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“La situazione era gravissima, si trattava di asma insieme alla polmonite. Se mi fossi esibito sarei morto”: il racconto di Joaquín Cortés
“La situazione era gravissima, si trattava di asma insieme alla polmonite”. Era il 2023 quando Joaquín Cortés veniva ricoverato per problemi di salute. Il ballerino spagnolo, noto per aver portato l’arte del flamenco a livello internazionale, racconta nella puntata di Verissimo in onda il 14 dicembre su Canale 5 quanto accadutogli nel 2023. “Stavo ballando in teatro. Mi sentivo un po’ male, sono andato all’ospedale ma pensavo fosse nulla, poi invece mi misurano l’ossigeno e vedono che era bassissimo, mi dicono che non potevo andare via. Se mi fossi esibito per il terzo spettacolo non ce l’avrei fatta perché la situazione era gravissima, si trattava di asma insieme alla polmonite”. Dopo un ricovero di 10 giorni il danzatore ha impiegato un paio di mesi per ristabilirsi: “Non dovevo fare sport, né ballare. Dovevo stare molto attento”. Cortés, classe 1969, oltre che un apprezzato danzatore è stato anche un sex symbol, e ha avuto una storia di un anno con Naomi Campbell molto seguita dai media: “Devo ringraziare Dio per una vita piena di emozioni” spiega a Silvia Toffanin. “Ho girato il mondo, ho avuto successo con la danza e la musica, mi ricordo a fine anni ’90 non potevo neanche camminare per strada”. Il registro cambia drasticamente quando si parla della madre che non c’è più: “La mamma è l’amore più grande. Io penso che nella vita sia la figura più importante. Ti cura, sta al tuo fianco. Io dico sempre che il cordone ombelicale tra me e lei non è mai stato tagliato” confida Joaquín. “Quando mamma è mancata, sono stato chiuso nella sua stanza per 4-5 mesi e dormivo nel suo letto. Non volevo uscire. È stato il momento più difficile della mia vita, pensavo di non farcela a continuare a vivere, che dovessi andarmene anche io con lei. È stato davvero molto doloroso”. Per lui la mamma era tutto: “È sempre stata il motore della mia vita. Io volevo essere il numero 1 per lei, non per me, perché fosse orgogliosa di suo figlio”. A scuoterlo da quel profondo senso di tristezza sarebbe stato proprio un segnale che il ballerino riconduce alla madre: “Ad un certo punto ho sentito un abbraccio, come un brivido, come se fosse un messaggio che mi stava dando lei dicendomi: ‘Vai avanti, balla, io ci sono’” conclude emozionato. L'articolo “La situazione era gravissima, si trattava di asma insieme alla polmonite. Se mi fossi esibito sarei morto”: il racconto di Joaquín Cortés proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Al Bano mi ha rivisto dopo qualche anno e mi ha detto: ‘Potresti farti qualche ritocchino’. Chissà se anche lui l’ha fatto, magari al cervello”: Romina Power scherza
Lo scorso novembre Romina Power ha pubblicato il suo nuovo libro “Pensieri profondamente semplici. L’abbecedario della mia vita”. L’artista è andata a “Verissimo” nella puntata odierna di domenica 14 dicembre per presentarlo al pubblico di Canale 5. C’è anche spazio per l’ironia e lo scherzo: “Oggi i rapporti con Al Bano sono buonissimi: non ci vediamo mai! Chi amo, amo per sempre Perché la separazione? Quando non si sta bene insieme e non si è felici…”. Poi l’aneddoto: “Ero stata negli Stati Uniti, mi ha rivisto dopo qualche anno e mi ha detto: ‘Potresti farti qualche ritocchino’. Chissà se anche lui si è fatto un ritocchino, magari al cervello. Scherzo eh…”. Durante il matrimonio con Al Bano, Romina Power ha costruito un rapporto speciale con la mamma dell’ex marito: “Avevo un rapporto straordinario con