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Re Carlo III non è guarito dal cancro, ma sta meglio. Rompe il protocollo e guarda in faccia i suoi sudditi. La malattia come mezzo per dialogare in maniera onesta
Non è guarito, ma sta meglio. Rompendo ogni protocollo e andando contro qualsiasi tradizione, re Carlo III guarda dritto in faccia le telecamere della tv britannica e dà aggiornamenti sulla sua malattia. Diagnosticato nel febbraio del 2014, il cancro del re è diventato un fatto pubblico, una materia sulla quale definire il suo breve regno che si interporrà tra l’eterna Elisabetta II ed un futuro molto incerto per la monarchia. A maggior ragione, forte della volontà di dare un senso alla corona e di farlo nel più nobile dei modi, Carlo III ha deciso di parlare apertamente del cancro che gli è stato diagnosticato mentre si trovata alla London Clinic di Marylebone, per esercitare tutto il potere che gli resta e aiutare i suoi sudditi, distratti, a sviluppare una maggiore consapevolezza. “Oggi posso condividere con voi la buona notizia che, grazie alla diagnosi precoce, all’intervento efficace e all’adesione alle prescrizioni mediche, il mio programma di cure oncologiche potrà essere ridotto nel nuovo anno”. Il messaggio è stato registrato un paio di settimane prima nella sua residenza londinese di Clarence House, a pochi passi da Buckingham Palace. Seduto accanto a fiori e lampade, con la luce che filtra dalle finestre alle sue spalle, Carlo III ha mantenuto un tono rassicurante, da saggio che può parlare a ragion veduta perché è tutto scritto sulla sua pelle, forgiato dalla sua stessa vita. La malattia è diventata il canale per dialogare in maniera più onesta e diretta con il suo popolo, la decisione di non rivelare mai quale forma di tumore lo abbia colpito è stata consapevole, per abbracciare tutti i malati, senza creare una categoria diversa dalle altre. “Questo traguardo è sia una benedizione personale che una testimonianza dei notevoli progressi compiuti negli ultimi anni nella cura del cancro; – ha affermato il sovrano – una testimonianza che spero possa dare coraggio al 50% di noi che riceverà una diagnosi di questa malattia ad un certo punto della propria vita”. I numeri sono impietosi e lo sguardo del re ogni tanto cede verso il basso, consapevole della solennità e gravità della situazione. Quando prese carta e penna per spiegare cosa gli fosse accaduto quando si era recato in clinica per un “semplice” adeguamento della prostata che ha poi rivelato la presenza del tumore nel suo corpo, i click sulle pagine del sito del sistema sanitario britannico erano andati alle stelle. Gli inglesi si erano messi ad indagare e avevano fatto un salto nella consapevolezza del valore della diagnosi precoce. Ma la sua missione non si era fermata lì, da qual momento Carlo III ha incontrato malati, medici ed associazioni caritatevoli che si occupano della malattia per continuare senza sosta la sua campagna di sensibilizzazione e salvare vite. Ha ammesso di non essersi mai sottratto a ciò che gli veniva prescritto, citando Churchil, “Keep buggering on” spesso abbreviato in KBO, tradotto, “continuando ad infastidirmi” per spiegare lo spirito di perseveranza, tenacia e determinazione davanti alle avversità. Come quando, lo scorso marzo, aveva dovuto cancellare tutti gli appuntamenti per essere ricoverato a causa degli “effetti collaterali delle terapie” che avevano richiesto degli accertamenti. Era stato definito “un piccolo urto” nel percorso che, però, ad oggi non viene definito concluso. Carlo III non ha mai parlato di guarigione, come invece ha potuto fare Kate Middleton, ricoverata insieme a lui per un’altra forma tumorale, anche qui mai definita, dalla quale però si è detta guarita a gennaio di quest’anno. L’adesione di un re alla campagna “Stand up for cancer 2025”, condotta da Cancer research UK e Channel 4 per raccogliere fondi per la ricerca e incoraggiare le persone a fare screening, è diventata il luogo nel quale il sovrano ha potuto ridare un ruolo forte e potente alla monarchia, un risposta anche a chi ne mette in discussione l’utilità, soprattutto quando si fanno i conti con il suo costo e con gli scandali che, suo malgrado, ne appannano l’autorevolezza. L'articolo Re Carlo III non è guarito dal cancro, ma sta meglio. Rompe il protocollo e guarda in faccia i suoi sudditi. La malattia come mezzo per dialogare in maniera onesta proviene da Il Fatto Quotidiano.
