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Insulti razzisti a un 12enne, gli inglesi del QPR si ritirano da un torneo a Milano. Gli organizzatori: “Non c’eravamo a quel match, ma condividiamo la loro scelta”
La formazione U13 del Qpr, club inglese, ha deciso di ritirarsi dalla Winter Cup, prestigioso torneo internazionale organizzato dalla Strikers Agency che si è giocato a Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano. È accaduto domenica, dopo un episodio di razzismo nella giornata di sabato, come precisato dallo stesso club con una nota ufficiale: “Azione intrapresa dopo che uno dei nostri giocatori U13 è stato oggetto di insulti razzisti da parte di un giocatore avversario”, della Virtus Verona, “al termine della partita giocata sabato 14 dicembre”. Il club inglese – che vincendo quella partita per 3-1 si era qualificato alla fase finale del torneo da primo in classifica nel proprio raggruppamento – ha rinunciato a giocare le finali previste per domenica. A confermare la rinuncia al torneo da parte della società inglese a Ilfattoquotidiano.it è stata la Strikers Agency, società che si occupa dell’organizzazione di tornei internazionali di calcio giovanile da diverso tempo: “Noi siamo una società composta da tre soci, di cui due sono italiani (Aldo Bratti e Niccolò Bigazzi) e uno è un ragazzo marocchino, Momo Hadiry. Quindi già questo fa capire come viviamo noi il discorso legato all’inclusività”, esordisce Aldo Bratti, uno dei tre fondatori della Strikers Agency. “Noi non eravamo presenti in quel momento esatto, in quel campo, quindi non possiamo confermare o smentire la versione del Qpr. Ma condividiamo e rispettiamo la loro decisione. Se loro mi dicono ‘è andata così’, sono d’accordo con la loro scelta, perché è molto grave che a 12 anni possa succedere un qualcosa del genere. Ma non posso assicurare che un tesserato della Virtus Verona abbia detto qualcosa, non c’eravamo”. Intanto il club veronese ha smentito tutto: “La Virtus Verona smentisce in modo categorico quanto riportato da alcune testate nazionali in merito a un presunto insulto razzista che sarebbe stato pronunciato da un atleta del Club nei confronti di un avversario del Queen’s Park Rangers, nell’ambito di un torneo giovanile U13 a Trezzano sul Naviglio (MI)”, si legge nella nota. L’EPISODIO ALLA WINTER CUP E LA DECISIONE DEL QPR La Winter Cup è un torneo giovanile U13 che si gioca tra 90 squadre, coinvolge circa 1800 atleti e si gioca in tre centri sportivi differenti, con squadre del calibro di Milan, Inter, Benfica (poi vincitrice del torneo) per citarne tre, ma anche alcune società dilettantistiche. Sabato – al termine della sfida tra Qpr e Virtus Verona, con la vittoria degli inglesi che ha estromesso proprio il club veronese dalla competizione – un giocatore della Virtus avrebbe proferito insulti razzisti nei confronti di uno dei tesserati del Qpr. Da lì la decisione del club inglese di ritirarsi dopo qualche ora e dopo anche un confronto con i dirigenti che si trovavano a Londra in quel momento. “Alle 21:30 – qualche ora dopo la partita – ho ricevuto un messaggio da un dirigente del Qpr che mi scrive in inglese ‘uno dei nostri calciatori è stato vittima di insulti razzisti‘ – spiega Bratti -. Tre minuti dopo gli mando un vocale per capire quando e come sia successo e gli dico di tenermi aggiornato”. Lì la conversazione si interrompe. Pochi minuti dopo la mezzanotte, la comunicazione del club di ritirarsi con effetto immediato dal torneo e intorno a mezzanotte e mezza la chiamata allo stesso Aldo Bratti da parte del direttore della QPR Academy, Alex Carroll, e del team manager per spiegare nel dettaglio la situazione: “Mi hanno ribadito che avevano parlato con il safeguarding manager e il senior leadership team, che su queste cose hanno zero tolleranza e quindi avevano deciso di abbandonare il torneo”. “Poi mi hanno anche precisato che si sono trovati benissimo e che vorrebbero partecipare anche il prossimo anno. Noi gli abbiamo risposto che saremo felici di invitarli e che ci dispiaceva per quanto accaduto, soprattutto per la motivazione per cui avevano