Manca la neve? Usiamo l’elicottero. Così hanno pensato sul Monte Bondone, in
provincia di Trento, visto che una concomitanza di cause atmosferiche aveva
creato problemi alle piste proprio durante il “ponte dell’Immacolata”. Qualche
scialpinista se n’è accorto, ha registrato un video e la notizia è arrivata
all’attenzione delle associazioni ambientaliste che hanno firmato una dura presa
di posizione.
La dichiarazione porta le firme di Extinction Rebellion Trentino, Wwf Trentino
Alto Adige, Circolo di Trento di Legambiente, Rete Climatica Trentina, Italia
Nostra – sezione trentina, Lipu sezione di Trento, Associazione per l’Ecologia,
Yaku, L’Ortazzo, Enpa del Trentino sezione di Rovereto, Acque Trentine, Mountain
Wilderness Italia: “E’ stato superato il limite: si tratta di un segnale
gravissimo e di un precedente pericoloso. Mentre il clima cambia sotto i nostri
occhi (oggi lo zero termico ha toccato i 3.500 metri), la risposta non può
essere quella di bruciare carburante per trasportare neve artificiale su una
montagna che, semplicemente, in quelle condizioni non può garantire ciò che
garantiva un tempo”. Hanno poi spiegato: “L’intervento è durato quasi 4 ore e ha
comportato l’emissione in atmosfera di almeno una tonnellata e mezzo di anidride
carbonica. La necessità di aprire almeno il 50 per cento delle piste per non
perdere clienti durante il ponte dell’Immacolata non può diventare un
lasciapassare per interventi che ignorano ciò che la montagna ci insegna da
sempre: la cultura del limite”.
La replica è venuta da Fulvio Rigotti, presidente di Trento Funivie: “Non c’è
stata altra scelta per alcune condizioni particolari che si sono verificate
negli scorsi giorni: abbiamo salvaguardato l’indotto della montagna. I danni
economici sarebbero stati molto maggiori e prolungati nel tempo. Trasportare la
neve accumulata dal Canalon al Palon avrebbe richiesto troppo tempo e numerosi
viaggi. In questa situazione di emergenza e nella necessità tanto di rispettare
gli accordi quanto di avere un’offerta di livello per il ponte dell’Immacolata,
si è reso necessario utilizzare l’elicottero”. È sempre una questione di soldi.
Secondo la stima di Rigotti, “il costo dell’elicottero per un paio di ore di
volo e di trasporto neve è stato di circa 6mila euro a fronte di un danno
quantificato in oltre mezzo milione tra skipass e indotto generale”.
Si tratta di un tema ambientale molto serio, come sta dimostrando anche la corsa
alla creazione di bacini artificiali e la moltiplicazione degli impianti di
innevamento, per le Olimpiadi Milano Cortina 2026. Mountain Wilderness ha
allargato l’orizzonte della critica. “Il percorso partecipato che aveva portato
al piano di gestione del patrimonio naturale Unesco delle Dolomiti si era chiuso
con un impegno chiaro: stop ai voli turistici sugli ecosistemi più fragili delle
Alpi. In attesa di una normativa nazionale più severa anche Veneto e Friuli
Venezia Giulia avrebbero adottato le stesse tutele già previste dalle Province
di Trento e Bolzano. A garantirne il rispetto doveva essere la Fondazione
Dolomiti Unesco. Oggi possiamo dirlo senza mezzi termini: quelle promesse sono
state tradite”. Non è solo questione di neve portata con l’elicottero. “La
Fondazione ha lasciato campo libero a ogni abuso. Sulle Dolomiti si vola come e
quando si vuole, senza controlli, senza limiti, senza alcun rispetto per la
fauna, per il diritto al silenzio, per chi vive e cammina in queste montagne. In
Trentino e in Veneto – dal Monte Bondone a Cortina – si arriva a portare neve in
quota con l’elicottero. In Alto Adige continuano i voli di eliturismo da
Corvara, e talvolta da Ortisei o passo Gardena, in violazione della stessa legge
provinciale. È la fotografia di un territorio dove l’arroganza umana sembra non
conoscere confini”. Appello finale: “Chiediamo che la montagna torni ad essere
ciò che è: un bene comune, non un parco giochi per elicotteri”.
L'articolo Elicottero trasporta neve in quota per le piste da sci del Monte
Bondone: “Superato il limite”. Il video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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A pochi giorni dalla festa di Santa Lucia, una letterina affidata a dei
palloncini è precipitata in un frutteto vicino a Volano, in Trentino,
riaccendendo il dibattito tra tradizione e rispetto dell’ambiente. A segnalarlo
— riferisce il Corriere della Sera — è stato un cittadino che, trovando i
palloncini ancora legati al biglietto tra i filari di un vigneto, ha denunciato
l’episodio sui social con un post diventato virale.
“Peccato che invece di arrivare a Santa Lucia, siano finiti qui”, ha scritto
l’autore della segnalazione, puntando il dito contro “qualche genitore poco
attento”. Accanto ai palloncini, l’uomo ha trovato anche altri rifiuti:
involucri di cibo e spazzatura presumibilmente lanciata dai treni in corsa. Un
insieme di incuria che ha richiesto l’intervento di un “santo di passaggio”,
come ha ironizzato l’autore del post, per ripulire l’area.
