal infatti ha
pubblicato un post su X: “Ho appena saputo della triste notizia della scomparsa
di un grande del tennis italiano e mondiale”, ha scritto lo spagnolo sui social,
porgendo poi le “più sentite condoglianze a tutta la sua famiglia, il suo figlio
Filippo, e tutta la famiglia del tennis italiano. Riposa in pace, Nicola”.
> Visualizza questo post su Instagram
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> Un post condiviso da Fabio Fognini (@fabiofogna)
VOLANDRI: “PRIMO IDOLO E PUNTO DI RIFERIMENTO”
Bello anche il ricordo di Filippo Volandri, tra i primi a esprimersi dopo la
morte di Pietrangeli: “Oggi il nostro tennis perde un gigante. Nicola
Pietrangeli è stato il primo idolo e il primo vero punto di riferimento per
chiunque abbia amato questo sport. Per noi che indossiamo o abbiamo indossato la
maglia azzurra, non è mai stato soltanto un grande campione del passato”, ha
scritto Volandri che poi ha voluto parlare anche della sua personalità: “Dalla
battuta ironica al consiglio più serio, aveva sempre il modo giusto per farti
riflettere e per ricordarti cosa significhi rappresentare l’Italia. Era libero,
diretto, autentico: per questo unico”.
Pietrangeli ha poi sottolineato quanto e come Pietrangeli sia stato importante
per l’evoluzione del tennis in Italia: “Ha aperto la strada a tutti noi. Le sue
vittorie, la sua personalità e il suo modo di vivere il tennis hanno permesso
all’Italia di credere di poter competere ai massimi livelli. Siamo cresciuti con
i suoi racconti, con la sua passione travolgente, con la sua capacità di farci
sentire parte di una storia più grande”.
IL RICORDO DI TATHIANA GARBIN
“Nicola per me è stato molto più di un grandissimo campione. È stato un punto
fermo del nostro tennis, una presenza che sentivi sempre lì, anche quando non
era fisicamente accanto a te”, così Tathiana Garbin, capitana di Billie Jean
King Cup sulla scomparsa dell’ex tennista azzurro. “Per la mia generazione, e
per tutte quelle che sono venute dopo, rappresentava una guida silenziosa: un
esempio, una voce autorevole, il custode vero della nostra storia. Aveva un modo
unico di trasmettere amore per questo sport e per la maglia azzurra”.
Poi un accenno anche a Lea Pericoli, ex tennista italiana e grande amica di
Pietrangeli: “La sua storia resterà per sempre intrecciata a quella di Lea
Pericoli: insieme hanno acceso la prima grande luce del tennis italiano, facendo
innamorare intere generazioni e dando stile, anima e identità al nostro
movimento. Oggi perdiamo una pietra miliare del nostro sport, ma quello che
Nicola ci ha lasciato va ben oltre i risultati e i trofei”.
L'articolo “Caro Nick, questa foto per me vale tutto”: l’emozionante ricordo di
Fognini per Pietrangeli | Da Nadal a Volandri, il tennis in lutto proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Primo italiano a vincere uno Slam, capitano della prima Coppa Davis, di cui è
anche primatista mondiale di tutti i tempi per partite giocate (164). Nicola
Pietrangeli – ex tennista morto oggi, 1 dicembre – è stato un’icona del tennis
italiano, colui che ha fatto da apripista a uno sport che oggi è tra i più
popolari e vincenti in Italia. Una personalità definita “simbolo del tennis in
Italia”, ma anche “uno spirito libero“, “dall’ironia tagliente“, “diretta”, come
quando sul padel disse: “Il trionfo delle pippe, permette a tutti di divertirsi.
Anche agli scarsi”.
Aggettivi che si riferiscono soprattutto all’ultimo periodo, quando Pietrangeli
ha spesso espresso la propria idea sulle vittorie italiane, su Sinner, su tutti
gli altri tennisti azzurri, sulla Coppa Davis e altri argomenti, senza giri di
parole. Tra le affermazioni più “controverse” e popolari degli ultimi anni ce
n’è una su Sinner. “Supererà tutti i miei record, ma l’unico che non mi potrà
levare è quello delle presenze e delle vittorie in Coppa Davis“, aveva
dichiarato con orgoglio rivendicando il primato citato di partite giocate nella
competizione, ben 164.
