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“Mazzette smaterializzate”, chiesto il processo per il presidente del Molise Roberti e altri 43 imputati
Mazzette smaterializzate ovvero l’ipotizzata corruzione in cambio di vantaggi o assunzioni. La Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, e per altre 43 persone coinvolte nell’inchiesta denominata ‘Memory’, che ipotizza appunto un sistema di corruzione e traffico illecito di rifiuti con collegamenti alla criminalità organizzata pugliese, ma senza scambio di denaro. Il procedimento sarà aperto con l’udienza preliminare fissata per il 22 gennaio. L’inchiesta della Dda coinvolge, oltre a Roberti, la moglie del governatore, Elvira Gasbarro, e due società operanti nel settore dei rifiuti. Secondo la Procura, Roberti, all’epoca dei fatti sindaco di Termoli e poi presidente della Provincia di Campobasso tra il 2019 e il 2023, avrebbe favorito l’azienda Energia Pulita Srl nell’ottenimento di autorizzazioni e affidamenti pubblici in cambio di vantaggi personali, tra cui l’assunzione della moglie e l’affidamento di lavori a imprese considerate compiacenti. Nelle carte dell’inchiesta, gli inquirenti parlano di “mazzette smaterializzate”. Roberti, esponente di Forza Italia, guida la Regione Molise da due anni e mezzo. Nei mesi scorsi aveva chiesto di essere ascoltato dai magistrati, presentandosi a maggio per depositare una memoria difensiva di 200 pagine. Come spiegato dal suo legale, Mariano Prencipe, nella memoria sono stati ricostruiti tutti gli episodi contestati, fornendo chiarimenti e documentazione a sostegno della posizione del presidente: “Dalle intercettazioni emerge chiaramente che Roberti non si è interessato alle sorti di Energia Pulita come contestato. Anzi, fu proprio la Provincia di Campobasso a sollevare osservazioni e imporre restrizioni a questa società”. La posizione di Roberti, pur rientrando nel filone della presunta corruzione, resta distinta da quella degli altri soggetti coinvolti nei reati di stampo mafioso, che comprendono associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsione, riciclaggio e smaltimento illecito di rifiuti. Gli indagati includono esponenti della criminalità foggiana, imprenditori, tecnici, professionisti e funzionari pubblici. L’inchiesta si concentra sul periodo in cui Roberti ricopriva incarichi politici locali, ovvero il suo ruolo di sindaco di Termoli e presidente della provincia di Campobasso. Le contestazioni infatti riguardano il periodo tra il 2020 e il 2023, gli anni in cui Roberti ha ricoperto questi incarichi, ed era membro del consiglio generale della Cosib, consorzio di cui fa parte anche una società coinvolta nelle indagini, Energia Pulita srl. Quindi l’accusa non si estende agli altri filoni di indagine riguardanti estorsioni, droga e traffico di rifiuti. L'articolo “Mazzette smaterializzate”, chiesto il processo per il presidente del Molise Roberti e altri 43 imputati proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Lecce, secondo suicidio in carcere in meno di un mese: “Condizioni drammatiche di sovraffollamento”
È notte fonda. Mentre il compagno di cella dorme, un detenuto costruisce un cappio rudimentale con un lenzuolo e lo usa per togliersi la vita. Succede a Lecce, una manciata di giorni fa, protagonista un uomo originario del barese che scontava la sua pena nel carcere di Borgo San Nicola. Sabato mattina, alle 10, le volontarie e i volontari del penitenziario hanno organizzato un sit-in davanti ai cancelli dell’istituto. Le condizioni della casa circondariale sono state spesso considerate difficili, ma nell’ultimo periodo la situazione è diventata “drammatica”, come racconta a Ilfattoquotidiano.it Davide Piccirillo, avvocato e attivista che da tempo collabora con Antigone Puglia. Il 2024 è stato già l’annus horribilis delle carceri italiane, con 91 suicidi. Sono scesi a poco più di 70 