Colpo di scena. Dal 7 gennaio visitare la Fontana di Trevi, a Roma, costerà due
euro. Il ticket per accedere al monumento, il secondo più visitato della
Capitale dopo il Colosseo, sarà previsto per i turisti ma non per i residenti a
Roma, per i quali l’accesso continuerà ad essere gratuito.
Il nuovo assetto prevederà due corsie, una per i turisti e una per i romani,
delimitati da paletti di ottone e ci sarà la possibilità di pagare con la carta
di credito. “La scelta – spiega il Corriere della Sera – è stata caldeggiata
dall’assessore al Turismo e grandi eventi Alessandro Onorato e sposata
dall’amministrazione e ha come obiettivo la salvaguardia della fontana”.
L’introduzione di un ticket per la Fontana di Trevi potrebbe rappresentare per
le casse comunali di Roma un tesoretto da 20 milioni di euro, considerato che
nei primi 6 mesi del 2026 il monumento è stato visitato da oltre 5,3 milioni di
turisti, più del Pantheon nell’intero 2024.
Non è d’accordo il Codacons: “No al ticket per i turisti che vogliono accedere
alla Fontana di Trevi, ma sì ad accessi contingentati per evitare
sovraffollamenti e che venga deturpata l’area”.
“Siamo da sempre contrari alla monetizzazione di monumenti, piazze, fontane e
siti di interesse storico e culturale, – si legge nella nota diramata alla
stampa – e crediamo che istituire biglietti di ingresso a pagamento sia un danno
per i turisti, i quali devono poter godere gratuitamente delle bellezze di Roma,
anche perché spesso i soldi raccolti attraverso i balzelli imposti ai turisti
che arrivano in Italia, come nel caso della tassa di soggiorno, non vengono
utilizzati per migliorare i servizi all’utenza. Ma solo per coprire i buchi di
bilancio”.
E ancora: “Al tempo stesso occorre limitare affollamenti e turismo di massa, che
creano degrado e deturpano il patrimonio della capitale, e in tale direzione
sosteniamo gli ingressi contingentati alla Fontana di Trevi, soluzione che
permette agli stessi visitatori di godere meglio dell’area senza calche e
assembramenti”.
L'articolo La Fontana di Trevi a pagamento da gennaio: due euro per visitarla.
“Il ticket rappresenterebbe per le casse comunali di Roma un tesoretto da 20
milioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Viaggi
Il Natale non è necessariamente maltempo, neve, montagna o sci. Per chi può è
anche possibile rifugiarsi al caldo in 7 luoghi da non lasciarsi sfuggire in
giro per il mondo. Dai Caraibi alle Maldive, fino alle Seychelles, e poi ancora
Messico, il Sudafrica. Ecco le occasioni da prendere al volo.
ALLE MALDIVE, TRA SPIAGGE BOROTALCO E ACQUE CRISTALLINE
Sembrano fatte apposta per una vacanza fuori dal mondo. Alle Maldive basta
indossare maschera e pinne e immergersi a pochi metri per ammirare straordinari
fondali ricchi di coralli e pesci multicolor. A quaranta minuti di volo interno
da Malé, The Residence Maldives by Cenizaro
(www.cenizaro.com/theresidence/maldives-fm) con le sue isole di Falhumaafushi e
Dhigurah, sull’atollo di Gaafu Alifu, sono gioielli incastonati tra le acque di
cristallo della laguna. Sono state progettate in armonia con l’ambiente naturale
in cui sorgono e fondono perfettamente la tradizionale architettura maldiviana
con l’eleganza contemporanea abbinata ai più moderni comfort. Mentre le ville
sulla spiaggia si aprono su un’oasi privata a pochi passi dalla sabbia, le
lussuose overwater villa offrono l’impagabile piacere di scivolare direttamente
dal proprio deck alla laguna privata.
ALLA SCOPERTA DI MARRAKECH E DELLE PERLE IMPERIALI
L’istante in cui ci si trova per la prima volta a Marrakech nella famosa piazza,
Djemaa el-Fna, rimane nella memoria per sempre. La città rapisce per i colori, i
profumi, la frenesia delle strade, lo street food, i fumi e gli aromi. Perdersi
nelle parti meno conosciute delle Medina e in alcuni suoi quartieri, per poi
riposarsi tra i vapori degli hammam. Boscolo (https://www.boscolo.com/it/viaggi)
propone un viaggio affascinate di 8 giorni per scoprire le perle imperiali del
Marocco, visitando luoghi affascinanti come Marrakech, Casablanca, Meknes,
Volubilis, Fès e Rabat. Il tour inizia e si conclude a Marrakech, l’incantevole
“Città Rossa”, proseguendo poi verso Meknes, dove le porte monumentali
raccontano la grandiosità di un’antica capitale, per arrivare poi a Fès, custode
di tradizioni artigianali e antichi saperi, e infine a Rabat, la raffinata
capitale, che fonde eleganza moderna e fascino storico.
VACANZE ALLE SEYCHELLES IN UN PARADISO PRIVATO
Amate le acque topazio e la vegetazione lussureggiante delle Seychelles? Il
Constance Ephelia, hotel cinque stelle firmato Constance Hotels & Resorts
(https://www.constancehotels.com/it/) e certificato Green Globe Platinum, a
Mahé, vi aspetta. Incastonato tra due delle spiagge più belle di Mahé e
affacciato sul Parco Nazionale Marino di Port Launay, il resort si estende su
120 ettari di vegetazione lussureggiante e rara. Arroccate su rocce di granito
che si affacciano sul Parco, le ville in collina offrono splendide viste
sull’oceano. Una vera vacanza indimenticabile nell’Oceano Indiano da vivere su
un’isola mozzafiato, in un resort immerso nella natura con spa dove provare
trattamenti che da soli varrebbero il viaggio, e cinque ristoranti unici e sei
bar che offrono le migliori cucine locali e del mondo e servizi esclusivi su
misura.
BRAAI E MERCATINI IN SUDAFRICA
Alberi in fiore, spiagge bianche e una natura dai colori vivaci. Il giorno di
Natale in Sudafrica (https://www.southafrica.net/it/it) si pranza all’aria
aperta, magari sulla spiaggia per un picnic…e c’è una cosa che non manca mai: il
braai, il tradizionale barbecue a base di carne secca e salsicce. E mentre la
carne cuoce, ci si dedica ad attività sportive come surf, nuoto e tuffi o ci si
rilassa e si balla fino a tarda notte. A Cape Town, canti natalizi e mercatini
presso il V&A Waterfront il porto o tra i vigneti delle winelands. A nord di
Cape Town, le montagne del Cederberg, offrono un paesaggio unico e surreale,
dove canyon profondi, archi rocciosi e cieli incredibilmente stellati diventano
la cornice perfetta per un’avventura che nutre mente e spirito. Per chi ama le
sfide, il Central Cederberg Circuit regala trekking di più giorni con notti in
lodge di lusso o sotto le stelle, tra pitture rupestri dei San e panorami da
sogno.