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L’annuncio di Re Carlo III: “Le mie cure contro il cancro l’anno prossimo saranno ridotte”
“Questa buona notizia è possibile grazie alla diagnosi precoce, a un intervento efficace e al rispetto delle indicazioni dei medici” e questo risultato è “una benedizione personale e una testimonianza dei notevoli progressi compiuti nella cura del cancro negli ultimi anni”. La “buona notizia” a cui si riferisce Carlo III d’Inghilterra, nel suo atteso discorso su Channel 4, è che le sue cure contro il cancro “potranno essere ridotte” nel nuovo anno. Il discorso è stato registrato due settimane fa per la campagna di raccolta fondi in favore della ricerca e della prevenzione contro i tumori che Carlo III patrocina. Il monarca ha poi aggiunto di sperare che il suo esempio “possa incoraggiare quel 50% di noi che riceverà una diagnosi nel corso della vita”. Il messaggio in sostegno alla campagna Stand Up To Cancer, è stato anche un appello alla popolazione affinché si sottoponga ai controlli. “So per esperienza quanto una diagnosi di cancro possa essere sconvolgente. Eppure so anche che la diagnosi precoce è la chiave che può trasformare il percorso di cura, offrendo tempo prezioso ai medici e, ai pazienti, il dono della speranza”, ha detto Carlo. Ha ricordato che “almeno nove milioni di persone nel nostro Paese non sono in regola con gli screening disponibili”, e che questo significa “nove milioni di occasioni mancate di diagnosi precoce”. Il Re ha sottolineato come gli screening possano salvare vite: “Quando il tumore del colon viene individuato allo stadio iniziale, circa nove persone su dieci sopravvivono almeno cinque anni; se diagnosticato tardi, la quota scende a una su dieci”. Ha riconosciuto che molti evitano i test “perché pensano possano essere spaventosi, imbarazzanti o scomodi“, ma ha esortato i cittadini a superare le esitazioni, perché “pochi momenti di lieve fastidio sono un piccolo prezzo da pagare per la tranquillità che segue o, per alcuni, per la possibilità di una diagnosi precoce e di un intervento salvavita”. Rivolgendo poi “i più sentiti ringraziamenti” a medici, infermieri, ricercatori e operatori delle associazioni, Carlo ha aggiunto: “Come ho già detto in passato, i momenti più oscuri della malattia possono essere illuminati dalla più grande compassione. Ma la compassione deve andare di pari passo con l’azione”. Infine, un appello per il nuovo anno: “In questo dicembre, mentre ci raccogliamo per riflettere sull’anno trascorso, prego che ciascuno di noi possa impegnarsi, tra i buoni propositi, a fare la propria parte per individuare il cancro in fase precoce. La vostra vita – o quella di una persona che amate – potrebbe dipendere da questo”. L'articolo L’annuncio di Re Carlo III: “Le mie cure contro il cancro l’anno prossimo saranno ridotte” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Attualità
“Re Carlo non riesce a sbarazzarsi del fratello: Andrea vuole 500 mila sterline per lasciare il Royal Lodge. Kate Middleton? Sta preparando una sorpresa per Natale”: i retroscena
Alla fine è sempre solo una questione di soldi. Andrea Windsor-Mountbatten, defraudato di titoli ed onori, rivendica i suoi diritti e vuole sterline, tante. Re Carlo III non riesce a sbarazzarsi del fratello che, prima o poi, lascerà il Royal Lodge, ma intanto continua ad occupare l’attenzione dei sudditi e le pagine dei giornali. Le ultime notizie, circa la sua partenza dalla magione di decine di stanze nella quale ha vissuto gli ultimi vent’anni senza pagare l’affitto, riguarderebbero il braccio di ferro ingaggiato con il sovrano per avere i soldi che gli sarebbero spettati qualora avesse lasciato la residenza anzitempo. Il capitolare della situazione che ha gettato nel fango l’ex principe, sempre più coinvolto nello scandalo legato all’amico e pedofilo americano Jeffrey Epstein, ha accelerato i tempi costringendolo a lasciare la sua casa a Windsor prima della scadenza dei termini. Andrea avrebbe diritto ad una compensazione di 500.000 sterline per questo, che, però, pare non vedrà mai. La rete inglese ITV, nella serata di martedì, dedicava servizi televisivi alla descrizione di una magione che verserebbe in condizioni pessime dopo la prolungata e poco accorta, presenza di Andrea e della ex moglie Sarah Ferguson. Nessuna manutenzione, nessuna cura: “fatiscente”. Dalla sua, il fratello del re avrebbe ancora diritto a restare e ad organizzare il suo trasloco con tutta calma perchè il contratto gli garantirebbe 12 mesi di tempo per andarsene in caso di recessione anticipata. Ma quanto ai soldi, con ogni probabilità, verranno trattenuti come forma di risarcimento per le spese che occorrerà sostenere per ripristinare la decenza in quelle stanze piene di storia, che hanno allietato gli anni da vedova della Regina Madre, dopo che quella era stata la casa della sua famiglia quando Elisabetta era ancora una giovanissima principessa. La proprietà del Royal Lodge è nelle mani del Crown Estate, ecco perché il Tesoro ora vuole vederci chiaro e lancerà presto una indagine pubblica per fare luce sugli accordi stabiliti con la famiglia reale e relativi all’uso delle sue