mia suocera Jolanda, una seconda mamma più che una suocera. Era una donna molto riservata, custodiva i propri sentimenti. Ma eravamo diventate come madre e figlia, non come suocera e nuora”. “Mi avrebbe sempre voluto vedere al suo fianco perché non aveva figlie femmine. – ha concluso – Era una donna semplice, doveva sempre lavorare. Io la forzavo per portarla al mare e in quei momenti diventava una bambina dopo un’intera vita di lavoro. Io ho sposato la Puglia, ho scelto di continuare a vivere ancora lì…”. L'articolo “Al Bano mi ha rivisto dopo qualche anno e mi ha detto: ‘Potresti farti qualche ritocchino’. Chissà se anche lui l’ha fatto, magari al cervello”: Romina Power scherza proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Non sono stato un buon papà. Ho dei grandi sensi di colpa verso i miei figli. Il segreto di 39 anni di matrimonio? Litigare”: lo rivela Umberto Tozzi
Umberto Tozzi ha annunciato il suo nuovo progetto artistico: a partire da ottobre 2026, arriverà sui palchi dei principali teatri italiani: “Gloria-Il Musical”, la prima commedia musicale che celebra il repertorio del cantante. Per l’occasione il cantautore si è raccontato a “Verissimo”, ieri sabato 13 dicembre. “Non sono stato un buon papà. Ho dei grandi sensi di colpa verso i miei figli. Li ho vissuti poco a causa dei vari tour e degli spostamenti per il mio lavoro – ha confessato Tozzi a Silvia Toffanin – “I miei figli dicono che non è vero che non sono stato un buon papà, ma io sento diversi sensi di colpa”. I figli del cantante sono Nicola, nato nel 1983 dalla relazione con Serafina Scialò, Gianluca (1986) e Natasha (1989), nati dal matrimonio con Monica Michielotto. I nipoti sono quattro Andrea, Aris e Leon (figli di Gianluca) e Achille, figlio di Natasha. “Achille è nato due mesi e mezzo fa. – ha continuato – Non avrei mai pensato che Natasha potesse cambiare da un momento all’altro. È sempre stata felice e gioiosa di essere libera. Invece si è innamorata di una persona fantastica e ha avuto questo bambino”. “Mi sono innamorato più volte di Monica Michielotto durante il nostro vissuto insieme. – ha concluso il cantautore – Come si fa a stare con la persona per 39 anni? Litigare quasi tutti i giorni perché così esiste un confronto continuo con il partner. Poi c’è anche una forma di rispetto che bisogna avere per il prossimo. Spero di essere un bravo marito perché Monica è una donna molto leale”. “Sono felice di annunciare l’inizio di un progetto speciale, costruito attorno ai brani che hanno accompagnato tutta la mia vita – ha commentato Umberto Tozzi durante la presentazione alla stampa del musical – Ho sempre creduto che ‘Gloria’, così come molte altre mie canzoni, potesse trovare la sua dimensione naturale in un musical, e oggi, proprio mentre mi avvicino all’ultimo concerto, si apre per me una nuova strada: un’esperienza inedita che darà nuova vita alla mia musica”. E ancora: “Questo è un sogno che si sta realizzando, che rapportato al calcio considero nel mio caso la maglia numero 10 della musica Italiana, come è stato il numero 10 della maglia di Roby Baggio nella Nazionale di Calcio Italiana. È un numero di grande responsabilità, è ambizioso, ma se Gloria è stata numero 1 in America musicalmente, nessuno ci vieta di sognare che questo Musical possa arrivare, come tutti ci auguriamo, a Broadway”. L'articolo “Non sono stato un buon papà. Ho dei grandi sensi di colpa verso i miei figli. Il segreto di 39 anni di matrimonio? Litigare”: lo rivela Umberto Tozzi proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Mio figlio mi ha denunciata. Non mi sento più mamma”: lo sfogo di Corinne Clery a Verissimo
