A meno di due mesi dall’avvio delle Olimpiadi di Milano-Cortina, la Federazione
sport invernali paralimpici (Fisip) è stata commissariata. La decisione, da
quanto appreso da ilFattoQuotidiano.it, è stata adottata all’unanimità dal
Comitato italiano paralimpico (Cip) nel pomeriggio di lunedì 15 dicembre.
La Fisip era stata scossa nei mesi scorsi dalle accuse, mosse da alcune
dirigenti, nei confronti del presidente Paolo Tavian. E così dopo sei mesi di
indagini, il procuratore federale Stefano Comellini aveva chiesto il deferimento
di Tavian per “violazioni gravissime dei principi di lealtà e correttezza dei
tesserati” per via di “abusi psicologici, molestie, minacce in danno del
segretario generale Sonia Nolli e di altri componenti della segreteria”. Tra le
frasi ritenute lesive: “Qui il mondo va alla rovescia, le donne vogliono
prendere il potere” oltre a bestemmie pronunciate “all’interno degli uffici
federali”. Secondo le ricostruzioni, la segretaria Nolli ha fatto ricorso a cure
psicologiche e farmacologiche proprio a causa del clima lavorativo, dal momento
che Tavian l’avrebbe esclusa dai procedimenti gestionali della Fisip e avrebbe
chiesto ad altre dipendenti di spiarla. Infine, due dipendenti su cinque si sono
dimesse per lo stress e alcuni collaboratori hanno rifiutato il rinnovo del
contratto.
Articolo in aggiornamento
L'articolo Commissariata la Federazione sport invernali paralimpici a due mesi
dalle Olimpiadi: il terremoto dopo il caso Tavian proviene da Il Fatto
Quotidiano.
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Autogestione e capitan Petrucelli da player-manager. Seppur a modo suo, Trapani
fa la “storia”, ma c’è poco da celebrare. Mentre Repesa è solo un lontano
ricordo e la deroga per l’assistente Alex Latini scade (dopo le gare contro
Treviso e Tenerife), la squadra del presidente Valerio Antonini vince la decima
partita del suo campionato (contro Udine 91-73) senza un allenatore in panchina.
Quella che viene fatta passare come un’impresa sul campo, però, è l’ennesimo
campanello d’allarme. Trapani chiuderà la stagione o il rischio fallimento è
ancora concreto? Cosa ne sarà della competitività degli Shark? Una situazione
paradossale e fuori controllo che, a prescindere da come finirà, influenzerà
l’andamento di un intero campionato.
ANTONINI-TRAPANI: È ROTTURA TOTALE CON I TIFOSI
Clima surreale e curva in rivolta. Tra penalizzazioni (per irregolarità
amministrative e tributarie) e addii, gli Shark trovano un’altra vittoria e
salgono a quota 11 punti in campionato. Ma la situazione surreale continua. E i
tifosi perdono la pazienza nei confronti del patron Antonini. Nonostante lo
striscione “Vendi e vattene” dei giorni scorsi, il presidente ha comunque voluto
assistere di persona alla gara casalinga contro l’Apu. Una tensione tra società
e tifosi che ha portato anche a un tentativo di aggressione. Dopo aver subito
per tutta la partita insulti rivolti alla moglie, secondo quanto riferito dallo
stesso presidente e da altre testimonianze, Antonini si sarebbe avvicinato agli
spalti tentando di scavalcare la balaustra e arrivando quasi allo scontro
fisico. Fermato dallo staff e dai presenti, i fatti sono stati denunciati e
commentati pubblicati sul suo profilo Facebook: “Per tutta la partita mi hanno
urlato ‘pezzo di m…’ e altri epiteti. Finché è contro di me, posso anche
accettarlo. Ma mia moglie non deve essere avvicinata e insultata. Nessuno si
deve permettere quello che è successo oggi”. Fischi e contestazioni hanno
alimentato una giornata che di positivo ha solo la vittoria sul campo.
ALLEN RISOLVE IL CONTRATTO, VIA ANCHE FORD?
Alibegovic il precursore, Timmy Allen lo segue a ruota. L’ala statunitense,
infatti, ha risolto in settimana il suo contratto, direzione PAOK. Il secondo di
una lista che nelle prossime settimane potrebbe allungarsi ancora di più. Tra i
tenti pezzi pregiati, anche Ford potrebbe lasciare per andare all’Olimpia. Ma
ancora solo ipotesi. E poi c’è il caso JD Notae: al centro di numerose voci di
mercato, ci ha pensato – come sempre – Antonini sui social a smentire tutto:
“Notizia priva di fondamento: è incedibile”. Per quanto tempo?
