Un sistema illecito finalizzato a garantire appalti pubblici per l’acquisto di
scuolabus. Succede in Friuli Venezia-Giulia e a essere favorita sarebbe
un’azienda con sede in provincia di Venezia, vincitrice di tutte le gare
esaminate. L’inchiesta, denominata “Filobus”, è coordinata dalle Procure di
Udine e Pordenone ed è partita nel 2022 da un’indagine della Guardia di finanza
di Udine che ha ricostruito 14 procedure di gara bandite tra le due città
friulane dal valore complessivo superiore a 1,6 milioni di euro. Gare tutte
vinte dalla società veneta.
Le Fiamme Gialle hanno perquisito diversi uffici tecnici in vari enti locali e
hanno sequestrato fascicoli di gara e computer ai funzionari coinvolti. Sarebbe
emerso – soprattutto dalle mail – un sistema di “accordi illeciti” collaudato
perfettamente che vedeva attori i funzionari pubblici e il responsabile
commerciale dell’azienda interessata. Il meccanismo, da quanto ricostruito, era
questo: l’agente dell’azienda poi vincitrice contattava gli uffici comunali per
presentare i mezzi e le offerte economiche, ma lo faceva prima della stesura del
bando a cui collaborava per stendere i capitolati d’appalto. All’interno di
essi, inseriva specifiche tecniche tanto dettagliate da corrispondere
esattamente ai mezzi prodotti dalla sua azienda. In questo modo il bando veniva
regolarmente pubblicato ma con concorrenza nulla. La società partecipava
all’avviso proponendo ribassi minimi (il prezzo era già concordato) e si
garantiva così la “vittoria”.
E ora 18 funzionari pubblici e l’agente di vendita della società favorita sono
segnalati alle due Procure sopracitate secondo l’articolo 353-bis del Codice
Penale “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”. Il reato
prevede fino a cinque anni di carcere e l’indagine ha evidenziato profili di
responsabilità erariale per alcuni funzionari pubblici rei di non aver
contestato il raddoppio dei costi nella fornitura degli scuolabus e di non aver
garantito l’applicazione delle penali previste per alcuni ritardi nelle
consegne. A valutare su di un possibile rimborso alle casse pubbliche la Corte
dei Conti di Trieste. Intanto è stato definito il primo grado di quattro
procedimenti, i primi a essere svolti. Il Tribunale di Udine ha emesso due
sentenze di condanna e due con patteggiamento.
L'articolo Appalti scuolabus “truccati” in Friuli: 19 indagati e già quattro
condanne proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Friuli Venezia Giulia
“Siamo sott’acqua da stanotte. Ancora non è arrivato nessuno. Tutto sotto
l’acqua. La campagna è un lago. Frigoriferi e celle spente. Le stanze appena
sistemate sono di nuovo completamente rovinate”. È un grido d’aiuto misto a
rabbia e frustrazione quello lanciato via social da Antonia Klugmann. La celebre
chef, già giudice di Masterchef, ha visto il suo ristorante stellato, “L’Argine
a Vencò” a Dolegna del Collio (Gorizia), finire letteralmente sommerso
dall’alluvione che ha flagellato il Friuli Venezia Giulia nelle ultime ore. Una
notte da incubo, documentata con video su Instagram che mostrano la cucina
invasa dall’acqua e il fango che copre i pavimenti, che ha spinto la chef a una
dura riflessione sulla gestione del territorio e delle priorità nazionali.
Il dramma si è consumato nella tarda serata di ieri, mentre il ristorante era in
piena attività. “Quando è iniziata l’emergenza la sala era piena”, ha raccontato
la Klugmann all’Ansa. “Abbiamo evacuato lo staff e tutti i clienti e abbiamo
messo immediatamente i sacchi a protezione della cucina”. Misure di emergenza
che, purtroppo, si sono rivelate insufficienti contro la furia degli elementi.
In pochi minuti, il fango ha invaso la sala e sommerso la cucina. La chef e il
suo staff sono stati costretti a rifugiarsi ai piani alti: “Abbiamo dormito
nelle camere del piano di sopra, l’intero ristorante è sott’acqua“. Il danno è
reso ancora più amaro da una beffa temporale: le stanze al piano terra,
devastate dal fango, erano state riaperte solo una settimana fa, dopo un anno e
mezzo di lavori per rimediare a una precedente esondazione.
Di fronte alla devastazione della sua terra – la stessa ondata di maltempo ha
colpito duramente la zona di Brazzano di Cormons, dove si cercano due dispersi
travolti da una frana – Antonia Klugmann ha rotto il suo consueto riserbo su
temi extra-culinari per lanciare un appello politico e sociale. “Normalmente non
affronto temi che esulano dalla mia competenza, non è nel mio stile”, ha
premesso la chef. “Ma dopo una notte così, quando sento parlare di miliardi
spesi per il ponte di Messina e nulla per un’emergenza collettiva, che riguarda
ogni regione d’Italia, penso che quella proposta sia dura da sostenere”.