Corinne Clery torna a Verissimo e lo fa con la lucidità di chi ha deciso di non nascondersi più: “Mio figlio mi ha denunciata per diffamazione”, annuncia. È l’ennesimo capitolo di un rapporto ormai interrotto da oltre otto anni, una distanza che l’attrice definisce “insanabile” e che ancora oggi fatica a metabolizzare. Clery chiarisce immediatamente il motivo della denuncia: “Mi ha denunciato per una cosa che non ho mai detto. Sono usciti articoli che parlano di violenze fisiche, ma non è vero. Però ho vissuto tante violenze psicologiche da mio figlio”. L’attrice ripercorre la storia di una maternità vissuta in solitudine: “Tutto quello che ho fatto e che avevo l’ho fatto sempre con lui al centro del mio mondo. Ho fatto di tutto per proteggerlo. Forse ho sbagliato a non raccontare la verità su suo padre”. Clery ammette che per molto tempo ha pensato di essere lei la causa del distacco, di aver commesso un errore invisibile. Oggi, però, dà un nome a quelle dinamiche che all’epoca non riusciva a decifrare: “Anni fa non si parlava di problemi psicologici, come la sindrome da narcisista. Io non potevo più parlare: qualsiasi cosa gli dava fastidio. A un certo punto ho pensato di aver fatto qualcosa di male, come aver avuto un fidanzato più giovane. Ho lasciato il mio compagno pensando che fosse quello il problema”. Clery racconta episodi di “violenza verbale e psicologica”, un crescendo di tensione che l’ha portata a mettere in discussione sé stessa: “Lui ha sempre cercato di sminuirmi e criticarmi”. Il punto di rottura definitivo è arrivato quando, dopo avergli donato il suo casale, il figlio l’ha allontanata: “Mi ha detto di andare via perché era casa sua e che io ero un’intrusa. Abbiamo litigato tante volte, ma una volta ho avuto paura. Non mi sento più mamma”. Secondo l’attrice, la frattura familiare si sarebbe ridotta negli anni a un’unica questione: il denaro. “Io ho dato tutto quello che avevo, e comunque non andava bene. Avrei dato qualsiasi cosa per avere una famiglia del Mulino Bianco. Per anni ho fatto quello che voleva lui, a un certo punto ho detto stop”. Un mese fa, la denuncia per diffamazione ha aggiunto un ulteriore livello di conflitto. “Non ho parlato con nessun quotidiano — ribadisce Clery — invece si faceva riferimento a violenza fisica, che non c’è mai stata”. Clery ammette che per molto tempo ha provato vergogna: “Pensavo di aver sbagliato qualcosa”. Ma la solidarietà arrivata da altre donne, molte delle quali alle prese con dinamiche familiari simili, le ha dato il coraggio di raccontare ciò che ha vissuto. L'articolo “Mio figlio mi ha denunciata. Non mi sento più mamma”: lo sfogo di Corinne Clery a Verissimo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Ho cominciato fumando le canne, poi in carcere ho preso sette boccette di metadone e sono entrato in coma”: le confessioni di Achille Costacurta a Verissimo
La rinascita dopo il buio. Achille Costacurta ha deciso ancora una volta di raccontarsi senza sconti e questa volta lo ha fatto a Verissimo, nella puntata di domenica 7 dicembre, dove ha rivelato di non fare più uso di sostanze stupefacenti. Un cambiamento di vita (e di prospettiva) per il ventunenne figlio di Martina Colombari e Alessandro Costacurta, che ha vissuto anni complicati a causa delle dipendenze, tanto da essere sottoposto a sette TSO e a sfiorare la morte tentando il suicidio. Oggi le cose sono profondamente cambiate e lui è tornato a vivere e a sognare, come ha spiegato a Silvia Toffanin. ACHILLE COSTACURTA, DAI PROBLEMI COMPORTAMENTALI ALLE CANNE Ora che il passato difficile “è ormai