UN’AMMENDA A PARTITA
Non solo i punti di penalizzazione e il rischio di finire nel dimenticatoio. In
attesa di nuovi sviluppi, la società dovrà pagare un’ammenda di 50mila euro a
partita. Il motivo? Secondo le DOA (Disposizioni Organizzative Annuali) per i
professionisti, l’Articolo 13.4 comma 3 sottolinea che: “Il numero minimo di
contratti da depositare è 12, di cui minimo 6 devono essere stipulati con atleti
di formazione italiana”. Con l’addio di Allen, oggi il sito ufficiale della Lega
conta nel roster di Trapani solo 11 giocatori regolarmente tesserati. Non avendo
trovato alcun sostituto ecco che scatta la multa. Secondo il Comma 4, infatti,
“La Società che non rispetti le quote minime di contratti depositati sarà
sanzionata con un’ammenda di euro € 50.000,00 per ogni contratto mancante per
ogni partita”. Insomma, sul campo Trapani non sbaglia e fa i miracoli. Tutto il
resto scricchiola. Di positivo c’è l’orgoglio dei giocatori. Ma il caos Shark è
un pessimo spot per la pallacanestro italiana.
CAOS ANCHE NEL CALCIO E NELL’EDITORIA
Problemi finanziari e situazioni economiche complicate che riflettono anche su
altri fronti. Le penalizzazioni e i malcontenti colpiscono anche il Trapani
Calcio, sempre in mano ad Antonini. La rosa competitiva, ora, rende il club un
ottimo “supermercato” per i club della Serie C. Proprio come sta accadendo in
LBA: i giocatori più forti salutano e le avversarie possono rinforzarsi. E il
futuro rimane un grande punto interrogativo. Nel frattempo Telesud – emittente
televisiva trapanese di Valerio Antonini – ha annunciato uno sciopero per oggi,
lunedì 15 dicembre. Alla base della decisione e dello stato d’agitazione
dichiarato c’è una situazione economica difficile: i dipendenti non ricevono lo
stipendio da due mesi e aspettano ancora la tredicesima del 2024. La conferma di
una situazione in cui da celebrare c’è davvero poco.
L'articolo Paradosso Trapani: vince senza un coach, ma c’è poco da celebrare. Il
caos Shark è un pessimo spot per il basket italiano proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Il volley femminile italiano è ancora sul tetto del mondo. Questa volta però a
esultare è la Savino Del Bene Scandicci, che conquista il Mondiale per Club FIVB
per la prima volta nella sua storia, battendo in quattro set le campionesse in
carica della Prosecco DOC A.Carraro Imoco Conegliano nella finale tutta azzurra
giocata domenica sera a San Paolo, in Brasile. Scandicci trionfa grazie a una
strepitosa Ekaterina Antroprova e a una prova difensiva incredibile della
squadra di coach Marco Gaspari. Conegliano è alla seconda sconfitta stagionale
in una finale dopo il ko in Supercoppa contro Milano: una flessione forse era
anche fisiologica per una squadra leggendaria, che comunque si conferma ancora
tra le più forti al mondo.
Sicuramente, quanto visto a San Paolo è ancora la conferma dello livello
stratosferico della pallavolo azzurra. I club della Lega Volley Femminile
continuano a dominare anche fuori dall’Italia, come evidenzia con orgoglio il
presidente Mauro Fabris: “La pallavolo femminile italiana di Serie A chiude il
2025 sul tetto del mondo, come nel 2024, dopo la prima Finale del Mondiale per
Club della storia tutta italiana, tra due grandi squadre come Conegliano e
Scandicci”. Fabris sottolinea i numeri di una vera e proprio egemonia: “Ennesima
conferma di un dominio assoluto, con le squadre italiane da due anni senza
sconfitte nelle competizioni internazionali. Due anni di vittorie, trofei ed
emozioni ineguagliabili, in Europa e nel Mondo”.
Fabris fa ovviamente i complimenti a Scandicci e al presidente Paolo Nocentini,
ricordando “gli investimenti e il lavoro” svolto da tutto il club. Ma anche a
Conegliano, che “chiude un 2025 da campionessa europea e vicecampionessa
mondiale”. D’altronde entrambe le squadre sono state protagoniste dello show
visto a San Paolo, a partire da un primo set pazzesco chiuso 30-28 dalle toscane
dopo aver annullato quattro set ball di fila. La squadra di coach Gaspari,
galvanizzata dalla rimonta con protagonista Antropova, ha poi vinto con autorità
il secondo parziale (25 a 19). Match chiuso? Tutt’altro, perché è arrivata la
reazione di Conegliano, che ha vinto il terzo set per 25 a 20 contando
soprattutto su Haak e Gabi, le due migliori tra le venete. Il quarto parziale è
stato giocato tutto punto a punto, tra tensione e momenti di grande volley. Fino
al 25 a 23 che incorona Scandicci campione del mondo.