nel 2025. Nel carcere di Lecce sono stati due solo nell’ultimo mese, qualche settimana fa era toccato a un ragazzo senegalese. Antigone dice che questo mese sarebbe in realtà “il terzo, se contiamo anche quello di una persona che è poi morta in ospedale”. Il penitenziario di Lecce – che è il più grande della Puglia, la regione col tasso di affollamento (160,5%) più alto d’Italia con 4.500 detenuti a fronte di circa 2.900 posti – “dovrebbe e potrebbe ospitare massimo 800 detenuti, 798 per la precisione, ma ce ne sono anche sopra i 1.400. E a inizio dell’anno, nel 2025, erano 1.200″. E col sovraffollamento si generano problemi “qualitativi e quantitativi” come “carenza di spazio, la carenza di trattamenti, la carenza di agenti, la carenza di personale generale, la carenza di personale medico e psichiatrico”, dice Piccirillo. Nelle carceri italiane stanno tornando di moda per via del sovraffollamento anche i letti a castello a tre. Si dorme “alle volte a 20 centimetri, anche a 15 centimetri dal soffitto”. Il problema “è sistemico, è chiaro, ma è un problema anche di sentire comune” cioè – sostiene – di come la gente vuole e chiede venga represso un crimine. E con il decreto Sicurezza e le nuove pene, esiste il rischio che il sovraffollamento peggiori. Nonostante le nuove carceri da costruire previste dal governo, che probabilmente non basteranno perché “ora siamo a circa 64.000 detenuti, ci sono quasi 20.000 detenuti in più di quelli che ci dovrebbero essere, quindi nel 2027 ci saranno 10.000 posti in più, se va bene, e ce ne sarebbero comunque 10.000 in sopra organico”, spiega Piccirillo. Antigone, e associazioni simili, non sono state le uniche a denunciare la situazione. Infatti, secondo la Sappe – il sindacato degli agenti penitenziari – il carcere salentino starebbe vivendo “il momento più drammatico e critico della sua storia” proprio a causa del sovraffollamento. Il suicidio dell’uomo sarebbe avvenuto, dalla ricostruzione sindacale, con un solo poliziotto a controllo della sezione, un reparto precauzionale che ne richiederebbe almeno due. Questo dipenderebbe dalle poche unità del carcere leccese in cui “per 1.400 ristretti risultano amministrate circa 570 unità, da cui depennare le decine e decine di poliziotti a disposizione dell’ospedale militare”, e ciò comporterebbe ritmi di lavoro “impressionanti, per 12 ore ed oltre al giorno”. Il sindacato ha inviato una lettera al prefetto di Lecce, alla sindaca Adriana Poli Bortone e ai parlamentari e senatori eletti nel territorio salentino, ma dice di non aver ricevuto nessuna risposta. Non è chiaro se il sit-in di domani mattina vedrà la partecipazione anche di agenti o rappresentanti della polizia penitenziaria. Ci sarà di sicuro la garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, Maria Mancarella, e sarà un evento aperto alla cittadinanza e a ogni associazione. Antigone Puglia ha fatto sapere che parteciperà e la sua presidente, Maria Pia Scarciglia, ha dichiarato – come riporta Lecceprima – che “se in una città come quella di Lecce si fossero suicidate tre persone in un solo mese e mezzo, qualcuno sicuramente si sarebbe fatto qualche domanda sulle possibili cause. E invece assistiamo a un silenzio assordante, anche da parte delle istituzioni locali”. L'articolo Lecce, secondo suicidio in carcere in meno di un mese: “Condizioni drammatiche di sovraffollamento” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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E’ latitante e si nasconde tra i pastorelli del presepe in piazza: arrestato a Galatone
