L’ultimo monitoraggio civico di Open Olympics, la rete che vigila sulle spese e
gli appalti di Milano Cortina 2026, emette un verdetto molto negativo sulla fase
di avvicinamento alla kermesse sportiva che sarà inaugurata tra meno di due
mesi. Sul fronte infrastrutturale le opere per oltre quattro miliardi di euro
sono in ritardo, i costi crescono continuamente, mentre i cronoprogrammi
subiscono un progressivo slittamento man mano che ci si avvicina all’accensione
del braciere, prevista per il 6 febbraio nello stadio di San Siro. Sul versante
di Fondazione Milano Cortina 2026, il comitato organizzatore del grande evento,
permane inoltre l’opacità sulla natura e quantità delle spese, che sono
destinate a raggiungere i due miliardi di euro, con un generoso contributo di
finanziamenti pubblici.
Il documento è stato redatto da “Libera – Associazioni nomi e numeri contro le
mafie”, fondata da don Luigi Ciotti, ma ha alle spalle il lavoro delle
principali associazioni ambientaliste italiane. Riguarda 98 opere indicate nel
sito di Società infrastrutture Simico, con un investimento di tre miliardi e
mezzo, di cui 31 (solo il 13%) dedicate a impianti sportivi per i Giochi e 67
(l’87%) destinate alla cosiddetta legacy, “soprattutto interventi stradali o
ferroviari” (45 su 67), che vengono pagate con i soldi dei contribuenti. “Per
ogni euro destinato alle opere indispensabili ai Giochi, se ne spendono 6,6 per
opere di legacy. La spesa si concentra principalmente in due territori: Veneto e
Lombardia sfiorano ciascuno 1,5 miliardi di euro” scrive Open Olympics.
A fine ottobre risultavano concluse 16 opere, mentre 51 erano in esecuzione, 3
in gara e addirittura 28 ancora in progettazione. Solo 42 opere finiranno prima
dell’evento, mentre il 57% sarà completato dopo i Giochi, con l’ultimo cantiere
nel 2033. Inoltre, 16 interventi (inclusa la controversa pista da bob di
Cortina) presentano una consegna solo parziale. L’analisi evidenzia come durante
il 2025 la data di fine lavori sia stata posticipata per il 73% delle opere,
“con slittamenti che in alcuni casi superano i tre anni”. Nei primi dieci mesi
del 2025 il valore del Piano è cresciuto di ulteriori 157 milioni di euro.
Molti dati non sono disponibili. Si va dall’entità dei subappalti, all’impatto
ambientale delle singole opere, dal valore dei piani redatti dalle Regioni, come
la Lombardia e il Veneto, all’effettiva copertura delle spese. È quella che gli
analisti definiscono una “asimmetria informativa sistemica”: “Il portale Open
Milano Cortina 2026 ha permesso di illuminare una parte rilevante, ma non
esaustiva, della macchina olimpica. Per questo il nostro lavoro non finirà allo
spegnersi delle luci dei Giochi, continueremo il monitoraggio fino alla chiusura
dell’ultimo cantiere, per capire la sorte del 57% dei cantieri che resteranno
aperti”.
Open Olympics sintetizza in tre “domande civiche” i nodi problematici
dell’imponente cantiere olimpico. La prima: “Quante opere esistono davvero e
quanto costano?”. Le 98 opere ufficiali non esauriscono tutto il quadro di
impegno pubblico, visto che “la sola Regione Lombardia pubblica sulla
piattaforma “Oltre i Giochi 2026” un numero di 78 interventi per 5,1 miliardi,
dove rientrano 44 opere (per un valore di 3,82 miliardi) che non sono presenti
nel portale governativo”. Seconda domanda: “Quanto costa davvero realizzare i
Giochi e garantire salute e sicurezza durante l’evento? Il budget dichiarato da
Fondazione nel 2025 ammonta a 1,7 miliardi, ma il documento non è pubblico”. Il
terzo quesito riguarda il ruolo e la trasparenza del Commissario straordinario
per le Paralimpiadi nominato solo la scorsa estate dal governo Meloni. “Il
Decreto Sport ha assegnato al Commissario 328 milioni da spendere da settembre a
dicembre 2025. La stima iniziale del costo per le Paralimpiadi era di 71,5
milioni: si è verificato un aumento del 359%, ma i ruoli del Commissario sono
enormi e dai contorni molto poco definiti”. Spenderà quei soldi in un arco di
tempo limitato soprattutto per sanare i debiti di Fondazione, le cui spese sono
passate da un miliardo e mezzo a due miliardi di euro.