proprietà. Il mancato pagamento dell’affitto da parte di Andrea, infatti, sarebbe proprio sancito dal contratto che si limita a chiedere al fratello di re Carlo III il pagamento di un “peppercorn”, un grano di pepe. Minuzie, nulla. Ma questa non sarebbe l’unica residenza ad offrire un tale vantaggio ai Windsor, recando così gravi danni erariali allo stato che non incassa il vero valore delle residenze dei reali. Anche l’Adelaide Cottage, quello nel quale Kate e William hanno vissuto negli ultimi anni, sarà sottoposto ad esame, perchè anche quella tenuta appartiene al Crown Estate, esattamente come il Forest Lodge nel quale si sono appena trasferiti con un accordo di 20 ed un affitto “in linea con i parametri del mercato”. La famiglia reale, nel 2011, ha rinunciato ad avere l’appannaggio sui suoi beni che fu garantito a re Giorgio III dopo che finì in bancarotta e decise di consegnare allo stato i possedimenti della corona per avere in cambio uno “stipendio”. I Windsor hanno deciso di ricevere una quota dei profitti ottenuti dalle rendite delle proprietà che gli appartengono, ormai solo nominalmente, ma che sono diventate beni del demanio. L’incremento progressivo di quei profitti, arrivato nell’ultimo anno al 53%, così come denunciato dal libro dell’ex ministro Norman Baker (Royal Mine, National Dept) avrebbe portato la famiglia reale a diventare un costo da 150 milioni di euro l’anno per i contribuenti. L’unica luce ad allietare le pene del re arriva dai nipoti e dalla nuora Kate Middleton che si appresta ad illuminare il Natale di Westminster con il classico appuntamento Together at Chistmas Carol che si terrà il 5 dicembre, mentre, da mamma molto presente, sta organizzando una sorpresa per i tre piccoli di casa. George, Charlotte e Louis, infatti, saranno presto ospiti al Savoy, lo storico teatro sullo Strand di Londra, per assistere allo spettacolo dell’anno: Paddington. Il musical dedicato all’orsetto più amato dai bambini, che ebbe l’onore di condividere i suoi sandwich alla marmellata seduto per un Afternoon tea con la regina Elisabetta II, sarà il regalo di natale inaspettato per i principini tanto amati da nonno Carlo III che, almeno nel futuro, vede una speranza per la sua tanto bistrattata corona. L'articolo “Re Carlo non riesce a sbarazzarsi del fratello: Andrea vuole 500 mila sterline per lasciare il Royal Lodge. Kate Middleton? Sta preparando una sorpresa per Natale”: i retroscena proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Un salasso da 150 milioni l’anno, ecco la scioccante verità riguardo alle finanze reali”: il libro dell’ex ministro Norman Baker imbarazza Re Carlo
Caro Carlo, quanto mi costi! L’ennesimo incubo che scuote le notti insonni della corona britannica nasce dall’ultimo libro dedicato ai reali e scritto da un’anima profondamente repubblicana. Si tratta di Royal Mine, National Dept (Conio Reale, Debito Nazionale), firmato da Norman Baker, Lib Dem ed ex ministro per gli Affari Interni che si è dedicato ad un’attenta analisi delle casse dei Windsor per giungere alla conclusione che la fastosa famiglia reale britannica sia la più costosa d’Europa. 150 milioni di euro all’anno per i contribuenti sempre meno innamorati di una corona piena di guai. A sostenere la contabilità di Baker ci sono tutte le stime prodotte dai repubblicani, sempre attivi nel Paese, sebbene poco ascoltati. Gli 11 royals ancora stipendiati per svolgere ruoli di rappresentanza nel paese e nel mondo, sarebbero solo una parte delle voci di spesa dell’intera istituzione. A pesare sulle finanze dello stato ci sarebbero anche tutte le spese per garantire loro la sicurezza (da 170 a 230 milioni di euro l’anno), da qui la battaglia legale ingaggiata da Harry per ottenere la scorta ufficiale del Ministero dell’Interno quando in visita nel Regno Unito. Battaglia persa in aula per effetto di una sentenza che ha stabilito che, non essendo più membro “attivo” per conto della corona, la scorta deve pagarsela di tasca sua. Così come fu per sua madre Lady Diana dopo il divorzio da Carlo. A questa cifra vanno poi sommate le spese per i grandi eventi, come la recente incoronazione di Carlo III, avvenuta il 6 maggio di due anni fa, ma anche i matrimoni e i funerali. L’effetto spending review voluto dal nuovo sovrano, in realtà, si è reso anche più netto, suo malgrado, perchè oltre ai tagli operati al quadro offerto dalla balconata di Buckingham Palace, ci hanno pensato scandali e divorzi a fare il resto. Nessuno, infatti, poteva prevedere che la Ditta avrebbe perso i pezzi strada facendo, con la fuga in America di Harry e Meghan e con il “licenziamento” di Andrea che non può neanche più fregarsi del titolo di principe. Ma neanche questo è bastato per fare calare le spese. Il ritornello adottato dal palazzo per fare digerire il suo costo annuale ai contribuenti, già salassati dallo stato in crisi, è sempre stato quello di “il prezzo di una tazza di caffè solubile”. Un conto amaro però, che supera di gran lunga quello di tutte le altre monarchie europee ormai trasformate in istituzioni di facciata, molto sobrie e popolate di nuovi borghesi che lavorano e conducono una vita “normale”. Il Times ha calcolato