A Natale puoi… anche nasconderti in posti in cui non ti cercheranno mai: e alla fine l’hanno trovato. A Galatone, in provincia di Lecce, un uomo di 39 anni è stato arrestato all’interno del presepe in piazza. L’uomo, un cittadino del Ghana, era in latitanza: su di lui pendeva un mandato di arresto per scontare una condanna di 9 mesi e 15 giorni, emessa dalla Procura di Bologna per i reati di lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Mentre passava di lì, il sindaco Flavio Filoni aveva notato uno strano dettaglio nel presepe allestito in piazza Santissimo Crocifisso: uno dei pastorelli sembrava muoversi. Acclarato che si trattava di una persona in carne e ossa, è intervenuta la polizia. L’uomo è stato convinto a uscire dal presepe, ma sembrava in uno stato confusionale. Preoccupati per la sicurezza pubblica, i poliziotti hanno richiesto il supporto del Commissariato di Nardó. Arrivati sul posto, gli agenti hanno identificato il latitante e l’hanno condotto al carcere di Lecce. L'articolo E’ latitante e si nasconde tra i pastorelli del presepe in piazza: arrestato a Galatone proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Natale
Lecce
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Arresti
Bracciante schiacciato dal trattore a Foggia: aveva 30 anni. Flai-Cgil: “Strage silenziosa nell’agricoltura”
L’ennesimo caso di morte sul lavoro nel settore agricolo. Un bracciante di 30 anni è rimasto ucciso in campagna, schiacciato dal trattore che stava guidando. Il fatto è avvenuto nelle terre del borgo San Carlo, appartenente al comune di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Non si tratta dell’unica morte sul lavoro avvenuta di recente nelle campagne pugliesi. Già il 20 novembre scorso, un ragazzo di 26 anni aveva perso la vita in un frantoio di Bisceglie, nella provincia di BAT. Il decesso era avvenuto in seguito al ribaltamento del muletto guidato dal ragazzo, appena fuori dall’azienda. Antonio Ligorio, segretario generale della Flai-Cgil Puglia, commenta così le due morti: “Ancora una volta ci troviamo a piangere giovani vite spezzate mentre svolgevano il proprio lavoro. È una strage silenziosa che continua nell’indifferenza generale e che riguarda soprattutto l’agricoltura, uno dei settori più fragili e più esposti ai rischi”. Secondo i dati Inail , da gennaio a luglio 2025, le denunce di infortuni in agricoltura sono salite a 1.326 e i casi mortali in regione sono aumentati del 60% rispetto al 2024. Numeri che, avverte Ligorio, “non ammettono esitazioni né ritardi nelle misure di prevenzione. La sicurezza non è un costo, è un diritto fondamentale, e quando viene negato significa che qualcuno non ha fatto il proprio dovere”. Il sindacato chiede al governo di intervenire con un piano straordinario sulla sicurezza in agricoltura, con investimenti nel settore, ispezioni più frequenti, percorsi formativi obbligatori e l’utilizzo di mezzi moderni e sicuri. Il sindacalista conclude con un appello morale alle istituzioni e alle imprese: “Basta parole di circostanza. Ogni volta che un giovane muore in campagna o in un frantoio, muore un pezzo della nostra terra. La Puglia non può accettare di essere la regione con uno dei più alti numeri di infortuni in agricoltura. La sicurezza deve diventare la prima priorità. Non un giorno, non un mese: sempre”. L'articolo Bracciante schiacciato dal trattore a Foggia: aveva 30 anni. Flai-Cgil: “Strage silenziosa nell’agricoltura” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Lavoro
Morti sul Lavoro
Puglia
Agricoltura
Scomparsa Tatiana Tramacere, Dragos Gheormescu scarica le responsabilità sulla ragazza: “È stata lei a organizzare tutto”