E a proposito di Coppa Davis, Pietrangeli è stato il capitano non giocatore
dello storico trionfo (il primo) dell’Italia nel 1976. Da lì mai più nessuna
vittoria fino al 2023, quando è arrivata la prima delle tre consecutive in una
striscia ancora aperta (la terza è arrivata poco più di una settimana fa). Dopo
il trionfo del 2024 Pietrangeli dichiarò: “È stata una bella emozione, ma non è
che abbiamo battuto chissà quale avversario“.
E ancora, sempre dopo quel successo, aveva parlato così di Berrettini: “Le sue
due partite sono state bruttissime, ma bellissime per il risultato che poi è
quello che conta nella Davis. Lo spettacolo lasciamolo agli altri tornei”.
Mentre dopo la prima delle tre vittorie consecutive in Davis – dopo che gli
azzurri avevano declinato l’invito per il 21 dicembre (poi rimandato) al
Quirinale, dal presidente della repubblica Sergio Mattarella – Pietrangeli aveva
con ironia spiegato: “I ragazzi hanno declinato l’invito perché in vacanza? Ci
andrò io”.
Tra le frasi che maggiormente hanno fatto fatto discutere però ci sono quelle su
Sinner, che ha superato Pietrangeli per numero di slam vinti (già quattro),
arrivando proprio nell’olimpo del tennis italiano accanto a lui. Pietrangeli ha
ammesso che “Sinner è il più forte italiano della storia“, ma anche in quel caso
aveva usato tradito una certa insofferenza: “È il miglior tennista italiano di
tutti i tempi. E forse austriaco“, aveva dichiarato il due volte vincitore al
Roland Garros.
Tra le ultime dichiarazioni nei mesi scorsi invece aveva commentato la rinuncia
dell’altoatesino alla Coppa Davis, spiegando: “Deve giocare a tennis, mica fare
una guerra. Non capisco quando dice che è una scelta difficile, è uno schiaffo
al mondo dello sport”, salvo poi giustificarlo spiegando che “non è più la
stessa Coppa Davis di quando giocavo io“.
L'articolo Addio a Pietrangeli, l’ironia pungente e le sue frasi divisive:
“Sinner il più forte italiano, forse austriaco”, “le due partite di Berrettini
bruttissime” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Con gran ritardo, ma alla fine la nuova legge è arrivata. Le semifinali e le
finali di tennis con italiani in campo saranno visibili in chiaro. Ovviamente
quelle dei tornei rilevanti: Masters 1000, Atp Finals (fin qui venivano
trasmesse in Rai solo per altri accordi), Slam e anche la United Cup, che si
aggiungono a Coppa Davis, Billie Jean King Cup e Internazionali d’Italia, già
previsti dall’ultima legge che risaliva al 2012. Sono serviti quattro slam e
tanti altri tornei vinti da Sinner per convincere tutti che il tennis è ormai
diventato uno sport popolare anche tra chi – fino a qualche anno fa – non lo
seguiva.
SLAM, MASTERS 1000 E ATP FINALS: LA LISTA DEGLI EVENTI AGGIUNTI
È stato infatti pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Ministero delle
Imprese e del made in Italy che “individua gli eventi, nazionali e non,
considerati di particolare rilevanza per la società, dei quali è assicurata la
diffusione su palinsesti in chiaro, in diretta o in differita, in forma
integrale oppure parziale, da parte di emittenti qualificate”. E se fino a
qualche anno fa – per quanto riguarda il tennis – erano previsti in chiaro
soltanto semifinali e finali di Coppa Davis, Fed Cup e Internazionali del Foro
Italico in caso di italiani in campo, adesso c’è altro.