che se la casa reale britannica nel 2025 è costata 150 milioni di euro, a grande distanza si trova il peso economico di quella che si posiziona al secondo posto, ovvero l’olandese che, nel 2024, sarebbe costata “solo” 52 milioni di euro, 27 milioni quella norvegese (dati del 2024) e così a scendere fino agli 8,42 milioni per Felipe, Letizia e le principesse reali spagnole. Vero è anche che, ogni regno fa i calcoli in modo differente e difficilmente si possono fare paragoni diretti. In Olanda, ad esempio, il conto non considera i costi delle visite di stato, mentre in Spagna sono i dipartimenti governativi a pagare direttamente alcuni costi specifici della corona. Ciò che resta è che la famiglia reale inglese, sebbene in forma ristretta, ha visto accrescere il suo peso economico del 53% in un anno e secondo alcuni analisti questo sarebbe il frutto della sua maggiore trasparenza, ma soprattutto della trasformazione della relazione con lo stato che non fornisce più solo un appannaggio, ma anche una quota dei profitti generati dai suoi beni messi a reddito. Peccato che il concetto stesso di monarchia sia stato ghigliottinato dai francesi nel 1789, falcidiando le dinastie europee costrette a trovarsi da lavorare o accasarsi ai nuovi ricchi in arrivo dalle Americhe. Londra ha resistito consegnando ai contemporanei i fasti, le carrozze e i gioielli da sogno che portano in città milioni di turisti ogni anno, tutti accalcati davanti ai cancelli di Buckingham Palace per fare foto al cambio della guardia e appassionanti alla lettura delle sorti dei reali più osservati, criticati e costosi del mondo occidentale. L'articolo “Un salasso da 150 milioni l’anno, ecco la scioccante verità riguardo alle finanze reali”: il libro dell’ex ministro Norman Baker imbarazza Re Carlo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Una misteriosa malattia rara colpisce i cani di Re Carlo, scatta l’allarme: “I sintomi peggiorano nel giro di ore, tenete lontani gli animali dal parco di Sandringham”
“Si prega di notare che l’autunno è la stagione in cui in passato sono stati riscontrati casi di malattia stagionale canina (SCI) a Sandringham“. Con questo avviso pubblicato sui social media, la tenuta reale di Sandringham, proprietà privata di Re Carlo III nel Norfolk, ha lanciato un allarme sanitario che sta rendendo nervoso il pubblico. Il parco di ottomila ettari, amatissimo dai visitatori e dai dog-walker, rischia di essere un luogo inospitale per i cani a causa della possibile presenza di una patologia rara e grave. COS’È LA MALATTIA STAGIONALE CANINA (SCI) La Seasonal Canine Illness (SCI) è un problema che ha già colpito l’area di Sandringham e i cani di Re Carlo. Come spiega il sito web dell’Animal Trust, si tratta di “una condizione rara ma grave che può colpire cani di qualsiasi età o razza, in genere durante i mesi autunnali (agosto-novembre)”. La malattia si manifesta rapidamente: “Si sviluppa rapidamente e può essere pericolosa per la vita, con sintomi che a volte peggiorano nel giro di poche ore“. I segnali principali, come specificato dal team di Sandringham, sono vomito, diarrea e stanchezza entro 72 ore dall’aver passeggiato in una zona boschiva. UNA PATOLOGIA MISTERIOSA La SCI è particolarmente allarmante perché la sua causa esatta rimane sconosciuta agli scienziati. Questo rende difficile l’attuazione di misure preventive mirate. Mentre si indaga, diverse teorie sono state avanzate: l’esposizione ad alghe, a prodotti chimici agricoli, o la preoccupazione per gli acari della polvere. Il sito web dell’Animal Trust sottolinea: “La causa esatta della malattia stagionale canina è sconosciuta. Alcuni cani colpiti hanno recentemente passeggiato in zone boschive”. L’AVVISO UFFICIALE E I DUBBI DEI VISITATORI Nonostante la SCI sia un’evenienza rara – i casi sono notevolmente diminuiti dal 2010 – e i sintomi possano essere ricondotti ad altre cause più comuni, la tenuta di Re Carlo ha ritenuto doveroso avvisare il pubblico, invitando i proprietari a una massima vigilanza. L’avviso ha immediatamente creato scompiglio sui social media. Quando la tenuta ha promosso il suo percorso luminoso autunnale, Luminate, invitando i visitatori a portare i loro “amici a quattro zampe”, i commenti sono stati di cautela: “È sicuro adesso, visto l’altro post sulla malattia stagionale per i cani?” e “Adesso siete liberi dalla malattia stagionale canina?” hanno chiesto gli utenti, ai quali è stato consigliato di contattare la tenuta via email per avere informazioni aggiornate. Il messaggio finale delle autorità di Sandringham è chiaro: “Se sospettate che il vostro cane abbia la SCI, contattate il veterinario il prima possibile“. Un monito che impone cautela nel visitare uno dei luoghi più iconici della monarchia britannica. > View this post on Instagram > > > > > A post shared by Sandringham Estate (@sandringhamestate) L'articolo Una misteriosa malattia rara colpisce i cani di Re Carlo, scatta l’allarme: “I sintomi peggiorano nel giro di ore, tenete lontani gli animali dal parco di Sandringham” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Non reggeranno ancora a lungo, la Famiglia Reale è sempre più preoccupata per loro. Andrea potrebbe rifarsi una vita lussuosa lontana da Londra”: il retroscena sulla salute mentale dell’ex Duca e Sarah Ferguson