superato”, come dice lui stesso, Achille Costacurta riesce con lucidità a riavvolgere il nastro dei ricordi e a raccontare la sua infanzia e la sua adolescenza turbolenta. Nonostante l’affetto della famiglia e una vita apparentemente perfetta, i primi problemi emergono a scuola sin da quando era piccolo: “Mi arrabbiavo se percepivo delle ingiustizie. Ho iniziato a capire che ci fossero dei problemi quando non mi hanno ammesso all’esame di terza media anche se avevo buoni voti: non mi hanno ammesso per il comportamento”, spiega il ragazzo. A quel punto inizia a cambiare scuole ma la situazione non cambia e, in prima liceo, inizia ad avvicinarsi alle sostanze: “Ho cominciato fumando le canne e sono andato avanti fino ai 19 anni”. L’ARRESTO E IL TENTATO SUICIDIO La situazione precipita negli anni del liceo, quando scatta la prima denuncia: “Mi hanno trovato un coltello e un manganello nell’armadietto della scuola ed era partita la denuncia”, ricorda. Così finisce in un istituto penale minorile dove ha trascorso un anno e sette mesi. Proprio in quel centro, Achille Costacurta si spinge fino ad un gesto estremo e tenta il suicidio: “Non ce la facevo più a stare lì: ho preso sette boccette di metadone e sono entrato in coma”. Al risveglio trova i genitori in lacrime e secondo i medici fu una specie di miracolo il fatto che fosse ancora vivo: “Io non capivo bene, sono rimasto un mese in ospedale”, confessa. IL VIAGGIO IN COLOMBIA E LA DIAGNOSI DI DISTURBO DI ATTENZIONE Con gli anni, l’abuso di sostanze diventato sempre più grave tanto che Achille Costacurta subisce sette Tso, ma le cose si fanno ancora più gravi durante un viaggio in Colombia: lì abusa di droghe e rischia nuovamente la vita e solo quando rientra in Italia decide di farsi ricoverare in una clinica in Svizzera trovando finalmentela forza di reagire. “Lì mi hanno spiegato che volevo curare i miei traumi con la droga e mi hanno aiutato a trovare una soluzione, sono stati gli unici”, ammette. Lo switch definitivo? Quando gli diagnosticano l’ADHD (il disturbo da deficit di attenzione): “Oggi prendo un farmaco per l’ADHD. Non ho più fatto uso di sostanze. Non si finisce mai di combattere per la vita: ho imparato che la cosa più importante nella vita è il tempo”. E nel suo futuro cosa vede? Sogna di aprire un centro per ragazzi disabili e il prossimo anno inizierà a studiare pedagogia all’università. L'articolo “Ho cominciato fumando le canne, poi in carcere ho preso sette boccette di metadone e sono entrato in coma”: le confessioni di Achille Costacurta a Verissimo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Mia madre è morta all’improvviso, quando me l’hanno detto pensavo fosse uno scherzo. Da domenica non riesco a metabolizzare il dolore”: Paola Caruso in lacrime a Verissimo
Paola Caruso arriva a Verissimo con il volto segnato da un dolore ancora vivo. Ospite di Silvia Toffanin, la showgirl racconta per la prima volta la morte improvvisa della madre Wanda, scomparsa pochi giorni fa. Una perdita che l’ha travolta senza preavviso, lasciandola – come dice lei stessa – “spenta”, incapace di comprendere fino in fondo ciò che è accaduto. “Mia madre è morta all’improvviso e per me si è spento tutto” esordisce Caruso. Il racconto scivola subito nel momento più traumatico: “Non mi rendo conto che non ci sia più, se n’è andata così… Ho fatto di tutto per aiutarla, per tenerla in vita. L’ho fatta operare, l’avevo appena spostata in un’altra struttura, più vicina a casa per starle più vicino”. Wanda, malata di Alzheimer, aveva vissuto negli ultimi mesi un periodo di stabilità. Nessun peggioramento improvviso, nessun