Dragos-Ioan Gheormescu, il 30enne nella cui mansarda è stata trovata Tatiana Tramacere sparita dal 24 ottobre scorso, ha scaricato tutte le responsabilità sulla ragazza. “È stata lei ad organizzare tutto”, ha sostenuto davanti ai carabinieri poco dopo il ritrovamento, “e a chiedermi di aiutarla perché diceva che ero l’unico di cui si fidava. Mi ha detto che era giù di morale e voleva isolarsi dal mondo per un po’, ancora qualche giorno e poi sarebbe tornata a casa”. La giovane è stata ritrovata a Nardò la sera del 4 dicembre. La versione di Gheormescu sarebbe stata confermata anche dalla stessa Tramacere che ieri notte, dopo i controlli in ospedale, è rientrata a casa. Gheormescu avrebbe anche sostenuto di aver tentato di convincere la ragazza a uscire allo scoperto visto il clamore che la vicenda stava suscitando. Quando i carabinieri sono entrati in casa, non l’hanno trovata subito perché la ragazza non era nell’appartamento ma si era nascosta al buio in un abbaino, al quale si accede liberamente dal terrazzo dell’edificio. Secondo quanto accertato dai carabinieri del nucleo investigativo nelle indagini seguite alla scomparsa, Dragos e Tatiana avevano una relazione. Sono stati ripresi dalle telecamere mentre si baciano al parco Raho – dove Dragos lavora in un bar – e poi mentre entrano nella palazzina dove abita il ragazzo. Da lì Tatiana non è stata più vista uscire. Il giovane avrebbe rivelato ai carabinieri che la ragazza stava attraversando un periodo non semplice anche per motivi di salute. “Non ho fatto niente” avrebbe detto spaventata ai carabinieri quando l’hanno rintracciata. Tramacere nella notte è stata sottoposta ad alcuni accertamenti clinici all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, per poi rientrare dalla sua famiglia intorno alle 3.00. Le sue condizioni di salute sono buone. La famiglia tramite l’avvocato di fiducia, Tommaso Valente, fa sapere che in questo momento “chiede serenità per loro e per la figlia“. L'articolo Scomparsa Tatiana Tramacere, Dragos Gheormescu scarica le responsabilità sulla ragazza: “È stata lei a organizzare tutto” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Puglia
“Trulli riqualificati per diventare alberghi”, anche il Consiglio di Stato dice sì
Il Consiglio di Stato – come aveva già fatto il Tribunale amministrativo regionale nel novembre di due anni fa – ha respinto il ricorso presentato da “I Gabbiani del Parco di Costa Ripagnola -un volo libero in difesa dell’ambiente snaturato dalla legge del cemento”, contro il progetto della società Serim di recupero architettonico dei trulli a destinazione turistico alberghiera sulla costa di Polignano a Mare, nel Barese. La sentenza chiude un contenzioso durato anni che ha interessato le aule della giustizia penale (le indagini si sono concluse con archiviazioni) e amministrativa. Il comitato ambientalista e un cittadino polignanese avevano impugnato la determina regionale con la quale nel 2022 era stato autorizzato l’intervento di riqualificazione dei trulli che prevedeva “il restauro e il risanamento conservativo, senza aumento di volumetria, di dieci costruzioni rurali”, un tempo usate come deposito di attrezzi agricoli, da destinare ad attività turistica. Il Tar nel 2023 aveva dichiarato il ricorso “irricevibile per tardività” e “inammissibile per carenza di interesse ad agire”. Il Consiglio di Stato, a gennaio 2024, ha respinto l’istanza cautelare e ora ha depositato la decisione di merito, confermando la sentenza dei giudici pugliesi. “Non è stato chiarito come ed in che modo – scriveva il Tar nella sentenza che il Consiglio di Stato condivide – il limitato intervento di riqualificazione finisca materialmente per incidere sui valori ambientali e paesaggistici astrattamente tutelati dal Comitato”. Nel provvedimento si fa riferimento anche alla relazione depositata dalla società Serim, assistita dagli avvocati Giuseppe Chiaia Noya, Nino Sebastiano Matassa, Giuseppe Modesti e Rosa Volpe, relativa alla consulenza tecnica disposta dalla Procura nell’ambito del procedimento penale, “da cui si ricavano circostanze e conclusioni che confermano la conformità del progetto con gli strumenti urbanistici del Comune di Polignano a Mare e la conformità del progetto alla legge regionale di istituzione del parco naturale di Costa Ripagnola“. L'articolo “Trulli riqualificati per diventare alberghi”, anche il Consiglio di Stato dice sì proviene da Il Fatto Quotidiano.