Il contraccolpo del danno reputazionale ed economico subito dagli ex duchi di York comincerebbe a farsi sentire. Gli scudieri di Andrea e Sarah cominciano a divulgare la loro versione dei fatti per ammorbidire una opinione pubblica che non è mai stata tanto indignata. La coppia, separata da anni, ma ancora convivente e legata da diversi interessi, starebbe attraversando un momento davvero difficile e chi li conosce e gli vuole bene, sarebbe preoccupato per la loro salute mentale. Ne sono certi anche alcuni commentatori reali di fama come Rob Jobson che, al tabloid The Sun, avrebbe spiegato come “entrambi stanno soffrendo e tanto, al punto che i membri della famiglia reale sarebbero sempre più preoccupati per loro”. Lo scrittore si è spinto ad aggiungere che “anche chi ha preso azioni dirette contro di loro sarebbe preoccupato per la loro salute mentale”. Facile arrivare immediatamente all’indirizzo di re Carlo III, il fratello maggiore che ha sempre cercato di proteggere e chiudere un occhio sulle malefatte di Andy che aveva sempre goduto dei favori di mamma Elisabetta II, prima di lui. Il sovrano ha fatto il possibile per evitare di togliere al fratello e alla cognata i titoli nobiliari, così come aveva tentato di tutto per non arrivare allo sfratto esecutivo dei due dal Royal Lodge di Windsor; ma quando la notizia del mancato pagamento dell’affitto per la mega magione si è diffusa sui giornali, la situazione è diventata insostenibile. Il combinato disposto delle accuse contenute nel libro postumo di Virginia Giuffrè contro l’ex principe e la presa di posizione diretta del congresso americano, che lo vuole a testimoniare contro Epstein, hanno scritto la sentenza finale contro Andrea. In questa storia, naturalmente, ci è finita dentro anche Sarah Ferguson, legata anch’essa a doppio nodo con il faccendiere pedofilo americano, come provato dai loro scambi epistolari. Anche lei ha perso la casa, il lavoro per le associazioni benefiche che rappresentava e si è vista “incenerire” i suoi libri per bambini pronti per essere pubblicati proprio in questo periodo. Una Caporetto per chi ha sempre negato ogni coinvolgimento, ma quel che è più grave, soprattutto nel caso di Andrea, non ha mai mostrato alcuna compassione, alcuna empatia per le vittime limitandosi ostinatamente a negare ogni addebito mosso nei suoi confronti. A loro, d’ora in poi, penseranno le figlie, Beatrice ed Eugenia che, per non pagare le colpe dei padri, restano attive nei ruoli, pochi, che la corona ha loro assegnato e si mostrano in pubblico unite come prima. Eugenia vive in Portogallo con il marito ed i loro bambini e sarebbe proprio quella la futura residenza per Fergie: il CostaTerra Golf and Ocean Club di Comporta, un’area costiera fatta di sole, mare e vicini molto facoltosi. Esattamente là dove anche Harry e Meghan avevano valutato di fare un investimento immobiliare. Ancora meglio, se così si può dire, andrebbe per Andrea, pronto a fare le valige per Sandringham, ma solo per una sosta passeggera. Stando a quanto dichiarato da un altro esperto di reali, Andrew Lownie, Andrea Mountbatten-Windsor a breve farà solo una tappa provvisoria in una delle residenze che si trovano nella tenuta di re Carlo III. La sua vera destinazione sarà altrove e sarà molto regale. L’ex principe non ha mai nascosto il suo grande interesse per il lusso ed i soldi, passioni che lo hanno infilato in situazioni dubbie ponendolo accanto a personaggi dai trascorsi poco limpidi se non addirittura palesemente condannati dalla giustizia, come Jeffrey Epstein o la spia cinese accusata dal governo britannico di essere a Londra, accolta a Buckingham Palace da Andrea, per fare spionaggio per conto di Pechino. Ci penseranno gli Emirati Arabi a prendersi cura di lui, portandolo tra le braccia di un’altra famiglia reale, molto più tollerante e blindata. “Andrea sarà più felice in un posto dove la stampa è imbavagliata e lui potrà ancora essere trattato come un reale” ha scandito Lownie. Sarà soddisfatto quel 77% di britannici che, secondo un recente sondaggio Ipsos, hanno una pessima opinione di lui. Ad aspettarlo, nel suo nuovo esilio dorato, ci sarà una residenza di sei stanze, con cinema privato ed una sicurezza massiccia che “potrebbero restituire all’ex duca di York una vita lussuosa lontana dal giudizio popolare”. Di lui si prenderà cura l’amico di lunga data, Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, il presidente degli Emirati Arabi Uniti pronto ad offrirgli un rifugio, come fu per l’ex re di Spagna Juan Carlos che scelse la stessa destinazione quando costretto a lasciare il suo paese. L'articolo “Non reggeranno ancora a lungo, la Famiglia Reale è sempre più preoccupata per loro. Andrea potrebbe rifarsi una vita lussuosa lontana da Londra”: il retroscena sulla salute mentale dell’ex Duca e Sarah Ferguson proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Re Carlo sta per costruire un’enorme vasca di letame vicino alla casa di William e Kate, ci sarà un tanfo tremendo”: la rivelazione del Daily Mail