Come si legge nel documento, a queste si sono aggiunte appunto anche “le
semifinali e la finale della United Cup alle quali partecipi la squadra
nazionale italiana; le semifinali e le finali dei tornei del Grande Slam ove
presenti atleti italiani; le semifinali e le finali di ATP e WTA Finals, di ATP
Masters 1000 e WTA 1000 ove presenti atleti italiani”. Poi però si precisa: “Per
gli eventi i cui diritti siano stati acquisiti prima della pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale del presente decreto, l’efficacia delle disposizioni decorre
dalla scadenza dei contratti in essere“.
Tradotto: per esempio per il Roland Garros – per cui Discovery ha i diritti fino
al 2030 – la trasmissione in chiaro di semifinale e finale con italiani in campo
partirà solo dopo il 2030. Fino a quel momento deciderà chi appunto detiene i
diritti tv, come accaduto agli ultimi Australian Open.
LA FINALE DEGLI AUSTRALIAN OPEN IN CHIARO ERA STATO UN SUCCESSO
Una via di mezzo tra ciò che era previsto nella vecchia legge e la prima
richiesta del governo (in particolare del ministro Urso), che aveva prodotto una
nuova lista a dir poco radicale: includeva infatti anche le finali e semifinali
di tutti tornei Atp, compresi quelli minori (Atp 250 e Atp 500), con italiani in
campo. Un’impostazione che era stata bocciata dall’Europa per esser riformulata
e circoscritta solo agli Slam. Alla fine sono stati inclusi anche i Masters
1000, le Atp Finals (venivano trasmesse in Rai negli ultimi anni grazie a un
accordo differente) e la United Cup.
I dialoghi erano stati avviati dopo il boom del tennis negli ultimi anni: oggi
l’Italia si ferma davanti alla tv anche per una finale di Sinner e non solo per
il calcio. Ma le finale in chiaro sono state trasmesse solo quando lo hanno
deciso gli stessi broadcaster che ne detenevano i diritti. I risultati di share
sono stati sempre impressionanti, ai livelli della Nazionale di calcio appunto.
Per questo è emersa chiaramente la necessità di aggiornare la lista. Ci è voluto
tanto tempo però e – visti i contratti in essere – per vedere veramente tutti i
match decisivi in chiaro bisognerà aspettare ancora qualche anno.
L'articolo Le finali di tennis degli italiani si vedranno gratis in chiaro: cosa
prevede la nuova legge e perché l’obbligo non scatta subito proviene da Il Fatto
Quotidiano.
“Sinner? Nella chat che abbiamo noi della Davis ci ha fatto i complimenti per la
vittoria”. Dopo l’accenno in conferenza stampa, Filippo Volandri conferma la
vicinanza di Jannik Sinner in Coppa Davis nonostante qualche settimana fa abbia
deciso di rinunciare a partecipare alla competizione.
“E ogni giorno ha scritto a me, separatamente, dicendomi ‘fai come hai sempre
fatto, tieni unito il gruppo e affidati a giocatori'”. Lo ha detto il capitano
dell’Italia in Coppa Davis a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora. E alla
domanda se l’anno prossimo spera di fare poker e rivincere ancora la Coppa Davis
(ancora in Italia), Filippo Volandri ha risposto: “Noi vorremmo tanto, si gioca
in Italia e questo ci dà una marcia in più, ci proveremo ad ogni modo”.
Una vicinanza – quella di Sinner e Musetti – che aveva già sottolineato anche
Berrettini nel corso di una conferenza stampa pre inizio della Coppa Davis:
“Loro ci stanno vicini, ci scrivono ogni giorno”, aveva dichiarato il tennista
romano prima dell’esordio contro l’Austria. Anche ieri sera – dopo il trionfo
contro la Spagna – entrambi hanno mostrato vicinanza al gruppo.
Sinner ha condiviso una storia Instagram scrivendo: “Complimenti per questa
vittoria incredibile”, con un cuore azzurro e una coppa ad accompagnare il
messaggio. Musetti ha invece condiviso un video mentre guardava il match point
in tv e ha scritto: “Che braviiii! Avete fatto la storia”, con tag a tutti i
protagonisti della vittoria in Coppa Davis.
L'articolo Volandri: “Sinner ci ha fatto i complimenti nella chat della Davis. E
a me scriveva ogni giorno lo stesso messaggio” proviene da Il Fatto Quotidiano.