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Regionali, ancora crollo diffuso dell’affluenza. Al seggio vanno 4 elettori su 10. In Veneto -16,5% rispetto al 2020
Anche questa volta si torna a parlare di astensionismo. Dopo il record storico negativo regionale delle scorse elezioni in Toscana (quando era andato a votare il 47,7%), adesso va anche peggio in Puglia, Veneto e Campania. Alle urne si presentano poco più di 4 elettori su 10. Risultato peggiore quello della Puglia dove l’affluenza si ferma al 41,83% oltre 14 punti in meno rispetto alle regionali di 5 anni fa. Migliore il dato finale del Veneto 44,64%: ma è questa la regione che segna il crollo maggiore dell’affluenza rispetto al 2020, oltre 16,5 punti percentuali in meno. I Campania, infine, è andato a votare solo il 44,06%, -11% rispetto alle scorse regionali. IN VENETO Nel 2020 in Veneto alle urne si era recato il 61,1% degli avanti diritto, oggi il 44,6%. In numeri assoluti sono stati dunque meno di 2 milioni i veneti che hanno partecipato al voto rispetto ai quasi 4.300.000 aventi diritto, con un calo rispetto a cinque anni fa di oltre 700mila elettori, secondo i dati dell’Osservatorio elettorale del Consiglio regionale del Veneto. L’affluenza più bassa, 35,3%, si è registrata in provincia di Belluno, dove alle Regionali del 2020 era stata del 47,8%. La più alta è stata invece in provincia di Padova, il 49%, contro il 65,5% di cinque anni fa. A seguire, la provincia di Vicenza (45,1% contro il 61,8% del 2020), quella di Verona (44,8% contro il 62%), di Venezia (44% contro il 62,5%), di Treviso (43,8% contro il 58,3%) e di Rovigo (41,2% contro 59,9%) . Tra le città capoluogo la maglia nera spetta proprio a Belluno, dove l’affluenza è stata del 49%. Migliore il risultato del Comune di Padova che sfiora il 50% (49,33% per l’esattezza). In Veneto questa tornata elettorale segna un calo dell’affluenza non solo rispetto alle scorse regionali ma anche rispetto alle Politiche del 2022 (quanto era stata del 70,2%) e alle Europee del 2024 (52,6%). IN PUGLIA In Puglia si registra il risultato peggiore di questa tornata elettorale. L’affluenza definitiva al 41,83% ed è inferiore di oltre 14 punti percentuali rispetto alle elezioni del 20 e 21 settembre 2020 quando era stata del 56,43%. Va peggio anche rispetto alle Politiche (56,6%) e alle Europee (43,6%). Tutte le province sono sotto il 50%: quella con la maggiore partecipazione al voto è Lecce con il 44,50% dei votanti. Seguono Bari con il 42,31%; Brindisi col 41,94%; Bat arriva al 41,22% e Taranto 40,60%. Maglia nera è la provincia di Foggia con una percentuale che si ferma al 38,61%. Tra i capoluoghi di provincia il risultato peggiore è quello del Comune di Taranto con il 33,59% di affluenza. Il migliore quello della città di Lecce: 45,25%. IN CAMPANIA Il calo dell’affluenza in Campania (ferma al 44,06%) è stato di 11 punti rispetto alle precedenti regionali quanto si era attestata al 55,52%. La provincia con il risultato peggiore è quella di Benevento dove ha votato il 41,18%. Migliore il risultato di Caserta con il 46,99%. Tra le città capoluogo si distingue Avellino, unica a superare la soglia del 50% (precisamente il 51,53). Risultato peggiore e quello del Comune di Napoli, qui l’affluenza è stata al di sotto del 40 per cento. Nel capoluogo di regione è infatti andato alle urne il 39,59%, un dato di quasi cinque punti sotto la media della Campania. I cittadini che sono andati a votare nel comune di Napoli sono stati 301.870 rispetto alla platea di 762.493 elettori. Alle precedenti Regionali aveva votato il 46,10%. Il dato definitivo regionale è simile a quello delle Europee, quando aveva votato il 44% degli aventi diritto. L'articolo Regionali, ancora crollo diffuso dell’affluenza. Al seggio vanno 4 elettori su 10. In Veneto -16,5% rispetto al 2020 proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Elezioni regionali, urne aperte. Affluenza in calo: in Campania ha votato l’ 8,25%, in Puglia l’8,53% e il 10,10% in Veneto