deciso di ritirarsi”, spiega Bratti. Tutto ciò accade nella notte tra sabato e domenica, con le finali a cui il Qpr non ha preso parte previste proprio per il 14 dicembre. Il club inglese ha comunque preso il volo per Londra delle 21:45 della domenica, come già pianificato prima del torneo. “Noi il giorno dopo per gran parte a spese nostre abbiamo deciso di mandarli a San Siro per vedere Milan-Sassuolo alle 12:30. Non per cancellare l’accaduto ovviamente, ma per distrarli e concedergli una giornata alternativa. Poi li abbiamo riportati in hotel in bus e successivamente in aeroporto, dove hanno preso il volo già pianificato delle 21:45″, ha concluso Bratti. L'articolo Insulti razzisti a un 12enne, gli inglesi del QPR si ritirano da un torneo a Milano. Gli organizzatori: “Non c’eravamo a quel match, ma condividiamo la loro scelta” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Casa di Giulietta diventa a pagamento: 12 euro per entrare e “palpare” il famoso seno. Spuntano i “furbetti” del balconcino e scatta la protesta
Sotto il balcone di Giulietta l’amore ha lasciato spazio all’overturism. Come riportato da La Repubblica, il comune di Verona ha istituito nuove regole per visitare la casa della protagonista femminile della novella di William Shakespeare. Da sabato 6 dicembre al prossimo 6 gennaio, per accedere al giardino con il famoso balcone e la statua si dovrà acquistare un biglietto al costo di 12 euro, una cifra spropositata se si pensa che, fino a pochi giorni fa, l’ingresso era gratuito. Inoltre, l’accesso al famoso luogo sarà a numero chiuso: 1460 visitatori al giorno. Il ticket comprende l’ingresso nel cortile, la tipica “palpata” alle tette della statua d’oro di Giulietta, il tour della casa e la salita sul balconcino degli innamorati. La visita, in gruppi da massimo 45 persone alla volta, dura 15 minuti e, per il selfie sul balcone dal quale Giulietta si scambiava dolci parole con Romeo, si ha a disposizione un solo minuto. La decisione non è stata accolta con piacere tanto dai turisti quanto dagli abitanti di Verona, il cui centro storico si è affollato di persone in coda. Sul tema si sono espresse l’assessora ai Grandi eventi, Stefania Zivelonghi e la collega della Cultura, Marta Ugolini. La prima ha dichiarato: “Siamo pronti a fare debriefing per valutare i correttivi necessari“. La seconda ha tradotto le parole burocratiche dell’assessora Zivelonghi dicendo: “Qualche ingranaggio si è inceppato vedremo come sbloccarlo. L’accesso al cortile è stato vincolato al biglietto del museo perché si è ridotta la superficie esterna disponibile. L’alternativa, per ragioni di pubblica sicurezza, era chiudere tutto”. In base alle parole della Ugolini si comprende, dunque, che i 12 euro sono stati l’unica soluzione valida per non privare i visitatori di un luogo storico della letteratura e dell’arte italiana. La giunta comunale sta già discutendo una modifica alla tassa, con il recupero di un passaggio sul retro, attraverso il Teatro Nuovo, lo sblocco dei sigilli del cortile e un biglietto dal prezzo simbolico di 2-3 euro. I “FURBETTI” DEL BALCONCINO Alcuni turisti hanno trovato la soluzione per aggirare il ticket da 12 euro. I visitatori entrano nei negozi di souvenir e scattano in maniera “illegale” alcune foto al cortile attraverso le finestre dei bazar. “Questo delirio, fino all’Epifania, non può durare: non voglio nemmeno pensare al prossimo San Valentino” ha dichiarato a La Repubblica Alessandra Sinico, una commerciante che sta vivendo in prima persona l’overturism. I turisti, infatti, entrano nei negozi senza acquistare nulla. Un “buongiorno” all’ingresso, una fotografia furtiva e un “arrivederci” al commerciante, senza aver sborsato un centesimo. C’è chi evita anche la calca dei negozietti. A pochi passi dal famoso cortile c’è la struttura “Casa Giulietta Relais”, un hotel di lusso. I turisti asiatici, venuti da lontano e con poca voglia di fare file e pagare altri 12€, scattano selfie sotto un balconcino adiacente a quello di Giulietta: “È nello stesso edificio lei si sarà affacciata anche da qui“, ha spiegato una coppia -geniale- di Shangai. L'articolo La Casa di Giulietta diventa a pagamento: 12 euro per entrare e “palpare” il famoso seno. Spuntano i “furbetti” del balconcino e scatta la protesta proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Verona, all’orientamento post scolastico c’è anche lo stand coi mezzi dell’Esercito. Gli studenti contestano Valditara