Ambiente
Puglia
Chi è Georgia Tramacere, la vice-sindaca salentina che prenderà il posto di Decaro al Parlamento Ue
Vice-sindaca di un piccolo paese del Salento, 38 anni e una vita trascorsa in ambienti culturali. È l’identikit dell’esponente del Pd che prenderà il posto di Antonio Decaro al Parlamento europeo dopo la sua elezione a presidente della Regione Puglia. A volare a Bruxelles sarà Georgia Tramacere, vice-sindaca di Aradeo, paese di 9mila abitanti in provincia di Lecce. Alle scorse Europee, Tramacere aveva raccolto 35mila voti risultando la prima dei non eletti nel Pd nella circoscrizione Sud. Per quanto riguarda le commissioni parlamentari, le assegnazioni non sono automatiche: Tramacere potrebbe entrare in commissione Ambiente, come il suo predecessore, oppure il suo gruppo potrebbe decidere di scambiarla con un altro dei suoi eurodeputati, assegnandole una diversa commissione parlamentare. La sua formazione, infatti, è legata prevalentemente al mondo della cultura e dello spettacolo. Operatrice culturale, la vice-sindaca è figlia di storici imprenditori teatrali, fondatori del Teatro Koreja di Lecce, e da anni è impegnata nelle politiche culturali e sociali con un occhio di riguardo per i giovani e le aree interne. “È una grande opportunità per continuare a lavorare per la mia comunità”, aveva dichiarato nelle scorse settimane commentando la possibilità di subentrare a Decaro, la cui vittoria era considerata molto probabile prima del voto. L'articolo Chi è Georgia Tramacere, la vice-sindaca salentina che prenderà il posto di Decaro al Parlamento Ue proviene da Il Fatto Quotidiano.
Politica
Parlamento Europeo
PD
Puglia
Regionali, le reazioni | Schlein: “Uniti si stravince”. Conte: “Non saltellano più”. E Meloni: “In Veneto vince la credibilità”
Tre regioni, tre conferme e zero sorprese. Al massimo, un occhio agli equilibri interni alle coalizioni. Eppure a sinistra vedono uno spiraglio, soprattutto perché le vittorie in Puglia e Campania sono arrivate grazie a una coalizione larghissima e il successo è stato strabordante. Con il M5s che esulta per aver conquistato una seconda regione dopo la Sardegna: ora ne governa lo stesso numero di Fratelli d’Italia. La tornata elettorale non riserva alcuno scossone e così i partiti guardano tutti il bicchiere mezzo pieno. Il centrodestra si concentra sulla vittoria in Veneto, il centrosinistra sulla Puglia e la Campania. Così – mentre il leader della Lega Matteo Salvini parla di “vittoria di squadra” postando una foto con Alberto Stefani e Luca Zaia – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si concentra sul Veneto parlando di una “vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione” congratulandosi con Stefani e ringraziando Edmondo Cirielli e Luigi Lobuono, ridotti a “sparring partner” nelle due regioni andate al campo largo. Nel mirino delle opposizioni finisce soprattutto il primo, vice-ministro degli Esteri e uomo forte di Fratelli d’Italia. “Non saltellano più”, ironizza il presidente del M5s Giuseppe Conte ricordando il “chi non salta comunista è” inscenato al PalaPartenope di Napoli dai leader del centrodestra. “Abbiamo vinto ascoltando i bisogni delle persone, delle famiglie in difficoltà, dei lavoratori, delle imprese – dice ancora Conte – Ha perso chi di fronte alle difficoltà degli italiani saltella e oggi cade rovinosamente. Fico ha battuto sonoramente un candidato di Fratelli d’Italia, un esponente del governo Meloni, senza mischiarsi a una lotta nel fango”. Il leader dei Cinque Stelle può anche sbandierare il governo di una seconda regione: “Una doppietta storica. Questo ci dà ancora più forza e coraggio: lotteremo con le unghie e con i denti per cambiare le cose nel nostro Paese”. Secondo Elly Schlein, segretaria del Pd, c’è una strada da proseguire: “Il messaggio è che l’alternativa c’è. Decaro e Fico dimostrano che uniti si stravince. Anche in Veneto, dove non abbiamo vinto, abbiamo raddoppiato il risultato del 2020. La partita delle prossime elezioni è aperta”. Un riverbero nazionale ce lo vede