segnale evidente. “Sono andata da lei il sabato, sembrava contenta”, ricorda Paola. Poi la telefonata di domenica, alle 13: “Mi chiamano e mi dicono che mia madre è morta. Ho chiuso il telefono, ho pensato fosse uno scherzo. L’avevo vista il giorno prima, era tranquilla. Mi hanno richiamato dalla clinica e mi sono sentita morire. Ho avuto un momento di buio totale”. Una notizia così devastante da rendere impossibile comunicare subito la verità a suo figlio Michele, 6 anni, che da tempo lotta a sua volta con problemi di salute importanti. “Non sono riuscita nemmeno a dirglielo. Per due giorni gli ho mentito. Avrei voluto dirglielo lunedì, quando sono andata a prenderlo a scuola, ma non me la sono sentita… Lui è stato più forte di me”. L’attrice descrive una sofferenza stratificata: il lutto inatteso, il carico emotivo degli ultimi anni segnati dalla malattia del piccolo Michele, l’assenza improvvisa della sua figura di riferimento. “Non ho ancora metabolizzato che mamma non ci sia più. Se n’è andata così, all’improvviso”, ripete. Poi aggiunge: “Sono esausta, è come se vivessi in un incubo. Non ho tempo di riprendermi da una prova che ne arriva un’altra più grande. Stanno succedendo troppe cose, troppo in fretta”. Paola Caruso era stata adottata da bambina da Wanda e da suo marito Michele, morto nel 2015. Di quella famiglia costruita con amore e determinazione conserva un ricordo tenero e radicato, che rende ancora più difficile affrontare l’assenza di sua madre. L'articolo “Mia madre è morta all’improvviso, quando me l’hanno detto pensavo fosse uno scherzo. Da domenica non riesco a metabolizzare il dolore”: Paola Caruso in lacrime a Verissimo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Mio marito certe scene si rifiuta di vederle, non vuole che gli altri uomini mi mettano le mani addosso”: le confessioni di Monica Guerritore a Verissimo
Monica Guerritore arriva a Verissimo con l’energia di chi ha attraversato la carriera, la vita e persino la malattia senza mai arretrare. “Mi sembra di stare in un frullatore”, dice sorridendo a Silvia Toffanin, mentre racconta la corsa contro il tempo degli ultimi mesi, tra tournée teatrali e il film dedicato ad Anna Magnani. È proprio a lei, alla “Lupa” del cinema italiano, che l’attrice dedica parole di gratitudine e identificazione: “Non mollo, quando dico di fare una cosa la faccio. Per me Anna è una fonte ispiratrice, soprattutto per noi donne. Con lei le donne si rispecchiano, capiscono che possono essere altro. Sotto certi aspetti mi ricorda Ornella Vanoni”. La stessa tenacia, confida, è quella che guida la sua vita quotidiana, anche quando la salute l’ha messa alla prova. Guerritore rivela infatti di essersi sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza nel pieno della tournée teatrale. Nonostante il dolore e la convalescenza, non ha interrotto gli spettacoli: “Ho continuato a lavorare nonostante i problemi di salute, perché il cielo si raggiunge con le nostre mani. È ciò che cerco di insegnare alle mie figlie”. Racconta poi la determinazione con cui è salita sul palco subito dopo l’operazione: “Mi sono operata, ho messo un busto stretto e ho ballato in Ginger & Fred”. Una scelta difficile, mitigata soltanto dal sollievo per la piena guarigione. L’attrice spiega che questa resistenza l’ha imparata in famiglia. Il padre, dice, “era un uomo disordinato”, mentre la madre rappresentava una presenza solida e coraggiosa: “Era tra le prime donne ad aver divorziato a Roma. Lei mi ha detto di concentrarmi sul lavoro, perché i sentimenti sono fatti di niente”. Un insegnamento che Guerritore porta con sé ancora oggi, nella