“Meno armi, più ospedali, più case, più scuole”. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara se ne è già andato dai padiglioni di Job&Orienta, la manifestazione di orientamento post scolastico che si tiene nei padiglioni della Fiera di Verona, quando alcuni ragazzi mettono in scena una rumorosa protesta. Due attiviste contro la guerra mostrano un lenzuolo con una scritta che chiede di destinare maggiori risorse alle spese sociali e culturali, non all’industria bellica. Un ragazzo sale su una scaletta e comincia a gridare: “Non vi basta fare gli stand in mezzo agli studenti delle scuole per racimolare iscrizioni! Noi cittadini non abbiamo nessuna voglia di partecipare a questo mondo di guerre che state creando, neanche se ci mostrate le vostre f…. tecnologie di morte. Siamo pronti a bloccare tutto per boicottare i vostri piani. Qui davanti a voi abbiamo il banchetto del Ministero della Difesa che mi sta facendo scendere dalle scale con la forza… Questo è uno Stato che sostiene il genocidio, fornendo armi da più di due anni mentre taglia le scuole, taglia gli ospedali…”. Sotto tiro finisce soprattutto lo stand del Ministero della Difesa, nel padiglione 11, dove trovano posto mezzi dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare. Ci sono manifesti del Gruppo Operativo Incursori della Marina, in completo da combattimento con mitraglietta spianata. Ci sono i militari dell’Esercito con le scritte “Valori, Addestramento, Tecnologia”. Ci sono cabine di pilotaggio, jeep per correre nel deserto o in aree accidentate. Un militare fa provare le tenute, i caschetti mimetici e gli zaini agli studenti. Da un’altra parte si possono sperimentare visori e simulatori. Job&Orienta è il più importante appuntamento fieristico del settore che nel 2024 ha contato 425 realtà espositive, 200 eventi culturali, 55 mila visitatori in presenza e 30 mila visitatori digitali. Offre le diverse opportunità di studio e di lavoro, dalle università alle accademie, dai ministeri alle scuole di addestramento professionale. Si tratta di un’occasione offerta agli studenti, anche ai giovanissimi, visto che la scheda di iscrizione indica l’età di adesione a partire dai 13 anni. Quindi anche i minorenni entrano in contatto con le proposte del Ministero della Difesa. Non vi sono armi da imbracciare, ma è un pullulare di divise e di messaggi riguardanti le forze armate. Tra gli sponsor della manifestazione ci sono i Ministeri dell’istruzione, dell’Università e del Lavoro, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Verona. La manifestazione ha coinciso con la Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. Gli organizzatori veronesi: “Proprio nei giorni in cui uno stand del Ministero della difesa e delle forze armate sarà presente come espositore, Verona si mobiliterà per una Palestina libera e contro l’economia di guerra dell’esecutivo Meloni. È tempo di rimettere al centro ciò che conta davvero: giù le armi, sù i salari. Il genocidio non si è fermato, il riarmo milionario della Nato nemmeno”. L'articolo Verona, all’orientamento post scolastico c’è anche lo stand coi mezzi dell’Esercito. Gli studenti contestano Valditara proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Diritto alla salute e tutela giuridica del malato cronico non autosufficiente. Se ne parla a Verona