anche Matteo Renzi, che appoggiava sia Decaro che Fico: “Sono mesi che ci ripetono un ritornello stanco: Giorgia Meloni non ha rivali, è invincibile, non ha alternative. I risultati di Campania e Puglia, dopo la Toscana, dicono invece che l’alternativa c’è, da Casa Riformista fino alla sinistra. E questa alternativa, quando è unita, vince”. Da qui, l’avvertimento del leader di Italia Viva: “Da domattina Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale. Perché con questa legge elettorale lei a Palazzo Chigi non ci rimette più piede”, aggiunge l’ex presidente del Consiglio rimarcando di fatto come una Große Koalition dai riformisti fino ad Avs e M5s molto spesso riesca a imporsi nelle elezioni locali. Per il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, il “messaggio è chiaro: il centrosinistra quando è unito è in grado di costruire un’alternativa a questo governo”, ha detto sostenendo che il centrosinistra “può mandare a casa” la destra. Di successo del “metodo del civismo” si tratta invece secondo Michele Emiliano, governatore uscente del Pd in Puglia: “Ovviamente cambiano le persone. Mi pare che anche il Pd sta andando forte. Perché il Pd è essenziale per governare la Regione. Senza il Pd per me sarebbe stato difficile avere quella tranquillità che solo un grande partito pronto a vincere le politiche del 2027 ti può dare”. E ha voluto sottolineare che Elly Schlein è andata in Campania e non in Puglia per “dire agli alleati del M5s che noi diamo loro grande importanza”. Diversi esponenti politici – da Maurizio Lupi di Noi Moderati e Filippo Sensi del Pd – mettono l’accento sull’astensionismo, che ha superato il 50% in tutte e tre le regioni. Resta aperta la questione dei riflessi interni dei risultati regionali. Se Decaro chiude le porte a una prospettiva nazionale della sua vittoria (“Il Pd ha già un segretario, io ora sarò il presidente della Regione Puglia, il presidente dei pugliesi”), Fratelli d’Italia guarda con attenzione ai voti di lista in Veneto con un affaccio sulle Regionali in Lombardia. “Interpretazioni dei giornali – sostiene Giovanni Donzelli – FdI ha sempre detto che vuole scegliere il candidato migliore a prescindere dalle bandierine, dicendo anche che, come noi siamo generosi e lo siamo stati in Veneto con gli alleati, non può esserci preclusione nei confronti di FdI. Di volta in volta sceglieremo il candidato migliore possibile confrontandoci tra noi e questo vale e varrà sempre”. L'articolo Regionali, le reazioni | Schlein: “Uniti si stravince”. Conte: “Non saltellano più”. E Meloni: “In Veneto vince la credibilità” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Regionali, l’analisi di Boccia (Pd): “Calo affluenza è anche colpa del governo Meloni. Centrosinistra unito avanti al centrodestra”
Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito Democratico analizza il crollo dell’affluenza nelle tre Regioni al voto. Stesso trend delle tornate precedenti per il rinnovo delle giunte regionali. “Il crollo dell’affluenza? È una responsabilità che deve sentire soprattutto il governo. Cinque anni fa il governo mise al tavolo tutte le Regioni chiamate al voto e alla fine trovammo una data, lo stesso giorno, per tutte, questa volta si è votato una volta ogni due o tre settimane, non c’è stato un dibattito nazionale e questo è uno dei primi motivi che ha portato al crollo di dieci e quindici punti”. Con Boccia proviamo a fare un bilancio di questa tornata elettorale complessiva. Dalle elezioni nelle Marche ad oggi. “Se guardate i valori assoluti il centrosinistra unito è nettamente superiore al centrodestra di Governo – spiega – Solo due regioni hanno cambiato segno e sono passate al centrosinistra, ovvero Umbria e Sardegna. Invito tutti a fare le somme dei voti assoluti delle ultime 10 regioni in cui si è votato: il centrosinistra unito è sempre superiore. Io penso sia un dato oggettivo, poi sono elezioni diverse e non mescoliamo le mele con le pere come fa il centrodestra, ma se si vuole fare un discorso meramente aritmetico è così”. L'articolo Regionali, l’analisi di Boccia (Pd): “Calo affluenza è anche colpa del governo Meloni. Centrosinistra unito avanti al centrodestra” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Regionali, ancora crollo diffuso dell’affluenza. Al seggio vanno 4 elettori su 10. In Veneto -16,5% rispetto al 2020