professione come nella vita affettiva. Ed è proprio sull’amore che a Verissimo apre un capitolo intimo e ironico. Dal 2001 è legata all’avvocato e accademico Roberto Zaccaria, con il quale condivide anche il lavoro. “Il nostro è un amore maturo”, racconta. Ma non manca una vena di gelosia che, rivela, emerge soprattutto sul set: “Si rifiuta di vedere Inganno, gli dà fastidio che gli uomini mi mettano le mani addosso. Mi ha chiesto addirittura se fosse possibile cambiare le scene”. Lo stesso accadeva a teatro, quando interpretava Carmen: “Ogni sera c’erano dieci ballerini che mi mettevano le mani addosso sul palco e mi chiedeva se si poteva cambiare l’intera scena”. E ancora: “Nel comprensorio dove viviamo ci sono un sacco di signore che mi fanno i complimenti ma mio marito certe scene non vuole vederle”, dice ridendo. E aggiunge che la loro unione, anche professionale, resta una fonte continua di creatività: “Stiamo insieme anche sul lavoro e questo è molto creativo”. L'articolo “Mio marito certe scene si rifiuta di vederle, non vuole che gli altri uomini mi mettano le mani addosso”: le confessioni di Monica Guerritore a Verissimo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Non sono riuscita a dirgli delle cose prima che morisse, gli abbiamo tolto la flebo e gli abbiamo tenuto la mano fino alla fine. È stata durissima”: Rossella Brescia in lacrime a Verissimo per il papà morto di Alzheimer
“Mi manca poterlo abbracciare, non l’ho mai fatto nella vita. Non sono riuscita a dirgli delle cose, non si parlava tanto“. È con questo grande rimpianto che Rossella Brescia ha parlato per la prima volta in televisione della morte del padre, malato di Alzheimer per oltre dieci anni. Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, nella puntata del 6 dicembre, la ballerina e attrice ha raccontato i mesi difficili segnati dalla perdita del padre e, poco prima, di due care zie, morte quasi “prendendosi per mano”. Il padre di Rossella Brescia è venuto a mancare lo scorso settembre, dopo una lunga battaglia contro l’Alzheimer, una malattia che, secondo la ballerina, “ti toglie la dignità, ti toglie tutta la tua vita”. Quindi ha ricordato l’ultimo giorno, descrivendolo come un momento di profondo silenzio e condivisione familiare: “Questa volta non ce l’ha fatta, siamo stati vicino a lui fino alla fine, è stata durissima“. La decisione più difficile è stata quella di sospendere le cure non più efficaci: “Abbiamo deciso di togliere quella flebo che non aveva più effetto, gli abbiamo tenuto la mano dalla mattina fino alla sera, quando poi è andato via, non ce ne siamo nemmeno accorti”. Il suo dolore si concentra sul non essere riuscita a dirgli abbastanza, un rimpianto che la spinge a un gesto rituale: “Andiamo sempre a trovarlo. Dove è sepolto c’è una panchina, mi siedo e inizio a leggere. Era il mio fan numero uno, spero stia meglio di come stava in vita”. Se il passato recente è stato segnato dal lutto, la vita sentimentale di Rossella Brescia è stata segnata dalla rottura con Luciano Cannito, dopo quasi 20 anni insieme. La fine della relazione le ha lasciato una ferita che rende difficile ricominciare: “Forse sono io che non mi apro al mondo, purtroppo mi è successa una cosa bella tosta. Quando prendi una porta in faccia è difficile ricominciare”, ha confidato. Nonostante il desiderio di ritrovare la felicità accanto a un uomo – “Un po’ me lo auguro perché mi piacerebbe, vorrei una persona che mi sta accanto” – la diffidenza è forte. Brescia ha ammesso di essere attualmente single, con una lucidità quasi disillusa: “Non mi fido di nessuno, penso che ci sia sempre