LA CALIFORNIA: TRA STRADE ICONICHE, VETTE LEGGENDARIE E BENESSERE D’AUTORE
Terra di confine, luogo dove tutto è possibile, paese dove splende sempre il
sole la California (https://www.visitcalifornia.com/it/) è entrata
nell’immaginario collettivo come un luogo mitico capace di regalare esperienze
ed emozioni indimenticabili. L’iconica Route 66, soprannominata la “Mother
Road”, la storica autostrada americana di circa 3.940 km che collega Chicago a
Santa Monica, che si prepara a celebrare il centenario nel 2026, attraversa otto
stati è il simbolo del sogno americano. E’ possibile soggiornare in strutture
che onorano la storia, come il Pasadena Hotel & Pool, un gioiello vintage degli
anni ’20 nell’omonima città, The Georgian Hotel in stile Art Déco a Santa
Monica, oppure al Ramada Plaza by Wyndham WeHo a West Hollywood, perfetto per
chi cerca stile e autenticità lungo la Mother Road. La sua seconda anima, quella
di conquista e di sfida viene stimolata da imprese imponenti come le vette
granitiche di El Capitan nella Contea di Yosemite Mariposa o il Rubicon Trail un
percorso off-road di oltre 35 km che attraversa la Sierra Nevada, fino alla
Silicon Valley, luogo da esplorare attraverso musei interattivi.
NATALE IN CROCIERA AI CARAIBI
Explora Journeys (https://explorajourneys.com/it/it), il marchio di lusso del
Gruppo MSC, ha in programma due crociere nei Caraibi per festeggiare il Natale.
Un viaggio a bordo caratterizzato da un ritmo lento, di quiete e cura. Gli
itinerari festivi di EXPLORA I ed EXPLORA II variano dai 7 ai 17 giorni, con
scali in destinazioni come Charlotte Amalie, capitale di St. Thomas, e per
iniziare bene la giornata tuffo a Magen’s Bay, per poi esplorare mercatini e
siti storici. A Terre-de-Haut (Les Saintes, Guadalupa), un grazioso villaggio
con vicoli profilati di bouganville e casette pastello accoglie i turisti,
mentre a Bridgetown (Barbados), ricca di storia, di edifici da ammirare, di
testimonianze del periodo coloniale britannico. La bellezza della cittadina e
dei suoi 115 palazzi le ha fatto meritare il riconoscimento di Patrimonio
Mondiale dell’Unesco. Tra una tappa e l’altra, si vive la magia delle festività
a bordo delle navi, addobbate per l’occasione.
A NATALE TUTTA LA FAMIGLIA IN MESSICO
Trascorrere le feste sotto il sole della Riviera Maya e di Costa Mujeres con
Palladium Hotel Group (https://www.palladiumhotelgroup.com/it) significa vivere
un Natale tropicale tra relax, natura e allegria. Nei resort cinque stelle,
l’esperienza esclusiva in questi luoghi straordinari, trasforma ogni soggiorno
in un momento speciale: biscotti di pan di zenzero al check-in, cioccolata calda
servita in camera e una colazione in suite per chi soggiorna almeno cinque
notti. L’atmosfera si illumina con la cena di gala del 24 dicembre, tra piatti
gourmet, musica dal vivo e scenografie luminose. Struttura-gioiello, il nuovo
Grand Palladium Select White Sand, perfetto per famiglie, con un programma
Family Selection, servizi VIP e Family host dedicato.
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CAPE TOWN
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CONSTANCE EPHELIA
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MARRAKECH MINARETO DELLA KOUTOUBIA-ISTOCK
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SUDAFRICA
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MARRAKECH
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BARBADOS
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MALDIVE
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MALDIVE THE RESIDENCE
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MESSICO
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ROUTE 66
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ROUTE 66
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SANTA MONICA
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VILLA EXTERIOR
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giro per il mondo. Dai Caraibi alle Maldive, fino alle Seychelles, e poi ancora
Messico, il Sudafrica. Ecco le occasioni da prendere al volo proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Dubai ricorda un paese dei balocchi che sfuma in un orizzonte di infinite
possibilità tra le polveri del deserto. Una realtà tra opportunità e
immaginazione simile ad un investimento in Bitcoin (di cui si fa capitale
finanziaria), un valore del domani che scalza la consuetudine per aprire nuove
chance, place to be per nuovi business e tendenze. Ma oltre i sogni d’oro e i
progetti ambiziosi in divenire, la perla del Golfo si racconta con l’adrenalina
del qui ed ora, con il cuore che batte forte, il respiro che si fa ritmo e tutte
le emozioni di chi vuole mettersi in gioco per portare a casa un risultato,
grande o piccolo che sia, o semplicemente divertirsi. Il piacere dell’attività
sportiva e del benessere è il leitmotiv dell’inverno a Dubai, complici le
temperature che non superano i 30 gradi, e le giornate di sole che lasciano
spazio alle luci scintillanti delle calde notti emiratine. Una vacanza
all’insegna del movimento a 360 gradi, capace di incentivare la motivazione
personale ma anche il piacere della condivisione: sono stati 307.000 i
partecipanti alla Dubai Run, l’evento principale della Fitness Challenge 2025
che si è svolta nel mese di novembre e che ha ufficialmente aperto una stagione
ricchissima di possibilità per vivere la città e le incantevoli località
limitrofe all’insegna dell’attività fisica ma anche del relax.
DUBAI FITNESS CHALLENGE 30×30: IL VIA A UNA VACANZA ATTIVA
La prima a vivere la sfida è stata proprio Dubai, con una manifestazione mirata
a promuovere stili di vita sani e attivi per tutti, la Dubai Fitness Challenge
30×30 (ovvero 30 minuti di esercizio fisico al giorno per 30 giorni). Dal 2017
questo appuntamento richiama milioni di persone da tutto il mondo per
partecipare a numerosi eventi sportivi che si svolgono in varie parti della
città, allenamenti gratuiti, tornei entusiasmanti, sessioni guidate da esperti
ed esperienze interattive per tutte le età e abilità, la maggior parte
organizzate nei Fitness Villages della Dubai Fitness Challenge, situati in
location d’eccezione come Zabeel Park, Al Warqa Park e Kite Beach a Jumeirah,
dove spunta l’iconico hotel a sette stelle a forma di vela sullo sfondo, il Burj
Al Arab.
