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Cabinovia per Milano-Cortina, l’alert dell’Agenzia per la sicurezza: “Mancano certificazioni Ue e nulla osta su frane e valanghe”
Documentazione incompleta, progetti mancanti, ritardi nel rispondere alle richieste di spiegazioni tecniche per la martoriata e controversa cabinovia di Socrepes a Cortina d’Ampezzo, una delle opere dei Giochi olimpici 2026. Sono queste le accuse che vengono mosse dall’Agenzia per la sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali (Ansfisa) non solo alle imprese realizzatrici, ma anche a Società infrastrutture Milano Cortina (Simico) il braccio operativo del ministero delle Infrastrutture impegnato in una corsa contro il tempo e contro il buonsenso. Contro il tempo perché a fine novembre si sta lavorando alle stazioni di partenza (Apollonio) e di arrivo, mentre è ancora un punto interrogativo la stazione intermedia sugli splendidi prati di Mortisa. Si tratta anche di una corsa contro il buonsenso, visto che l’area è soggetta a frane profonde, al punto da aver ipotizzato piloni mobili, per adattarsi allo scivolamento verso valle del terreno. I LAVORI FINIRANNO IN PARTE DOPO I GIOCHI La cabinovia da 34 milioni di euro ha Simico come stazione appaltante e come soggetto attuatore, mentre l’impresa aggiudicataria è un raggruppamento temporaneo di imprese composto dalle società a responsabilità limitata Graffer, Ecoedile e Dolomiti Strade. Subappaltatori sono il Consorzio Tem e l’impresa De Sandre Riccardo. Il fine lavori ante-Olimpiadi è indicato nell’1 febbraio prossimo, cinque giorni prima dell’inizio dei Giochi, ma poi i lavori continueranno fino al luglio 2026. Il nulla osta di Ansfisa è cruciale, come quello riguardante la compatibilità di frana da parte della Regione Veneto. I lavori sono cominciati ugualmente, ma senza questi passaggi – solo in realtà burocratici, in realtà sostanziali ai fini della sicurezza – la cabinovia per portare gli spettatori delle Olimpiadi in quota non diventa collaudabile. LE FRUSTATE DI ANSFISA: “SIGNIFICATIVE CARENZE” Ansfisa ha deciso di intervenire a causa delle notizie finite sui giornali. Si dichiara “pienamente consapevole della rilevanza strategica dell’opera, in vista delle prossime Olimpiadi”, per questo “ha dedicato risorse specifiche per istruire con la massima tempestività i procedimenti di propria competenza”. La premessa serve per respingere sospetti di ritardi nelle verifiche tecniche. Leggi alla mano, Ansfisa è però tassativa: “Per il rilascio del Nulla Osta Tecnico sull’intero impianto funiviario, la normativa vigente prevede la trasmissione del progetto definitivo completo, in ogni sua parte, e corredato delle relative sottoscrizioni e certificazioni di legge”. Questo non è avvenuto. “L’Agenzia ha sollecitato più volte la trasmissione di tale documentazione. Solo il 12 novembre sono pervenuti ad Ansfisa circa 90 elaborati progettuali, che presentavano tuttavia significative carenze per cui, con nota del 18 novembre, l’Agenzia ha sollecitato integrazione, al fine di poter procedere alla verifica della documentazione completa, come previsto in termini di legge”. IL NODO DELLE NORME UE SU SICUREZZA La risposta è stata insoddisfacente: “Alcune integrazioni, che hanno consentivo di colmare solo in parte le lacune rilevate, sono state trasmesse in data 21 novembre, e alcuni refusi progettuali sono stati chiariti per le vie brevi, nello spirito di massima collaborazione istituzionale che Ansfisa ha mantenuto in ogni fase”. Se Ansfisa sta verificando “la correttezza e completezza della documentazione” ricevuta, “risultano tuttora mancanti le certificazioni previste dalla normativa europea sui componenti di sicurezza degli impianti, indispensabili per il rilascio del nulla osta finale e definitivo”. Siamo ancora lontani dalla meta che autorizza il completamento