Migliore in campo appunto Antropova, con 26 punti a referto, compresi tre ace e
tre muri: a 22 anni è lei la stella di questo mondiale. Dopo i successi in
Nazionale in “staffetta” con Paola Egonu, l’opposta sta disputando forse la sua
miglior stagione a Scandicci. Meritano una menzione tra le toscane anche Skinner
(18 punti) e Nwakalor (13), fondamentale in particolare con i suoi 5 muri. Dopo
la festa in Brasile, la testa tornerà al campionato, dove in vetta alla
classifica c’è invece sempre Conegliano.
L'articolo Scandicci vince il Mondiale per Club: battuta Conegliano, un altro
show del volley femminile italiano proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Ho compilato il form per fare il teodoforo, ma mi hanno escluso. Hanno
preferito i vip“. A denunciare quanto già raccontato da Ilfattoquotidiano.it nei
giorni scorsi è Giorgio D’Urbano, preparatore atletico del Cesena che oggi lotta
per la promozione in Serie A, ma in passato anche preparatore di Alberto Tomba.
D’Urbano è stato al fianco del campionissimo dello sci azzurro durante molti dei
suoi successi. Ma ha anche collaborato con altri grandi sportivi : da Isolde
Kostner alla Nazionale di volley maschile. Uno sportivo vero, un artefice delle
vittorie dello sport italiano, che però non può avere l’onore di portare la
fiamma olimpica durante il suo viaggio per l’Italia in attesa delle Olimpiadi
invernali di Milano-Cortina 2026.
Gli sportivi finora sono stati d’altronde relegati in secondo piano. “Abito a
Sestriere – ha spiegato D’Urbano in un’intervista al Corriere della Sera – e
quindi avevo fatto richiesta per poter portare la torcia nella tappa di Torino,
oppure in quella di Cesena, dato che ora lavoro lì. Nelle note ho evidenziato il
mio curriculum e sottolineato che le olimpiadi sono parte del mio dna, ma
purtroppo non c’è stato nulla da fare”.
D’Urbano non ha nascosto la sua amarezza a riguardo: “A chi si occupa di fare
questo tipo di selezioni, dico di prediligere lo sport. Anche di chi, come me,
hanno fatto sport ma dietro le quinte. Penso sia un riconoscimento dovuto,
invece che premiare il vip di turno, che ovviamente dà visibilità alla
manifestazione, ci mancherebbe. Ma mi pare una questione non eticamente e
fondamentalmente corretta“. Finora invece i veri protagonisti del viaggio della
torcia olimpica sono stati cantanti, registi, soubrette, amici degli amici e
raccomandati.
D’Urbano ha collaborato anche con Kristian Ghedina, un altro simbolo dello sci
italiano che è rimasto molto deluso dal comportamento dei vertici di
Milano-Cortina: lui potrà fare da tedoforo a Bressanone. Ma solo perché ha
compilato il il form sul sito, nessuno lo ha invitato. Bisognava aspettare una
risposta via mail: in caso di mancato riscontro, la candidatura era stata
respinta. A Ghedina è andata bene, a D’Urbano no. Evidentemente essere il
preparatore di Alberto Tomba nei suoi anni d’oro e detenere il record di
medaglie vinte da quando esistono i campionati iridati femminili e maschili non
è bastato: “E, infatti, così è stato. Quando ho telefonato per chiedere i motivi
dell’esclusione, mi hanno solamente risposto che si inchinavano al mio
curriculum“.
“SI SONO DIMENTICATI DI ME”: LE PAROLE DI GHEDINA
Qualche giorno prima – nel Salotto di Zenato, la rassegna culturale ideata da
Nadia Zenato nella cantina di famiglia – un’altra polemica era arrivata da
Kristian Ghedina, il discesista italiano più vincente nella storia della Coppa
del Mondo, con 13 vittorie e 33 podi: “Mi aspettavo di essere uno dei volti
delle Olimpiadi. Invece si sono dimenticati di me”.