L'articolo Milano-Cortina, il report: a fine ottobre concluse solo 16 opere su
98. E il 57% sarà consegnato dopo i Giochi proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Milano
Avvicinavano gli anziani di rientro a casa fingendosi carabinieri, con una scusa
entravano negli appartamenti e dopo pochi minuti ne uscivano con oro e gioielli
da rivendere in Italia e all’estero. Questa la strategia messa a punto da
un’organizzazione con base nel quartiere milanese di Muggiano. Ventuno dei
componenti sono destinatari di misure cautelari (7 in carcere, 9 ai domiciliari
e 5 l’obbligo di dimora). Tra questi c’è anche un agente della Polizia di Stato,
Fausto Napoletano, in servizio alla Questura di Milano, compagno di una delle
principali indagate.
Il gruppo è accusato a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata
alla commissione di furti, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio.
L’ordinanza, eseguita lo scorso 11 dicembre, è stata emessa dal gip al termine
di una indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano, coordinata
dalla procura e partita nel 2023, a seguito di una recrudescenza dei reati
contro il patrimonio (in particolare furti, rapine e truffe), commessi
prevalentemente contro soggetti vulnerabili con la tecnica del finto
carabiniere. Ed è questo il modus operandi utilizzato in dieci dei dodici furti
di cui il gruppo è accusato. Quindici gli episodi di ricettazione addebitati,
otto quelli di riciclaggio e due di autoriciclaggio, commessi tra l’Italia, la
Svizzera e il Belgio. In particolare – fanno sapere i carabinieri del comando
provinciale di Milano in una nota – è emerso che gli indagati in più occasioni,
utilizzando un camper come copertura, avevano trasportato all’estero ingenti
quantità di gioielli e preziosi rubati, per poi riciclarli con la complicità di
alcune gioiellerie e compro oro. Complessivamente, il valore economico di questi
beni è stato quantificato in circa 2,5 milioni di euro.
Il gruppo è costituito dalla famiglia dei Lafleur, con base operativa di
Muggiano, alla periferia ovest di Milano. Al vertice la capostipite Caterina
Ussi, 97 anni tra pochi, insieme alla figlia Monica. Era l’anziana vedova a
sorvegliare la base logistica in via Muggiano 25. Da lì, utilizzando un camper
come copertura, i membri della famiglia trasportavano all’estero i gioielli e i
preziosi provento di furti e rapine.
Nel corso delle perquisizioni, svolte anche in Svizzera con l’ausilio
dell’Ufficio federale della Dogana e della sicurezza dei confini, sono stati
trovati e sequestrati 43mila euro in contanti, numerosi orologi di lusso,
lingottini d’oro, borse e monili preziosi ma anche radio trasmittenti, scanner
per l’individuazione di microspie e due pistole scacciacani.
L'articolo Truffavano anziani con il trucco del finto carabinieri: 21 arresti a
Milano. Coinvolto anche un poliziotto proviene da Il Fatto Quotidiano.
Incidente tra due auto, i due conducenti scendono, parlano, litigano, uno dei
due decide di fuggire e l’altro – per non farlo scappare – decide di aggrapparsi
alla macchina e viene trascinato per circa 100 metri. È accaduto intorno alle 17
di domenica 14 dicembre, in viale Marche, nella zona Nord di Milano.