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GERBOU RESTAURANT (1)
Gerbou Restaurant
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SEVA CAFÉ
SEVA Café
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LA CANTEEN BEACH
La Canteen Beach
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AURA SKYPOOL (1)
Aura Skypool
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AURA SKYPOOL 2
Aura Skypool
Dall’evento principale, la Dubai Run da 10 o 5 chilometri, che invade con
migliaia di iscritti le strade principali della Downtown, con un percorso che
passa ai piedi del Burj Khalifa e di altri luoghi simbolo come le Emirates
Towers, la Dubai Opera e il Museo del Futuro, alla Dubai Ride che trasforma la
Sheikh Zayed Road, la via principale della città, in una gigantesca pista
ciclabile. Bellissime e avventurose anche le escursioni nelle vicina località di
Hatta, tra le suggestive montagne desertiche di Hajar, e l’omonima diga di
Hatta, dove praticare stand up paddle o pagaiare a bordo di un kayak circondati
da paesaggi mozzafiato, ma anche concedersi un po’ di sano relax in location
d’eccezione come Ja Hatta Fort Resort, in cui provare i migliori trattamenti
healthy & beauty, e una cucina sana e gustosa. Infine, tutta la bellezza di
ritrovare sé stessi praticando yoga, pilates o meditazione negli angoli più
suggestivi della città, per coronare un percorso di benessere per corpo e mente.
L'articolo Dalla corsa urbana allo yoga panoramico: il viaggio fitness è il
nuovo trend. Abbiamo provato un (intenso) weekend sportivo a Dubai, ecco come è
andata proviene da Il Fatto Quotidiano.
Immaginate il profumo del legno, quello di un lodge immerso in un bosco dalle
mille sfumature, e il vapore di una jacuzzi che sfuma nell’aria frizzante
dell’autunno, oppure di guardare il cielo sdraiati sul letto, all’interno di
un’intima bubble room trasparente, sopra di voi, solo una trapunta di stelle o
la neve del candido inverno. Il glamping promette magie, una tendenza sempre più
richiesta che trasforma il turismo all’aria aperta in esperienze uniche. Alcuni
lo definiscono “l’upgrade del campeggio”, un soggiorno open air di gran lusso,
lo dice la parola stessa che nasce dalla fusione dei termini inglesi “glamour” e
“camping”. Si tratta di strutture esclusive con tutti i comfort e servizi ma che
non rinunciano alla libertà di un soggiorno nella natura, in perfetta armonia
con l’ambiente che le circonda.
Il glamping è ideale per trascorrere una vacanza “wild” ma allo stesso tempo
“chic”, e in alcuni casi davvero originale. Le proposte possono variare da
struttura a struttura: le tende super accessoriate, dalle classiche paragonabili
ad una camera d’albergo, alle yurte di origine asiatica a forma circolare, ai
tipi dei nativi americani, perfette per suggestioni boho, oppure le case
sull’albero, in stile Tarzan ma con raffinati tocchi di stile e dettagli
animalier. Queste soluzioni sono indicate per la primavera e l’estate, mentre in
autunno e in inverno, l’outdoor si vive in accoglienti e in caldissimi lodge,
mobile home (anche sull’acqua), bubble room trasparenti e glass cube, ovvero
avveniristici rifugi di vetro e legno con soffitti a scomparsa, pensati per
creare una connessione speciale con la natura e guardare il cielo, spazi
privilegiati che assicurano privacy assoluta.
Proposte immersive ed entusiasmanti per trascorrere la stagione del winter
glamping, che riscrive le regole del turismo all’aria aperta rendendolo
accessibile anche nella stagione fredda. Relax e benessere (inclusi trattamenti
spa e sauna in alcuni glamping deluxe), così escursioni e attività outdoor, che
siano passeggiate per ammirare il foliage, ciaspolate o sport invernali, senza
dimenticare il buon cibo di strutture open air d’eccellenza. Un’avventura che
inizia con i toni dorati nel mese di novembre e si conclude con le ultime nevi
dell’anno che verrà. Scopriamo le proposte più originali, da nord a sud Italia.
GLAMPING IN AUTUNNO TRA FOLIAGE E RELAX AL LAGO
Le suggestioni si fanno himalayane in Valle D’Aosta, al Dalai Lama Village,
nella località di Chatillon in provincia di Aosta. Un affaccio incantevole sulla
Valle di Cervinia, splendida nelle sfumature dell’autunno. Paesaggi straordinari
da ammirare dalle “maisonette”, romantiche casette in legno perfette per coppie
e famiglie con bambini. Un’oasi di pace per rilassarsi, camminare, pedalare e
contemplare la natura, un richiamo al benessere per lo spirito ma anche qualche
coccola per il corpo al Centro Benessere Harmonia, dove ritagliarsi attimi di
assoluto relax.
Un’altra destinazione per ammirare lo spettacolo del foliage è il Parco del
Grep, ad un passo da Torino. Qui svettano maestosi ippocastani, magnifici
esemplari di sophora japonica e alberi secolari che indorano il sottobosco.
Proprio in questo eden spunta l’Agriturismo Parco del Grep, glamping unico nel
suo genere nella località di Monteu da Po, dove è possibile soggiornare in case
sugli alberi e in tende sospese. Per trascorrere una vacanza altrettanto
originale, tappa lungo la sponda veronese del Lago di Garda, al Glamping La
Rocca di Bardolino. In questa struttura si può scegliere di alloggiare
all’interno di bubble room, ovvero tende geodetiche trasparenti dal design
futuristico che consentono una perfetta connessione con la natura incontaminata,
sistemazioni accoglienti sotto le stelle, immerse tra ulivi e con affaccio sulle
placide acque lacustri. Soluzioni perfette per rilassarsi che assicurano privacy
ed intimità, tutti i migliori servizi all’interno, e all’esterno, una jacuzzi
idromassaggio riscaldata.
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GLAMPING LA ROCCA BARDOLINO BUBBLE ROOM
Glamping La Rocca Bardolino Bubble Room
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SKYVIEW CHALETS
Skyview Chalets
FESTA DI NATALE IN GLAMPING: AL LAGO, IN MONTAGNA E IN UN’OASI NATURALE
Una vacanza al lago in autunno è un’occasione bellissima per immergersi nella
serenità delle sue atmosfere, così in inverno, soprattutto quando arriva il
magico periodo di Natale. Anche quest’anno torna il Winter Glamping al Lago Idro
Glamping Boutique, la struttura open air del “lago segreto” della Lombardia.
Situato nell’incantevole cornice di Anfo in provincia di Brescia, questa
eccellenza del marchio italo-olandese Vacanze col Cuore punta tutto sulla
sostenibilità: mobile home spaziose e cube-suite con terrazza panoramica, tutte
perfettamente riscaldate e con accesso diretto al lago. Rifugi intimi, percorsi
benessere e un’area condivisa che si trasforma per le feste: aperitivi con
musica, spettacoli, mercatini natalizi e il menù del Ristorante Idro Bistrot che
propone i piatti con le primizie del territorio e della tradizione locale.
