Arriva a una svolta la catena di inchieste per corruzione nell’Agenzia per gli
appalti della Nato (Nspa), di cui il Fatto ha dato conto nei giorni scorsi. Il
gigante della difesa israeliana, Elbit Systems, è stata sospesa dalla Nato a
causa di un’indagine per corruzione. Inoltre un italiano di sessant’anni
strettamente legato a Elbit è nel mirino di un mandato di arresto internazionale
per il suo presunto ruolo nella corruzione di dipendenti della Nspa. Lo ha
rivelato la testata online olandese Follow The Money (Ftm), che sta conducendo
una inchiesta giornalistica con le testate partner La Lettre, Le Soir e Knack.
La Nato Support and Procurement Agency (Nspa) è da tempo al centro di un vasto
scandalo di corruzione, con personale attuale ed ex funzionari sotto inchiesta
in Belgio e Lussemburgo, dove l’agenzia ha sede, mentre due indagini condotte
negli Usa sono state improvvisamente e inspiegabilmente archiviate a luglio,
sollevando dubbi su interferenze politiche. Diversi sospettati sono stati
arrestati a maggio durante raid della polizia in sette Paesi, tra cui Belgio e
Stati Uniti. Si presume che alcune aziende del settore della difesa abbiano
pagato tangenti per un valore potenziale di milioni per assicurarsi contratti
tramite l’Nspa per la fornitura all’alleanza militare e ai suoi 32 Stati membri.
Ftm ora ha ottenuto documento che mostrano che Elbit, uno dei principali
fornitori della Nato, è stata sospesa dalla Nspa il 31 luglio. Diversi dei suoi
contratti in corso sono sospesi e l’azienda non può più competere per nuove gare
d’appalto.
Secondo Ftm una figura chiave associata a Elbit, un cittadino italiano
identificato come Eliau Eluasvili, uno dei consulenti di Elbit che al momento
non è indagata, è ricercato a livello internazionale per il suo presunto ruolo
nella corruzione del personale della Nspa. Eliau E. è proprietario o direttore
di diverse società di consulenza nel settore della difesa: Elar Systems Corp
negli Stati Uniti, Eral Systems UAB in Lituania e Arelco Europe Management
Consultancies in Grecia.
La Procura federale belga ha confermato che il 30 settembre è stato emesso
tramite l’Interpol un mandato di arresto internazionale nei confronti di Eliau
E. per le ipotesi di reato di corruzione e associazione a delinquere. Il
ricercato è ancora latitante e si suppone che abbia cambiato identità. Il 31
luglio la Nspa ha sospeso Elbit e Orion Advanced Systems, una delle sue
controllate: secondo fonti a conoscenza della situazione, tra gli appalti Nato
vinti da Elbit che sono stati sospesi ci sono contratti per la fornitura di
obici montati su camion, sistemi di artiglieria missilistica mobile e sistemi di
difesa per aerei ed elicotteri militari e detonatori esplosivi della Orion
Advanced Systems.
Elbit è il più grande produttore di armi di Israele, con un fatturato di quasi 7
miliardi di dollari nel 2024. L’azienda, che ha sede a Haifa, produce droni,
carri armati e munizioni, tra le altre attrezzature militari, ed è al 25° posto
nella classifica delle 100 più grandi aziende di difesa mondiali secondo i
rapporti dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri).
Nell’ultimo decennio, Elbit ha venduto alla Nato equipaggiamenti militari per un
valore di decine di milioni di euro, tra cui munizioni, visori notturni e
sistemi antimissile per aerei, ma il valore totale potrebbe essere molto più
alto, poiché molti contratti militari e le somme di denaro coinvolte non vengono
mai resi pubblici. Un portavoce di Elbit ha dichiarato che l’azienda non è stata
in grado di commentare le accuse.