Anche questa volta si torna a parlare di astensionismo. Dopo il record storico negativo regionale delle scorse elezioni in Toscana (quando era andato a votare il 47,7%), adesso va anche peggio in Puglia, Veneto e Campania. Alle urne si presentano poco più di 4 elettori su 10. Risultato peggiore quello della Puglia dove l’affluenza si ferma al 41,83% oltre 14 punti in meno rispetto alle regionali di 5 anni fa. Migliore il dato finale del Veneto 44,64%: ma è questa la regione che segna il crollo maggiore dell’affluenza rispetto al 2020, oltre 16,5 punti percentuali in meno. I Campania, infine, è andato a votare solo il 44,06%, -11% rispetto alle scorse regionali. IN VENETO Nel 2020 in Veneto alle urne si era recato il 61,1% degli avanti diritto, oggi il 44,6%. In numeri assoluti sono stati dunque meno di 2 milioni i veneti che hanno partecipato al voto rispetto ai quasi 4.300.000 aventi diritto, con un calo rispetto a cinque anni fa di oltre 700mila elettori, secondo i dati dell’Osservatorio elettorale del Consiglio regionale del Veneto. L’affluenza più bassa, 35,3%, si è registrata in provincia di Belluno, dove alle Regionali del 2020 era stata del 47,8%. La più alta è stata invece in provincia di Padova, il 49%, contro il 65,5% di cinque anni fa. A seguire, la provincia di Vicenza (45,1% contro il 61,8% del 2020), quella di Verona (44,8% contro il 62%), di Venezia (44% contro il 62,5%), di Treviso (43,8% contro il 58,3%) e di Rovigo (41,2% contro 59,9%) . Tra le città capoluogo la maglia nera spetta proprio a Belluno, dove l’affluenza è stata del 49%. Migliore il risultato del Comune di Padova che sfiora il 50% (49,33% per l’esattezza). In Veneto questa tornata elettorale segna un calo dell’affluenza non solo rispetto alle scorse regionali ma anche rispetto alle Politiche del 2022 (quanto era stata del 70,2%) e alle Europee del 2024 (52,6%). IN PUGLIA In Puglia si registra il risultato peggiore di questa tornata elettorale. L’affluenza definitiva al 41,83% ed è inferiore di oltre 14 punti percentuali rispetto alle elezioni del 20 e 21 settembre 2020 quando era stata del 56,43%. Va peggio anche rispetto alle Politiche (56,6%) e alle Europee (43,6%). Tutte le province sono sotto il 50%: quella con la maggiore partecipazione al voto è Lecce con il 44,50% dei votanti. Seguono Bari con il 42,31%; Brindisi col 41,94%; Bat arriva al 41,22% e Taranto 40,60%. Maglia nera è la provincia di Foggia con una percentuale che si ferma al 38,61%. Tra i capoluoghi di provincia il risultato peggiore è quello del Comune di Taranto con il 33,59% di affluenza. Il migliore quello della città di Lecce: 45,25%. IN CAMPANIA Il calo dell’affluenza in Campania (ferma al 44,06%) è stato di 11 punti rispetto alle precedenti regionali quanto si era attestata al 55,52%. La provincia con il risultato peggiore è quella di Benevento dove ha votato il 41,18%. Migliore il risultato di Caserta con il 46,99%. Tra le città capoluogo si distingue Avellino, unica a superare la soglia del 50% (precisamente il 51,53). Risultato peggiore e quello del Comune di Napoli, qui l’affluenza è stata al di sotto del 40 per cento. Nel capoluogo di regione è infatti andato alle urne il 39,59%, un dato di quasi cinque punti sotto la media della Campania. I cittadini che sono andati a votare nel comune di Napoli sono stati 301.870 rispetto alla platea di 762.493 elettori. Alle precedenti Regionali aveva votato il 46,10%. Il dato definitivo regionale è simile a quello delle Europee, quando aveva votato il 44% degli aventi diritto. L'articolo Regionali, ancora crollo diffuso dell’affluenza. Al seggio vanno 4 elettori su 10. In Veneto -16,5% rispetto al 2020 proviene da Il Fatto Quotidiano.
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