Lago Idro Glamping Boutique – Vacanze col Cuore ©Vlad Moia.jpg
La montagna e la neve restano un grande classico del periodo natalizio, ma per
trascorrerlo con un pizzico di originalità, un soggiorno allo Skyview Chalets si
trasforma in un’esperienza unica ad alta quota. Questo glamping, affacciato sul
lago di Dobbiaco in provincia di Bolzano e incorniciato dalle vette candide
delle Dolomiti, offre un soggiorno all’interno di avveniristiche glass cube con
soffitto a scomparsa, eleganti strutture di design in legno e vetro con tetto
panoramico, progettato per guardare le stelle o i fiocchi di neve scendere
lievi. Un’esperienza immersiva e all’insegna della sostenibilità: non solo le
singole strutture abitative sono eco compatibili, ma anche le proposte della
cucina incentivano i prodotti a chilometro zero, compresi i dolci di Natale!
Skyview Chalets
Dalle Alpi imbiancate all’inverno mite e dolcissimo della Campania, dove il sole
regala bellissime giornate anche nel periodo invernale. Per trascorrere
un’esperienza davvero immersiva, il NABI Resort & Glamping è il place to be per
ritrovare sé stessi, immerso nell’incantevole cornice dell’oasi naturale Laghi
Nabi a Castel Volturno, in provincia di Caserta. La struttura si distingue per
essere green e luxury al tempo stesso, ideale per rilassarsi, coccolarsi e…
fluttuare sull’acqua! Il glamping offre dei veri e propri lodge galleggianti,
oltre a tende safari bordo lago con vasca hot-tub idromassaggio. La proposta più
esclusiva è la casa galleggiante, la soluzione perfetta per le coppie che
desiderano concedersi momenti di puro relax e tranquillità all’interno di un
rifugio romantico, distante da tutto ma al centro del loro benessere. Il
glamping suggerisce inoltre numerose proposte beauty spa, e tenta i suoi ospiti
con tante delizie campane e primizie stagionali che impreziosiscono il menù del
giorno, un modo goloso per scoprire il territorio partenopeo anche in inverno, e
nel periodo delle feste, un’autentica esperienza di gusto.
L'articolo “Altro che hotel di lusso”: il glamping conquista l’Italia con bubble
room, lodge galleggianti e rifugi panoramici immersi nei paesaggi innevati. La
nostra guida proviene da Il Fatto Quotidiano.
Si parla molto in queste settimane del caro volo che coinvolge soprattutto i
collegamenti tra Nord e Sud. Non è un mistero che i prezzi degli aerei per chi è
siciliano e vive al Nord siano esorbitanti e proibitivi. Spesso infatti studenti
o lavoratori sono costretti a rinunciare a rivedere i pochi cari, nella speranza
che passi qualche giorno e i prezzi scendano.
Poi è arrivato un annuncio che, in qualche modo, dovrebbe dare uno scossone alla
concorrenza soprattutto tra le compagnie aeree. Il parlamentare nazionale Manlio
Messina, deputato catanese eletto con ex Fratelli d’Italia e poi passato al
gruppo misto, sui propri profili social annuncia la nascita di una nuova
compagnia aerea siciliana, anticipandone anche la denominazione, Etna Sky,
postando una foto di un aereo con quella che dovrebbe essere la livrea della
società.
“Quante volte avete detto ‘i biglietti costano troppo’ oppure ‘è impossibile
viaggiare’? – dice il deputato – A breve potrete smettere di dirlo e cominciare
a volare siciliano. Una nuova compagnia aerea made in Sicily con quotazioni
competitive e prezzi super speciali per i nostri conterranei. Se siete stanchi
di pagare un Catania-Milano quanto un Milano-New York allora preparatevi a
volare siciliano. Noi stiamo per decollare e voi preparatevi ad allacciare la
cintura”.
La neo-costituita compagnia aerea opererà principalmente dagli scali di Catania
e Palermo, estendendo la propria presenza anche agli aeroporti di Comiso e
Trapani, servendo così l’intera rete aeroportuale siciliana. Nel corso del primo
anno di operatività, “Etna Sky garantirà collegamenti verso le maggiori città
italiane, includendo Milano, Roma, Torino, Bologna, Pisa e Forlì“.
“Già il secondo anno si aggiungeranno collegamenti europei e internazionali – ha
spiegato a MilanoFinanza il deputato Messina – Nord America, Canada e Medio
Oriente. Il pareggio di bilancio è programmato sempre nel secondo anno di vita
della compagnia che nel giro di 5 anni punta a disporre di una flotta di 15
aerei, partendo da 4 nel primo anno”.
La data programmata per il primo volo è previsto nell’estate 2026. Un altro
periodo “caldo” per i prezzi.
L'articolo Nasce Etna Sky, la nuova compagnia aerea siciliana “con quotazioni
competitive e prezzi super speciali per i residenti”. Il primo volo in estate
proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Puntellata da infiniti negozi di souvenir, pizzerie e bar, è una sfida
percorrere via dei Tribunali, una delle strade più storiche di Napoli”.
L’incipit del reportage del quotidiano britannico The Telegraph non lascia
spazio a dubbi: la cosiddetta “disneyficazione” della città, sempre più
iperturistica, si sta rivelando un autentico boomerang, minacciando l’identità
secolare del centro storico e la vivibilità dei residenti. L’articolo inglese
inserisce Napoli in una allarmante lista di città europee – come Venezia,
Barcellona e Dubrovnik – ormai “in prima linea nella battaglia del turismo”,
costrette a subire le pressioni di flussi sempre più massicci.
Le voci intervistate dipingono un quadro dalle tinte fosche, dove la città dei
vicoli e della storia sta cedendo il passo alla logica del “parco a tema”. Il
sociologo Francesco Calicchia è lapidario: “Il turismo sta uccidendo Napoli. Il
centro storico è perduto, scomparso”. Una tesi ripresa con forza da Anna Fava,
esperta di overtourism, che parla apertamente di un “processo di
disneyficazione” in atto.
Le conseguenze dirette di questo boom, alimentato dai voli low cost e dalla
popolarità su social e serie tv (da Gomorra a Mare Fuori e i romanzi di Elena
Ferrante), sono drammatiche per il tessuto sociale, ad iniziare dagli sfratti ai
residenti: secondo quanto si legge sul quotidiano britannico, i proprietari
stanno cacciando via i loro inquilini per convertire gli appartamenti in
redditizie attività su Airbnb, un fenomeno che ha causato un incremento del 40%
degli affitti negli ultimi 10 anni. A rendere il quadro ancora più complesso è
il fatto che sul business degli affitti, scrive The Telegraph, avrebbe messo le
mani anche la camorra.
Neanche a dirlo poi, le botteghe tradizionali vengono “sostituite da ristoranti
in fotocopia che sfornano pizze e servono limoncello”. Livia, 79 anni, racconta
il centro storico come una zona ormai off limits per i napoletani stessi e la
situazione è talmente grave che Ugo Rossi, professore di geografia economica,
parla di una “minaccia esistenziale per i residenti, in grado di erodere un
tessuto sociale che si è sviluppato nel corso di secoli erodendo la stessa
identità di Napoli”.