Calo dell’affluenza diffuso in tutte le tre Regioni chiamate ad eleggere i nuovi presidenti e i consiglieri regionali. Alle 12 in Campania si è recato alle urne l’8,25% degli aventi diritto, -3,07% rispetto al 2020 quando alla stessa ora aveva votato l’11,32%. In Puglia i dati dell’affluenza alle 12 si fermano all’8,53%, percentuale in calo di 3,5 punti rispetto al 12,04% di cinque anni fa. Leggermente superiore il dato del Veneto. Alle 12 ha votato il 10,10% degli aventi diritto, segnando però un calo dell’affluenza superiore rispetto alle altre due Regioni: -4,64%, nel 2020 infatti alle 12 si era già recato alle urne il 14,74%. SI VOTA ANCHE LUNEDÌ FINO ALLE 15 Le urne sono aperte fino alle 23 di oggi. Si vota anche domani dalle ore 7 alle 15, poi via allo spoglio. Si conosceranno così i nomi dei tre nuovi governatori di Veneto, Campania e Puglia. L’unico dato certo è che si chiude l’era di Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano alla guida delle rispettive Regioni. Se il Veneto arriva da 15 anni a guida centrodestra con Zaia, il centrosinistra punta alla riconferma nelle due elezioni regionali in programma al Sud. Quest’anno, nel duello a distanza tra le coalizioni, si parte dal 2-1 per la maggioranza di governo, vincente in Calabria e nelle Marche con gli uscenti Roberto Occhiuto (Fi) e Francesco Acquaroli (Fdi). Mentre il campo progressista è tornato al successo in Toscana con la riconferma del dem Eugenio Giani. VENETO In Veneto Alberto Stefani, 33enne vicesegretario e deputato della Lega, punta a essere il successore di Zaia a Palazzo Balbi e il governatore più giovane d’Italia. Il “Doge”, presidente uscente, che nel 2020 era stato riconfermato con il 77% delle preferenze, sarà capolista della Lega in tutte le Province venete, per provare a dare la spinta al Carroccio nel derby tutto interno alla destra con i meloniani di Fratelli d’Italia. Sono sette le liste che sostengono il campo progressista guidato da Giovanni Manildo, ex sindaco Pd di Treviso. Gli altri tre candidati sono Marco Rizzo (Democrazia Sovrana Popolare), Fabio Bui per la lista “Popolari per il Veneto” e Riccardo Szumski per “Resistere Veneto”. CAMPANIA In Campania si vota, invece, per il post Vincenzo De Luca, per dieci anni alla guida della Regione. Il centrosinistra sostiene Roberto Fico, ex presidente della Camera del M5s. Per il centrodestra, invece, è in corsa Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e deputato di Fratelli d’Italia. Alla poltrona più alta di Palazzo Santa Lucia ambiscono anche Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, con ‘Dimensione Bandecchi”, Giuliano Granato, portavoce di Potere al Popolo, Carlo Arnese per “Forza del Popolo” e Nicola Campanile, candidato della lista “Per – per le persone e la comunità”. PUGLIA La terza sfida alle urne è in Puglia, dove Antonio Decaro, europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Bari, guida la coalizione del centrosinistra e punta a subentrare al governatore uscente dem Michele Emiliano (presidente della Regione dal giugno del 2015). Per il centrodestra, invece, il nome scelto è quello dell’imprenditore barese, Luigi Lobuono, civico di Forza Italia ed ex presidente della Fiera del Levante. In corsa ci sono anche altre due candidati: Ada Donno con “Puglia Pacifista e Popolare” e Sabino Mangano, ex consigliere comunale M5s di Bari, con la lista “Alleanza Civica per la Puglia”. LE COMUNALI Contemporaneamente alle Regionali si tiene anche il turno elettorale straordinario nei comuni sciolti: Monteforte Irpino (Avellino), Caivano (Napoli), Acquaro e Capistrano (Vibo Valentia). L'articolo Elezioni regionali, urne aperte. Affluenza in calo: in Campania ha votato l’ 8,25%, in Puglia l’8,53% e il 10,10% in Veneto proviene da Il Fatto Quotidiano.
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