È dedicato alla tutela del malato cronico non autosufficiente in ambito giuridico, il secondo appuntamento del ciclo di tre incontri sul diritto alla salute e la tutela dei malati cronici non autosufficienti organizzato a Verona dall’Associazione Diritti Non Autosufficienti (Di.A.N.A. APS). L’appuntamento è per sabato 22 novembre alle 9.30 presso la sala A.TER in piazza Pozza 1. Oltre alla presidentessa dell’associazione, Donatella Oliosi, interverranno l’avvocato Federica Ballarin e l’avvocato Maria Luisa Tezza. I temi trattati vanno dall’istituto giuridico dell’amministratore di sostegno e il ruolo del giudice tutelare, ai diritti del malato non autosufficiente, fino al diritto alla salute, per fornire un’analisi completa degli strumenti giuridici e normativi a tutela dei diritti dei cittadini e delle famiglie. L’iniziativa dell’associazione Di.A.N.A. intende offrire ai cittadini un quadro chiaro e accessibile sul diritto alla salute e sulle tutele previste per le persone affette da malattie croniche e non autosufficienza, con particolare attenzione ai bisogni continuativi di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, nei diversi contesti di cura. L’ultimo appuntamento, sabato 29 novembre stesso luogo, stessa ora, sarà dedicato a garantire le cure del Servizio Sanitario Nazionale al malato cronico non autosufficiente, quindi un focus sulla continuità delle cure a lungo termine (Long Term Care) e sul dovere del SSN di garantire prestazioni adeguate e senza limiti di durata. Il ciclo di incontri mira a diffondere la conoscenza dei diritti fondamentali alla salute, della normativa in vigore e delle prassi operative necessarie per ottenere l’erogazione concreta delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a cui ogni cittadino ha diritto, in particolare i malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza. L'articolo Diritto alla salute e tutela giuridica del malato cronico non autosufficiente. Se ne parla a Verona proviene da Il Fatto Quotidiano.
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A Verona l’università nega l’assemblea sulla Palestina con Greta Thunberg: “Viola la par condicio per le Regionali”
Il collettivo Tamr ha chiesto all’Università di Verona un’aula per ospitare un’assemblea con la presenza dell’attivista svedese Greta Thunberg, ma le autorità accademiche hanno detto di no, per ragioni elettorali. In riva all’Adige scoppia il caso, con polemiche, accuse, persino scontri interpretativi dei regolamenti di Ateneo e della legge in materia di par condicio. Come risposta, il collettivo si è detto pronto ad occupare gli spazi al Polo Zanotto, così da dar corso ugualmente all’incontro, a cui dovrebbero partecipare il veronese Simone Zambrin, che è stato a bordo della Global Sumud Flotilla, e Maya Issa, rappresentante del movimento studenti palestinesi. La prova della verità si avrà il 21 ottobre nell’aula T8. Tamr ha chiesto l’agibilità per un’assemblea l’11 novembre, rispettando i 10 giorni di anticipo richiesti dalle autorità accademiche in un’altra occasione. Il 14 novembre c’è stato un incontro in Rettorato. Gli studenti hanno rimarcato l’articolo 1 dello Statuto dell’Ateneo, secondo cui “l’università promuove una cultura di pace, di rispetto dei diritti umani, della dignità della persona umana, di pluralismo delle idee e di valorizzazione delle differenze… tutela la piena libertà di pensiero”. Da parte dell’Università sono state sollevate obiezioni riferite alla possibile presenza di un candidato alle regionali per Alleanza Verdi Sinistra, e ad un post degli organizzatori che collegava la manifestazione a uno sciopero proclamato per il 28 novembre. Dopo aver modificato il post, i promotori pensavano che tutto si fosse chiarito. Invece l’Università ha negato il permesso “visti i post pubblicati sui social media” e considerando la legge elettorale che detta le “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali, referendarie e per la comunicazione politica”. Tamr ha replicato ricordando le norme che “riconoscono il diritto di assemblea, l’autogestione delle attività e la possibilità di discutere temi anche politici, purché ciò non si trasformi in propaganda per partiti o candidati attraverso strumenti che ricadono nelle tutele previste dalla legge 28/2000”. Ha spiegato che l’evento non è organizzato da parte di partiti o candidati, né utilizza canali per attività di propaganda. In una parola, gli studenti voglio discutere del genocidio in Palestina, non delle elezioni regionali in Veneto. “Il richiamo alla legge sulla par condicio è pretestuoso e