Ghedina si aspettava di essere coinvolto nel viaggio della fiamma olimpica, ma
così non è stato. Per regalarsi questo privilegio ha dovuto appunto compilare il
form sul sito e – a lui sì – è stata assegnata una tappa: “Sì, ho compilato il
form sulla pagina della Fondazione Milano-Cortina e mi hanno assegnato una tappa
a Bressanone, dove vivo con la mia famiglia, così i miei figli potranno vedermi
passare con la torcia. Sarà un bel ricordo per loro. Ma nessuno mi ha invitato,
è partito da me”.
L'articolo “Ho compilato il form per fare il tedoforo di Milano-Cortina, ma
hanno preferito i vip”: la denuncia del preparatore di Tomba e il caso Ghedina
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Lisa Vittozzi come l’araba fenice. Per due volte. La prima, quando ebbe problemi
nella gestione del poligono per una stagione intera, e la successiva vinse la
Coppa del Mondo generale nel 2024. La seconda, ora, dopo ben 20 mesi lontana
dalle gare per motivi fisici, la campionessa sappadina torna sul gradino più
alto del podio: ha impiegato soltanto cinque gare individuali per fare sua la
vittoria nell’inseguimento a Hochfilzen, in Austria. Davvero notevole. Per la
corsa alla Coppa c’è anche lei? Chissà. Certamente partirà per vincere una
medaglia in ogni format alle Olimpiadi di Milano-Cortina.
Vittozzi parte col pettorale 14, staccata di circa un minuto dalla leader
provvisoria, Lou Jeanmonnot (nell’inseguimento ci si porta “in dote” il distacco
dalla vincitrice della sprint). L’atleta azzurra appare subito in forma nella
parte sciata, ma è al poligono che fa la differenza, con una velocità al tiro
irreale (chiude una serie a terra sotto i 19 secondi) e, ovviamente, con la
precisione: zero errori in quattro poligoni. Vittozzi esce dall’ultimo poligono,
quello in piedi, con un vantaggio di 3.6 secondi dalla numero uno della
generale, la svedese Anna Magnusson. Ma non c’è storia: l’italiana la stacca e
vince dopo l’ultimo trionfo di Canmore, il 16 marzo del 2024, che la incoronò in
quella stagione come la migliore biatleta del mondo. Chiude il podio la giovane
norvegese Maren Kirkeeide. L’altra azzurra con possibilità di podio, Dorothea
Wierer, chiude con un ottimo nono tempo con due errori al poligono. Bene Rebecca
Passler, che entra in zona punti e recupera parecchie posizioni, 27esima (con un
bersaglio mancato); e Samuela Comola 40esima (due errori).
Per il biathlon italiano, al secondo appuntamento stagionale, è un avvio
esaltante, con le vittorie nelle gare individuali di Tommaso Giacomel (sprint) e
Wierer (individuale a Ostersund).
L'articolo Il ritorno di Lisa Vittozzi, la campionessa del biathlon torna alla
vittoria: suo l’inseguimento a Hochfilzen proviene da Il Fatto Quotidiano.
Giovanni Sarchioto è il pugile che piace agli addetti ai lavori. Maestri,
manager e suoi colleghi parlano un gran bene del 28enne romano sin dal suo
passaggio al professionismo nel 2021, soprattutto da quando è andato a vincere
per ko a Las Vegas due anni fa. Da allora non è riuscito a conquistare il titolo
italiano dei medi perché, nonostante fosse stato designato ufficialmente
sfidante al titolo, non ha mai trovato avversari che volessero combattere con
lui, se non un paio di un livello inferiore nel ranking. Sabato scorso ha vinto
a Ferrara il mondiale UBO, sigla non di prim’ordine, diciamo sotto le cinque
principali.
Ma il ragazzo aspira, giustamente, a molto di più e lancia così la sfida a Dario
Morello, pugile altrettanto bravo e molto più forte a livello mediatico grazie a
una attività costante sui social e a una personalità che travalica il ring.
Morello frequenta il jet set dello spettacolo, essendo fidanzato con la cantante
Serena Brancale. Riesce a riempire i palazzetti come nessun altro in Italia
(vedi l’ultima serata TAF a Milano). Morello, talento puro soprattutto in fase
difensiva, è attualmente in possesso della cintura EBU Silver, l’ultimo gradino
per arrivare all’Europeo vero. Si farà dunque questo match che gli appassionati
di boxe in Italia vorrebbero tanto vedere, e già sta crescendo il tam tam su
Instagram e Facebook?
Per come sono da sempre le dinamiche della boxe, diverse da qualsiasi altro
sport che non sia da combattimento, potrebbe non farsi: tra le sedici corde non
sempre i migliori si affrontano, non si è obbligati a farlo neanche per
diventare campioni del mondo, soprattutto in un ambiente italiano che non è
economicamente florido come negli anni ’80. Insomma, se uno non vuole
affrontarti e fare un percorso diverso dal tuo lo può fare. Oppure è il manager
che non ti mette contro un determinato avversario perché magari questi si trova
ad un livello diverso dal tuo in carriera. La tendenza poi a evitare le
sconfitte per non rovinare il record ha fatto il resto.