Tuttavia, il reportage riconosce che il boom ha radici anche nella capacità
della città di risolvere problemi storici (come la crisi dei rifiuti) e che
“sebbene i membri della camorra continuino a spararsi e accoltellarsi a vicenda
in sanguinose vendette, il livello generale di criminalità è diminuito”. Non
mancano, inoltre, le voci ottimiste tra i napoletani, quelle che temono di
“uccidere la gallina dalle uova d’oro“, come Vito, barista: “Napoli sta
cambiando e il turismo ci sta portando grandi benefici”, dice. E il tassista
Antonio, 55 anni, aggiunge: “Così tanta gente fa bene alla città, il turismo è
l’unico settore economico florido”. Di fronte a questa pressione, il sindaco
Gaetano Manfredi, che ha rifiutato un’intervista con l’inviato, ha incaricato
l’assessora al turismo Teresa Armato di intervenire. L’assessora dichiara che si
stanno “monitorando” gli affitti a breve termine e sono in via di adozione
“misure per riservare alcune case popolari a gruppi a basso reddito come gli
studenti”.
L'articolo “Napoli si sta Disneyficando, ormai è un parco a tema più che una
città”: il reportage choc del Telegraph proviene da Il Fatto Quotidiano.
Si avvicina il weekend dell’Immacolata ed è un’ottima occasione per dedicarsi ad
un assaggio di vacanza invernale prima delle feste natalizie e godersi
finalmente qualche giorno di relax. Ecco 10 idee tra mercatini di Natale, città
d’arte, crociere al caldo e piste da sci.
A LIONE A FESTEGGIARE LA LUCE
Per il ponte dell’Immacolata Lione è bellissima ed è nel suo momento migliore.
Torna la Festa delle Luci che si svolge ogni anno a inizio dicembre ed è
l’occasione giusta per riscoprire la città sotto un punto di vista artistico, in
un’atmosfera gioiosa e di festa prenatalizia. Quest’anno la manifestazione si
svolgerà dal 5 all’8 dicembre, e come sempre la città si accenderà in
un’esplosione di luci e colori: le vie, le piazze e le facciate dei monumenti
più importanti accoglieranno le installazioni artistiche realizzate da artisti,
designer e video maker.
WEEKEND A FIRENZE TRA ARTE E BUON CIBO
È una delle città più amate d’Italia, un posto in cui tornare e ritornare più e
più volte. E per le feste si illumina di un fascino incredibile. Culla del
Rinascimento, Firenze è tappa imperdibile per chi ama l’arte: dalle Gallerie
degli Uffizi a Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco che presentano Beato
Angelico, straordinaria mostra dedicata all’artista simbolo dell’arte del
Quattrocento, (fino al 25 gennaio 2026), alle boutique di via Tornabuoni – qui
in piazza Santa Trinità, Palazzo Bartolini Salimbeni ospita la collezione
Roberto Casamonti con opere dagli anni ’60 agli inizi del XXI secolo (da
Schifano a Boetti, da Mirò a Basquiat, da Warhol a Christo). Ogni via racconta
una storia, custodisce un segreto che rende magica questa città, ma ancor più
speciale se a fine giornata ci aspetta un luogo capace di accoglierci e di farci
sentire a casa, come all’Hotel Brunelleschi -della Collezione Em – , rifugio
esclusivo dove ritrovare il piacere del tempo lento, nel centro storico, a pochi
passi dal Duomo. È un boutique hotel a conduzione familiare, sorto all’interno
della Torre della Pagliazza – la più antica torre bizantina di Firenze – e di
una chiesa medievale, con 96 camere, alcune con jacuzzi e vista sul Duomo.
L’esperienza gastronomica è affidata allo chef stellato Rocco De Santis: il due
stelle Santa Elisabetta e l’Osteria Pagliazza, reinterpretano la tradizione
toscana in chiave contemporanea. In hotel un museo privato con i resti
archeologici della torre.
L’INCANTO DEI MERCATINI IN ALTO-ADIGE
Se c’è una destinazione che più di ogni altra rappresenta la magia del Natale,
quella è sicuramente il Trentino-Alto Adige. A Trento le piazze principali si
colorano di bancarelle dove si possono trovare prelibatezze locali, oggetti
d’artigianato, decorazioni fatte a mano e giocattoli in legno. Più a nord,
Bressanone accoglie con il mercatino allestito nella splendida Piazza Duomo, in
cui il barocco delle facciate si unisce alla tradizione altoatesina. Le casette
propongono prodotti di artigianato artistico e specialità gastronomiche locali.
La città è anche celebre per lo spettacolo di luci e musica che si svolge
all’interno del cortile del palazzo vescovile. A Merano, gli espositori si
snodano lungo il fiume Passirio, tra eleganti architetture liberty e profumo di
mandorle tostate. E Bolzano con il suo Christkindlmarkt, il tradizionale
mercatino di Natale più antico in Italia, in piazza Walther, il “salotto buono”
della città. 93 i tradizionali chalet di legno con specialità gastronomiche e di
artigianato artistico: dolci, vin brulé, speck e salumi, frittelle, succo di
mele e strudel, ma anche ceramiche, ricami angioletti e presepi di vetro.
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1 LIONE @ L. DE AMICIS
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PLACE BELLECOUR, FAMOUS STATUE OF KING LOUIS XIV BY NIGHT
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2 FIRENZE CATHEDRAL
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2 FIRENZE HOTEL BRUNELLESCHI
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3 BOLZANO MERCATINO DI NATALE DI BOLZANO_IDM ALTO ADIGE_ALEX FILZ (7)
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3 VIPITENO MERCATINO DI NATALE DI VIPITENO_IDM ALTO ADIGE_ALEX FILZ (2)
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4 ROMA 1
ROMA ILLUMINATA TRA PASSEGGIATE, BUONA TAVOLA E NOTTI MAGICHE
Ponte dell’Immacolata a Roma? Perché no? E’ sempre una buona scusa per visitare
la città che, in questo periodo è ancora più magggica! Tante sono le iniziative
in questi giorni che precedono il Natale, si va dalle feste per i bambini, ai
concerti natalizi, a un cocktail esclusivo fino a un’esperienza immersiva…Dove?
A La Ménagère, uno spazio storico, a pochi passi da Piazza di Spagna, che si
presta a palcoscenico tra il fascino senza tempo della Roma storica e la
modernità del locale iconico di Firenze La Ménagère, che dal 1896 ha saputo
evolversi diventando un punto di riferimento per gli amanti del cibo, del design
e della cultura italiana. Quando si entra in questo luogo, si è circondati da
mille profumi avvolgenti che trasportano l’ospite in un universo sensoriale:
odori delicati di fiori freschi multicolori. Qui, ogni dettaglio è studiato
minuziosamente, e tutto intorno c’è bellezza. In linea con il concept della sede
storica di Via de’ Ginori a Firenze, anche a Roma la cucina segue la stessa
filosofia, portando con sé una creatività che si traduce in piatti ranati,
preparati con ingredienti freschi e di altissima qualità. Il concept
gastronomico di La Ménagère a Roma sarà una proposta versatile, che
accompagnerà gli ospiti dalla colazione al dopocena. E sotto le feste natalizie
“brunch speciali” dove è possibile combinare sia il dolce che il salato con
piatti tradizionali e idee creative. L’indirizzo da segnarsi per notti da sogno
è Portrait Roma nel cuore della capitale, un boutique hotel 5 stelle, insignito
delle 5 stelle Forbes, eccellente rappresentazione di raffinatezza e continuità
estetica degli alberghi Ferragamo, firmati tutti dall’architetto Michele Bönan.