Le due auto hanno avuto un incidente, ma uno dei due coinvolti – dopo aver
litigato con il conducente dell’altra vettura – ha deciso di salire sulla sua e
fuggire. A quel punto il trentenne si è aggrappato all’auto, ma l’altro ha
ugualmente ingranato la marcia ed è partito trascinandolo per circa cento metri
fino all’incrocio con via Murat. Adesso la Polizia Locale lo sta cercando,
mentre i soccorritori del 118 hanno trasportato il ferito, cosciente e con
contusioni multiple ma in codice rosso, all’ospedale Fatebenefratelli.
Un incidente senza particolari conseguenze e che poteva finire con una
normalissima constatazione amichevole, alla fine ha causato un ferito grave. Ora
l’uomo, un trentenne, si trova ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli. Non
dovrebbe comunque trovarsi in pericolo di vita. Il fuggitivo intanto non è
ancora stato trovato.
L'articolo Milano, fa un incidente e poi si aggrappa all’altra auto per non
farla fuggire: grave un 30enne proviene da Il Fatto Quotidiano.
E poi la vedi lassù, sopra un palco enorme, sospesa in aria in un ascensore, in
mezzo a finestre aperte verso un mondo immaginario, che intona il successo di
questa estate “L’Unica”. E lei è davvero unica nel panorama del mondo musicale
italiano. Giorgia riesce a passare da X Factor al tour nei palazzetti in tutta
Italia (sold out), con in mezzo la promozione dell’album “G”, senza battere
ciglio. Forza della natura.
“Succede che la vita ci dimostra che ci sono dei legami che danno un po’ un
senso a tutto questo passare di qua. – ha detto Giorgia visibilmente commossa al
suo pubblico -. E per questo, io veramente vi ringrazio perché poi non me lo
aspettavo così. Adesso facciamo le cose a cui siamo abituati: facciamo le
canzoni nuove perché io anche avevo bisogno di cantare delle cose nuove e quelle
che conosciamo da una vita. Sono contenta di cantarle per voi”.
Lo show, con una produzione ambiziosa e d’effetto, che si apre davanti agli
occhi degli spettatori, è ricco di visual che accompagnano le note di una
scaletta perfetta che calibra i grandi successi (da “E poi” a “Come Saprei”,
passando per “Spirito Libero” e “Oronero”) ai brani inediti del nuovo album “G”
come “Carillon”, “Paradossale”, “Corpi celesti” e “Sabbie Mobili”. Naturalmente
non mancano gli omaggi ad artisti del calibro di Gino Paoli, Cyndi Lauper,
Michael Jackson e Rihanna. Ospiti speciali: Irama che ha duettato con Giorgia
sulle note della sua “Buio” e poi applauditissimo Blanco per la versione inedita
live con Giorgia su “La cura per me“. Due momenti unici e convincenti.
Insomma oltre due ore di divertimento, canti a squarciagola sull’onda della
storia di una artista che è riuscita a reinventarsi, mettersi in discussione,
rischiando tutto, ma vincendo ogni sfida che ha voluto affrontare in questi
anni. Due Festival di Sanremo in gara prima con “Parole dette male” (2023) e
successivamente con “La cura per me” (2025), in mezzo la co-conduzione con
Amadeus per una serata, il debutto da conduttrice a “X Factor” con riconferma
per il secondo anno consecutivo con ottimo riscontro di ascolti e share, un tour
estivo nei posti ricchi di storia dalle Terme di Caracalla a Roma al Teatro
Greco di Siracusa, infine il ritorno nei palazzetti.
Questa sera, sabato 13 dicembre, all’Unipol Forum di Assago (Milano) si è
assistito a uno spettacolo ipnotizzante, in bilico tra grande talento e sogni.
Perché l’obbiettivo dell’artista è quello di abbracciare con la musica tutti e
10mila gli spettatori, che hanno ricambiato con diverse standing ovation.
Questo è il miglior tour nei palazzetti dell’artista, sino ad oggi.