“Voglio fare questo match, per il semplice fatto che io sono disposto da sempre
a battermi con chiunque e siccome lui si definisce il migliore, trovo
inevitabile uno scontro tra noi due per definire appunto chi è il più forte in
Italia e quindi pronto per l’Europeo“, lancia la sfida Sarchioto, intervistato
dal fattoquotidiano.it. “Cosa gli rispondo? Che per me è solo un discorso
economico – dice Morello al fattoquotidiano.it – Io ho solo da perdere in questa
sfida. Ma se mi danno quanto chiedo si può fare anche stasera!”. Morello, che è
il manager di sé stesso, ha dimostrato molta lucidità nelle ultime stagioni nel
costruirsi una carriera che lo ha portato a un passo dall’Europeo.
Sarchioto è fiducioso o comunque la prende con ironia: “Credo che prima o poi si
farà perché Morello sta prendendo fiducia in sé stesso, circa un anno fa o poco
più voleva 50mila euro per fare contro di me, adesso dice che 30 vanno bene. Io
sarei pronto a farlo anche in trasferta a Milano“. Il manager di Sarchioto,
Massimiliano Duran, ha fatto sapere che per 30 mila euro è disposto a
organizzare. Morello, ma lei teme Sarchioto?: “È un buon pugile ma non più forte
di quelli che ho affrontato fino ad ora. Sennò non avrebbe perso il match al WBC
Gran Prix. Il suo ultimo incontro a Ferrara non l’ho neanche guardato ma mi
hanno detto che non è stato nulla di che“.
I due hanno fatto sparring solo una volta, tanti anni fa, quando erano in
Nazionale (Sarchioto da Youth, Morello già Élite). È troppo poco per fare un
pronostico su chi eventualmente vincerebbe. Tra i professionisti non hanno
nemmeno avuto avversari in comune. Sicuramente ne verrebbe fuori un bel match,
anche per le caratteristiche diverse dei due. Sono probabilmente il meglio di
quello che offre la boxe italiana oggi, capitati nella stessa categoria,
prestigiosa, tra l’altro, dei pesi medi. Purtroppo Sarchioto-Morello è facile
che rimanga solo un match di fantaboxe ed è un peccato perché il rilancio di
questo sport passa da questi incontri con i migliori sul ring.
Credit photo Dario Morello: @gretagracegreta (Instagram)
Credit photo Giovanni Sarchioto: @dibiagioandrea (Instagram)
L'articolo Sarchioto-Morello, il match di boxe che in Italia tutti vogliono ma
che probabilmente non si farà: ecco perché proviene da Il Fatto Quotidiano.
Telesud – emittente televisiva trapanese di Valerio Antonini, presidente del
Trapani Calcio e Trapani Shark, anche queste in situazioni complicate – ha
annunciato uno sciopero per lunedì 15 dicembre. Alla base della decisione e
dello stato d’agitazione dichiarato oggi c’è una situazione economica difficile:
i dipendenti non ricevono stipendio da due mesi e aspettano ancora la
tredicesima del 2024.
A comunicarlo è stata proprio la redazione con un documento indirizzato al
direttore responsabile Nicola Baldarotta e al direttore generale Ignazio
Grimaldi: “La redazione giornalistica di Telesud entra da oggi in stato di
agitazione. Alla base della decisione c’è il mancato pagamento degli ultimi due
stipendi, a cui si aggiunge la tredicesima del 2024. Una situazione già
complessa, aggravata dalle incertezze sul futuro dell’emittente e dalla
prospettiva di possibili tagli al personale“, si legge all’inizio della lettera.
“A nulla sono valsi, finora, i tentativi di dialogo. In seguito alla
comunicazione ricevuta oggi dalla Società, prendiamo atto della risposta fornita
alle richieste avanzate dalla redazione. Una risposta che, tuttavia, non può
essere ritenuta soddisfacente né risolutiva rispetto alla grave situazione in
atto”, prosegue la nota.
La società ha infatti confermato il mancato pagamento di due mensilità, della
tredicesima 2024 e ha annunciato che, entro il 24 dicembre, verrà corrisposta
esclusivamente la retribuzione del mese di ottobre, rinviando i pagamenti
successivi a tempi e modalità indefiniti.