Carlo è il re, la tenuta è sua e dunque può fare come gli pare, anche costruire a Sandringham un’enorme vasca piena di letame liquido. Perfino a rischio di affliggere chi abita nei dintorni con il tanfo dei liquami. Senonché, ironia della sorte, uno dei vicini più prossimi, non solo ‘geograficamente’ ma anche per la parentela, è il figlio William, che ha casa a solo un chilometro dal punto dove verrà costruito il bacino di contenimento. Il primogenito del sovrano, la moglie Kate e i tre figli, pur abituati all’odore di campagna, non saranno proprio contenti del progetto che prevede lo stoccaggio di oltre 9 milioni e mezzo di litri di letame liquido a un soffio da Anmer Hall, la loro residenza di campagna nella proprietà georgiana donata a Charles dalla regina Elisabetta II. IL PROGETTO DEL RE: UN CACINO DA 9,5 MILIONI DI LITRI I dettagli dell’iniziativa, emersi dai documenti di pianificazione presentati al King’s Lynn and West Norfolk Borough Council, confermano l’entità del progetto. Re Carlo intende realizzare un enorme bacino di contenimento per immagazzinare oltre 9,5 milioni di litri di letame liquido. L’obiettivo è nobile: il liquame sarà successivamente utilizzato come fertilizzante organico nei suoi campi nel Norfolk settentrionale, in linea con l’impegno del sovrano per l’agricoltura sostenibile. Tuttavia, la scala del progetto è imponente: la struttura, che sorgerebbe molto vicino alla residenza di William, è grande quanto quattro piscine olimpioniche. LA PUZZA CHE MINACCIA WILLIAM E KATE L’entusiasmo del Re per il biologico si scontra con il potenziale impatto sulla vita dei suoi vicini, incluso il futuro erede al trono. La fonte ha ribadito al Daily Mail la preoccupazione diffusa: “Siamo tutti abituati agli odori di fattoria qui intorno, ma questo invaso sarà enorme. Tutti temono che creerà un tanfo tremendo“. Il Principe William e Kate Middleton, pur avendo trasferito la loro residenza principale a Forest Lodge a Windsor, continuano a utilizzare Anmer Hall, la loro casa di campagna a Sandringham, soprattutto durante il periodo natalizio, quando l’intera famiglia reale si riunisce nella tenuta per festeggiare insieme. Il consigliere della contea Stuart Dark ha manifestato il suo dissenso, suggerendo che la realizzazione della vasca potrebbe essere respinta o approvata solo a condizioni molto più stringenti. L'articolo “Re Carlo sta per costruire un’enorme vasca di letame vicino alla casa di William e Kate, ci sarà un tanfo tremendo”: la rivelazione del Daily Mail proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Se la salute regge, andrò”: Trump invita Re Carlo e Camilla ma anche William e Kate alla Casa Bianca, il grande viaggio dei Windsor in America
Carlo III prepara le valige perchè, salute permettendo, il prossimo aprile andrà in America per una visita di stato che Trump ha voluto, fortemente. Con l’onestà intellettuale di chi accetta il corso dei tempi, il sovrano britannico è stato invitato a festeggiare i 250 anni di indipendenza degli Stati Uniti dalla Corona britannica. “Re Giorgio III, il mio trisavolo, non risparmiava le sue parole quando parlava dei rivoluzionari” aveva scandito il sovrano 77enne a Windsor, nel salone delle feste, durante il banchetto solenne allestito in settembre per la seconda (eccezionale) visita di stato del presidente Donald Trump in Inghilterra. Quello stesso antenato dovette accettare la condanna della storia, che lo relegò ai margini per la sua “pazzia” salvo poi scoprire che soffriva di un disturbo bipolare e giudicandolo duramente perchè aveva perso un pezzo di impero, sconfitto da quei rivoluzionari americani che volevano l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Digeriti i fatti dell’epoca, fu Elisabetta II l’ultima regnante ad accettare tre inviti per una visita di stato in America, nel 1957, nel 1976 e nel 1991. Le cronache ricordano che durante i suoi 70 anni di regno incontrò tutti gli inquilini della Casa Bianca da quando c’era Eisenhower, tranne uno, Lyndon B. Johnson. Lei aveva una “relazione speciale” con quel paese, ma è stato le stesso Trump al cospetto di suo figlio Carlo III a sottolineare che quel termine “difficilmente rende giustizia al rapporto tra gli alleati transatlantici”. Lo stesso presidente non ha mai mancato di sottolineare l’orgoglio per le sue origini scozzesi e la simpatia per la “Scottish nanny” che lo aveva cresciuto. Insomma, quello che si prepara è uno scambio di favori e di pomposità al quale Carlo III dovrà continuare a sottoporsi, se la sua salute gli consentirà un viaggio oltreoceano mentre prosegue le sue cure per il cancro, diagnosticato nel 2024 e dal quale non è mai guarito. E’ questa la più grande ombra sul progetto ambizioso di continuare a svolgere tutti i suoi doveri di capo dello stato britannico esercitando il suo soft power; lo stesso che gli ha permesso di parlare chiaramente davanti a Trump, mentre gli serviva un banchetto reale nel castello delle favole. L’impegno contro le forze della tirannia, che per Trump, di fatto, sono considerati amici, il sostegno indiscriminato verso l’Ucraina e per la difesa dell’ambiente: il re, lo scorso settembre, aveva messo nel menu tutti i temi cari a sé stesso e