Il PalaSport Live prosegue il 16 dicembre a Padova, il 19 dicembre a Roma, il 20
dicembre a Bari e il 22 dicembre il ritorno a Roma. Gli appuntamenti per il 2026
sono a marzo: il 13 a Torino, il 16 marzo a Roma, il 18 marzo a Bari, il 21 a
Bologna, il 23 e il 24 a Milano, il 28 a Firenze e gran finale il 30 a Padova.
L'articolo Giorgia ha i superpoteri: da X Factor ai palazzetti senza batter
ciglio. Eravamo al concerto di Milano con Blanco e Irama in bilico tra (grande)
talento e (bei) sogni proviene da Il Fatto Quotidiano.
Arrivano in auto per “vendicarsi” di una rissa e sparano contro la discoteca e i
buttafuori. Venerdì notte a Milano, un 20enne e un 22enne sono stati arrestati
dai Carabinieri, dopo aver esploso dei colpi d’arma da fuoco davanti alla
discoteca Tocqueville e ai buttafuori presenti all’ingresso del locale di corso
Como, una delle zone più frequentate della movida milanese.
Le auto della radiomobile sono intervenute alle 3.45 in via Tocqueville dove due
persone a bordo di un’auto senza targa hanno sparato alcuni colpi senza colpire
nessuno. Dei due, il 22enne avrebbe dei precedenti per furto e stupefacenti,
mentre il 20enne sarebbe incensurato. Ed è lui che, secondo le accuse, avrebbe
sparato. I due uomini sono stati fermati e perquisiti: avevano con sè una
pistola con caricatore e 50 grammi di hashish, sono così stati arrestati per
possesso di arma clandestina e spaccio.
Il più giovane è stato portato all’ospedale Fatebenefratelli per una frattura al
setto nasale dovuta a una collutazione precedente all’arrivo dei Carabinieri.
Poco prima infatti i due avrebbero litigato con i buttafuori del locale e
sarebbero poi andati a prendere la macchina per tornare sul posto e
“vendicarsi”.
Ne è nato un parapiglia nel corso del quale, data la presenza di molta gente
all’esterno del locale e in strada, l’auto è rimasta bloccata tra la folla. E un
uomo di 33 anni è stato investito tanto da riportare lievi traumi a una gamba.
L'articolo Arrivano in auto e sparano contro i buttafuori del Tocqueville a
Milano: arrestati due giovani proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tanto è robusta l’inchiesta della Procura di Milano sul nuovo sistema mafioso
lombardo, tanto circostanziato il lavoro dei pm Alessandra Cerreti e Rosario
Ferracane assieme ai carabinieri del Nucleo investigativo che dopo il primo,
poche ore fa è arrivata la notizia di una secondo collaboratore anche lui
considerato organico e ai vertici del Consorzio mafioso fotografato
dall’inchiesta Hydra.
Se solo poche settimane fa la storia dell’indagine aveva subito una svolta con
la collaborazione di William Cerbo, braccio finanziario della cosca Mazzei di
Catania, ora è il turno della ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo capeggiata da
Vincenzo Rispoli, da tempo al 41 bis e recentemente raggiunto da un’ordinanza
per l’omicidio di Nicola Vivaldo ucciso a Rho il 23 febbraio 2000. A collaborare
è infatti Francesco Bellusci, classe ‘1987 nato a Cuggiono in provincia di
Milano, considerato interno al gruppo calabrese assieme, tra i vari, a Massimo
Rosi, Giacomo Cristello e Pasquale Rienzi.
La notizia è stata resa nota oggi durante l’udienza del processo che si svolge
con rito abbreviato. La Procura ha infatti depositato sei recentissimi verbali
di Bellusci che ha iniziato a collaborare con la Procura lo scorso 21 novembre,
data del suo primo verbale. Sarà sentito poi l’1, il 2, il 3, il 9 e il 10
dicembre. Lunghi verbali, in parte omissati, che contengono, per quel che
risulta, rivelazioni decisamente pesanti. Bellusci infatti racconta la genesi
del Consorzio che lui definisce “Unione”, dopodiché spiega la sua affiliazione
alla locale di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo con relativo rituale.