L'articolo Ponte Immacolata 2025, 10 idee di viaggio da prenotare con il Travel
Tuesday: dalle luci di Lione alle piste del Monterosa e la magia dei boschi del
Friuli proviene da Il Fatto Quotidiano.
Le “dupe destinations” sono sempre più note ai viaggiatori curiosi in cerca di
alternative, che non disdegnano la tranquillità, e perchè no? Anche il
risparmio. Si parla spesso di overtourism, fenomeno che interessa alcune mete
particolarmente gettonate per effettiva bellezza ed importanza, come capitali,
città d’arte, parchi naturali o siti storico-archeologici, gioco forza
l’attrazione di grandi numeri che potrebbero essere gestibili con pratiche
soluzioni contingentate. Altre destinazioni sono invece fagocitate da mode del
momento, complici serie televisive, social network, oppure angoli e paesaggi che
il gergo 2.0 definisce “instagrammabili”. Infine, alcuni luoghi sono molto
richiesti per poca conoscenza di valide alternative, ed è proprio in questo caso
che entrano in gioco le “dupe destinations”.
Vengono definite “destinazioni copia” per l’effettiva somiglianza a mete più
famose, ma questo termine non rende giustizia alla loro unicità. Oltre a offrire
un risparmio economico, sono l’ideale per vivere esperienze originali e curiose,
con meno folla ma più interazione con le comunità locali, un incentivo al
turismo responsabile. Bucarest per esempio la chiamano la “Parigi dell’est” e il
suo arco di trionfo sembra una riproduzione in miniatura della ville lumière, ma
potrebbe sorprendervi per il suo fascino autentico, così Lubiana, con i canali
che ricordano Venezia, ma con una verve tutta slovena e prezzi contenuti. Girona
è una piccola città gioiello dallo spirito catalano, proprio come Barcellona,
mentre Galway è un frizzante centro universitario con la musica nel sangue come
la sua capitale Dublino, ma dalle dimensioni più contenute. Quattro destinazioni
per un weekend romantico o divertente in vista del periodo natalizio, quando le
città si vestono per le feste.
BUCAREST E LUBIANA, DUE ROMANTICHE ALTERNATIVE A PARIGI E VENEZIA
Bucarest è una rivelazione, e se imbiancata di neve, una vera magia. Il ponte
dell’Immacolata o le prossime vacanze di Natale invitano a scoprire la capitale
della Romania, facilmente raggiungibile con voli low cost dall’Italia. Una città
che può davvero stupire, e non solo per la somiglianza a Parigi, complici le
eleganti architetture, i viali alberati e l’ “Arcul de Triumf”, simbolo
cittadino costruito per commemorare la partecipazione vittoriosa del Paese alla
Prima Guerra Mondiale, così l’elegante Palazzo presidenziale di Cotroceni che
ricorda lo stile francese per gli eleganti saloni. Il quartiere della città
vecchia di Bucarest è come un libro aperto che racconta la sua forte identità
forgiata dalla storia: tra gemme di architettura neoclassica e art nouveau
affiorano ancora i graffi del passato dittatoriale e la pianificazione
urbanistica della seconda metà del ‘900. Merita una passeggiata il quartiere
Lipscani, così chiamato per i mercanti di Lipsia che nel medioevo insediarono le
loro fortune nella terra di Valacchia. Questa parte della città testimonia un
fiorente passato commerciale ma anche una realtà viva e frizzante in un
susseguirsi di locali, bar e ristoranti vestiti di tutto punto per le feste. Da
non perdere i mercatini di Natale in Piazza dell’Università e in Piazza della
Costituzione, per fare qualche acquisto di artigianato, prodotti locali, e
assaggiare il “cozonac”, un pane dolce ripieno di noci o frutta candita tipico
del periodo.
Anche Lubiana è tutta da scoprire. Alcuni associano la capitale slovena a
Venezia per i canali che l’attraversano, ma questa città è molto più di una
“dupe destination”, è una vera rivelazione con meno di 300.000 abitanti ma con
l’identità di una metropoli. Cosmopolita e funzionale, ricca di proposte ed
eventi, e soprattutto “green”. Non a caso è stata definita una dei centri “più
smart” d’Europa per l’alta percentuale di trasporti pubblici elettrici, strade
pedonali e aree verdi che coprono il 60% del territorio urbano. Niente male per
essere una meta ancora poco conosciuta, vegliata dall’imponente Castello di
Lubiana di origine medievale e ricostruito nel XVI e XVII secolo in seguito al
terribile terremoto del 1515. Il maniero visse tante vite: da tenuta degli
Asburgo, a caserma militare, e da fine ‘800 sino alla fine della Seconda Guerra
Mondiale penitenziario, oggi luogo della cultura che ospita concerti, mostre e
spettacoli. La città stessa visse diverse primavere: a partire dagli anni Venti
fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale venne ridisegnata dal famoso
architetto ed urbanista Jože Plečnik, le cui opere si distinguono in tutto il
centro. Un segno caratteristico della capitale sono i ponti che attraversano il
Fiume Ljubljanica, come il Ponte dei Draghi, vegliato da quattro figure, le
stesse dello stemma di Lubiana, città che secondo la mitologia venne fondata da
Giasone, l’eroe greco che uccise il drago. Ed è proprio lungo la promenade che
costeggia il fiume che nel periodo natalizio vengono installate le bancarelle
dei mercatini di Natale, così nelle piazze principali. Impossibile resistere ai
chioschetti dove vendono i famosi “Poticail”, dolcezze preparate con un impasto
arrotolato e farcito con vari ripieni. Consiglio da appuntare: il classico del
Natale è quello alle noci.
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GALWAY DANIEL ZBROJA UNSPLASH
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GIRONA CHRISTIAN HESS ARAYA UNSPLASH
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BUCAREST UNSPLASH
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LUBIANA EMMANUEL CASSAR UNSPLASH
GIRONA E GALWAY, DUE PROPOSTE DOVE DIVERTIRSI IN ALTERNATIVA A BARCELLONA E
DUBLINO
Girona ha l’animo frizzante di Barcellona e, allo stesso modo, offre uno
spaccato di vita della Catalogna, comunità autonoma fortemente identitaria della
Spagna. Il capoluogo della Costa Brava merita di essere visitato anche in
inverno, una città da svelare, sospesa tra il mare e la montagna, protetta dai
Pirenei che dominano il territorio. Più piccola, economica e con meno folla
rispetto alla metropoli di Gaudì ma con la stessa bella energia e una movida che
anima il giorno e la notte anche in questa stagione. Manca la Sagrada Familia,
ma spuntano altre interessanti opere architettoniche e monumenti che la rendono
preziosa, come la Cattedrale dedicata a Santa Maria, visibile da ogni punto
della città. Incantevoli le case colorate e pendenti che affacciano sul Fiume
Onyar, le “Cases Penjades” che ricordano quelle di Firenze sul Fiume Arno.