Molti utenti hanno ricordato che liberare palloncini in aria è vietato in
Trentino dal 2021. La normativa prevede una sanzione amministrativa da 50 a 150
euro, salvo non si configuri un abbandono di rifiuti più grave. L’obiettivo
della legge è chiaro: ridurre l’impatto delle microplastiche sull’ambiente,
particolarmente sentito in una provincia che ha fatto della tutela del
territorio uno dei suoi punti di forza. Il cittadino che ha segnalato l’episodio
ha commentato con sarcasmo: “Invece dei regalini, spero che Santa Lucia abbia
regalato a tutti un corso accelerato di Educazione Civica”.
Il post ha rapidamente acceso il dibattito nel gruppo Facebook locale. Molti
utenti hanno chiesto un maggiore impegno sul fronte dell’educazione ambientale,
rivolto sia ai bambini sia — soprattutto — ai genitori. C’è chi propone sanzioni
più severe e controlli mirati per scoraggiare pratiche considerate dannose per
il territorio. Altri, invece, difendono la tradizione delle letterine volanti,
sottolineando la spontaneità del gesto e l’innocenza dei bambini che ogni anno
affidano a Santa Lucia i loro desideri. Per alcuni, l’episodio va letto come un
incidente isolato, non come un gesto di incuria consapevole.
L'articolo “Invece dei regali, spero che Santa Lucia vi porti un corso
accelerato di Educazione Civica”: la letterina di un bimbo finisce nel frutteto,
scoppia la polemica proviene da Il Fatto Quotidiano.
Aumento automatico delle indennità e della diaria per i 70 consiglieri regionali
del Trentino – Alto Adige, che percepiscono uno stipendio di circa 11.200 euro
al mese lordi (netti sono circa 6.000 euro). La maggioranza composta da Lega,
FdI, Patt e Svp ha infatti approvato un ddl che sgancia le indennità dei
consiglieri dagli aumenti dei dipendenti regionali (come previsto inizialmente
da una proposta della Lega) e le aggancia, invece, alla media dell’incremento
annuo degli stipendi dei dipendenti pubblici e privati del Trentino Alto Adige.
Quattro anni fa gli stipendi dei politici erano stati aumentati con
l’aggiornamento Istat mentre con questa norma, dal 2026, l’indennità consiliare
mensile lorda sarà rivalutata annualmente (qui sta l’aumento automatico) sulla
base della variazione dell’indice delle retribuzioni giornaliere lorde dei
dipendenti in Trentino-Alto Adige.
Le opposizione, contrarie, hanno presentato due proposte, che sono state
respinte, per sospendere l’automatismo oppure per bloccare, fino al 2030, gli
adeguamenti. La maggioranza ha diffuso una tabella con l’andamento delle
retribuzioni giornaliere lorde dal 2015 al 2023 ma non si sa quale sarà l’indice
per il 2025 con cui si stabilirà l’aumento per l’anno prossimo perché basato su
un dato che fornisce Inps annualmente riferito all’anno prima. Quindi nel 2026
si avrà il dato riferito al 2025. “Noi leghiamo le nostre indennità all’indice
delle retribuzioni di tutti i lavoratori dipendenti in regione, in Trentino ed
in Alto Adige; parliamo nei 10 anni passati di un 14% di aumento, molto al di
sotto del tasso di inflazione. Noi possiamo creare un tavolo di lavoro sul tema,
la novità entrerà in vigore infatti solo nell’autunno del prossimo anno. Non ci
saranno arretrati”, ha detto il presidente Arno Kompatscher (Svp).
“Invece di ammettere gli errori e affrontare le riforme strutturali, si sta ora
cercando di aumentare automaticamente gli stipendi dei consiglieri regionali”,
hanno commentato i consiglieri altoatesini di Verdi, Team K, Süd-Tiroler
Freiheit, che si sono opposti assieme ai colleghi trentini di Pd, Campobase e
Onda. “È un salto nel buio ed è addirittura una marcia indietro perché si torna
all’aumento annuale e oltre tutto sulla base di un indicatore esoterico. Se
fosse del 2,5% l’anno in tre anni supererebbe il rinnovo contrattuale dei
regionali”, ha detto il consigliere Filippo Degasperi (Onda).
L'articolo Trentino-Alto Adige, la destra in Regione fa aumentare lo stipendio
ai consiglieri. Protesta l’opposizione proviene da Il Fatto Quotidiano.
A Riva del Garda, in Trentino, è scoppiato un incendio alla cartiera, in
località Varone, nella mattina di giovedì 27 novembre. L’allarme è stato
lanciato verso le ore 9. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco volontari
della zona. Il rogo interessa il tetto di un capannone e la colonna di fumo è
ben visibile dai pendii dell’Alto Garda. I danni sono ingenti. L’incendio
interessa alcune centinaia di metri quadri di un capannone della cartiera
Fedrigoni. Stando alle prime ricostruzioni, una persona sarebbe rimasta
intossicata, anche se non in modo grave. Il rogo è scoppiato, secondo le prime
informazioni, durante lavori di manutenzione alla guaina del tetto del
capannone. Un operaio è rimasto ferito in modo lieve ed è stato portato in
ospedale per le cure del caso. Un’ottantina di operai sono stati evacuati e ora
l’incendio è sotto controllo.
L'articolo Rogo alla cartiera di Riva del Garda, il video dell’incendio: ferito
un operaio proviene da Il Fatto Quotidiano.