funzionale a negare uno spazio di discussione legittimo e necessario”. Mentre l’università di Verona non commenta, Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi ha dichiarato: “È un segnale preoccupante. L’università deve essere il luogo del confronto libero e della crescita critica, non della censura. Bloccare un dibattito su temi globali come la situazione in Palestina, con la scusa della par condicio, significa limitare la libertà di espressione degli studenti e impoverire la vita democratica dell’ateneo”. Sulla stessa linea Sinistra Italiana Verona e Unione Giovani di Sinistra: “È fondamentale che agli studenti e alle studentesse sia garantita un’agibilità piena e trasparente. Le attività e le iniziative promosse dal basso devono poter trovare spazio negli atenei, senza ostacoli amministrativi opachi o scelte arbitrarie. Chiediamo all’Università di Verona di rivedere la decisione di diniego”. Sul versante opposto Flavio Tosi, ex sindaco di Verona e capolista per Forza Italia in tutte le circoscrizioni provinciali alle elezioni regionali: “Sostengo la decisione dell’Università: qui non si tratta di libertà di espressione, ma di pura propaganda politica a poche ore dalle elezioni. È stato difeso il principio di par condicio”. L'articolo A Verona l’università nega l’assemblea sulla Palestina con Greta Thunberg: “Viola la par condicio per le Regionali” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Maratoneti della stessa squadra morti nel sonno: un certificato medico di Anna Zilio era falso
Spunta un certificato medico falso di abilitazione all’attività agonistica, risalente al 2021, nell’indagine relativa alla morte di Anna Zilio, 39 anni, la runner veronese trovata senza vita in casa il 14 ottobre scorso. Come riportato da Ansa, è questo un primo esito degli accertamenti che la Procura di Verona ha avviato verso ignoti per la vicenda che ha scosso l’ambiente podistico veneto. L’inchiesta su Zilio è parallela a quella aperta dalla Procura di Vicenza sul decesso di un altro atleta, Alberto Zordan, 48 anni, morto nel sonno tra l’1 e il 2 novembre e appartenente alla stessa squadra della donna, la Team Km sport di San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona. Nel 2021 la donna era stata costretta a interrompere l’attività sportiva per alcuni problemi medici. Zilio era segretaria della società sportiva e tra i suoi incarichi vi era quello di archiviare la documentazione degli atleti. Gli investigatori la scorsa settimana si erano recati in uno studio medico per verificare i documenti in particolare della donna. Non vi sono ovviamente certificati relativi al 2025, perché l’ultimo, risalente al 2024, vale per legge un anno e sarebbe dovuto ancora essere rinnovato. Zordan invece sarebbe sempre stato in regola con i certificati medici. Le due morti sono avvenute a meno di tre settimane di distanza l’una dall’altra con le stesse modalità: un malore nel sonno. Questa è l’unica coincidenza che si somma alla comune iscrizione alle stessa società sportiva. Su entrambe le vittime è stato eseguito un esame diagnostico con il prelievo di tessuti, che saranno analizzati. I magistrati hanno chiesto nello specifico un approfondimento sui liquidi biologici. La Procura di Verona ha nel frattempo conferito l’incarico per una consulenza tossicologica sull’eventuale presenza di sostanze nel sangue della donna. Emanuele Marchi, vicepresidente della Km Sport, aveva dichiarato di voler sapere la causa delle due morti “però noi come società – aveva puntualizzato nei giorni scorsi – non vediamo nessuna correlazione, purtroppo solo grande dispiacere e tristezza”, aveva aggiunto. Anche il legale della famiglia di Anna Zilio, l’avvocato veronese Marco Pezzotti, aveva ribadito come non vi fosse alcun collegamento tra questi due decessi: “Si tratta di una tragedia molto dolorosa, e attendiamo i risultati dell’autopsia che permetteranno di chiarire le cause della morte”. L'articolo Maratoneti della stessa squadra morti nel sonno: un certificato medico di Anna Zilio era falso proviene da Il Fatto Quotidiano.
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