al suo paese, compresi quelli sui quali i “due versi della stessa poesia” cambiano decisamente tono. Lui, però, con la sua corona in testa ed il fascino che esercita nell’immaginario di The Donald, ha potuto permetterselo regalando al Regno Unito qualche piccola deroga nella guerra dei dazi che il presidente americano ha lanciato contro il resto del mondo. E sono ancora tante le questioni sul tavolo per i due alleati, a rendere questo invito recapitato a Buckingham Palace davvero irrinunciabile. Kate e William fanno parte del pacchetto di suggestioni. Prova ne fu la reazione di Trump, quando, seduto accanto alla principessa del Galles, splendida in oro, non ha resistito a rendere pubblico il suo apprezzamento per una figura “così radiosa ed in buona salute”. Un tocco di schiettezza Yankee che avrà fatto impallidire la sobrietà British di Kate e dei presenti. Ma i principi del Galles sono un altro asso nella manica per gli inglesi nel tentativo di ammorbidire Trump che, già a Parigi, durante le cerimonie di riapertura di Notre Dame dopo il devastante incendio, si era intrattenuto con l’erede al trono per lodarlo apertamente. Ecco, la stessa simpatia non è mai stata riservata a quell’altro ramo della famiglia reale che ha scelto proprio gli Stati Uniti per ricominciare una nuova vita, tenendosi stretto il ducato britannico. I Sussex non sono mai piaciuti a Trump che aveva minacciato di rispedire a casa Harry dopo le rivelazioni contenute nel suo libro biografico, Il Minore, circa l’uso di droghe non ammesso in America per ottenere il visto a rimanere. Ma poi, forse ammorbidito dalle pressioni di un padre malato e di buon cuore, il presidente aveva posato le armi limitandosi a compatire il figliol prodigo della casa reale. “Lo lascio perdere – disse – ha già abbastanza problemi con sua moglie. Lei è terribile”. Secondo fonti americane, i due difficilmente compariranno sulla lista degli invitati, mentre William Kate parteciperanno ai festeggiamenti per il 4 Luglio. L'articolo “Se la salute regge, andrò”: Trump invita Re Carlo e Camilla ma anche William e Kate alla Casa Bianca, il grande viaggio dei Windsor in America proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Kate Middleton
“Carlo è debole e malato, il principe William ora vuole diventare re”: i commentatori reali si dividono. È spietata ambizione o concreto pragmatismo?
Colpo di scena in vista nella casa reale britannica? “Un re Carlo malato e dal carattere debole, a cui William non vede l’ora di subentrare”. Fonti di Palazzo hanno riferito a RadarOnline che il principe di Galles ritenga il padre non idoneo a governare e non voglia aspettare la sua morte per succedergli, per ripristinare l’onore, secondo lui perduto, nella monarchia britannica. Gli stessi insider hanno detto al sito americano di gossip che la regina Camilla è “furiosa” per il modo in cui l’erede al trono e sua moglie Kate l’hanno messa da parte, hanno indebolito il sovrano e hanno preso in mano la situazione, dopo che è saltato fuori il legame dell’ex principe Andrea con il finanziere pedofilo Jeffrey Epstein. Una fonte interna alla famiglia reale ha raccontato: “Quando Carlo ha accettato di cedere il controllo a William, Camilla, sconvolta, ha afferrato le sue perle, è crollata per il dolore e ha esclamato: ‘Non farmi questo!’“. Un’altra fonte ha aggiunto: “Camilla è tutta presa dalla brama di potere. Sa che suo marito aspettava di diventare re da molto tempo e, a dire il vero, anche lei aspettava di diventare regina. Camilla sta solo cercando di mantenere il trono il più a lungo possibile e toglierglielo è per lei devastante”. E intanto ci si metterebbe anche la Middleton a far pressione su Charles e sul marito. Secondo alcune fonti, ha persino lanciato un ultimatum al re, giurando che avrebbe divorziato da William se non avesse strappato il controllo a Camilla. “Il principe di Galles vede suo padre come un tipo debole e incapace di fare le cose come le farebbe lui per proteggere la monarchia -scrive RadarOnline – Mentre re Carlo coccolava suo fratello, concedendogli il beneficio del dubbio, William gli diceva di decidersi a buttarlo fuori. Il principe William è una persona pragmatica e non gli piaceva il modo in cui il padre stava gestendo” il ‘problema Andrea’. Padre e figlio si sarebbero scontrati anche sul ruolo di Beatrice ed Eugenie nella vita pubblica dopo lo scandalo che ha coinvolto l’ex duca di York. Secondo ShuterScoop di Rob Shuter, la decisione di Carlo di approvare il patronato di Beatrice presso l’Outward Bound Trust ha “colto di sorpresa” i cortigiani, convinti che gli York fossero ormai “in panchina”. Infine una fonte ha riferito a Shuter: “William voleva che gli York restassero lontani dalla ribalta fino alla prossima visita medica del re. Ma Sua Maestà ha insistito: ritiene che la famiglia abbia bisogno di guarire sotto gli occhi di tutti. William è pragmatico. Sa che gli York sono veleno per l’opinione pubblica. Suo padre semplicemente non vuole rendersene conto”. Nelle prossime settimane il quadro si farà sicuramente più chiaro. Per ora non è arrivata nessuna conferma né smentita. L'articolo “Carlo è debole e malato, il principe William ora vuole diventare re”: i commentatori reali si dividono. È spietata ambizione o concreto pragmatismo? proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Re Carlo III