La sua analisi è lucida: “Bisogna decidere che cosa è più importante: secondo me
è la sicurezza dei cittadini e di tutto ciò che ci circonda”. Klugmann
sottolinea l’inutilità degli sforzi privati senza un piano strutturale pubblico:
“Abbiamo investito decine di migliaia di euro, solo quest’anno, per la
sicurezza. Abbiamo fatto la nostra parte come privati cittadini, ma non è
servito a nulla perché siamo piccoli”. Nonostante la conta dei danni ingenti
alla sua attività, il pensiero della chef è andato immediatamente a chi, in
queste ore, sta vivendo il dramma peggiore: “Io e mia sorella Vittoria, prima di
ogni altra cosa, vogliamo esprimere vicinanza alle famiglie dei due dispersi e
alle trecento persone evacuate”, ha dichiarato. “Noi abbiamo avuto danni
materiali gravi, ma le famiglie di Brazzano stanno vivendo un incubo e una
tragedia personale”. Resta l’amarezza per un paesaggio, quello del Collio, che
non è solo una cartolina per turisti, ma “l’identità stessa del Paese“.
Un’identità che, senza “un ragionamento strutturale sul territorio”, rischia di
finire sempre più spesso sott’acqua.
L'articolo “La cucina è sommersa, abbiamo dovuto evacuare i clienti. Invece che
al ponte di Messina si pensi alla gente”: la chef Antonia Klugmann mostra il suo
ristorante allagato dall’alluvione proviene da Il Fatto Quotidiano.
Spara al friulano. Fa discutere il finanziamento donato dalla Regione Friuli
Venezia Giulia ai produttori del celebre game online. Per diventare infatti la
prima regione italiana ad essere mappata in 3D negli scenari del celebre
videogioco sparatutto, Fedriga&Co hanno speso, come scrive Today, 86mila euro.
Si tratta però di una forma di promozione turistica del territorio molto
precisa. Sulla celebre piattaforma di gaming che conta nel mondo 650 milioni di
utenti, di cui 14 milioni solo in Italia, dal 20 settembre sono infatti attive
le mappe di Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia e Palmanova. Non mancano località
più prettamente di vacanza come Piancavallo, Tarvisio, i laghi di Fusine, la
laguna di Marano, i fiumi Tagliamento e Isonzo.
Inoltre, tra una mitragliata e l’altra, appariranno i prodotti tipici del Friuli
come il frico, il prosciutto di San Daniele e l’uva. Il presidente della
Regione, Massimiliano Fedriga, ha scansato ogni possibile polemica – su Fortnite
Battle Royale l’obiettivo è quello di ammazzare i concorrenti avversari per
sopravvivere ndr – ha spiegato a fine settembre durante la presentazione
ufficiale: “Vogliamo raggiungere un target molto interessante, quello dei
giovani fino ai 25 anni e promuovere il nostro territorio attraverso
un’interazione attiva”.
A sviluppare la versione friulana di Fortnite ci ha pensato Novo Esports in
collaborazione con PromoTurismoFVG. Insomma, turismo e gaming insieme per
intercettare i giovani. Le mappe da scaricare sono già online gratuitamente ma
verrà fatto partire anche un torneo che metterà in palio, per i primi 5
classificati, voucher per un soggiorno nel Tarvisiano. Del celebre gioco online
ideato da Epic Game ci sono differenti versioni, tra cui una con i personaggi
dei Simpsons, dove possiamo diventare, ad esempio, Lisa che con un kalashnikov
fa fuori i nemici.
L'articolo “Spara al friulano”: la Regione Friuli Venezia Giulia paga 86 mila
euro per entrare nel videogame Fortnite, scoppia la polemica proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Una frana di fango causata dal maltempo ha travolto nella notte un’abitazione a
Brazzano di Cormons, nel Goriziano. Una persona è stata estratta viva dalle
macerie dai vigili del fuoco, affiancati dai volontari della Protezione civile,
che stanno cercando due dispersi. Sul posto sono intervenuti anche i sanitari
inviati dalla centrale operativa Sores Fvg con più ambulanze, automedica ed
equipaggio dell’elisoccorso. La persona ferita, con una frattura a una gamba, è
stata trasferita all’ospedale di Udine.
Intanto in supporto al personale di Udine e Gorizia sono state inviate ulteriori
squadre di soccorso e soccorritori fluviali dei comandi dei vigili del fuoco di
Trieste e Pordenone. Sul posto è stato mandato il nucleo regionale Gos (Gruppo
operativo speciale) con i mezzi di movimento terra, ma anche i cinofili. Dal
Veneto è invece arrivata la squadra Usar (Urban search and rescue) per la
ricerca delle persone disperse sotto le macerie.
Il maltempo ha colpito duramente l’area tra Palmanova e la provincia di Gorizia,
con i danni più grossi registrati proprio a Cormons dove sono caduti 152
millimetri di acqua in sole sei ore. Il fiume Judrio è straripato, causando
diversi allagamenti. Colpiti anche gli scantinati dell’ospedale di Palmanova,
sommersi dall’acqua: nessun problema però per i pazienti. Disagi anche in strada
a Visco, Trivignano e Chiopris Viscone. Dalla mezzanotte, ai vigili del fuoco di
Udine, sono arrivate circa duecento richieste di soccorso, mentre numerose
chiamate hanno impegnato anche il comando di Gorizia. A causa dell’ondata di
maltempo la Protezione civile aveva diramato l’allerta gialla.
L'articolo Frana di fango travolge una casa nel Goriziano: una persona estratta
viva dalle macerie, due i dispersi proviene da Il Fatto Quotidiano.