Vi ricordate di 1Xbet, il bookmaker chiacchierato per le sue origini russe e le
attività borderline, già sponsor della Serie A all’estero e di altri colossi
calcistici, come Barcellona e Paris Saint-Germain? Da qualche settimana non
esiste più in Italia.
La società ha annunciato la chiusura di tutte le operazioni nel nostro Paese, a
partire dal 10 novembre, lasciando un mese di tempo ai clienti per recuperare i
loro soldi dall’account: queste sono le ultime ore per presentare la richiesta.
La decisione arriva a seguito della riforma delle concessioni per il gioco
d’azzardo, entrata in vigore proprio negli stessi giorni: con la revisione, gli
operatori sono stati quasi dimezzati, e soprattutto sono state abolite le
cosiddette “skin”, cioè la possibilità di subappaltare senza limiti la propria
licenza. Con tutta probabilità (anche se dobbiamo procedere per supposizioni,
visto che non sono state fornite motivazioni ufficiali), 1Xbet non ha superato
il taglio, oppure avrà valutato che alle nuove condizioni non era più
vantaggioso rimanere in Italia. Abbiamo chiesto maggiori informazioni alla
società: ci ha risposto che “al momento non rilascia commenti su questioni
relative a specifici mercati”.
Comunque sia andata, si chiude così la breve parentesi del bookmaker nel nostro
Paese, almeno dal punto di vista delle attività ufficiali. 1Xbet è un colosso da
un milione di scommettitori in tutto il mondo, e oltre 5 milioni di visite al
mese (fonte SimilarWeb, società di monitoraggio del traffico web, le cui stime
tra l’altro non tengono conto dei siti mirror), di cui non è mai stata chiarita
la reale proprietà. Certe sono le radici russe, benché oggi l’agenzia sia
bandita da Mosca: in passato un’inchiesta giudiziaria aveva individuato i
beneficiari finali in tre imprenditori russi a Cipro, Roman Semiokhin, Dmitri
Kazorin e Sergey Karshkov. La società invece operava e opera tutt’ora con
licenza a Curacao, paradiso delle scommesse, attualmente attraverso la società
Caecus N.V., che ha raccolta l’attività della vecchia 1XCorp dopo la bancarotta.
Nel corso degli anni non sono mancati scandali, dalle denunce di decine di
giocatori truffati, alla recente inchiesta del portale Josimar su match truccati
o eventi illegali con minorenni. Per questo il legame con la Serie A, che risale
ormai a diversi anni, è sempre stato poco opportuno. Il Fatto se n’è occupato
più volte e anche la trasmissione Report ha dedicato un’inchiesta.
Una prima polemica era già stata sollevata nel 2018 e aveva portato ad una
momentanea sospensione dell’accordo. Poi di nuovo nel 2022, con l’inizio della
guerra in Ucraina. Dal 2023, però, 1Xbet è sbarcata anche nel nostro Paese:
attraverso la società di diritto italiano Cmobet srl, era riuscita finalmente ad
ottenere regolare licenza dell’Agenzia dei Monopoli, con cui ha operato fino a
ieri, salvando un po’ le apparenze. Le altre ombre rimanevano, ma almeno non si
poteva più dire che la Serie A facesse pubblicità ad un’agenzia illegale in
Italia.
La recente chiusura, invece, ci riporta alla situazione preesistente. Pur avendo
lasciato l’Italia, 1Xbet continuerà invece a essere sponsor della Lega Calcio
(almeno fino al 2027, con possibile opzione per altri due anni). E poco importa
che si tratti di un accordo valido soltanto per l’estero (il marchio è oscurato
nel nostro Paese, compare invece in tutte le partite oltre confine). Che
formalmente la Lega non abbia nessun contratto col bookmaker, ma con un’agenzia
intermediaria (TGI Sports) che ha comprato il pacchetto betting e lo rivende al
brand che vuole (si parla di oltre 10 milioni di euro a stagione). La sostanza è
che la Serie A è di nuovo partner di un bookmaker “canaglia”, bandito
dall’Agenzia dei Monopoli (nell’ultima lista dei siti oggetto di provvedimento
risultano addirittura 134 domini bloccati riconducibili alla sigla 1XBet!). In
Italia è vietato scommetterci, ma il nostro calcio ne promuove il brand. Del
resto, è lo stesso sistema che fa la morale ai calciatori che cadono nella
ludopatia, ma ora si prepara a riabbracciare anche le pubblicità del betting,
con l’ormai imminente abrogazione del divieto sancito dal Decreto Dignità. La
solita ipocrisia del pallone italiano.
X: @lVendemiale
L'articolo In Italia è vietato scommetterci, ma è sponsor della Serie A: il
nuovo caso del bookmaker 1Xbet proviene da Il Fatto Quotidiano.