Quindi svela un omicidio commesso da uno degli imputati di Hydra che però al
tempo del processo fu assolto. E infine illustra nello specifico la gestione del
denaro dell’ex primula rossa di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Bellusci, pur
relativamente giovane, emergerà dalle indagini partecipa a diversi summit di
mafia anche con i rappresentanti di Messina Denaro e della camorra romana legata
al clan di Michele Senese. Inoltre, presente alla “mangiate” nel terreno della
famiglia Nicastro a Castano Primo ne svela contenuti e interessi, a partire
dalla ricostituzione del locale di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo.
Secondo la Procura di Milano appartiene alla locale di ‘ndrangheta organica al
Consorzio. Intercettato Massimo Rosi: “Fa parte della locale di Legnano
Francesco Bellusci”, il quale, secondo i pm, si metterà “a completa disposizione
degli interessi dell’associazione, cooperando con gli altri associati nella
realizzazione del programma criminoso”. E dunque: “Svolgendo funzioni operative
nelle azioni intimidatorie ed estorsive da compiere nell’interesse dell’intera
associazione criminale; contribuendo all’alimentazione della cassa comune
destinata al sostentamento dei detenuti, in particolare per il capo locale
Vincenzo Rispoli, occupandosi del reimpiego dei profitti illeciti
dell’organizzazione criminale, attraverso l’acquisizione di aziende operanti in
vari settori, alle quali erano addetti, quali prestanome”.
L'articolo Consorzio mafioso lombardo, c’è un secondo pentito. E’ Francesco
Bellusci affiliato alla ‘ndrangheta proviene da Il Fatto Quotidiano.
Prosegue lo sciopero generale lanciato per oggi dalla Cgil contro la nuova legge
di bilancio. Le manifestazioni sono partite in tutte le principali città
d’Italia. Cortei a Milano, Roma, Torino, Palermo, Napoli e non solo. A seguire i
disagi segnalati e previsti in alcuni centri cittadini, soprattuto per quanto
riguarda i trasporti.
A Milano Atm fa sapere che dalle 8,45 alle 15 rimane chiusa la linea M3 della
metropolitana, regolari invece M1,M2,M4,M5. Per i bus e tram di superficie
deviate alcune linee nei pressi della manifestazione – che è partita alle 9.00
da Porta Genova e raggiungerà Piazza della Scala, dove sono previsti gli
interventi di chiusura. Per il settore ferroviario, Trenord ha annunciato due
fasce orarie di garanzia: 06.00 – 09.00 e 18.00-21.00. Previsti bus diretti,
sostitutivi del servizio aeroportuale, in entrambe le direzioni tra Milano
Cadorna (in partenza da via Paleocapa 1) e Malpensa Aeroporto. Garantite anche
le corse tra Stabio e Malpensa Aeroporto. I treni della rete Ferrovienord
subiranno probabili ripercussioni fino a mezzanotte, orario di termine previsto
dello sciopero. Il consiglio per i passeggeri è quello di consultare l’elenco
dei treni garantiti.
A Napoli Trenitalia garantisce servizi minimi dalle 06.00 alle 09.00 e dalle
18.00 alle 21.00. Circumvesuviana presente dalle 05.30 alle 08.30 e dalle 16.30
alle 19.30. A seguito della grande adesione allo scioperò in città è stata
dichiarata sospesa la Linea 1 della Metropolitana, insieme alle funicolari di
Mergellina e Montesanto, per l’intera tratta.
A Roma servizio regolare per la rete Atac, in sciopero pochi giorni fa.
Coinvolto invece il servizio Cotral che riguarda le corse dei bus regionali,
delle ferrovie della Roma Nord e della Metromare. Fasce di garanzia: inizio
servizio – 8:30 e 17.00 – 20.00. Non assicurati i viaggi Trenitalia fuori dalle
fasce 6.00 – 9.00 e 18.00 – 21.00.