“Una prospettiva che lascia i lavoratori in una condizione di totale incertezza
economica e personale, tanto più grave in prossimità delle festività natalizie.
Ancora più preoccupante è la comunicazione relativa alla cosiddetta ‘totale
riorganizzazione aziendale‘, che prevede il mancato rinnovo dei contratti in
scadenza al 31/12/2025 e l’abbattimento dei costi del personale”, prosegue la
presa di posizione dei dipendenti.
“Le difficoltà economiche dell’Azienda non possono e non devono ricadere
esclusivamente sui lavoratori, che continuano a garantire quotidianamente
informazione, professionalità e presenza, nonostante mesi di sacrifici, ritardi
e silenzi”, si legge.
Infine i dipendenti di Telesud concludono: “Per queste ragioni, pur prendendo
atto della risposta ricevuta, la redazione giornalistica di Telesud la ritiene
inadeguata e ribadisce la necessità di un piano certo e immediato per il
pagamento di tutte le spettanze arretrate; chiarezza sul futuro dell’emittente e
sui livelli occupazionali e l’avvio di un confronto reale e trasparente con i
lavoratori”.
LA NOTA DELL’AZIENDA
Stato d’agitazione e sciopero che sono arrivati dopo una nota dell’azienda:
“Purtroppo la mancanza di ricavi – si legge nella stessa , così come
l’impossibilità di ottenere gli auspicabili finanziamenti agevolati in favore
delle emittenti locali, ha generato una crisi totale di liquidità, tant’è che,
sino ad ora, si è reso necessario, il ricorso a consistenti finanziamenti da
parte del socio, per far fronte alle spese correnti”.
Infine il comunicato della società si conclude: “Stiamo facendo uno sforzo
gigantesco che mette tutti a dura prova, è con l’alto spirito di servizio e di
abnegazione di tutti che, insieme, stiamo riuscendo a fronteggiare questi
difficili momenti. Confidando nella vostra piena comprensione, auspica una
pacifica soluzione di qualsivoglia questione”.
IL DOCUMENTO SCOMPARSO
Poche ore dopo la diffusione della nota, la stessa è sparita dal sito di
Telesud. Troppo tardi, però, visto che tra screenshot e salvataggi pregressi, la
stessa è ancora consultabile sui vari social e su varie pagine locali. Una
vicenda che diventa sempre più complessa e che si arricchisce di ulteriori
sfaccettature.
L'articolo Senza stipendio da due mesi, i giornalisti di Telesud annunciano lo
sciopero: “Situazione già complessa, aggravata dalle incertezze sul futuro”
proviene da Il Fatto Quotidiano.
AUSTIN REAVES CONTINUA A SORPRENDERE
Più lo vedi giocare, più ti chiedi: come è possibile? Da dove è arrivato questo?
Ma può davvero essere riuscito a fare quel cambio di mano dietro la schiena?
Austin Reaves è il pronostico impossibile che si realizza. È il “non
classificato” che diventa giocatore di alto livello. È il “chissà se riuscirà a
fare la squadra” che si trasforma in uno degli uomini di punta dei Los Angeles
Lakers. In difesa si impegna, ma può fare sicuramente di più. Diciamo che non è
il suo punto di forza. In attacco, badate bene, può essere considerato uno dei
top. Di Los Angeles? No, forse proprio della NBA. Almeno in questa prima parte
di stagione. Sembra non fare nulla in modo eccezionale, proprio per questo è
così temibile. Non è un tiratore, eppure nessuno può osare lasciargli spazio sul
perimetro. Non è un penetratore dal primo passo fulmineo, eppure nessuno può
marcarlo faccia a faccia con tranquillità. Non è un velocista sulle corsie
laterali, eppure se lo servi in contropiede sa essere sempre molto efficace. Non
è un vero e proprio assistman, eppure guai a lasciargli troppe linee di
passaggio aperte. Non è un atleta, un saltatore, eppure se entra in area è
capace di trovare il canestro in traffico con il giusto timing, assorbendo i
contatti con il corpo. Sta segnando 27,8 punti di media, con un 50,3% da campo
degno di nota e un discreto 36,9% da tre (però su tanti tentativi). Non dà veri
punti di riferimento agli avversari. Non sai mai come può colpirti. Eppure,
stanne certo, ti colpirà. Pescato davvero dal nulla, nemmeno scelto al Draft del
2021. Per questo i Lakers sono stati bravi e fortunati.
I THUNDER NON PERDONO MAI!
Titola oggi il Wall Street Journal: gli Oklahoma City Thunder sono la più grande
squadra della storia? Beh, dopo un inizio stagione con una sola sconfitta dopo
25 partite la domanda è più che legittima. Praticamente, non perdono mai.
