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Tantissimi muoiono per pochi ricchi che puntano all’immortalità. Ma la sanità deve valere per tutti
Il mito di Asclepio e delle sue due figlie Igea e Panacea simboleggia l’integrazione tra la cura attiva delle malattie e la prevenzione, mantenendo la salute attraverso l’igiene. Asclepio, dio della medicina, rappresenta la cura, mentre Igea è la dea dell’igiene e della salute e Panacea – il suo nome deriva dal greco ‘pan’ (tutto) e ‘akos’ (rimedio) – rappresenta la guarigione universale, specialmente tramite rimedi naturali. Insieme, queste figure personificano i diversi aspetti del percorso verso il benessere: la cura medica e il recupero (Asclepio), il mantenimento della salute e la prevenzione (Igea), e la guarigione definitiva e universale (Panacea). Zeus però nel mito fulminò Esculapio (Asclepio) perché arrivò ad essere così bravo ma anche così temerario da fare resuscitare i morti, un potere che apparteneva solo agli dei, alterando l’ordine naturale e minacciando la distinzione tra mortali e divinità. Zeus temeva che il dono di Esculapio avrebbe potuto annullare la differenza fondamentale tra mortali e dei, che è l’immortalità. Noi medici abbiamo il dovere non già di tentare di procurarci l’immortalità, ma di accompagnare ognuno di noi al meglio delle nostre possibilità a vivere nella migliore qualità di vita possibile il milione di ore (pari a circa 120 anni) cui ogni essere umano visto come entità biologica vivente è destinato. Noi siamo come delle candele che si accendono esattamente al momento del concepimento e dopo circa 6400 ore di vita intrauterina sono chiamate a consumarsi “bruciando” calore esattamente per un massimo di un milione di ore, pari a circa 120 anni. Oltre non ci è consentito andare, e mi permetto di aggiungere “per fortuna”, visto che ogni essere umano che raggiunge un potere eccezionale e innaturale, innanzitutto economico oggi fuori controllo, se avesse la concreta possibilità di essere immortale, sarebbe certamente la causa della perdita della vita di miliardi di altri esseri umani, semplicemente per mantenere il proprio potere. Sempre più violenta ed eccessiva diventa ogni giorno la diseguaglianza tra pochissimi esseri umani super ultra ricchissimi che aspirano per questo alla immortalità e tutti gli altri esseri umani, circa ormai 10 miliardi, che invece per la avidità illimitata di questi pochissimi, in quantità sempre maggiore, non riescono neanche a raggiungere una percentuale minima del milione di ore che a loro spetterebbe per volontà di Dio, di qualunque Dio sia sino ad oggi riconosciuto. Oggi Oxfam comunica ufficialmente che poche decine di ultra miliardari nel mondo, che puntano alla immortalità, detengono da soli ricchezze per oltre il 41% di tutte le ricchezze del mondo. Questo tragico divario si sta allargando, specie in Sanità, e include la ipertecnologia medica alla ricerca della immortalità ma solo per loro, specie con la ipertecnologia finalizzata al solo profitto della ricerca farmaceutica privata. A tutti noi oggi serve, e manca, una precisa filosofia che obblighi questa ipertecnologia specie in Medicina e Farmacologia a mettersi al servizio dell’Uomo e non viceversa, e di tutti gli uomini, non solo di quelli che per eccessiva ricchezza aspirano a diventare immortali magari a costo della vita di tutti gli altri. Agli inizi del Novecento il nostro amatissimo Santo Medico Giuseppe Moscati oltre alle medicine provvedeva pagando in proprio a donare pane e latte ai suoi assistiti; oggi noi medici dobbiamo assicurare innanzitutto che il pane e il latte che servono a tutti i nostri assistiti, specie in Terra dei Fuochi campana, risultino innanzitutto non contaminati e quindi avvelenati e mortali. Bioetica ambientale e Farmacosofia: l’alfa e l’omega della Sanità e della Medicina di questo terzo millennio. Oggi è necessario studiare e impegnarci a garantire la migliore Prevenzione e la migliore cura, ma a vantaggio di tutti, non solo di qualcuno. Questa è la mia scelta di vita quotidiana nel rispetto del Giuramento di Ippocrate. Ad majora, semper! L'articolo Tantissimi muoiono per pochi ricchi che puntano all’immortalità. Ma la sanità deve valere per tutti proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Il vescovo Di Donna parla dei medici dell’ambiente, ma la parola scompare dai media: meno male che qualcuno resiste