della cabinovia. Ansfisa aggiunge: “Per agevolare l’avanzamento dei lavori sono stati rilasciati, nelle scorse settimane, una serie di nulla osta parziali sul Progetto di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE), riferiti alle stazioni di monte (2 ottobre), di valle (14 ottobre) e ad alcuni sostegni (21 ottobre). Tali provvedimenti hanno reso possibile la realizzazione delle opere civili, pur in assenza del parere di compatibilità rispetto a frane e valanghe da parte della Regione Veneto, parere che il soggetto attuatore non ha ancora acquisito e che potrà eventualmente comportare ulteriori approfondimenti o modifiche progettuali”. L’AVVISO: “PRIORITÀ LA TUTELA DELLA SICUREZZA” L’Autorità ha concesso alle imprese e a Simico la possibilità di avviare i lavori a pezzi, ma mancano due importanti passaggi riguardanti il rischio di frana e la compatibilità dei materiali con le norme europee. La conclusione è affilata come un rasoio: “Alla luce di questi elementi, è doveroso sottolineare che i tempi finora registrati nell’iter autorizzativo non sono riconducibili a inerzie dell’Agenzia, bensì alla progressiva e non ancora completata definizione del progetto, ancora soggetto a varianti in corso d’opera. Ansfisa intende continuare ad assicurare la massima celerità e prontezza per quanto di sua competenza, nel rispetto del ruolo che continuerà a svolgere con rigore tecnico, imparzialità e spirito di collaborazione istituzionale, con l’obiettivo prioritario di tutelare la sicurezza degli utenti e del territorio”. CHI COSTRUISCE L’IMPIANTO DA 2.400 PASSEGGERI ALL’ORA La parola “sicurezza” risuona in contrasto con l’intenzione di Simico di costruire la cabinovia a qualsiasi costo, per permettere il trasporto (2.400 passeggeri all’ora) degli spettatori delle gare di sci alpino. Il commissario straordinario Fabio Saldini, che è anche amministratore delegato di Simico, continua ad assicurare che l’opera sarà pronta in tempo e che il collaudo avverrà a gennaio. I piloni non sono ancora stati trasportati sul pendio e anche l’assemblaggio delle componenti tecniche (funi, cabinovie, sistema di propulsione) non è privo di problemi. L’appalto è stato assegnato con procedura diretta alla ditta Graffer di Sergio Lima, che ha ottenuto in cordata altri due impianti olimpici, a Bormio e Livigno, la cui realizzazione è però ormai rimandata a dopo le Olimpiadi. Si tratta di una società dal fatturato modesto, che in questo caso è riuscita ad ottenere assegnazioni per 130 milioni di euro: 34 a Cortina, 52 milioni a Livigno e 44 milioni a Bormio. L'articolo Cabinovia per Milano-Cortina, l’alert dell’Agenzia per la sicurezza: “Mancano certificazioni Ue e nulla osta su frane e valanghe” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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All’asta il Villaggio olimpico di Sestriere: in passato non l’ha voluto nessuno, ora il costo è raddoppiato (35 milioni di euro)
Chissà se agli atleti sarà mai venuto in mente che quella strana galleria dentro cui si trovavano a camminare, con gli anelli in rame sopra le loro teste, si richiamava alla Belle Époque e doveva – nelle intenzioni dei progettisti – riprodurre i porticati di inizio Novecento. Probabilmente no. Ma a distanza di 19 anni da allora, quando si disputarono le Olimpiadi invernali, la galleria e tutto il complesso del Villaggio olimpico di Sestriere sono ancora alla ricerca di un proprietario. Ebbene sì, perché quell’area di 75mila metri quadrati, sorta nel Comune più alto d’Italia (oltre 2mila metri di quota), non la vuole nessuno. O, per lo meno, è così che sono andate le cose finora. Il Villaggio olimpico è da pochi giorni tornato all’asta. Era già successo tra il 2022 e il 2023, e i tre appuntamenti erano andati deserti. La base d’asta, allora, era di circa 18 milioni di euro. Ora, a distanza di