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Per entrare negli Usa bisognerà mostrare l’attività sui social degli ultimi 5 anni. E vale anche per i turisti italiani
Al momento è una proposta del Customs and Border Protection (Cbp), l’Agenzia americana per la protezione delle frontiere. Ma il contenuto della misura è molto rilevante: gli Stati Uniti chiederanno a tutti i turisti stranieri di fornire i dati relativi agli ultimi cinque anni di attività sui social media per poter entrare nel Paese. Una proposta, pubblicata sul Federal Register, che renderebbe così obbligatorio il controllo dei profili online anche per i visitatori che provengono dagli Stati che normalmente non necessitano di visto, come Regno Unito e Paesi dell’Unione europea, Italia compresa. Secondo i media statunitensi, la nuova regola dovrebbe entrare in vigore già all’inizio del 2026. Al momento, per i turisti italiani (come i cittadini di altri 41 Paesi) possono entrare negli Stati Uniti, per un soggiorno fino a 90 giorni, senza visto ma solamente richiedendo online e prima del viaggio l’autorizzazione elettronica obbligatoria “Esta” (Electronic System for Travel Authorization). Tra poco, nella stessa procedura, i richiedenti dovranno fornire non solo le proprie generalità, ma anche numeri di telefono e indirizzi email utilizzati negli ultimi cinque anni, oltre ai dati anagrafici dei familiari più stretti. Il Dipartimento di Stato ha inoltre chiesto ai funzionari consolari di monitorare eventuali “segnali di ostilità” verso gli Stati Uniti nei contenuti social degli aspiranti visitatori. Una stretta che arriva mentre l’amministrazione di Donald Trump ha già rafforzato i controlli sulla “presenza online” per diverse categorie di visti, dagli H-1B (il visto di lavoro temporaneo destinato a lavoratori stranieri altamente specializzati) agli ingressi per studio e scambi culturali, a pochi mesi dai Mondiali di calcio che si terranno anche negli Stati Uniti a giugno. La proposta ha già provocato le critiche delle organizzazioni per i diritti digitali, come la Electronic Frontier Foundation, che denunciano il rischio di una sorveglianza eccessiva e intimidatoria sui viaggiatori. Ci saranno 60 giorni di tempo per inviare osservazioni sulla proposta, che conferma ulteriormente l’ampio giro di vite dell’amministrazione Trump non solo sull’immigrazione legale ma su tutti i criteri d’ingresso nel Paese. L'articolo Per entrare negli Usa bisognerà mostrare l’attività sui social degli ultimi 5 anni. E vale anche per i turisti italiani proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Casa di Giulietta diventa a pagamento: 12 euro per entrare e “palpare” il famoso seno. Spuntano i “furbetti” del balconcino e scatta la protesta
Sotto il balcone di Giulietta l’amore ha lasciato spazio all’overturism. Come riportato da La Repubblica, il comune di Verona ha istituito nuove regole per visitare la casa della protagonista femminile della novella di William Shakespeare. Da sabato 6 dicembre al prossimo 6 gennaio, per accedere al giardino con il famoso balcone e la statua si dovrà acquistare un biglietto al costo di 12 euro, una cifra spropositata se si pensa che, fino a pochi giorni fa, l’ingresso era gratuito. Inoltre, l’accesso al famoso luogo sarà a numero chiuso: 1460 visitatori al giorno. Il ticket comprende l’ingresso nel cortile, la tipica “palpata” alle tette della statua d’oro di Giulietta, il tour della casa e la salita sul balconcino degli innamorati. La visita, in gruppi da massimo 45 persone alla volta, dura 15 minuti e, per il selfie sul balcone dal quale Giulietta si scambiava dolci parole con Romeo, si ha a disposizione un solo minuto. La decisione non è stata accolta con piacere tanto dai turisti quanto dagli abitanti di Verona, il cui centro storico si è affollato di persone in coda. Sul tema si sono espresse l’assessora ai Grandi eventi, Stefania Zivelonghi e la collega della Cultura, Marta Ugolini. La prima ha dichiarato: “Siamo pronti a fare debriefing per valutare i correttivi necessari“. La seconda ha tradotto le parole burocratiche dell’assessora Zivelonghi dicendo: “Qualche ingranaggio si è inceppato vedremo come sbloccarlo. L’accesso al cortile è stato vincolato al biglietto del museo perché si è ridotta la superficie esterna disponibile. L’alternativa, per ragioni di pubblica sicurezza, era chiudere tutto”. In base alle parole della Ugolini si comprende, dunque, che i 12 euro sono stati l’unica soluzione valida per non privare i visitatori di un luogo storico della letteratura e dell’arte italiana. La giunta comunale sta già discutendo una modifica alla tassa, con il recupero di un passaggio sul retro, attraverso il Teatro Nuovo, lo sblocco dei sigilli del cortile e un biglietto dal prezzo simbolico di 2-3 euro. I “FURBETTI” DEL BALCONCINO Alcuni turisti hanno trovato la soluzione per aggirare il ticket da 12 euro. I visitatori entrano nei negozi di souvenir e scattano in maniera “illegale” alcune foto al cortile attraverso le finestre dei bazar. “Questo delirio, fino all’Epifania, non può durare: non voglio nemmeno pensare al prossimo San Valentino” ha dichiarato a La Repubblica Alessandra Sinico, una commerciante che sta vivendo in prima persona l’overturism. I turisti, infatti, entrano nei negozi senza acquistare nulla. Un “buongiorno” all’ingresso, una fotografia furtiva e un “arrivederci” al commerciante, senza aver sborsato un centesimo. C’è chi evita anche la calca dei negozietti. A pochi passi dal famoso cortile c’è la struttura “Casa Giulietta Relais”, un hotel di lusso. I turisti asiatici, venuti da lontano e con poca voglia di fare file e pagare altri 12€, scattano selfie sotto un balconcino adiacente a quello di Giulietta: “È nello stesso edificio lei si sarà affacciata anche da qui“, ha spiegato una coppia -geniale- di Shangai. L'articolo La Casa di Giulietta diventa a pagamento: 12 euro per entrare e “palpare” il famoso seno. Spuntano i “furbetti” del balconcino e scatta la protesta proviene da Il Fatto Quotidiano.
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