A Torino corteo da piazza XVIII Dicembre a Piazza Castello. Gtt ferma per 24
ore, con le fasce di garanzia solite che rimangono 06.00 – 09.00 e 12.00 –
15.00. Il servizio extraurbano si è fermato alle 08.00 di mattina, e riprenderà
dalle 14.30 alle 18.30. Fermi Trenitalia e Italo, solite fasce per i regionali
(06.00-09.00 e 18.00-21.00).
In Liguria diverse scuole sono rimaste chiuse e nelle principali stazioni di
Genova, quella di Brignole e Principe, risultano cancellati già diversi treni
intercity e regionali. Situazione simile a Bologna. Disagi anche a Firenze, dove
è presente il segretario Cgil Maurizio Landini. Previste fasce di garanzia,
stabilite sempre a livello locale. Situazioni simili nelle altre città, in cui
ovviamente – come avviene sempre e ovunque – a fare la differenza sarà
l’adesione o meno dei lavoratori allo sciopero.
L'articolo Sciopero Generale, i servizi a rischio e quelli garantiti: a Milano
la M3 riapre alle 15. A Napoli chiusa la Linea 1 proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Un centinaio di persone tra studenti, docenti e collaboratori scolastici sono
state evacuate per un’intossicazione causata dalla presenza nell’aria di una
sostanza urticante, probabilmente spray al peperoncino. Il fatto è accaduto alla
scuola superiore Gerolamo Cardano, nella zona Lampugnano di Milano.
Il secondo piano dell’edificio scolastico è stato evacuato per consentire
l’intervento dei vigili del fuoco, tra cui l’unità Nucleare biologico chimico
radiologico (NBCR): al termine delle operazioni di controllo e di bonifica non
sono emerse particolari criticità. Il 118 è intervenuto per curare cinque
persone che sono state lievemente intossicate. Già ieri mattina si è verificato
un episodio analogo, e alcuni studenti hanno dovuto ricorrere alle cure dei
sanitari.
Non è la prima volta che l’istituto in via Natta viene evacuato: a gennaio del
2023 per un principio di incendio, a ottobre dello stesso per una fuga di gas e
a novembre di quest’anno, quando uno spray urticante ha causato delle
intossicazioni a decine di studenti, con alcuni ricoveri in ospedale.
L'articolo Spray al peperoncino nell’aria, evacuato il secondo piano di una
scuola superiore di Milano: 5 intossicati proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tiro a segno e pugilato, boxe dentro a un poligono: un binomio insolito fra due
discipline che non hanno nulla in comune (o quasi, come vedremo), e che però è
diventato un caso istituzionale, in grado di scomodare addirittura il genio
militare.
A ottobre, infatti, nella sede Nazionale del Tiro a segno di Milano, era stata
inaugurata una nuova sede della Federazione Pugilistica. L’origine
dell’iniziativa è da ricercarsi nell’unico punto reale di contatto fra le due
discipline, che ha un nome e un cognome: Walter De Giusti, segretario generale
della Federazione Pugilato, ma anche commissario dell’Unione Italiana Tiro a
segno (UITS). Proprio grazie a questo doppio ruolo (che nell’ambiente sportivo
aveva già sollevato perplessità), ha pensato di prendere i classici due piccioni
con una fava. Visto che nell’impianto, a seguito della chiusura di una palestra
e un bar che non avevano titolo per stare lì, si erano liberati degli spazi, ha
pensato di metterli a disposizione di altri atleti di un’altra Federazione
(quella di cui è segretario).
Più facile a farsi che a dirsi: la trovata innovativa del presidente-commissario
non aveva fatto i conti con i militari, per cui le norme vengono prima di tutto.
I campi di tiro sono compresi tra gli immobili demaniali e sono dati in uso, a
titolo gratuito, alle varie sezioni: ciò implica che quest’ultime non possono
subappaltarle, e ne hanno obbligo di custodia, che mal si sposa con l’apertura
agli esterni (quali appunti i tesserati della boxe). I poligoni sono luoghi
sensibili, dove vengono conservate armi e già ci sono stati problemi di
sorveglianza in passato.