Diversi ponti attraversano lo scorrere del fiume ma a distinguersi è quello di
“Les Peixateries Velles”, costruito nel 1877 dalla società Gustave Eiffel.
Un’altra curiosità architettonica di Girona sono le architetture in stile
“noucentisme” progettate e realizzate dal maestro Rafael Masó, in
contrapposizione al celebre movimento del Modernismo di Barcellona. La Rambla
invece accomuna le due città, la via pedonale piena di negozi e bellissima nel
periodo delle feste. Da non perdere anche il centro storico, il Barri Vell,
circondato da antiche mura: qui si trova il simbolo di Girona, la “Lleona”, la
statua raffigurante una leonessa che, secondo la tradizione, toccarla porta
fortuna! Bellissimo anche il Quartiere Mercadal dove a Plaça de la Independència
vengono installati i mercatini di Natale. Qui è possibile trovare articoli da
regalo realizzati da artigiani locali, e tante statuine per il presepe: tra i
vari personaggi spicca all’occhio il “caganer”, la curiosa rappresentazione di
un contadino accovacciato con i pantaloni abbassati. Si tratta della figura più
irriverente del presepe catalano, un vero e proprio simbolo di fortuna e
prosperità per l’anno nuovo.
Anche Galway saprà sorprendervi. La vivace città universitaria spunta lungo la
costa occidentale dell’Irlanda, opposta a quella di Dublino. Questa destinazione
è una bellissima alternativa alla capitale non solo per posizione geografica, ma
anche per vivere il brio irlandese, fatto di buona musica e pinte ricolme di
“stout”, la tipica birra scura e corposa, e magari qualche assaggio di ostriche,
un vezzo culinario di una città che affaccia sull’Oceano Atlantico. Nel centro
di Galway sono numerosi i pub storici che spuntano tra gli edifici colorati, pit
stop dove divertirsi e rilassarsi in perfetto mood irish, ascoltando concerti
dal vivo come al Tigh Neachtains, il pub più antico e variopinto della città. La
musica fa parte dell’identità di Galway: oltre alle session nei locali, le
melodie impazzano in ogni angolo grazie al talento dei musicisti di strada. La
musica è un’arte che le appartiene ma non è l’unica a renderla così speciale.
Questa perla irlandese è stata Capitale Europea della Cultura nel 2020, e
continua a distinguersi nel panorama delle destinazioni più “dotte” d’Europa, ma
allo stesso tempo rivela un’atmosfera rilassata e un po’ bohémien, con luoghi
simbolo imperdibili, dal Lynch’s Castle, uno dei palazzi medioevali meglio
conservati del Paese, alla Chiesa di St Nicholas. Irrinunciabile una passeggiata
in centro tra William Street e Shop Street impreziosite dagli addobbi di Natale,
così a Eyre Square dove vengono allestiti i mercatini di Natale e persino la
Grotta di Santa Claus. Mille luci e buona musica, così un brindisi da
accompagnare ad un “Yorkshire pudding wraps”, simile ad una piadina con
ingredienti da scegliere, un must dello street food locale che delizia le feste.
L'articolo “Dupe destinations”, cosa sono le “destinazioni copia” più economiche
(ma sempre instagrammabili): dall’“Arcul de Triumf” al posto dell’Arco di
Trionfo all'”altra” Venezia, la nostra guida proviene da Il Fatto Quotidiano.
Michil Costa è cortese, attento, elegante. Sembra essere amato da tutti. Lo
capisci entrando con lui negli spazi dei suoi hotel: in cucina, in sala, tra i
salotti della hall. Tutti lo salutano: “Buongiorno, signor Michil”, “Buonasera,
signor Michil”. E lui ricambia, col sorriso e uno scambio di parole. Una donna
che lava i piatti si ferma vedendolo entrare in cucina, lo guarda, si tocca il
cuore. È un gesto semplice, ma traduce la gratitudine per la dignità che lui sa
dare anche al lavoro più umile. In questa normalità si vede la sua idea di
ospitalità: stare dentro le cose, non solo dietro una scrivania a impartire
direttive.
Nato a Corvara nel 1961 Michil Costa è cresciuto tra tavoli, valigie e montagne.
Figlio di albergatori ha trasformato quel mestiere in una visione culturale. Per
lui l’ospitalità non è un servizio, ma piuttosto un gesto civile. Oggi insieme
alla sua famiglia guida nelle Dolomiti l’Hotel La Perla di Corvara, il Berghotel
Ladinia e il Bio Alpine Hotel Gran Fodà; in Toscana l’Hotel La Posta di Bagno
Vignoni. È presidente della Maratona della Dolomiti, evento simbolo di un
turismo lento e rispettoso dei luoghi. Nel 2007 ha fondato la Costa Family
Foundation, nata per trasformare l’ospitalità in atto di responsabilità concreta
verso le persone, i luoghi e le comunità più vulnerabili. La Fondazione si
occupa di sviluppare, in Italia e nel mondo, progetti sull’educazione, la salute
e l’ambiente con un approccio trasparente e di lungo periodo. È autore di
FuTurismo. Un accorato appello contro la monocultura turistica (Raetia, 2025),
libro alla seconda edizione, con prefazione di Massimo Cacciari, che propone un
modello alternativo di sviluppo del turismo fondato sulla responsabilità
dell’ospitalità e sul legame con il territorio.
Michil Costa, lei dice che essere albergatore è un atto culturale. È possibile?
Dipende dal tipo di impresa. A me piace un modello di imprenditoria che mi
faccia stare bene e che faccia del bene anche ai nostri collaboratori. Mi
interessa più fare le cose fatte bene con la certezza dei valori che tentiamo di
mettere in atto ogni giorno piuttosto che guadagnare tanti soldi.
Da dove nasce quest’idea di ospitalità?
Dai greci. L’ospitalità per loro era sacra, era xenia: un dovere morale verso lo
straniero. Poi dall’umanesimo, che ha rimesso l’uomo al centro (anche se ora è
troppo al centro e pensa di essere l’unico essere vivente sul Pianeta Terra).
Mio padre mi ha insegnato che un tempo si offriva un tetto, un pane, un calice
di vino. Era un gesto di civiltà, non di business. L’ospitalità è politica
perché riguarda come trattiamo l’altro, come costruiamo comunità. Se fatta bene,
inoltre, diventa anche economicamente sostenibile.