un doppio fine. Forse non ho più l’età per rischiare, voglio concretezza, piuttosto sto da sola”. Infine, ha raccontato che i rapporti con Cannito sono rimasti cordiali (“Non riesco a chiudere a livello amicale”), ma l’idea di un ritorno di fiamma è esclusa: “Non ci tornerei più insieme”. L'articolo “Non sono riuscita a dirgli delle cose prima che morisse, gli abbiamo tolto la flebo e gli abbiamo tenuto la mano fino alla fine. È stata durissima”: Rossella Brescia in lacrime a Verissimo per il papà morto di Alzheimer proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Papà Vittorio Sgarbi ha provato 2 volte a buttarsi dal terrazzo. Lo hanno chiuso a chiave in camera. Ho denunciato tutti per maltrattamenti”: la figlia Evelina a “Verissimo”
Lo aveva annunciato la scorsa settimana a “Verissimo” e lo ha fatto davvero. Evelina Sgarbi ha “denunciato tutti per maltrattamenti e circonvenzione d’incapace”. Lo riferisce lei stessa in una nuova intervista concessa al programma condotto da Silvia Toffanin in onda il 30 novembre, dove torna a parlare della propria battaglia per aiutare il papà Vittorio, che secondo lei sarebbe circondato da persone che non operano per il suo bene e non forniscono informazioni sulle sue reali condizioni di salute. Nello studio del talk di Canale 5 Evelina scende nel dettaglio a proposito dei presunti tentativi di suicidio di Vittorio Sgarbi cui aveva accennato già 7 giorni fa: “Sono voci che mi sono arrivate tempo fa. Pare che abbia cercato due volte di andare sul terrazzo e di buttarsi, infatti a un certo punto hanno messo degli scatoloni di vino per impedire che lui uscisse sul terrazzo, e lo chiudevano in camera, a volte, a chiave. Le informazioni girano e la verità viene a galla prima o poi” spiega Evelina, che riconduce questo comportamento del padre alla depressione che lo ha colpito nei mesi scorsi. Quanto invece alle terapie con il litio specifica: “Non ho la certezza che lo abbia preso, ma ti appiattisce sotto tutti i punti di vista, evidentemente appiattisce anche l’intenzione di suicidarsi. I sintomi sono tutti riportati dal suo stato”. A Silvia Toffanin che le chiede se abbia ancora intenzione di ostacolare il matrimonio tra il critico d’arte e la compagna Sabrina Colle, la giovane replica: “Mi viene quasi da ridere perché adesso pare che a Venezia non si possa più fare, il prete non li vuole sposare, perché una persona che fino a poco tempo fa è stata sotto farmaci pesanti per la psiche non può sposarsi regolarmente in Chiesa. Adesso forse il matrimonio verrà spostato ad Arpino, magari si auto-sposerà visto che lui è sindaco. Pare che l’intenzione sia di sposarsi civilmente”. A proposito del comune laziale Evelina rivela un altro episodio che le è stato riferito da “persone che stanno intorno e hanno visto”: “Ho saputo che quando è andato ad Arpino l’ultima volta l’hanno chiuso in macchina, la compagna e l’autista. Sono andati a bersi un caffè e lo hanno lasciato lì per un’oretta. Non mi stupisce, però sono stufa di queste persone. È tutta una farsa, un’ipocrisia unica. È una cosa vergognosa”. La padrona di casa domanda che cosa possa esserci dietro questa situazione: “Interessi economici” ribatte la giovane Sgarbi, che insiste: “Ancora dopo mesi non escono dati clinici sulla sua salute, perché? Visto che non c’è niente da nascondere, a quanto pare”. Di recente Vittorio Sgarbi ha presentato il suo ultimo libro anche al Tg5. Un’ospitata che la figlia commenta con queste parole: “Guarda in che stato di sofferenza è. È uno schifo. Si offenderanno persone, ma è sporco, non sta bene, fa fatica. Ma perché? Per pubblicizzare un libro? Dice