Nell’omelia del vescovo Antonio Di Donna pronunciata in Cattedrale domenica 9 novembre 2025 durante la Messa e trasmessa in diretta su Rai Uno, le parole di condanna sono state chiare e nette, ma ancora una volta non solo inascoltate – specie in questa vergognosa campagna elettorale in Campania senza Etica – ma addirittura del tutto ignorate e/o travisate dai media di regime. …Ma secondo la Scrittura, Dio abita anche nella sua Creazione. La terra è sua, è la sua casa, ma anche la nostra casa, la casa comune di cui dobbiamo prenderci cura. Purtroppo questa nostra madre, la terra, grida per il male che le provochiamo. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari, autorizzati a saccheggiarla. Ma la terra non è nostra. La terra è di Dio […] Abbiamo fatto della terra, la casa del Padre, la casa nostra, un mercato. Nuovi mercanti in questi decenni, con il silenzio colpevole di tanti, anche dello Stato, si sono introdotti nel tempio, nella casa che è la terra, per ragioni di profitto, e hanno provocato lo scempio ambientale, anche nel nostro territorio, un tempo Campania Felix. Inquinamento e smaltimento illegale dei rifiuti hanno provocato malattie e morti premature, e il crollo dell’economia agricola. Come Gesù di fronte ai mercanti del tempio, anche la nostra gente ha reagito. Soprattutto le madri coraggio, che hanno visto ammalarsi e morire i loro figli; i comitati, i medici, e le nostre chiese, le diocesi di questo territorio, e le comunità parrocchiali. Certo, questo dramma non è limitato alla nostra terra campana, ma riguarda l’intero nostro paese, l’Italia. Non esiste una Terra dei Fuochi, ma tante Terre dei Fuochi. Sversamenti, inquinamento, degrado, siti pericolosi si trovano in tutta Italia. Stando ai dati ufficiali, i siti inquinati sono 42, forse di più, e si trovano al Nord, al Centro e al Sud. Terra dei Fuochi non è un luogo, ma un fenomeno. Ma non tutto è perduto. Gli uomini, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche ritornare a rigenerare se stessi e a rigenerare la terra. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, e noi possiamo ancora cambiare rotta e rigenerare la Terra. Certo non bisogna abbassare la guardia, spegnere i riflettori. C’è da continuare ancora con la denuncia profetica, con l’opera di educazione nelle nostre comunità. Bisogna che ancora i cittadini controllino le Istituzioni, soprattutto regionali e comunali… Purtroppo, soltanto noi Medici dell’Ambiente non abbiamo taciuto e abbiamo protetto e guidato, informando e formando correttamente la stessa Chiesa, la madri coraggio, i comitati. Purtroppo soltanto chi segue con attenzione questo umile blog, come i Magistrati inquirenti e le Forze dell’Ordine, hanno potuto ricevere veramente informazioni corrette e aggiornate, addirittura sempre in anticipo, sulla reale e tragica situazione di Terra dei Fuochi in Campania che non solo non è migliorata durante i dieci anni del (mal)Governo De Luca, ma addirittura è peggiorata, come ormai acclarato non solo dalla eccezionale puntata di Report del 2 novembre ma da tutte le relazioni epidemiologiche compresa quella del Commissario Vadalà. Eppure, senza alcuna vergogna, la parola stessa “Medici” scompare oggi negli articoli di alcuni giornali di potere locali dalla omelia del Vescovo Di Donna. Nella mia bellissima vetrina vicino all’ingresso, che raccoglie tutta la mia collezione di una vita intera di soldatini dalle bellissime divise sgargianti, specie i Napoleonici, ma ponendo i Pastori del Presepe e Gesù Bambino al centro della scena ho voluto rappresentare il mondo, per indicarmi ogni giorno la scelta che devo fare quando esco da casa. So di essere peccatore e obbligatoriamente anche potenzialmente cattivo, superbo e sprezzante, ma devo sforzarmi di ricordare che per andare avanti in questa vita l’unico modo per sperare di salvarmi dal Giudizio di Dio è tentare tutto quello che posso per salvare qualcuno di quei bambini, di quelle madri coraggio e di quei ragazzi che vengono illusi con false promesse, con divise sgargianti, con musiche stupende, con liturgie meravigliose per finire ad uccidersi reciprocamente in guerre senza onore. L’unico modo per sperare di salvare questa Terra e questo mondo è offrire la propria vita, tutta la propria vita, e la propria professione e competenza, soprattutto noi Medici dell’Ambiente, per difendere la salute e la vita degli altri e dobbiamo anche riuscire a perdonare tutto il male che ci è stato fatto e si continua a fare tentando di farci scomparire e di zittirci per conquistare la Pace, che è il dono più grande che possiamo ricevere e donare, proprio perché la Pace può venire soltanto se riusciamo a sconfiggere ogni giorno la cattiveria che fa parte comunque e sempre innanzitutto di noi stessi. Ma solo se continueranno ad esistere organi di informazione realmente liberi e indipendenti come il Fatto e la trasmissione Report il nostro sacrificio quotidiano avrà un senso e potrà salvare veramente qualcuno. L'articolo Il vescovo Di Donna parla dei medici dell’ambiente, ma la parola scompare dai media: meno male che qualcuno resiste proviene da Il Fatto Quotidiano.
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