Nemmeno per sbaglio. Ma la stagione è ancora lunga. Bisogna dimostrare
continuità non solo di risultati, anche emotiva. Soprattutto quando le cose
inizieranno ad andare meno bene. Capita in ogni stagione. È quello che fecero i
Chicago Bulls del 1996. Avevano Michael Jordan, Scottie Pippen, Dennis Rodman,
Ron Harper, Toni Kukoc. Persero solo dieci partite in tutto il campionato.
Stessa cosa i Golden State Warriors del 2015 con Steph Curry e Klay Thompson,
che di sconfitte ne subirono addirittura appena nove. Detto ciò, questi Thunder
sono davvero attrezzati in modo incredibile. E fanno paura perché sono ancora
tutti giovani, motivati, reattivi, arrabbiati, e individualmente miglioreranno
ancora. Shai Gilgeous–Alexander, per dire, lo scorso anno tirava da fuori col
37%. In questo momento la mette col 45,4%. Praticamente, entra in campo in stile
Ray Allen, con tutto quello che già sa fare in avvicinamento a canestro e con la
palla in mano. Se guardate giocare, tra le altre cose, Chet Holmgren in questo
scorcio di stagione, appare sempre più maturo, più pulito nei movimenti, con una
mano migliore dalla media e da fuori, rispetto alla versione 2024-25. Il futuro
è loro, salvo stravolgimenti di roster o infortuni gravi. Forse non saranno
(ancora) la squadra migliore di sempre. Ma al momento per battere il loro
perfetto mix di pericolosità offensiva e grande difesa, serve qualcosa che non è
detto che le altre squadre troveranno mai.
DASMOND BANE È SOPRAVALUTATO?
C’è chi lo ha sempre amato, sin dai tempi di Memphis. Nessuno nega le sue
capacità difensive, condite da una mano da tre molto efficace (quando era ai
Grizzlies…). Però, tutto sommato, anche la nuova avventura a Orlando conferma
che Desmond Bane è un buon giocatore, certo, ma non sarà mai una stella, uno in
grado di cambiare le sorti di una squadra. Tecnicamente, non è mai riuscito a
migliorare fino a poter essere considerato uno dei top della lega. Non dotato di
grande apertura alare (tra le più basse della NBA), cosa che gli crea svantaggio
nelle entrate e in traffico, il giocatore dei Magic non ha mai mostrato un vero
miglioramento al capitolo “trattamento della palla”, tale da permettergli di
agire come eventuale opzione primaria in attacco (anche a tratti). È macchinoso
in traffico, è macchinoso quando vuole prendere iniziative on the ball. Una
scarsa fluidità che, a dirla tutta, si accoppia con una verve per il passaggio
non certo alla Pete Maravich. Sta segnando 19 punti di media, che non è niente
male. Ma con efficienza bassina, 44,8% dal campo. E sta sparacchiando da tre,
perché il suo 34,9% non è una cifra da tiratore scelto. Sopravvalutato?
That’s all Folks!
Alla prossima settimana.
L'articolo NBA Freestyle | Che sorpresa per i Los Angeles Lakers: Austin Reaves
è il pronostico impossibile che si realizza proviene da Il Fatto Quotidiano.
Alle 12.12 del 12 dicembre 2025 il presidente del Coni Luciano Buonfiglio ha
annunciato i quattro portabandiera dell’Italia ai Giochi Olimpici Invernali di
Milano-Cortina 2026. A Cortina sfileranno con la bandiera italiana Amos Mosaner
e Federica Brignone, a Milano questo onore toccherà a Federico Pellegrino e
Arianna Fontana. L’annuncio è stato accompagnato da un richiamo simbolico al
numero 12 e al valore dell’armonia, come ha spiegato Buonfiglio: “Avere un senso
di complicità con i numeri, la fortuna, la cabala e il 12 è considerato il
numero della completezza, dell’armonia e della ciclicità, sono 12 i sono mesi,
le ore, e i segni zodiacali, ma la parola che mi sta più a cuore è l’armonia che
in tutte le circostanze stiamo cercando di portare avanti, il desiderio che ci
sia un mondo in armonia, quello di cui ci occupiamo noi. Vorrei che fossimo di
esempio”.
Il presidente del Coni ha scelto Arianna Fontana, l’azzurra più vincente di
sempre alle Olimpiadi invernali. E poi Federica Brignone, la sciatrice italiana
con più vittorie in Coppa del Mondo, preferita a Sofia Goggia, che pure era in
lizza come portabandiera. Al maschile invece spazio a un veterano come Federico
Pellegrino, baluardo della tradizione azzurra nello sci di fondo, e a una delle
stelle degli ultimi Giochi invernali, Amos Mosaner, medaglia d’oro nel curling
in coppia con Stefania Constantini.
