Da che mondo e mondo le occupazioni sono sempre state sostenute da qualche
partito, da qualche movimento. Nulla di strano. Anzi, nascono – almeno nella
seconda metà del Novecento – proprio dalla spinta che veniva da Sinistra. Negli
anni Ottanta – Novanta, in provincia, quando frequentavo le secondarie
cominciavano ad essere una buona occasione per scavallare la scuola. Era una
sorta di rito di passaggio anche quello: avevi la macchina, potevi firmarti la
giustifica.
Oggi cosa siano le occupazioni non riesco ancora a capirlo.
E’ senz’altro “colpa” del mio invecchiare, della mia incapacità di entrare in
frequenza con i ragazzi. Qualche mese fa, un amico preoccupato, mi ha chiamato
perché degli estremisti di Destra connotati anche religiosamente si erano
infilati nella scuola di suo figlio e avevano alzato le mani. Nei giorni scorsi
mi hanno scritto un gruppo di genitori del liceo scientifico Morgagni di Roma
animati da un sentimento di profonda preoccupazione per la situazione che si è
creata nella loro scuola a seguito dei fatti accaduti il 20 ottobre scorso e
delle diverse versioni che si sono poi susseguite, diffuse attraverso i
comunicati ufficiali della scuola, le dichiarazioni pubbliche e le ricostruzioni
giornalistiche.
Nella mattinata del 20 ottobre, con comunicazione ufficiale pubblicata nella
sezione notizie del sito istituzionale del Liceo a firma della dirigente
scolastica Patrizia Chelini, avevano appreso che nelle ore precedenti la scuola
era stata occupata e che successivamente un gruppo numeroso composto da
lavoratori (docenti e Ata) e studenti, avessero “forzato le catene e le
barricate ”, per sgomberare l’immobile ponendo fine all’occupazione.
Successivamente i ragazzi del collettivo attraverso il loro canale social e
nelle dichiarazioni giornalistiche hanno affermato di aver subito violenze
durante questo fatto.
E’ possibile che una scuola proceda autonomamente e in proprio allo sgombero
dell’immobile? Ma è quello il compito di professori e presidi: evitare
l’interruzione del lavoro? Forse non è quello di capire, di chiedersi perché
occupano? Il confronto, la gestione pacifica dei conflitti e la partecipazione
consapevole alla vita collettiva sono rimasti solo nei Ptof delle scuole? Nei
patti educativi?
[foto in evidenza d’archivio]
L'articolo Cosa sono oggi le occupazioni? Il caso del Morgagni di Roma mi fa
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