sempre le stesse cose in uno stato di prostrazione, io non so dove si può arrivare. Anche basta. È una persona che non sta bene, ed è evidente la sofferenza. Sta male, va curato in un altro modo e non va esposto in questo modo per pubblicizzare un libro”. E ancora, a proposito di come agirebbero le persone intorno al padre: “È una manipolazione di informazioni, occultare cose che evidentemente hanno fatto sbagliate per cui non vogliono che si mettano le mani sia sulla sua cartella clinica sia sulla gestione delle sue cose”. Sul finire dell’intervista Evelina Sgarbi racconta che papà Vittorio ha iniziato a pagare il mantenimento alla madre “dai miei 8 o 9 anni. Per un anno non li ha più pagati, nel 2023. A riprova che gli incassi non li prende lui sui suoi conti ma li incassa la compagna e l’addetto stampa, noi dopo un anno che non prendevamo il mantenimento abbiamo anche provato a fare un pignoramento, sui conti suoi non c’era niente… Loro occultano tutto, incassano tutto con le loro società”. E si domanda: “Perché non includere anche noi? Come se avessero timore che i figli vogliano rubargli qualcosa. Siamo i suoi figli, mi sembra solo normale”. Malgrado tutto, Evelina non ha intenzione di mollare, soprattutto ora che sa di poter contare anche sul sostegno del fratello Carlo, che ultimamente si è esposto schierandosi dalla sua parte. L'articolo “Papà Vittorio Sgarbi ha provato 2 volte a buttarsi dal terrazzo. Lo hanno chiuso a chiave in camera. Ho denunciato tutti per maltrattamenti”: la figlia Evelina a “Verissimo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Ho programmato di morire. La vecchiaia è la somma di tutte le malattie, ma la peggiore è la paura di perdere la dignità”: così Diego Dalla Palma
Diego Dalla Palma ha raccontato a “Verissimo”, ieri 30 novembre, di voler porre fine alla sua vita. “La vecchiaia è la somma di tutte le malattie, ma la peggiore delle malattie nella vecchiaia è la paura di perdere la dignità”, ha dichiarato il make-up artist. Oggi 75enne Diego Dalla Palma ha in mente di non voler arrivare agli 80 anni: “Non sono stanco di vivere, ma sono preoccupato e impaurito di quell’aspetto della mia vita futura. Ho assistito al dolore di mia madre, malata di Alzheimer, e di mio padre, che soffriva di cinque malattie invalidanti, ho visto tanti amici, non voglio affrontare quel calvario”. “Non voglio suicidi assistiti e non voglio nemmeno pensare al suicidio. – ha continuato – Ho programmato di sparire. Non voglio onorificenze o proclami. Ho già scelto il posto dove andrò. Un avvocato e un notaio si stanno occupando del mio testamento”. Alla domanda di Silvia Toffanin se potrebbe cambiare idea, l’ospite ha risposto: “Non lo so”. Dalla Palma ha poi sottolineato: “Sono sempre stato un uomo tormentato, con dolori improvvisi e inaspettati. Non avrei mai immaginato di trovare la serenità nel tempo che mi resta da vivere. Bisognerebbe educare i ragazzi nelle scuole a capire la morte, in modo che non diventi un trauma. Chi mi conosce sa che è da tanto che vengo affascinato dalla morte, perché avendola incontrata in coma a 6 anni, ho percepito questa leggerezza“. Poi ha rivelato: “Durante il coma ho incontrato delle figure fluttuanti che mi davano benessere. Quando sono uscito dal coma mi sono chiuso in me stesso. Ho vissuto talmente bene in quella dimensione che ero arrabbiato per essere ritornato”. L'articolo “Ho programmato di morire. La vecchiaia è la somma di tutte le malattie, ma la peggiore è la paura di perdere la dignità”: così Diego Dalla Palma proviene da Il Fatto Quotidiano.
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