Che cosa è stato perso di quest’ospitalità?
Abbiamo perso la gratuità del gesto. L’industria turistica ha trasformato tutto
in prodotto, in servizio standardizzato. Abbiamo perso il tempo dell’incontro,
la curiosità verso chi arriva. Oggi contiamo il numero di notti, non più storie.
Ottimizziamo margini, non relazioni. L’ospitalità originaria era disinteressata.
Accoglievi perché era giusto, non perché dovevi riempire camere o aumentare
l’EBITDA.
Lei parla di turismo dominato dagli algoritmi.
Oggi non scegliamo più, bensì veniamo scelti. Gli algoritmi decidono cosa
vediamo, dove andiamo, cosa ci piace prima ancora che lo scopriamo. Il viaggio
diventa prevedibile, omologato. Tutti fotografano lo stesso tramonto, mangiano
nello stesso ristorante “consigliato”. Per restituire libertà serve coraggio:
spegnere il telefono, perdersi, fidarsi del caso, parlare con le persone. La
sorpresa nasce dall’imprevisto, non dalla lista delle “migliori dieci cose da
fare”.
L’overtourism è un problema tanto in Alta Badia quanto in Val d’Orcia.
Serve un patto chiaro tra comunità e visitatori. Chi viene deve capire che entra
in uno spazio vivo, non in un parco tematico. E chi accoglie deve avere il
coraggio di dire basta quando è troppo. Servono numeri chiusi, regole condivise,
stagionalità rispettate. L’identità si tutela quando chi vive in un luogo non
viene schiacciato da chi lo attraversa. L’accoglienza vera non è quantità. È
reciprocità.
Ha proposto di prenotare l’Italia con sette anni d’anticipo. È solo una
provocazione?
È una provocazione con una verità dentro. Se per andare in Giappone o in certi
ristoranti stellati prenoti con un anno d’anticipo perché l’Italia deve essere
sempre disponibile, sempre facile? Sette anni è esagerato, certo, ma l’idea è
quella di restituire valore attraverso il tempo. Quando una cosa è troppo
accessibile, perde significato. Non voglio escludere nessuno, voglio che chi
viene a visitare l’Italia sia davvero pronto a incontrare il nostro Paese, non
solo a consumarlo.
Ha detto anche che oggi l’Italia non è più sexy.
Sì. Quando tutto è a portata di clic, tutto perde mistero. L’Italia è
bellissima, ma è diventata scontata. Arrivano 60 milioni di turisti l’anno,
molti fanno il mordi e fuggi. Non c’è più desiderio, solo consumo. La bellezza
va conquistata, va preparata, va meritata. Non per elitismo, ma perché così la
apprezzi davvero. Per vedere l’Isola di Montecristo devi prenotare con mesi
d’anticipo e ci sono numeri chiusi. Per andare al concerto di Capodanno di
Vienna “fai la lotteria” e aspetti. Quando finalmente ci arrivi, ha un altro
valore.
Oggi una foto del viaggio conta più del viaggio stesso?
Sì. E così si perde tutto. Si perde la profondità, l’emozione vera, la
trasformazione. La foto è un simulacro, non un’esperienza. Quando cerchi solo lo
scatto perfetto non guardi davvero, non ascolti, non senti. La bellezza ha
bisogno di tempo, di silenzio, di presenza. L’incontro con la cultura è fatica,
è confronto, è mettersi in discussione. La foto è istantanea e superficiale.
Torni a casa con la gallery piena e il cuore vuoto.
Qual è la prima regola di un albergatore?
Trattare ogni ospite come vorresti essere trattato tu quando sei straniero,
stanco, lontano da casa. È una regola semplice ma dimenticata. Prima di pensare
ai servizi, alle stelle, al fatturato, c’è la reciprocità. Mettersi nei panni di
chi arriva. Il resto viene dopo, ma senza questa base non c’è vera accoglienza.
Lei ha studiato filosofia buddista.
Mi ha dato una bussola etica: fare impresa con consapevolezza. Il buddismo mi ha
insegnato a guardare oltre il profitto immediato, a costruire qualcosa che abbia
senso nel lungo periodo. Non è solo meditazione o filosofia astratta, è un modo
concreto di prendere decisioni, più orientato ai valori che al mercato.
Lei parla spesso di conduzione familiare. Ma come si preserva questa misura
quando il suo gruppo cresce e l’Hotel La Posta raggiunge le cinque stelle?
È la sfida più grande. Le cinque stelle sono un riconoscimento, non un
traguardo. La misura si preserva mantenendo una visione chiara: crescere solo se
la qualità rimane intatta, altrimenti fermarsi. Significa scegliere i
collaboratori giusti, dare loro fiducia e responsabilità, costruire una cultura
aziendale solida. Non è facile ma è bello. E questo è l’unico modo per non
tradire l’idea originaria di quello che vuoi essere.
L'articolo “L’Italia non è più sexy, il turismo è malato di algoritmi e selfie:
si dovrebbe prenotare con sette anni d’anticipo per visitarla”: l’intervista a
Michil Costa proviene da Il Fatto Quotidiano.
La città più popolosa al mondo? Giacarta, poi seguono Dacca e Tokyo. Questo
afferma il rapporto World Urbanization Prospects 2025: Summary Results,
pubblicato di recente dal Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle
Nazioni Unite. In linea generale le città, ovvero quello che il rapporto
definisce “un ambiente tipicamente urbano”, ospitano il 45% della popolazione
globale ovvero 8,2 miliardi di persone. Dal 1950 il numero di persone che vivono
nelle città è più che raddoppiato e guardando in prospettiva le stime degli
esperti dicono che due terzi della crescita demografica globale sarà nelle
città. Il dato più interessante rimane però quello della classifica delle
megalopoli, le aree urbane con almeno 10 milioni di abitanti.
Nel 1975 le megalopoli erano 8, oggi 33, di cui 19 sono solo in Asia. Infatti la
città più popolosa sul pianeta Terra risulta Giacarta, in Indonesia, con quasi
42 milioni di residenti. Al secondo posto c’è Dacca, in Bangladesh, con quasi 40
milioni e terza Tokyo (Giappone) con 33 milioni. Tra le prime dieci megalopoli
la prima non asiatica è Il Cairo (Egitto). Mentre fanalino di coda – per modo di
dire – al 100esimo posto delle megalopoli c’è Jeddah, in Arabia Saudita, con
4,284 milioni di abitanti. Dulcis in fundo: entro il 2050, dicono ancora gli
esperti, è probabile che le megalopoli saliranno a 37 con l’inserimento di città
come Addis Abeba (Etiopia), Dar es Salaam (Tanzania), Hajipur (India) e Kuala
Lumpur (Malesia) pronte a varcare la fatidica soglia dei 10 milioni di abitanti.
L'articolo Quali sono le città più popolose al mondo? Tokyo nella top 3, ecco la
classifica completa dell’Onu proviene da Il Fatto Quotidiano.