pochi anni, è salita a quasi 35 milioni di euro. La ragione è che nella vendita sono finiti gli alloggi delle multiproprietà, passati di mano, e che occupano buona parte della volumetria del complesso. Di cosa parliamo, in numeri: 300 stanze per un totale di quasi 1200 posti letto, sei palazzine, le due torri costruite a suo tempo da Gianni Agnelli (“Club Med” e “Valtur”). A cui si aggiunge il blocco centrale dedicato ai servizi comuni: ristorante, sale convegni, centro benessere, cinema-teatro, bar. Nel corso del tempo il Villaggio olimpico è rimasto in buona parte funzionante, trasformandosi in resort e attualmente, come si legge nell’annuncio, “le condizioni manutentive dell’intero complesso immobiliare risultano sostanzialmente buone e non necessitano di alcun intervento”. La gestione è affidata a TH Resort, che da ciò che scrive La Stampa “ha contratti in essere con i tour operator e riempirà il Villaggio durante le settimane bianche ormai pronte al via”. Sia come sia, da una parte fa specie che dopo quasi 20 anni dai XX Giochi olimpici di Torino il Villaggio di Sestriere non trovi persone disposte ad acquisirlo. Dall’altra, invece, è totalmente comprensibile, trattandosi di una struttura che – ancorché fronte piste da sci – presenta dimensioni non esattamente al passo coi tempi. Va sottolineato che il “fratello” costruito nel capoluogo piemontese ha avuto una sorte ben peggiore: il Villaggio olimpico di Torino è diventato famoso col nome giornalistico di “Calais italiana”, poiché teatro, a partire dal 2013, della più grande occupazione abusiva d’Europa. Ma altre cattedrali nel deserto hanno fatto una brutta fine: il budello di Cesana Torinese, costato circa 110 milioni di euro, e abbandonato poco dopo le Olimpiadi; i trampolini del salto con gli sci di Pragelato, costati poco meno di 35 milioni di euro e poi inutilizzati. La mente corre ai Giochi di Milano-Cortina, con la speranza che dopo la cerimonia di chiusura di Verona non cali il sipario, oltreché sulle gare, sulle strutture – e infrastrutture – costruite tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it Instagram L'articolo All’asta il Villaggio olimpico di Sestriere: in passato non l’ha voluto nessuno, ora il costo è raddoppiato (35 milioni di euro) proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Milano raddoppia le tasse di soggiorno in vista delle Olimpiadi. Aumenti fino a 10 euro a notte
Novità scomode per i turisti a Milano. Palazzo Marino ha deciso, su proposta dell’assessore al bilancio Emmanuel Conte, di adeguare le tariffe della tassa di soggiorno come previsto dal dl Anticipi, il decreto legge del 29 ottobre 2025. Il provvedimento sarà valido solo per l’anno 2026, in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Il balzello dal primo gennaio salirà a 10 euro per alberghi a quattro o cinque stelle, 7,4 euro per alberghi a tre stelle, 5 euro per alberghi a due stelle, 4 euro per hotel a una stella, 9,5 euro in case per vacanze e locazioni brevi e bed & breakfast, 7 euro in case per ferie, 3 euro negli ostelli della gioventù e nelle aziende ricettive all’aria aperta. Anche gli altri comuni della Lombardia e del Veneto potranno usufruire del decreto, se non superano i trenta chilometri dalle sedi di gara. Dal dl anticipi si legge che “possono incrementare l’ammontare dell’imposta di soggiorno, fino a 5 euro per notte”. E con il gettito? Il decreto prevede che venga ripartito per metà agli scopi previsti dalla legge del 2011 istitutiva del tributo (sostegno al turismo e valorizzazione dei beni culturali e ambientali), mentre l’altra metà entra nel bilancio dello Stato per finanziare i progetti legati ai Giochi. L'articolo Milano raddoppia le tasse di soggiorno in vista delle Olimpiadi. Aumenti fino a 10 euro a notte proviene da Il Fatto Quotidiano.
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