Arianna Fontana
Classe 1990, Fontana è la short tracker più medagliata di sempre. Nel suo
palmarès figurano due ori olimpici e undici medaglie complessive conquistate in
sei edizioni dei Giochi. Ai Mondiali e agli Europei ha accumulato decine di
successi, imponendosi come una delle atlete più vincenti nella storia della
disciplina e dello sport olimpico italiano.
Federica Brignone
Nata nel 1990, Brignone è la sciatrice alpina italiana più vincente di sempre.
Ha conquistato due Coppe del Mondo generali, diverse Coppe di specialità e 37
vittorie in Coppa del Mondo. In ambito olimpico vanta una medaglia d’argento e
una di bronzo, mentre ai Mondiali ha collezionato più titoli e podi,
affermandosi come una delle atlete di riferimento dello sci alpino
internazionale.
Federico Pellegrino
Valdostano, classe 1990, Pellegrino è uno dei fondisti più titolati nella storia
dello sci di fondo italiano. Campione del mondo nella sprint e vincitore della
Coppa del Mondo di specialità, ha ottenuto anche un argento olimpico nella
sprint e diversi podi ai Mondiali. La sua carriera è segnata da una continuità
ai massimi livelli che lo ha reso un punto fermo della nazionale azzurra.
Amos Mosaner
Trentino, classe 1995, Mosaner è uno dei protagonisti del curling azzurro. Il
punto più alto della sua carriera è l’oro olimpico nel doppio misto ai Giochi di
Pechino 2022, conquistato in coppia con Stefania Constantini. Nel suo palmarès
figurano anche titoli europei e mondiali nella specialità del doppio misto,
oltre a diverse presenze sul podio internazionale che hanno contribuito alla
crescita del curling italiano.
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Mosaner e Brignone, a Milano Pellegrino e Fontana proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Clamoroso Tommaso Giacomel. Il giovane trentino del Primiero, classe 2000, mette
tutti d’accordo nella sprint di Hochfilzen, in Austria, con una prova
superlativa tanto nella parte di sci di fondo quanto al poligono. In una gara
dal tasso tecnico e agonistico di altissimo livello, Giacomel ha trovato la
giornata perfetta, con lo zero sia nel tiro a terra sia nel tiro in piedi
(chiuso col tempo impressionante di 17.9). L’argento mondiale nell’individuale a
Lenzerheide si è portato a casa la prima vittoria nel format. E conferma quanto
ipotizzato da esperti e addetti al settore prima dell’inizio della stagione:
nella lotta per la Coppa del mondo generale c’è anche lui. Eccome. La vittoria
di oggi si aggiunge ai 16 podi già ottenuti (8 individuali e 8 a squadre).
Dietro all’italiano l’altro “giovane” del circuito, con ambizioni di classifica
generale, il francese Eric Perrot, già campione mondiale in due staffette miste
e nell’individuale di Lenzerheide. Anche Perrot trova lo zero al poligono, ma
paga quattro secondi da Giacomel sul traguardo. Al terzo posto il tedesco
Philippe Horn, pure lui preciso al tiro in una giornata con condizioni
complessivamente ottimali per sparare, con sei secondi di distacco dalla testa.
Il leader della classifica generale, il norvegese Johan-Olav Botn, chiude quarto
a nove secondi. L’inseguimento in programma domani, sabato 13 dicembre alle 12,
si preannuncia così combattutissimo, con Giacomel che partirà per primo e
quattro atleti distanziati da meno di dieci secondi. E pure Sturla Holm
Laegreid, vincitore della Coppa del mondo nella passata stagione, sarà della
partita, visto che si è piazzato al quinto posto con 23 secondi di ritardo.
Buona gara per il veterano azzurro Lukas Hofer, competitivo sugli sci, ma che
chiude al 28esimo posto per via di due errori nella serie in piedi. Saranno al
via nell’inseguimento – a cui accedono i primi 60 della sprint – anche Patrick
Braunhofer, Didier Bionaz ed Elia Zeni. Per la compagine maschile italiana si
tratta di una vittoria storica nella località austriaca: a livello individuale
mai meglio di un terzo posto in una gara individuale. Ed è un grande avvio per
il biathlon italiano in stagione: Dorothea Wierer si è imposta la scorsa
settimana nell’individuale di Ostersund.
Articolo in aggiornamento
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