Principe William
“Il cancro di Carlo è non è in remissione ma il tumore non lo ferma. Ormai convive con la malattia”: i 77 anni del re e il ruolo di William
Tra luci, spesso inattese ed ombre, davvero fosche, re Carlo III festeggia il suo 77esimo compleanno in Galles. In effetti, la scelta premia la sua pazienza e la lunga attesa nel ruolo di Principe del Galles, aspettando l’ascesa al trono arrivata tre anni fa dopo che il mondo salutava commosso la lunga parabola reale firmata da Elisabetta II. “Nessuno aveva grandi aspettative nei suoi confronti” ha commentato la giornalista Tina Brown alla Reuters, per questo i successi che sta ottenendo fanno ancora più clamore. Qualche commentatore lo definisce uno statista di alto profilo grazie alla sua dimostrata capacità di tessere relazioni internazionali, per il suo paese, con personaggi non semplici e divincolandosi in situazioni non banali. Lo scorso settembre ha organizzato una seconda, eccezionale, visita di stato per Donald Trump, in pompa magna per farlo felice e ammorbidire le sue posizioni nei confronti dal Regno Unito che cercava di strappare accordi commerciali favorevoli sotto la pioggia dei dazi lanciati contro il resto del mondo. Non è passato molto tempo e, in quello stesso castello di Windsor, ha accolto il presidente Ucraino Zelensky che era già stato ricevuto anche a Sandrigham, per un tea, dopo che Trump ed il suo vice JD Vance lo avevano strigliato, mettendolo all’angolo durante un meeting burrascoso alla Casa Bianca. E Carlo III era lo stesso che, in maggio, andava come capo di stato di un paese del Commonwealth ad inaugurare il nuovo parlamento canadese, rivendicandone la storia di indipendenza e di orgoglio dopo che, sempre Trump, aveva annunciato di volerlo annettere agli Stati Uniti. Più di recente, dopo essere stato in Francia ed in Germania a preparare il terreno per il “Reset” della Brexit tentato dal primo ministro laburista Keir Starmer, Carlo III ha vestito i panni del capo della Chiesa d’Inghilterra tornando in Vaticano, pellegrino tra i pellegrini di speranza del Giubileo per uno storico incontro, e una lunga preghiera, con Papa Leone XIV. Un abbraccio tra le due fedi arrivato dopo un divorzio sancito dagli inglesi 500 anni fa. L’anziano sovrano britannico spende tutte le sue forze per dare luce ad un regno che sembrava appannato dopo la scomparsa di sua madre e lo fa mentre il tumore che lo ha colpito due anni fa continua a vivere dentro di lui. “Il cancro non è in remissione, il re convive con la malattia” ci ha spiegato lo scrittore Robert Jobson incontrato alla Royal Overseas Legue insieme alla Foreign Press Association, in occasione del lancio, a Londra, del suo ultimo libro, “The Windsor Legacy”. Carlo III è malato, nessuno ha mai spiegato in che forma, nè in che termini, ma i trattamenti ai quali si sottopone non gli hanno ancora concesso l’uscita dal tunnel che ha potuto festeggiare la nuora, Kate Middleton, anche lei con una diagnosi di tumore ricevuta insieme a quella del re, nel gennaio del 2024. Alcuni tabloid si sarebbero spinti a dire che il tumore di Carlo III sarebbe “incurabile”, ma questo non ha fermato la sua determinazione a svolgere tutti i suoi doveri, viaggiare, incontrare regolarmente il primo ministro nel ruolo di capo dello Stato e destituire il fratello Andrea dei titoli ottenuti per nascita e merito, nel tentativo di spegnere l’incendio che rischia di bruciare il castello. Dopo i veleni lanciati dalla California dal figliol prodigo, Harry, che ha affidato le sue confessioni a interviste e libri pieni di rancore verso la casa reale e la sua famiglia, oggi il sovrano deve fare i conti con l’inarrestabile caduta del fratello minore, ex principe Andrea. Lo scandalo che lo ha intrecciato insieme ai destini e alle frequentazioni del faccendiere pedofilo americano Jeffrey Epstein stanno trascinando giù tutto. Lo sfratto dal Royal Lodge nel quale Andrea Mountbatten-Windsor ha vissuto per oltre vent’anni senza pagare l’affitto deve compiersi il più velocemente possibile ed il suo scomodo inquilino deve essere allontanato, probabilmente spedito ad Abu Dhabi, quanto prima. Stesso dicasi per la moglie, Sarah Ferguson, che probabilmente andrà in Portogallo dalla figlia Eugenie. Carlo III troverà consolazione nelle cartoline di auguri create dai suoi nipotini George, Charlotte e Louis, che tanto ama. I figli dei principi del Galles ci lavorano da giorni. Se sarà fortunato, forse, anche i due nipoti americani Archie e Lilibet, faranno capolino su FaceTime, soprattutto dopo che padre e figlio si sono finalmente incontrati per un tea di riconciliazione. > View this post on Instagram > > > > > A post shared by ???????????????????????????? ???????????????????? > ???????????????????????? (@royalfamily_windsor) L'articolo “Il cancro di Carlo è non è in remissione ma il tumore non lo ferma. Ormai convive con la malattia”: i 77 anni del re e il ruolo di William proviene da Il Fatto Quotidiano.
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