Due persone vicine all’inchiesta hanno affermato a Ftm che Eliau E. era in
stretto contatto con Guy M., il principale sospettato dell’indagine belga:
secondo gli inquirenti quest’ultimo avrebbe gestito tangenti per un valore
complessivo di 1,9 milioni di euro. Si tratta di un ex funzionario della difesa
belga ed ex dipendente della Nspa, che ha iniziato a lavorare come consulente
dopo aver lasciato l’agenzia nel 2021. Guy M. è stato arrestato all’aeroporto di
Bruxelles il 12 maggio scorso con l’accusa di appartenenza a un’organizzazione
criminale, corruzione e riciclaggio di denaro. Il sessantenne ha trascorso circa
sei mesi in custodia cautelare prima di essere rilasciato il mese scorso con un
braccialetto elettronico. Secondo una persona vicina alle indagini, Eliau E. e
Guy M. sono stati presentati dal turco Ismail Terlemez, un altro ex dipendente
della Nspa. Ora dirige Arca, una delle aziende di difesa in più rapida crescita
in Turchia, di cui è anche comproprietario. Terlemez è stato arrestato anche in
Belgio a maggio. Il 43enne avrebbe dovuto essere estradato negli Stati Uniti,
dove era in corso un’indagine parallela sulla corruzione negli appalti della
Nato. Ma quando l’indagine fu bruscamente interrotta a luglio, la richiesta di
estradizione decadde e Terlemez fu rilasciato.
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Systems: mandato d’arresto per un italiano proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Appalti Truccati
Un sistema illecito finalizzato a garantire appalti pubblici per l’acquisto di
scuolabus. Succede in Friuli Venezia-Giulia e a essere favorita sarebbe
un’azienda con sede in provincia di Venezia, vincitrice di tutte le gare
esaminate. L’inchiesta, denominata “Filobus”, è coordinata dalle Procure di
Udine e Pordenone ed è partita nel 2022 da un’indagine della Guardia di finanza
di Udine che ha ricostruito 14 procedure di gara bandite tra le due città
friulane dal valore complessivo superiore a 1,6 milioni di euro. Gare tutte
vinte dalla società veneta.
Le Fiamme Gialle hanno perquisito diversi uffici tecnici in vari enti locali e
hanno sequestrato fascicoli di gara e computer ai funzionari coinvolti. Sarebbe
emerso – soprattutto dalle mail – un sistema di “accordi illeciti” collaudato
perfettamente che vedeva attori i funzionari pubblici e il responsabile
commerciale dell’azienda interessata. Il meccanismo, da quanto ricostruito, era
questo: l’agente dell’azienda poi vincitrice contattava gli uffici comunali per
presentare i mezzi e le offerte economiche, ma lo faceva prima della stesura del
bando a cui collaborava per stendere i capitolati d’appalto. All’interno di
essi, inseriva specifiche tecniche tanto dettagliate da corrispondere
esattamente ai mezzi prodotti dalla sua azienda. In questo modo il bando veniva
regolarmente pubblicato ma con concorrenza nulla. La società partecipava
all’avviso proponendo ribassi minimi (il prezzo era già concordato) e si
garantiva così la “vittoria”.
E ora 18 funzionari pubblici e l’agente di vendita della società favorita sono
segnalati alle due Procure sopracitate secondo l’articolo 353-bis del Codice
Penale “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”. Il reato
prevede fino a cinque anni di carcere e l’indagine ha evidenziato profili di
responsabilità erariale per alcuni funzionari pubblici rei di non aver
contestato il raddoppio dei costi nella fornitura degli scuolabus e di non aver
garantito l’applicazione delle penali previste per alcuni ritardi nelle
consegne. A valutare su di un possibile rimborso alle casse pubbliche la Corte
dei Conti di Trieste. Intanto è stato definito il primo grado di quattro
procedimenti, i primi a essere svolti. Il Tribunale di Udine ha emesso due
sentenze di condanna e due con patteggiamento.
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