Ne è nata una vera e propria guerra a colpi di carte bollate, con una prima
diffida a fine di novembre, i sigilli ai locali e da ultimo addirittura una
lettera che richiede lo sgombero immediato: “In seguito al sopralluogo
effettuato in data 4 dicembre 2025 è stato accertato che, nonostante la diffida,
i locali posti nel seminterrato risultano ancora occupati da un ring, da
attrezzature per la boxe, da un tapis roulant e altri attrezzi per il
cardiofitness e l’allenamento total body”, si legge nel documento firmato dal 3°
Reparto Infrastrutture Ufficio Demanio. “Con la presente si intima lo sgombero
entro il termine di sette giorni”. Non solo: in caso di inottemperanza è
minacciato lo sgombero forzoso, e in ogni caso viene chiesto un indennizzo (che
sarà quantificato dall’Agenzia del Demanio) per l’occupazione in queste
settimane.
In un momento in cui nello sport si parla tanto di accorpamenti e
efficientamento, e le Federazioni perdono tesserati e hanno bisogno di nuova
linfa, la sinergia poteva essere anche una buona idea, ma certo non può nascere
solo dal fatto che alla guida delle due discipline ci sia la stessa persona. In
ogni caso la questione è destinata a non finire qui, perché il
commissario-presidente De Giusti rimane convinto della bontà della sua
iniziativa. Non vuole rinunciare per colpa della burocrazia (come un semplice
ritardo nel protocollo d’intesa fra le due Federazioni, o le altre obiezioni
sollevate) perciò è pronto a rilanciare, proponendo eventualmente anche il
tesseramento dei pugili (in modo che non siano più “esterni”) o eventualmente a
traslocare in un altro spazio (a quel punto il Demanio avrebbe il problema del
rischio di abbandono dell’impianto).
Il caso va contestualizzato nelle tensioni che attraversano l’UITS, già
raccontate dal Fatto. L’ente è stato commissariato a inizio 2025 dopo la
telenovela sulle elezioni dell’ex presidente Vespasiano. Il commissario De
Giusti aveva deciso di congelare le urne, ma il Tar di recente ha stabilito che
si deve andare subito al voto. Sentenza che è stata ottemperata in un modo che
non ha convinto tutti: il commissario ha sì convocato l’assemblea, ma soltanto
per maggio 2026, per completare prima le attività amministrative in sospeso.
Sullo sfondo, rimane la possibile riforma dell’ente, su cui il governo ha
intenzione di intervenire profondamente, separando la parte pubblica (le armi)
da quella sportiva, sul modello di quanto appena fatto con l’Automobil Club. Ma
chissà se si farà a tempo prima delle elezioni, e se ciò potrà avere
ripercussioni sul voto. Il Tiro a segno ha già tante incognite. Forse troppe per
pensare pure al pugilato.
X: @lVendemiale
L'articolo Boxe dentro al poligono di tiro: l’esperimento a Milano scatena il
braccio di ferro con i militari, che minacciano lo sgombero proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Una tragedia sfiorata per pochi centimetri: un uomo italiano di 84 anni ha
rischiato di precipitare da otto metri a bordo della sua auto. Il fatto è
avvenuto in un’autorimessa situata al civico 49 di via Giacomo Zanella, a
Milano. A causa di una manovra sbagliata al primo piano dell’autorimessa,
l’anziano ha sfondato la parete vetrata e per alcuni minuti è rimasto in bilico
a bordo della sua auto, sospesa a un’altezza di circa otto metri.
I vigili del fuoco della sede centrale di Milano e del distaccamento di piazzale
Cuoco sono giunti sul posto per prestare soccorso. Dopo aver estratto il
conducente dall’abitacolo della vettura, i vigili hanno messo in sicurezza
l’area e hanno bloccato il traffico al primo piano dell’autorimessa. L’uomo, che
dopo i soccorsi era ancora scosso e in stato di shock, è stato trasportato dal
118 al Policlinico.
L'articolo Sfonda la parete con l’auto e resta sospeso a otto metri di altezza:
84enne sotto shock ma illeso proviene da Il Fatto Quotidiano.